Le lettere aperte inviate al Presidente della Prov. di MB Dario Allevi e all'Assessore Brambilla (vedi post sotto), sono state riprese dalla stampa.
Eccovi i due box de "Il Cittadino" di giovedì 7 luglio 011.
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP): per ora quelle della Provincia di MB sono solo dichiarazioni d'immagine.
Eccovi i due box de "Il Cittadino" di giovedì 7 luglio 011.
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Al centro l'Assessore Antonino Brambilla con a dx Diego Terruzzi (Lega) e gli estensori del PTCP |
Insieme in Rete e i gruppi dell'Osservatorio PTCP, hanno scritto direttamente una lettera aperta al Presidente della Prov. di MB DARIO ALLEVI e all'Assessore ANTONINO BRAMBILLA.
Alle loro dichiarazioni di volontà di tutela dell'ambiente, non stanno seguendo fatti concreti, anzi .... localmente continua l'attacco all'ambiente e il consumo di suolo, vedi i casi di MACHERIO, SEREGNO, SEVESO, MONZA.
Alle loro dichiarazioni di volontà di tutela dell'ambiente, non stanno seguendo fatti concreti, anzi .... localmente continua l'attacco all'ambiente e il consumo di suolo, vedi i casi di MACHERIO, SEREGNO, SEVESO, MONZA.
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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MB
E ALL’ASSESSORE ALLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E PARCHI
E ALL’ASSESSORE ALLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E PARCHI
A proposito di PTCP
Egr. sigg.
Dario Allevi, Presidente della Provincia di Monza e Brianza
Antonino Brambilla, Assessore alla Pianificazione Territoriale e Parchi
Come coordinamento di gruppi ed associazioni ambientaliste stiamo seguendo con estrema attenzione iter e contenuti di quello che sarà il futuro PTCP.
Le vostre dichiarazioni pubbliche sull’intenzione di salvaguardare le ormai scarse zone verdi della provincia e di preoccupazione per il CONSUMO di SUOLO che ha raggiunto livelli intollerabili, ci avevano fatto sperare in politiche ambientali più decise da parte della nuova Provincia.
Purtroppo, al momento, non possiamo dirci soddisfatti poiché, rispetto alle intenzioni, si sono prodotti pochi fatti concreti ed inoltre, non è stata resa ancora disponibile, la documentazione riguardante il PTCP sulla quale sia possibile formulare pareri e/o proposte, anche per la mancanza a tutt’oggi, di uno strumento virtuale adeguato allo scopo così come indicato nel documento di scooping della VAS..
In un paio di incontri, di cui uno fatto direttamente nella sede provinciale, e successivamente in uno pubblico verbalizzato durante la prima riunione di VAS, proprio a voi avevamo chiesto un’attenzione e un recepimento sia delle nostre proposte relative ai criteri da utilizzare per la stesura del PTCP sia delle osservazioni preventive che molti gruppi ed associazioni aderenti all’OSSERVATORIO PTCP DI MONZA E BRIANZA, hanno inoltrato ai tecnici del FLA (Fondazione Lombardia Ambiente), direttamente coinvolti nella stesura del PTCP.
Osservazioni che non comprendiamo se siano state valutate dal pool di estensori del PTCP, se si siano perse, se siano state dimenticate o se non siano nemmeno state considerate.
Lo diciamo quale conseguenza dell’incontro con i tecnici tenutosi il 16/6/011.
Auspicavamo e crediamo tutt’ora in un PTCP che vada oltre i criteri meramente meccanicistici utilizzati nell’identificazione delle Aree Agricole Strategiche, in un’ottica che, al pari di altre tendenze europee e nord americane, guarda all’agricoltura come ad un settore dell’economia su cui puntare e sul quale investire – attraverso p.e. l’agricoltura di prossimità – e non come ad un settore marginale e in dismissione.
Abbiamo in mente un PTCP di ampio respiro per l’ambiente, un PTCP che contempli non solo le aree ove sono insediate aziende agricole ma anche:
1) Tutte le aree agricole attualmente esistenti, al di là della loro funzione produttiva, poiché, in un’ottica non statica, ma dinamica, del settore agricolo, è importante valorizzare non solo l’esistente, ma anche provare ad immaginare il futuro del comparto agricolo, immaginando queste aree all’interno di un mercato agricolo di prossimità ai grandi complessi urbani;
2) Tutte le aree libere, al di là della loro definizione, quando rappresentano tasselli importanti per la realizzazione o l'ampliamento della rete ecologica sovra locale
Più che di Aree Agricole Strategiche si deve quindi parlare e lavorare sulle AREE LIBERE STRATEGICHE
Ovviamente entrambe queste due tipologie di aree, strategiche solo per il fatto di essere ancora libere, quindi potenzialmente adattabili a progetti di recupero paesaggistico, devono possedere particolari caratteristiche che qui brevemente elenchiamo:
1)Aree agricole residuali (anche intercluse) comprensive delle aree incolte
2)Dorsale Verde Nord;
3)Rete ecologica P.T.R.;
4)R.E.R. e tutte le aree agricole ad esse contigue (secondo il concetto della continuità degli spazi aperti);
5)Parchi locali di interesse sovracomunale - PLIS (anche in via di costituzione o di ampliamento);
6) Aree agricole, forestali e zone umide dei parchi regionali non incluse nei parchi naturali;
7) Aree delle Compensazioni Ambientali di Pedemontana e loro teorica estensione
8)Aree delle Mitigazioni Ambientali di Pedemontana;
9) Parchi urbani recintati e non recintati;
10) Aree agricole e seminaturali del Parco di Monza;
11)Biotopi, ambiti forestali, zone umide e corsi d'acqua (comprese le fasce di rispetto legge Galasso) non inclusi nei PLIS e nei parchi regionali;
12)Aree agricole e/o parzialmente boscate che consentono la realizzazione di corridoi ecologici di interesse
13) Aree di cava da sottoporre a recupero ambientale;
14) Aree agricole attualmente degradate ma di cui è possibile e opportuno un recupero.
Gli ambiti agricoli strategici sinora identificati + in grigio i Parchi Regionali |
L’elaborato della Provincia di MB, stando ai dati sinora conosciuti, s’è purtroppo, sinora limitato nella definizione degli AAS, ad un meccanico, e quindi statico, inserimento delle sole aree, indicate dalle amministrazioni comunali (indicazioni spesso viziate nel giudizio da futuribili oneri di urbanizzazione da effettuare proprio sulle aree libere che invece andrebbero inserite negli AAS. Ci risulta infatti che più di un comune della provincia non abbia segnalato nemmeno un’area agricola, il che si pare francamente poco probabile che questo possa corrispondere alla realtà); ove sono insediate aziende agricole interessate da contributi raccolti all’interno del SIAR; ed i PLIS, quest’ultimi nemmeno nella loro completezza territoriale poiché sono state escluse le zone al loro interno definite INCONGRUE.
Tutto questo però, dovrebbe essere solo un preliminare di una fase conoscitiva, e non diventare la base fondamentale sulla quale impostare l’individuazione di questi particolari ambiti. Fondamentale per la loro definizione puntuale, rimane infatti il rilievo territoriale fattagricole strategiche. Ad esempio, quelle con superficie inferiori ad 1 ettaro, che nella Brianza nord milanese, la quale, storicamente, possiede un frazionamento territoriale estremamente elevato, da sempre rappresentano una fetta importante del mondo agricolo brianzolo, non per questo povero dal punto di vista produttivo; oppure molte realtà agricole non contemplate all’interno del SIAR.
Un confronto con la proposta di AAS del PTCP – poi non portato a compimento – della vecchia Prov di Milano (confronto ovviamente limitato alla superficie territoriale che oggi interessa la nuova provincia di MB), evidenzia una evidente riduzione delle AAS pari al 5% (100,32 Kmq della Prov di MB contro 105,51 Kmq della vecchia Prov di Mi).
Speravamo, con la creazione della nuova provincia di Monza e Brianza, in un’ottica di sussidiarietà, che le allora previsioni fatte dalla provincia milanese, potessero, non essere confermate, ma addirittura ampliate, grazie alla minore estensione territoriale della provincia, ed ad una maggiore conoscenza puntuale del proprio territorio di riferimento.
Si continua invece in pratica ad avvallare nuove espansioni edilizie su terreni liberi quando le aree urbane sono piene di immobili di vario genere e natura VUOTI.
E questo non siamo noi a dirlo, ma le statistiche ISTAT, che comparano impietosamente la scarsa crescita demografica della provincia con la sproporzionata, invece, disponibilità di vani vuoti potenzialmente disponibili.
E questo non siamo noi a dirlo, ma le statistiche ISTAT, che comparano impietosamente la scarsa crescita demografica della provincia con la sproporzionata, invece, disponibilità di vani vuoti potenzialmente disponibili.
Si continua quindi a CONSUMARE SUOLO per meri investimenti sul mattone (a volte anche poco chiari dal punto di vista legale, come le recenti inchieste giudiziarie hanno svelato) e per incassare i conseguenti oneri di urbanizzazione, che ben poco hanno a che fare con un governo del territorio attento a tutte queste dinamiche.
Al proposito è esemplificativo e non condivisibile lo stralcio dalle Aree Agricole Strategiche della zona ancora non edificata a Seveso, a est dell’attuale SS35 in zona via della Roggia.
Su tale area i gruppi locali di INSIEME IN RETE hanno avanzato la proposta d’inclusione nel Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce, proprio al fine di stoppare l’esasperato consumo di suolo.
L’avvallo che la Provincia di MB ha dato alle previsioni edificatorie del futuro PGT del comune di Seveso, è per noi ulteriore elemento di delusione e di critica, considerando che sull’area erano state presentate agli estensori del PTCP, schede illustrative ad hoc dai gruppi ambientalisti locali.
Emblematica è anche la vicenda legata al nuovo PGT della città di Monza che, dopo aver approvato il Piano alla fine del 2007 (attualmente vigente a tutti gli effetti di legge), con una variante generale, oggi intende edificare circa 300 ettari di aree ancora oggi agricole e libere da edificazioni, con centinaia di migliaia di metri cubi di residenziale e terziario. Il 70% di quelle previste come agricole dal PGT vigente ( 425 ha) vengono così rese edificabili!
Tra queste aree ricordiamo quelle: della Cascinazza; del quartiere Sant’Albino e lungo il viale delle Industrie; del quartiere Casignolo e quelle del Parco del Villoresi, a San Fruttuoso. Ricordiamo che tutte queste sono collegate con PLIS e Parchi agricoli nei comuni contermini, costituendo così un sistema di corridoi naturali da considerarsi come ambiti strategici nel sistema verde dell’ hinterland monzese e milanese e quindi da inserirsi come tali nel nuovo PTCP.
Sul PTCP ci sentiamo pertanto di richiamare la vostra attenzione su questi elementi.
Sarebbe utile e auspicabile che il confronto desse vita a politiche ambientali, a partire dal PTCP, che tengano finalmente conto di queste preoccupazioni e implementino le proposte di chi da anni, lavora per la tutela dell’ambiente.
Questo sinora non è successo.
Quest’ opportunità non va sprecata.
Cordiali saluti.
L'Osservatorio PTCP
L'Osservatorio PTCP
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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MB
E ALL’ASSESSORE ALLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E PARCHI
SEREGNO e MACHERIO: due esempi di ULTERIORE CONSUMO di SUOLO
Egr. sigg.
Dario Allevi, Presidente della Provincia di Monza e Brianza
Antonino Brambilla, Assessore alla Pianificazione Territoriale e Parchi
Come coordinamento di gruppi ed associazioni ambientaliste stiamo seguendo con estrema attenzione iter e contenuti di quello che sarà il futuro PTCP.
Le vostre dichiarazioni pubbliche sull’intenzione di salvaguardare le ormai scarse zone verdi della provincia e di preoccupazione per il CONSUMO di SUOLO, che ha raggiunto livelli intollerabili, ci avevano fatto sperare in politiche ambientali più decise da parte della nuova Provincia.
Purtroppo, al momento, non possiamo dirci soddisfatti poiché, rispetto alle intenzioni, si sono prodotti pochi fatti concreti ed inoltre non è stata resa ancora disponibile la documentazione riguardante il PTCP, sulla quale sia possibile formulare pareri e/o proposte.
Non vorremmo che si continuassero ad avvallare nuove espansioni edilizie su terreni liberi quando le aree urbane sono piene di immobili di vario genere e natura VUOTI. E questo non siamo noi a dirlo, ma le statistiche ISTAT, che comparano impietosamente la scarsa crescita demografica della provincia con la sproporzionata, invece, disponibilità di vani vuoti potenzialmente utilizzabili.
Si continua quindi a CONSUMARE SUOLO per meri investimenti sul mattone (a volte anche poco chiari dal punto di vista legale, come le recenti inchieste giudiziarie hanno svelato) e per incassare i conseguenti oneri di urbanizzazione, che ben poco hanno a che fare con un governo del territorio attento a tutte queste dinamiche.
Sarebbe utile e auspicabile che il confronto desse vita a politiche ambientali, a partire dal PTCP, che tengano conto di queste preoccupazioni e implementino le proposte di chi, da anni, lavora per la tutela dell’ambiente. Questo sinora non è successo. Quest’opportunità non va sprecata.
Siamo convinti comunque che non si deve abbassare la guardia neanche sui piccoli interventi di erosione del verde, neanche su quelli che qualche amministratore definisce “microinterventi correttivi in frangia o in ambiti già compromessi” all’interno di un PLIS, perché anche i piccoli interventi, sommati fra di loro, vanno a diminuire la troppo scarsa quantità di suolo inedificato rimasto. Pensiamo anzi che, laddove è possibile, questa quantità debba essere aumentata, imponendo ad esempio una congrua quota di verde nel recupero delle aree dismesse.
Tutto ciò premesso, vogliamo segnalarvi quanto è successo nei comuni di Seregno e Macherio e che temiamo avvenga analogamente, e magari più massicciamente, in altri comuni attraversati da Pedemontana.
Seregno è toccata solo marginalmente da questa infrastruttura, tuttavia tre famiglie sono state espropriate delle loro case e l’Amministrazione Comunale con una recente delibera ha concesso loro il permesso di edificazione in terreni all’interno del PLIS Brianza Centrale.
Parallelamente a Macherio, nonostante alcune proposte alternative presentate preventivamente sia a Pedemontana che all'Amministrazione Comunale da parte delle associazioni locali aderenti al nostro coordinamento, nella seduta dello scorso 20 aprile, il Consiglio Comunale all'unanimità ha concesso l'edificazione di sei abitazioni, di altrettante famiglie espropriate, nel cuore di un'area agricola e forestale (per buona parte inserita negli Ambiti Agricoli Strategici indicati dalla vostra amministrazione) che, fatto salvo quelle incluse nel perimetro del Parco della Valle del Lambro, risulta essere l'ultima rimasta inedificata sul territorio comunale. Un'area già, da alcuni anni, proposta come parco sovracomunale (Plis Alma Solis / ampliamento Plis Brianza Centrale), nonché ampiamente interessata sia dalle opere di compensazione ambientale di Pedemontana, sia dal passaggio di un corridoio primario della Rete Ecologica Regionale ed, infine, considerata la sua prossimità al tracciato autostradale, ci auguriamo inclusa negli ambiti di tutela del futuro Piano Territoriale Regionale d'Area.
Pur essendo solidali con queste famiglie e comprendendo le loro esigenze, pensiamo che queste soluzioni non siano corrette, in quanto privano la collettività di un bene molto prezioso, appunto perché ormai molto scarso, cioè il verde.
Pensiamo che nei territori comunali si potessero reperire terreni già edificabili secondo le norme vigenti o addirittura – meglio ancora – abitazioni in vendita già costruite, visto che dalle statistiche sappiamo che le abitazioni esistenti nei nostri comuni superano di gran lunga il fabbisogno della popolazione e per buona parte non sono utilizzate.
Riteniamo che il permesso a costruire in deroga alle norme vigenti concesso agli espropriati da Pedemontana sia un mezzo – a scapito della collettività – per ridurre il malcontento della popolazione per quest’opera e, probabilmente, per abbassare il livello degli indennizzi.
Riteniamo inaccettabili questi ulteriori costi ambientali che vanno a gravare su un territorio compromesso da decenni di edificazione selvaggia e che verrà devastato da un’opera di così grande impatto come la nuova autostrada.
E’ inutile che società Pedemontana si faccia un vanto delle “compensazioni ambientali” (che ancora non sappiamo con certezza quanto avranno veramente di “ambientale” e se e come verranno fatte), quando poi si erode ancora il verde per questi “effetti collaterali” che sono gli espropri.
Per questo chiediamo all’Amministrazione Provinciale di opporsi alle delibere del Comune di Seregno e del Comune di Macherio al fine di salvaguardare il PLIS “Brianza Centrale” e le aree
agricole e forestali di Macherio da una nuova cementificazione, e questo anche in coerenza con le vostre recenti deliberazioni sul tema del consumo di suolo e della salvaguardia dei PLIS, deliberazioni che non solo approviamo ma che sosteniamo attivamente.
Qualora non fosse possibile annullare le delibere in questione, chiediamo che vengano reperite a Seregno nuove aree libere, di estensione almeno doppia, da inserire nel PLIS “Brianza Centrale” a compensazione di quelle destinate all’edificazione e, nello specifico di Macherio, che venga attuata definitivamente la salvaguardia delle aree agricole e forestali ad ovest di Via Bosco del Ratto e a nord dell'asse stradale costituito dalle vie Sant'Ambrogio, Cardinal Ferrari e da Viale Regina Margherita.
Cordiali saluti.
Paolo Conte
Portavoce di INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
Desio, 01/07/2011
Adesioni:
Osservatorio PTCP di Monza e Brianza
Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale
WWF Sezione Regionale Lombardia
Legambiente Lombardia
WWF Comitato Groane
Associazione Torrette Bini Dosso Boscone - Macherio
Circolo Legambiente e di Seregno
Circolo Legambiente "R. Giussani "di Desio
Circolo Legambiente "Alexander Langer " di Monza
Circolo Legambiente "Laura Conti" di Seveso
Associazione per i Parchi del Vimercatese
Sinistra ed Ambiente - Meda
Lista per Biassono
Circolo Legambiente e di Seregno
Circolo Legambiente "R. Giussani "di Desio
Circolo Legambiente "Alexander Langer " di Monza
Circolo Legambiente "Laura Conti" di Seveso
Associazione per i Parchi del Vimercatese
Sinistra ed Ambiente - Meda
Lista per Biassono
Associazione perla mobilità sostenibile " eQUIbici " - Lissone
Amici della Natura - Triuggio
Amici della Natura - Triuggio
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