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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare

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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

giovedì 10 dicembre 2020

SINISTRA E AMBIENTE E IMPULSI PRESENTANO OSSERVAZIONI AL PIANO ATTUATIVO SULL' AREA EX MEDASPAN

Dopo aver attentamente analizzato la documentazione relativa al Piano attuativo 2020 sull'ambito di trasformazione AT1 dell'ex Medaspan adottato con delibera di giunta n° 137 il 9-11-020, i gruppi di Sinistra e Ambiente e di Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà, hanno espresso le perplessità e contrarietà al piano attuativo e ora hanno presentato Osservazioni allo stesso.
Le Osservazioni dovranno essere accolte o respinte prima della fase di approvazione del Piano Attuativo.

L'osservazione principale argomenta e chiede che l'amministrazione avvii una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sull'insediamento di un polo commerciale nell'area ex Medaspan, anche ai sensi di quanto definito nell'Allegato B, punto 7 lettera b6 della LR 5/2010
Il furbo spacchettamento su più edifici non risolve l'impatto COMPLESSIVO di queste strutture sul traffico veicolare e sull'inquinamento atmosferico aggiuntivo oltrechè sull'impatto economico che ne deriverà per i negozi di vicinato.
Anche le criticità viabilistiche dell'area, con l'annosa vicenda del superamento della linea FNM, devono entrare a pieno titolo in una VIA.

La seconda osservazione riguarda la bretella da via Cadorna a via Busnelli voluta dall'amministrazione comunale nel 2017.
Per essere realizzata, da una prima lettura delle normative nazionali in essere, richiede con ogni probabilità l'autorizzazione di FS (secondo il DPR 753 del 11 luglio 1980 art. 58) poichè ricade per buona parte dentro la fascia di rispetto della linea ferroviaria Milano-Como-Chiasso.
Si chiede prioritariamente di definire l'iter autorizzativo.

Infine la terza osservazione, in cui si chiede che l'amministrazione comunale esiga l'elaborazione di un Piano di gestione e di utilizzo delle terre di scavo, un PIANO SCAVI con analisi chimiche dettagliate di caratterizzazione  per glo elementi e i composti che già nel 2015 Arpa suggeriva durante la fase di VAS.
Una VAS con uno studio ambientale che fu, a nostro avviso, decisamente insufficiente, con poche analisi chimiche, effettuate senza un protocollo e una modalità CONCORDATA con ARPA e pertanto non validabili da ARPA.
Per questo è necessario un Piano Scavi con analisi chimiche di caratterizzazione che vedano il coinvolgimento della stessa ARPA nel contradditorio e nella validazione.
Questo affinchè si tenga conto che l'area ex Medaspan è nel perimetro di quella che venne definita come "zona R o di rispetto" per il livello di contaminazione da diossina Tcdd fuoriuscita dall'Icmesa nel 1976, nonchè della pregressa attività della fabbrica Medaspan che produceva pannelli in compensato e truciolato con l'uso di formaldeide e solventi.
 
Sotto le osservazioni inoltrate congiuntamente da Sinistra e Ambiente e da Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà.
 




sabato 21 novembre 2020

DARE NOMI AI LUOGHI, CONSERVARE LA MEMORIA


A Meda, in piena emergenza per il Covid 19, è stato attivato presso il centro sportivo di via Icmesa un punto per i tamponi veloci attuati restando a bordo del veicolo (drive through).
Il centro, operativo da una settimana, è gestito dai medici dell'Aeronautica Militare ed è rivolto esclusivamente alla popolazione scolastica.
A un nostro lettore assiduo, nonchè amico ambientalista, non è sfuggito IL LUOGO.
Dare i nomi ai luoghi era una consuetudine che ha accompagnato l'umanità occidentale fino alla fine della seconda guerra mondiale, un’abitudine che si sta perdendo ma che varrebbe la pena di far rivivere. I nomi delle vie, infatti, in genere non nominano la memoria del luogo ma sono segni di memoria universale. Non cosi via Icmesa che porta il nome della ditta che fu all’origine del grave danno ambientale che segnò il territorio di Seveso e Meda e degli altri comuni limitrofi nel 1976.
Massimiliano Fratter, storico, già direttore del Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce, autore del libro sul disastro Icmesa "Memorie da sotto il bosco" (con Dvd), ha inviato la sua riflessione a Sinistra e Ambiente di Meda e a Legambiente di Seveso, invitando a collegare quello che oggi sembra essere casualmente abbinato.
 
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DARE NOMI AI LUOGHI, CONSERVARE LA MEMORIA

In questi giorni la stampa locale e diversi siti istituzionali hanno diffuso la notizia di un nuovo punto tamponi per il monitoraggio della diffusione della pandemia da coronavirus a Meda. 
E' sicuramente una notizia positiva per potenziare il tracciamento, uno degli elementi più importanti per il contenimento della più grave tragedia dalla fine della seconda guerra mondiale.
Il nuovo punto, riservato agli alunni e alle alunne delle scuole e al personale scolastico, si trova di fronte al Centro sportivo “Città di Meda” in via Icmesa.
E se la storia di una Comunità è fatta anche di simboli, è necessario evidenziare la contraddizione: il luogo che è stato l'origine del primo incidente industriale noto avvenuto in una fabbrica e che ha coinvolto la popolazione circostante diviene un sito per la prevenzione sanitaria.
A quasi 45 anni dal 10 luglio 1976 e dalla fuoriuscita della nube tossica composta da diossina e da altri veleni proprio dall'Icmesa, fabbrica di proprietà della multinazionale elvetica Givaudan a sua volta controllata dalla Hoffman-La Roche.
E' necessario dissipare ogni dubbio: il “Centro sportivo “Città di Meda” è uno spazio sicuro; i resti della fabbrica, il reattore che ha generato l'incidente e tutto il materiale contaminato sono confinati nelle due vasche di Meda e Seveso all'interno del Bosco delle Querce, dopo un immane lavoro di bonifica.
Appare certamente strano, per chi ha vissuto, approfondito e conosciuto la vicenda del luglio del '76 e delle sue conseguenze immaginare che via Icmesa sia oggi frequentata da medici, infermieri e personale sanitario. Per curare.
La Brianza – Meda in particolare – si è sempre contraddistinta per la sua cultura del fare. Del produrre.
Forse, qualche volta, sarebbe utile accompagnare l'agire alla riflessione come, in questo caso, sul valore simbolico della sede scelta e messa a disposizione alll'Azienda Territoriale Sanitaria.
Significherebbe “abitare” i luoghi della Città senza, purtroppo, dimenticarne la genesi.

Massimiliano Fratter

Meda/Seveso 21-11-2020




 

lunedì 16 novembre 2020

AMBITO DI TRASFORMAZIONE AT1 EX-MEDASPAN: CAMBIA LA PROPRIETÀ, CAMBIA IL PIANO ATTUATIVO MA RESTANO TUTTE LE PERPLESSITÀ

La configurazione del nuovo Piano Attuativo sull'area ex-Medaspan - cliccare sopra per ingrandire

In data 13-10-020 s'è tenuto un incontro secretato della Commissione Territorio e Ambiente con argomento l'attuazione del piano sull'ambito di trasformazione AT1 (ex Medaspan) dove è prevista la realizzazione di un centro commerciale.
A distanza di un mese, il 9-11-020, è stata pubblicata sull'albo pretorio la delibera di Giunta di adozione del Piano Attuativo per quell'ambito di trasformazione con allegata documentazione. Come è nostra consuetudine, l'abbiamo analizzata per poi dare informazioni precise e dettagliate.
Dagli elaborati si comprende che alcune cose sono cambiate rispetto al progetto originale della Pabel approvato il 25-01-2016 dall'allora Giunta Caimi.
Innanzi tutto la proprietà è passata dalla Pabel spa, legata ad una catena di distribuzione trovatasi in difficoltà, alla società Officine Mak srl.
La Officine Mak srl, a dispetto del nome è una realtà che si occupa di attività immobiliari con finalità residenziale e commerciale. Questa società risulta incorporata nel gruppo Consonni Company.
Non sarà quindi evidentemente l'utilizzatore finale che si insedierà nell'area.
La nuova proprietà, subentra quindi come proponente del Piano Attuativo, variandolo.

L'AGGIORNAMENTO DEL PIANO ATTUATIVO

C'è una riduzione della capacità edificatoria in progetto che passa da mq. 25.455 di Superficie Lorda a Pavimento (SLP) a mq. 15.410 di SLP, con una suddivisione della componente commerciale.
Mentre il Piano attuativo del 2016 era costituito da un unico edificio con la parte destinata a Centro Commerciale avente una superficie di vendita pari a 9900 mq, l'attuale proposta di aggiornamento delle Officine Mek prevede tre medie strutture di vendita tra loro distinte e separate su tre edifici - piano terra con posteggi, primo piano e secondo piano (massima altezza di circa 15 mt) - più un quarto edificio con la struttura a piano terra.
Le tre strutture principali hanno un dimensionamento massimo di mq. 2.500 di Superficie di Vendita (SV) sia per settore merceologico alimentare sia per quello non alimentare.

E' previsto anche l'insediamento di funzioni complementari, compatibili ed accessorie quali attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, attività paracommerciali, di artigianato di servizi, terziarie, ludico-ricreative e per l’intrattenimento.

La tabella di confronto tra PA del 2016 e attuale PA
 
Scompare completamente dal progetto la struttura alberghiera, il centro del gusto e le attività complementari che l'amministrazione Pd di Caimi considerava caratterizzanti e che consentivano di edulcorare il "core businness" di un centro commerciale con grande struttura di vendita.

La suddivisione per lotti delle strutture

LA VIABILITÀ ACCESSORIA

Nel nuovo Piano Attuativo è compresa anche la viabilità di accesso con tre rotatorie, un sottopasso sulla rampa di accesso alla S.P 35 (superstrada), un ponte su Tarò e la bretella di aggiramento voluta dal 2017 dall'amministrazione comunale che dovrebbe essere realizzata dentro la fascia di rispetto ferroviaria e per la quale servirà, con ogni probabilità (ai sensi del DPR 753 del 11 luglio 1980 art. 58) autorizzazione da F.S.
E' previsto anche un tracciato ciclopedonale, seppur ridisegnato e ridimensionato rispetto al precedente Piano Attuativo.

La viabilità prevista

NECESSITÀ DI UNA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E PRESCRIZIONI REGIONALI GIUDICATE DAL PROPONENTE COME "SUPERATE"

Officine Mak srl cerca di presentare le tre strutture di vendita come distinte ed autonome con funzionalità e gestioni separate, per evitare l' applicazione della LR 5/2010, che prevede l’assoggettamento a procedura di verifica di VIA (di competenza comunale) per la “costruzione di centri commerciali con superficie di vendita fino a 1.500 mq nei comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti o con superficie di vendita fino a 2.500 mq nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti”.
Tutto ciò anche se appare evidente il configurarsi di un complesso commerciale su cui sarebbe invece opportuno l'assoggettamento ad una Valutazione di Impatto Ambientale, visto e considerato il richiamo di traffico aggiuntivo e la sua ubicazione in una zona particolarmente critica di Meda nonchè per le ricadute sulla rete dei negozi di prossimità.
Il proponente oltretutto mantiene e si riserva altresì la facoltà all’allocazione di insediamenti di grande struttura di vendita espletando le procedure previste dall’art. 6 della LR 6/2010.
Riguardo invece alla prescrizione contenute nella DGRL n. X/4668 del 23.12.2015 con l’obbligo di sottoscrizione di un Accordo di Programma per la definizione degli interventi infrastrutturali correlati alla trasformazione dell’area “Ex Medaspan” e al vincolo prescrittivo di chiusura del passaggio a livello (di via Cadorna/Piave) e conseguente necessità di superamento della linea ferroviaria FNM per procedere all'apertura della grande struttura di vendita, il proponente li ritiene entrambi superati nonostante la Segreteria tecnica dell’Accordo di Programma non abbia ancora concluso i propri lavori.
L'interpretazione che dà è che l’aggiornamento del PA non contiene (contrariamente a quanto previsto nel PA del 2016)la previsione di allocazione in sito di una grande struttura di vendita, la cui attivazione era stata subordinata al vincolo prescrittivo della realizzazione di “opere sostitutive di chiusura dell’attuale passaggio a livello (...)”, da declinarsi anche in specifico Accordo di Programma.
Inoltre il proponente sostiene che la realizzazione delle nuove strutture di vendita e la loro apertura possono essere indipendenti da qualsivoglia opera di superamento della linea ferroviaria di FNM.
Al proposito, nella relazione tecnica, viene scritto che "il nuovo assetto dimensionale e distributivo contenuto nell’odierno aggiornamento del PA comporta una significativa riduzione dei flussi di traffico, rendendo, dunque, pienamente compatibile e sostenibile l’attivazione degli interventi in progetto anche in assenza della realizzazione del previsto sottopasso".

LA NOSTRA VALUTAZIONE, LE NOSTRE CONSIDERAZIONI

Rispetto a quanto più volte esplicitato e considerando la posizione presa quando - allora presenti in Consiglio Comunale come gruppo di Sinistra e Ambiente - bocciammo la variante parziale al PGT sull'area ex Medaspan dove la Pabel prevedeva l'insediamento di un centro commerciale con una superficie di grande vendita, annessi servizi e un albergo, le nostre perplessità permangono.
La nuova configurazione, anche se diminuisce la Superficie Lorda di Pavimento (SLP), mantiene la stessa natura e le stesse finalità progettuali.
L'immagine di ingresso nella città sarà comunque costituita da un anonimo centro commerciale, anzi, da un "complesso commerciale" configurato su altrettanto anonimi scatoloni di cemento, il primo dei quali, per la posizione e la funzione, supponiamo destinato alla ristorazione veloce. C'è anche una "piazza artificiale inserita tra questi cubi e annessi ampli e spalmati posteggi a servizio. Non certo un panorama edificante e un buon biglietto da visita per Meda.
Un progetto che di "qualitativo" ha dunque ben poco, che rimarca altre simili realizzazioni sparse per la Brianza. Oltretutto con una superficie a verde, un verde ricostruito e ben poco naturale, che risulta essere ridotta rispetto al precedente Piano Attuativo. Una struttura che recherà oltretutto danno alla rete dei negozi di prossimità della nostra città.
C'è poi l'aspetto viabilistico molto problematico nel comparto in cui questa struttura si trova inserita.
Il traffico aggiuntivo richiamato da questo polo commerciale ne aumenterà la criticità.
Anche la bretellina, chiesta ed ottenuta dall'amministrazione, mostra i suoi limiti, innestandosi su di una via dallo stretto calibro qual'è via Busnelli con un collo di bottiglia determinato delle dimensioni inadeguate del ponte con passaggio semaforizzato sotto le FS in direzione di Seveso. All'altro capo, in prossimità della rotatoria di via Cadorna, questa nuova arteria potrebbe interferire con il percorso ciclopedonale che conduce al quartire Polo (Meda sud).
Questo raccordo risulta poi insistere dentro l'area definita come fascia di rispetto della linea FS per cui saranno con ogni probabilità necessarie le debite autorizzazioni per la sua realizzazione.
Nel comparto, risulta ancora tutta da risolvere il "superamento" della linea FNM Milano-Asso che l'amministrazione intende attuare con la realizzazione del sottopasso in via Cadorna/Piave e con lo spostamento dell'alveo del Tarò.
Tempistiche incerte, che si protarranno negli anni e finanziamenti regionali per ora solo previsti.
Si rischia anche che la realizzazione di questa area commerciale si concretizzi indipendentemente dal superamento della linea ferroviaria e dalla chiusura del passaggio a livello.
Il proponente cerca infatti di dimostrare che ciò che si farà sull'area ex Medaspan avrà un'incidenza minima sul traffico corrispondente e che pertanto si potrà procedere con l'edificazione senza vincoli legati alle criticità viabilistiche esterne al perimetro dell'AT1.
E' un azzardo ma non è chiaro come l'amministrazione intenda muoversi per evitare questo azzardo.
Dai dati ricavati dal Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) e dalla realtà, questa zona del Comune di Meda risulta avere già volumi di traffico veicolare tra i più elevati, in entrambe le direzioni, tra quelli registrati nel nostro territorio, con una significativa presenza di veicoli pesanti.
Non è poi secondario che nè il progetto del sottopasso nè i suoi tempi di realizzazione sono nelle disponibilità dell'amministrazione, perchè totalmente demandati a Regine Lombardia e a FNM, come dimostrato nella risposta all'interrogazione del Polo Civico.
Questa situazione, unita alla solidità finanziaria, con un consistente avanzo di amministrazione accantonato negli anni precedenti (seppur in parte utilizzato per l'emergenza Covid19) non giustifica necessità immediata di incasso di oneri di urbanizzazione e suggerirebbe prudenza e attenta valutazione nelle decisioni da prendere. E' poco comprensibile la fretta mostrata nell'assecondare l'operazione dell'attuale proprietà dell'area ex Medaspan. Operazione che ripropone ancora una volta un modello di sviluppo non più sostenibile, opposto ad una sana pratica per la costruzione di comunità e in contrasto con la vocazione manifatturiera di Meda.
Si punta su un terziario commerciale che si sta sgretolando e che si fa concorrenza imponendo prezzi ingiusti ai produttori e riducendo i diritti e i salari dei lavoratori.
Stante il panorama, servirebbe indubbiamente un approfondimento che potrebbe esserci se  l'amministrazione comunale prescrivesse  una Valutazione di Impatto Ambientale  ai sensi dell'Allegato B, punto 7 lettera b6 della LR 5/2010 proprio in virtù delle tante incognite gravanti su questa realizzazione.

Sinistra e Ambiente di Meda + Impulsi Sostenibilità e Solidarietà

Sulla stampa:


domenica 8 novembre 2020

LA RISPOSTA DEGLI UFFICI REGIONALI AD IMPULSI SULLA VICENDA CONFINI DIFFORMI DEL PARCO GROANE-BRUGHIERA

Riceviamo e pubblichiamo dagli amici del gruppo Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà un aggiornamento relativo alla questione dei confini medesi del Parco regionale Groane-Brughiera.

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Il 10 ottobre 2020, il gruppo Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà scriveva all'ente parco regionale Groane-Brughiera e alla Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi - Unità Organizzativa Parchi, Aree Protette e Consorzi di Bonifica di Regione Lombardia per chiedere se fosse o meno stata attivata una procedura di correzione dei confini medesi del parco regionale che risultano difformi rispetto a quelli del PLIS Brughiera ora accorpato al Parco regionale Groane-Brughiera.
A distanza di circa un mese, è arrivata una prima risposta dalla struttura regionale che si occupa di parchi.

Nella sostanza, la richiesta di accesso agli atti ci viene negata poichè alla struttura non risulta essere in esecuzione alcun iter di rettifica.
Nella risposta, l'ufficio regionale precisa che "in merito alla rettifica dei perimetri , il confine di un parco regionale può essere modificato con l'approvazione di un Piano Territoriale di Cooordinamento (PTC) o di una sua variante, oppure con l'avvio di un percorso legislativo su istanza dell'ente gestore del parco".

Proprio l'Ente patco ha in elaborazione la VARIANTE al Piano Territoriale di Coordinamento per adeguare il PTC dopo l'accorpamento delle aree della brughiera.
Si spera dunque che con l'elaborazione si tenga conto anche di questa necessità più volte evidenziata sia a livello comunale sia alla Regione Lombardia sia all'ufficio tecnico del Parco Groane-Brughiera.
L'ufficio regionale ci ha messi a conoscenza di una sua comunicazione all'Ente Parco Groane-Brughiera in cui viene chiesta una "oppurtuna verifica in merito ad eventuali imprecisioni o errori materiali nella definizione del nuovo confine del Parco ampliato, riportati nella planimetria" e una "cortese sollecitudine di rappresentare alla direzione gli esiti della verifica".
 
Con la variante al PTC, verificheremo se questa incongruenza verrà finalmente sanata.
 
Sotto le risposte della Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione, Sistemi Verdi Parchi, Aree Protette e Consorzi di Bonifica.
 


 

venerdì 6 novembre 2020

IN MONZA E BRIANZA UN APPELLO E UNA PETIZIONE PER PERMESSI DI SOGGIORNO PIU' VELOCI

La Rete Brianza Accogliente e Solidale - cui aderiscono anche i gruppi medesi di Sinistra e Ambiente e di Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà - è attenta osservatrice del fenomeno migrazioni.
Da diversi mesi Brianza Accogliente e Solidale è impegnata affinché si risolva l'intollerabile situazione delle lunghissime tempistiche della Questura di Monza nella concessione e/o rinnovo dei permessi di soggiorno per le persone di origine straniera.
Per questo è stata lanciata una petizione che verrà poi indirizzata al Ministero dell'Interno, al Ministero della Salute, alla Prefettura di Monza e Brianza, alla Provincia di Monza e della Brianza e ai Sindaci dei Comuni della provincia.

Emergenza permessi di soggiorno, è necessario intervenire con urgenza

La rete delle cento associazioni riunite nel coordinamento di Brianza Accogliente e Solidale vuole segnalare le gravi difficoltà nell'ambito della gestione dei titoli di soggiorno nella provincia di Monza e della Brianza.
Le tempistiche della Questura di Monza riguardo i rinnovi e i rilasci dei titoli di soggiorno per lavoro, famiglia, carte di soggiorno hanno superato i 24 mesi di attesa, una situazione inedita per la nostra provincia, ma anomala rispetto a tutto il territorio nazionale.
Per una richiesta inviata oggi tramite posta, la Questura non è in grado di dare un appuntamento prima di settembre/ottobre 2022.
Immaginiamo per un attimo se questo tipo di ritardo fosse relativo, per esempio, al rilascio o al rinnovo delle carte di identità da parte degli uffici anagrafe dei Comuni, pensiamo al disagio che si ripercuoterebbe sulla vita quotidiana dei cittadini e delle comunità. Tutto si fermerebbe: certificazioni, assistenza sanitaria, viaggi, ecc.
Non si era mai arrivati prima a una attesa di tale portata. Tutto ciò ha pesanti conseguenze sulla vita dei cittadini migranti e delle loro famiglie, ma anche sui servizi sanitari territoriali e sulle relazioni interne a tutta la comunità, nel lavoro e nella vita sociale.

A titolo esemplificativo, segnaliamo alcune problematiche connesse alla situazione
  • Rinnovo della tessera sanitaria: con la ricevuta e il permesso scaduto la tessera sanitaria viene rinnovata provvisoriamente ogni 6 mesi, questo costringe le persone a recarsi più volte al rinnovo durante l'attesa del nuovo permesso.
  • Inserimento nuovi nati: i nuovi nati otterranno un documento di identità (permesso individuale) più di un anno e mezzo dopo la nascita, con evidenti problematiche rispetto alla scelta del pediatra, ai servizi per la prima infanzia e ai viaggi nel paese di origine.
  • Viaggi: il permesso scaduto e la ricevuta non consentono il transito in area Schengen, il problema è per tutti quei cittadini che vogliono tornare al paese di origine, ma non hanno vettori che effettuino il volo diretto dall'Italia e per tutti i lavoratori che si devono recare in altri paesi europei per esigenze connesse alla loro professione o, ancora, gli studenti che devono andare in gita scolastica all'estero.
  • Contratti di lavoro: molto spesso, i datori di lavoro non eseguono nuove assunzioni a fronte di permessi di soggiorno scaduti e in presenza di ricevute datate molto tempo prima: essi, infatti, non sono a conoscenza di come tali ritardi non siano da imputare ai lavoratori ma alla grave carenza di personale negli uffici preposti.
Alla scadenza del permesso di soggiorno, l’INPS sospende il pagamento di alcune tipologie di prestazioni (invalidità civili, indennità di accompagnamento, ecc.). Pertanto a fronte di un'attesa così lunga queste persone non riceveranno la prestazione se non alla consegna del nuovo titolo di soggiorno con un notevole aggravio delle condizioni di vita di questi soggetti fragili.
Il disagio si ripercuote in modo molto pesante sulla programmazione della vita quotidiana delle persone: lavoro, salute, viaggi, e si traduce anche in una discriminazione nei riguardi dei cittadini stranieri residenti nella nostra provincia costretti ad attendere anni per della documentazione che nelle provincie limitrofe viene rilasciata in pochi mesi.

Chiediamo, ancor più nell'ambito di una emergenza sanitaria, di intervenire immediatamente con risorse e personale per ridurre drasticamente le tempistiche di trattazione delle pratiche, dato che il ritardo nell'ottenimento del permesso lede il diritto di soggiorno, alla salute e al lavoro dei cittadini residenti nella nostra provincia.
 
CLICCA SULL'IMMAGINE SOTTO E FIRMA LA PETIZIONE
 

mercoledì 14 ottobre 2020

IMPULSI SOLLECITA AL PARCO REGIONALLE GROANE-BRUGHIERA E AGLI UFFICI DI REGIONE LOMBARDIA LA CORREZIONE DEI CONFINI MEDESI DEL PARCO



Il gruppo IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ ritorna sulla questione dei confini medesi del Parco Regionale Groane-Brughiera.
Confini che non risultano allineati con quello del vecchio PLIS Brughiera, ora confluito totalmente nell'ente Parco Regionale.
Questa volta, IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ torna, giustamente, a sollecitare all'Ente Parco Regionale Groane-Brughiera e alla Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi - Unità Organizzativa Parchi, Aree Protette e Consorzi di Bonifica di Regione Lombardia .che si correggano le difformità
Una richiesta che Sinistra e Ambiente condivide in toto.

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 a cura di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ

IMPULSI SOLLECITA AL PARCO REGIONALLE GROANE-BRUGHIERA 
E AGLI UFFICI DI REGIONE LOMBARDIA 
LA CORREZIONE DEI CONFINI MEDESI DEL PARCO

Dopo aver chiesto all'amministrazione medese, in data 2-5-019, quali azioni avesse intrapreso affinchè gli uffici preposti si attivassero per correggere la difformità dei confini medesi del Parco Regionale Groane-Brughiera, il 14-08-2019 abbiamo ottenuto una risposta con tanto di documentazione allegata.

In quella risposta, l'Area Infrastrutture e Gestione del Territorio, con una nota, precisava di aver informato e tenuto due incontri con l’Ente Parco e comprovava di aver scritto alla allora Direzione Generale di Regione Lombardia chiedendo l’attivazione della procedura di rettifica dei confini e che "la competenza di adottare la rettifica esula dalle competenze del Comune” .

 

Passato più di un anno e verificato che all'oggi, non risultano evidenze sulla correzione degli errori di perimetrazione che escludono formalmente alcune superfici dal Parco Regionale, abbiamo inoltrato un'ulteriore richiesta, questa volta all'Ente Parco Regionale della Brughiera, al suo Ufficio Tecnico (che sta  redigendo la variante al Piano Territoriale Coordinato) e alla Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi - Unità Organizzativa Parchi, Aree Protette e Consorzi di Bonifica di Regione Lombardia.

Insisteremo affinchè la correzione dei confini sia effettuata.

IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ

Meda 10-10-020

Sotto il testo del documento inviato a mezzo PEC. 

 


 

sabato 10 ottobre 2020

I LIMITI DELLA POLITICA MEDESE SU SOTTOPASSO O SOVRAPPASSO

Sulla vicenda medese avente come argomento la scelta di un sottopasso o di un sovrappasso per il superamento della linea ferroviaria di Trenord, i gruppi di IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ e di SINISTRA E AMBIENTE hanno stilato delle riflessioni  comuni.
 

Con il Consiglio Comunale tenutosi tre mesi fa, il 25-6-2020, il Sindaco Luca Santambrogio e la sua maggioranza composta da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno, nei fatti, preso una decisione relativamente al superamento della linea FNM.
In quella sede, la maggioranza ha respinto contemporaneamente la mozione dei gruppi del PD e della Lista CAIMI Sindaco che avrebbe impegnato il Sindaco e la Giunta a convocare la Commissione Territorio e Ambiente con lo scopo di attivare un percorso di esame del sottopasso via Seveso-via Cadorna e l’interpellanza del Polo Civico che chiedeva di motivare le ragioni della scelta sulla base di due diverse opzioni, includendo il sovrappasso della linea FNM in zona stadio comunale di via Busnelli.
Nella stesso Consiglio, la maggioranza, ha approvato una variazione di bilancio per spese d'investimento di cui 2 Mln di euro sono destinati ad integrare le risorse che erano già previste a bilancio di previsione da Regione Lombardia (9 Mln di euro) per il sottopasso.
Dopo soli due mesi da quel momento, Regione Lombardia (la cui guida, guarda caso leghista, si distingue per inique disposizioni volte ad avvantaggiare sindaci esponenti di giunte dello stesso partito e di destra) ha rilanciato con la delibera di Giunta 3531 del 5 agosto 2020 e aggiunto al bilancio di previsione anche questi ultimi 2 milioni di euro inserendoli tra le risorse del Programma degli interventi per la ripresa economica (2020-2023). Il contributo regionale sarà però disponibile solo nel 2023.
Questi due milioni di euro, ai sensi della stessa DGR 3531, con ogni probabilità rischiano però di non essere effettivamente assegnati essendo l'intervento già coperto da un finanziamento pubblico, quello del Comune di Meda.
Del sottopasso esiste uno studio di fattibilità e un progetto definitivo che è collegato alle opere viabilistiche complementari di Pedemontana e il cui costo realizzativo verrebbe così "anticipato" integralmente da Regione (e Comune di Meda) semprechè vengano realmente messi a disposizione i fondi stanziati a bilancio.
Forte di questa situazione, l'amministrazione medese non ha consentito momenti di analisi, approfondimento e valutazione condivisa su quale soluzione scegliere. Nel frattempo, anche il PD medese s'è dichiarato soddisfatto degli atti di Regione Lombardia che hanno chiarito le sue "perplessità di ordine economico" - non quindi sulla soluzione sottopasso da adottare, in perfetta continuità con le decisioni dell'allora giunta Caimi.

Il sottopasso ha parecchie criticità: necessita dello spostamento dell'alveo del Tarò/Certesa, è al limite della zona mappata nel PGT come area a rischio idrogeologico per esondazione del Tarò e può essere scenario di allagamento in caso di forti e violente precipitazioni creando disagio se non pericolo oggettivo per gli automobilisti. Intercetta inoltre il "Sevesello", antica roggia tombinata e un collettore fognario, ha un costo realizzativo elevato (11 milioni di euro) e l’importante area di cantiere isolerebbe un’intera zona per lungo tempo.
A suo favore c'è la fase avanzata di progettazione con uno studio di fattibilità, un progetto definitivo  mentre non c'è l'esecutivo di cui dovrebbe occuparsene TreNord.
Le risorse economiche di 9 + 2 milioni sono state messe a bilancio regionale e comunale seppur con l'incertezza di assegnazione della tranche dei 2 milioni, comunque pianificata nel 2023.

Anche il sovrappasso ha le sue criticità, la principale delle quali è relativa alle superfici dove dovrebbe essere allocato, nel corridoio libero posto tra la linea RFI Milano-Chiasso, l'area ex Medaspan e il vecchio, ma ancora utilizzato campo sportivo comunale Busnelli. Tali superfici sono vincolate nell'attuale PGT medese come fascia di salvaguardia per il progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria Milano-Chiasso. Per realizzare il sovrappasso sarebbe necessario ottenere una deroga da RFI. Sull'ipotesi di sovrappasso non esiste alcun progetto nemmeno nella fase preliminare, nè tantomeno una valutazione economica di massima.
Per entrambe le soluzioni, andrebbe meglio configurata la viabilità a ovest della linea Trenord, ma anche e soprattutto ad est per l’ipotesi sovrappasso.

L'amministrazione comunale con i gruppi politici di maggioranza che la compongono (Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia) s'è più volte pronunciata con decisione a favore della soluzione sottopasso, affermando che qualsivoglia criticità è tecnicamente risolvibile.
Sicuramente per il sottopasso l'avere uno studio di fattibilità, un progetto preliminare e l'appoggio di Regione Lombardia con lo stanziamento dei fondi a bilancio sono indubbi aspetti che favoriscono la posizione del sindaco Santambrogio, della sua Giunta e della sua maggioranza.

L'azione dei sostenitori del sovrappasso non è stata all'altezza di aprire un confronto vero e allargato. 
E' stata un'azione fatta di interrogazioni e mozioni in Consiglio Comunale da parte del consigliere di un gruppo di minoranza (Polo Civico per Meda) e da una campagna mediatica sui social e sulla stampa locale attuata da singoli che ha coinvolto individualmente anche alcune figure professionali operanti sul territorio al fine di presentare il sovrappasso quale soluzione migliore per Meda.
Certamente operazioni insufficienti a creare ripensamenti o a far crescere contraddizioni e dissensi all'interno della maggioranza e tra i sostenitori del sottopasso.
Chi preferisce il sovrappasso ha creato le condizioni per un'esposizione di alcune persone ma non ha modificato minimamente la volontà di scelta degli amministratori.
Serviva ben altro.
L'esperienza fatta da Sinistra e Ambiente nel coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE ci porta ad affermare che serviva una pratica e un'azione collegiale e non di singoli individui, spesso più attenti all'apparire che ad ampliare le adesioni e le condivisioni.
Serviva coinvolgere altri gruppi ed associazioni del territorio con cui mettere in comune un obiettivo.
Serviva spendere tempo ed energie per convincere, mediare e condividere azioni ed argomentazioni come soggetti collettivi.
Serviva mostrare che sul territorio esistono significative parti della cittadinanza che volevano capire e discutere prima di prendere decisioni definitive e pertanto essere coinvolte in un processo di conoscenza delle soluzioni in campo, in tutti i loro aspetti.
Non va nascosto infine che realizzare un sottopasso o un sovrappasso darà rispondenza alla prescrizione regionale del "superamento" della ferrovia, dando facoltà di apertura del centro commerciale la cui costruzione è prevista nell'ambito di trasformazione AT1 (ex Medaspan).
Un progetto, con tanto di piano attuativo, che non ci ha mai convinto perchè la consideriamo foriera di nuovo traffico veicolare aggiuntivo e causa di potenziale rischio per i negozi di prossimità ancora presenti a Meda.
In questo "scontro" si sono dunque ancora una volta rivelate tutte le debolezze e le malattie croniche della politica medese, fatta da decisionismo escludente, chiusura al confronto e individualismi sterili. Pratiche negative che bloccano la conoscenza condivisa e diffusa e la consapevolezza che consente di fare una scelta, vagliandola nella sua completezza.

IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ + SINISTRA E AMBIENTE

sabato 3 ottobre 2020

PROPOSTE DEL COMITATO PER LA VARIANTE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCO REGIONALE GROANE-BRUGHIERA

Il Parco Regionale Groane-Brughiera il 31 luglio 2020 ha avviato l'iter per la stesura della variante al Piano Territoriale di Coordinamento (PTC).
Una variante che si rende necessaria dopo l'ampliamento dei confini del Parco a seguito dell'ingresso dei 13 comuni (Cantù, Cermenate, Cucciago, Fino Mornasco, Vertemate con Minoprio, Cabiate, Carimate, Carugo, Figino Serenza, Lentate Sul Seveso, Meda, Mariano Comense, Novedrate) facenti parte dell'area della Brughiera e per la stesura delle norme del parco naturale, all'adeguamento e aggiornamento delle norme tecniche, alle rettifiche della disciplina del parco.
Un capitolato importante che definirà e classificherà le nuove aree verdi definendone il possibile uso, sempre nell'ambito della tutela regionale.
Il Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera (di cui Sinistra e Ambiente è parte attiva) ha quindi ripreso ed aggiornato un precedente lavoro del 30-11-2018, l'ha aggiornato eomplementato con ulteriori proposte e l'ha protocollato agli uffici dell'ente Parco Groane  quale contributo propositivo.

Sono 7 proposte che riguardano:

  • nel COMUNE DI MEDA

l' AMBITO DI TRASFORMAZIONE N° 6 (ex fornace Ceppi) ove si chiede che durante le fasi di elaborazione del PTC del Parco, venga prestata particolare attenzione per il recupero e la destinazione d'uso di un sito classificabile come "Archeologia Industriale", mantenendolo strettamente collegato alle aree boschive circostanti e prevedendo, magari con strumenti di convenzionamento con il privato o altro, un suo recupero e riutilizzo a scopi di pubblica utilità (attività museale, educazione ambientale etc)

l'AREA DI PARCO DENOMINATA “ZOCA DEI PIRUTIT” affinchè il piccolo stagno e l’area boscata di pertinenza, venga considerata come una delle aree di particolare interesse naturalistico e che l’Ente Parco sia promotore di un recupero del dialogo con la proprietà come terzo attore per riconsegnare alla comunità locale questo luogo.

 

l' AREA UMIDA situata in via S. Maria da segnalare  nel PTC quale luogo di alta valenza ambientale per la riproduzione degli anfibi  e dove promuovere iniziative di salvataggio degli stessi.

  • nel COMUNE DI MARIANO COMENSE (CO)

l' EDIFICIO RURALE della “CASCINA MORDINA (di proprietà comunale) per un recupero finalizzato a funzioni compatibili con il Parco Regionale, come laboratori di educazione ambientale per le scuole, aule didattiche, locali per le associazioni che operano nel Parco e non solo, sale museali sulla storia rurale della Brughiera o sale per un Museo Naturalistico (per esempio come nuova sede del Museo Civico di Lentate sul Seveso). I LAGHETTI DELLA MORDINA e le aree boscate limitrofe quali sito di importanza naturalistica.

  • Nel COMUNE DI CANTÙ 

IN ZONA FECCHIO VIA PER ALZATE, la messa in sicurezza dell'attraversamento ciclopedonale del sentiero Meda-Montorfano

  • Nel COMUNE DI BRENNA

una segnalazione affinchè sia specificata nel PTC l'importanza dell'espansione del Parco Regionale alle aree verdi di questo comune e la necessità di collaborazione per la gestione di questi spazi liberi e del patrimonio forestale.

  • SU PIÙ COMUNI


l'INDIVIDUAZIONE DI UN NUOVO SENTIERO MEDA/LENTATE S/S - COMO/MONTORFANO A OVEST DI CANTU’ per realizzare un anello sentieristico completo Meda/Lentate s/S - Como/Montorfano - Meda di circa 60 km.

Sotto le proposte inoltrate all'ente Parco.


giovedì 24 settembre 2020

BRENNA: LA TUTELA DELLA BRUGHIERA E' PIU' FORTE IN UN PARCO REGIONALE CHE IN UN PLIS


Il Comune di Brenna ha nei suoi confini un ampia fascia verde e boschiva caratterizzata anche da valli facenti parte del reticolo idrico minore del Tarò-Certesa tra cui il vallone di Brenna o valle della Roggia Vecchia..Tutte queste aree pregiate dal punto di vista naturalistico e ambientale sono parte della Brughiera.
Il comune di Brenna, ha inizialmente appoggiato l'azione trentennale dell'allora denominato Comitato Parco Regionale Brughiera (ora Comitato Groane-Brughiera di cui Sinistra e Ambiente di Meda è parte) per la creazione di un Parco Regionale sull'ecosistema Brughiera, facendo anche parte dell'omonimo PLIS.
Venutasi a concretizzare l'opportunità dell' accorpamento con il già esistente Parco Regionale Groane, l'amministrazione di Brenna ha inspiegabilmente deciso di non aderire all'inclusione avvenuta nel 2017.
Con lei anche Alzate Brianza, Capiago–Intimiano, Casnate con Bernate, Como, Lipomo, Montorfano, Orsenigo, Senna Comasco e Tavernerio, tutti comuni parte dell’Area di Rilevanza Ambientale D10 della Brughiera.
 

Ora, il comune di Brenna sembra propenso ad unire una parte delle sue superfici verdi - quelle del "vallone di Brenna"- al Parco Locale di Interesse Sovraccomunale (PLIS) del Zoc del Peric.
Il Zoc del Peric è un PLIS di grande importanza, dove è presente una area umida ma che ha caratteristiche ecosistemiche differenti dalla brughiera oltrechè un grado di tutela più debole rispetto ad un Parco Regionale.
Il PLIS Zic del Peric
 
Sentiero nel vallone di Brenna
I gruppi ambientalisti dell'ambito Brughiera vorrebbero dunque far comprendere all'amministrazione di Brenna che la strada più logica e consona è ancora quella dell'adesione, con tutti gli ambiti verdi, al Parco Regionale Groane - Brughiera.
Un atto che consentirebbe oltrechè un inclusione ecosistemica totalmente compatibile anche una continuità territoriale con il PLIS "Zoc del Peric".
Certo sarebbe poi logico, importante e utile vedere in un futuro vicino un grande Parco Regionale con al suo interno anche il Zoc del Peric, così come gli altri comuni che ora si son chiamati fuori.

Il comunicato dei gruppi ambientalisti.
 
 

martedì 15 settembre 2020

LA STRADA CANTURINA BIS E LA POSIZIONE DEI GRUPPI AMBIENTALISTI DEL TERRITORIO


Un nutrito numero di gruppi ed associazioni del territorio della Provincia di Monza (tra cui le medesi di Sinistra e Ambiente e di Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà) e di quella di Como su cui è allocato il Parco Regionale delle Groane e della Brughiera hanno stilato un comunicato/documento dove esprimono la loro ferma contrarietà al progetto che prevede la realizzazione di una tangenziale denominata "canturina bis" nel comune di Cantù.

Tratteggiato in rosso il tracciato della "canturina bis". In verde le aree boscate

Ancora una volta c'è chi pensa di risolvere i problemi di traffico con una nuova strada, anche questa come la tangenziale di Mariano Comense, dentro alcune aree libere e verdi della Brughiera, ora incluse in un Parco Regionale.
Certo, opporsi alla realizzazione di nuove strade significa assumere una posizione difficile perchè molti vedono in questi progetti di tangenziali la soluzione al problema del traffico urbano che attanaglia il canturino e il comune di Mariano.
Chi supporta questi nuovi tracciati stradali vuole spostare il traffico di attraversamento dalle zone centrali o da quelle problematiche incanalandolo su una bretella esterna e poco importa se così si andrebbero ad intaccare e a compromettere definitivamente zone verdi libere quali quelle della Serenza, da poco entrate a far parte di un Parco Regionale.
Senza dimenticare che qualsiasi nuova arteria, nel tempo, non fa che richiamare nuovi volumi di traffico dimostrandosi quindi nei fatti non risolutiva dei problemi di viabilità.
Sarà difficile ottenere ripensamenti e fare accantonare definitivamente queste facili "soluzioni" che raccolgono consensi trasversali.
Certamente serviranno collegialità e condivisione tra i gruppi firmatari del documento poichè solo un'azione prolungata di tutti ci consentirà di ampliare il numero dei soggetti contrari alla realizzazione di questo nastro d'asfalto.

Alcuni articoli sulla Provincia del 21-09-020




lunedì 7 settembre 2020

ULTERIORE CONTRIBUTO DEL COORDINAMENTO AMBIENTALISTA OSSERVATORIO PTCP DI MB PER L'ITER DI VARIANTE AL PTCP PROVINCIALE

La Provincia di Monza e Brianza sta espletando la fase preliminare della Conferenza di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) riguardante la variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di MB per l'adeguamento alla soglia regionale di riduzione del consumo di suolo (ai sensi della Lr 31/2014) e del Piano urbano della mobilità sostenibile (PUMS).
Il coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB (con Sinistra e Ambiente di Meda parte attiva) sta seguendo da tempo tutti i passaggi formali che riguardano gli aspetti connessi alla gestione del territorio provinciale, cercando, laddove possibile, d'intervenire con propri contributi.
Il 24-9-2019, l'Osservatorio aveva già inviato alla Provincia di MB una serie di suggerimenti propedeutici al Documento di indirizzo per l'adeguamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) alla soglia regionale di riduzione del consumo di suolo. 
Ora si tratta di contributi al documento di "scoping" cioè l'elaborato "di orientamento" nel quale vengono espressi i fondamenti e le metodologie sui quali verrà costruito il Rapporto Ambientale (RA) e che contiene la ricognizione dei primi dati ambientali, dai quali derivano le criticità e le problematiche che il RA successivamente tratterà in modo dettagliato.
Il documento di scoping riguarda anche l'iter di elaborazione e stesura del Piano urbano della mobilità sostenibile (PUMS), di cui sono fissati i Macro-obiettivi minimi obbligatori e i principali temi di approfondimento.
Va rimarcato che la Legge Regionale 31 sul consumo di suolo, non è particolarmente restrittiva, contiene moratorie e, pur essendo in vigore dal 2014, non ha certamente ne fermato ne rallentato l'aumento della cementificazione.


martedì 1 settembre 2020

REFERENDUM SULLA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI: LE NOSTRE RAGIONI PER IL NO


Nei giorni 20 e 21 settembre 2020, unitamente ad alcune elezioni regionali e comunali, si terrà il Referendum per confermare o meno la legge di riforma Costituzionale sulla riduzione del numero di Parlamentari eletti alla Camera e al Senato.
Il numero dei deputati alla Camera scenderebbe dagli attuali 630 a 400 mentre i senatori da 315 a 200.
Il Parlamento nelle sue due assise di camera e senato passerebbe da 945 a 600 membri, più i senatori a vita.
Alla base di questa legge costituzionale, fortemente voluta dal movimento Cinque Stelle (M5S) c'è un rincorrere demagogico delle pulsioni di antipolitica presenti nel nostro Paese, un propinare una narrazione distorta su presunti sostanziosi risparmi sui costi della politica che tali non sono ma che, conti alla mano, appaiono decisamente insignificanti nel loro ammontare.
Se consideriamo che, in base a quanto riporta il bilancio della Camera, nel triennio 2018-2020 per pagare indennità e rimborsi a 630 deputati lo Stato spende ogni anno 144,9 milioni di euro, ricaviamo un costo annuo di 230 mila euro a deputato.
Una riduzione di 230 deputati creerebbe un risparmio potenziale di 52,9 milioni di euro ogni anno.
Il Senato spende invece 249.600 euro l’anno per senatore.
Un taglio di 115 membri di Palazzo Madama farebbe risparmiare circa 28,7 milioni di euro ogni anno. Si tratterebbe quindi rispettivamente del 5,5% delle spese totali di Montecitorio e del 5,4% di quelle di Palazzo Madama.
Tra Camera e Senato, quindi, i risparmi sarebbero al massimo di 81,6 milioni di euro ogni anno.
Questa cifra, rapportata al nostro debito pubblico, significa lo 0,005% e un seicentesimo scarso di quanto spende l’Italia ogni anno solo di interessi sul debito stesso.
Se le intenzioni di chi ha supportato questa modifica costituzionale erano quelle del tagli dei costi, più efficace sarebbe stato agire sul dimezzamento delle cospicue indennità dei Parlamentari, azione che invece non è stata minimamente presa in considerazione.

Fortemente intaccato risulterebbe invece il diritto di rappresentanza dei cittadini italiani che vedrebbero drasticamente ridursi la possibilità di essere rappresentati in Parlamento da una persona da loro scelta.

L’Italia ha oggi, con 945 parlamentari eletti e 60,4 milioni di abitanti, un rapporto di 1 eletto ogni 64 mila persone. 
Se passasse la riforma costituzionale, con 600 parlamentari eletti, avrebbe un rapporto di un eletto ogni 101 mila persone.
Alla stessa stregua , i gruppi politici minori rischierebbero di non essere più presenti nel Parlamento.
Nei fatti, tagliare il numero dei parlamentari comporterebbe il reclutamento di una classe politica più subalterna ad un "capo" sia nella definizione delle liste sia nella successiva fedeltà di mandato e meno legata al territorio.

La tanto disprezzata "casta" ne uscirebbe addirittura rafforzata.
Il problema del Parlamento è di natura qualitativa e non quantitativa ed è giusto chiedere di essere MEGLIO rappresentati mentre è dannoso essere MENO rappresentati.
 
SINISTRA E AMBIENTE - Meda
IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ - Meda
 

lunedì 24 agosto 2020

AUTOSTRADA PEDEMONTANA: IL CASO LOZZA E LE COMPENSAZIONI AMBIENTALI SNATURATE



LOZZA è un comune in Provincia di Varese con circa 1260 abitanti, una superficie di 1,71 km q.
Ben il 50 % del suo territorio è occupato e martoriato da due cave insediate complessivamente su 86.000 mq (0,86 kmq).
Nel piccolo comune passa ed è in esercizio da 5 anni la prima tratta della tangenziale di Varese, compresa nel progetto dell’Autostrada Pedemontana Lombarda.
Insieme alla realizzazione della tangenziale e nel quadro del progetto globale della Pedemontana, erano e sono previste le Compensazioni Ambientali, interventi che, nell’intento iniziale, avrebbero dovuto essere un tentativo di parziale ricucitura ambientale dei territori danneggiati dal passaggio dell’autostrada e delle due tangenziali, quella di Varese e quella di Como. Attualmente, dopo che gli elaborati sono stati discussi con i Comuni, probabilmente anche con l’avvicendarsi di diverse amministrazioni, ben poco e’ rimasto dei progetti originali, al punto che difficilmente si potrebbero definire questi interventi quali “opere di compensazione ambientale”.
Come gruppi ambientalisti che da anni si occupano dell’Autostrada Pedemontana Lombarda, tentando di contrastare l’assurda ostinazione a voler realizzare e completare un’infrastruttura inutile, dispendiosa e pesantemente impattante per il territorio, cerchiamo comunque anche di monitorare l’andamento e la concretizzazione di queste Compensazioni Ambientali, per verificarne la qualità e la loro effettiva attuazione.
Per Lozza, le compensazioni ambientali inizialmente definite erano il Progetto Locale 41 che coinvolge anche i comuni di Varese, Vedano Olona, Malnate e Morazzone e il P.L. 41 bis riguardante il recupero delle cave De Luis e Premazzi.
Il PL 41 è un intervento localizzato lungo l’asta dei fiumi Olona e Lanza, attorno al tracciato della ferrovia dismessa della Valmorea. Comprende due ambiti principali di intervento: uno lineare, centrato sul percorso ciclabile della Valmorea, ed uno areale che interessa la piana agricola fra Lozza, Vedano e Castiglione Olona.
L’intervento sulla piana di Lozza prevedeva il proseguimento del percorso ciclabile lungo il tracciato della vecchia ferrovia, che trova un punto critico nel superamento dello snodo di Lozza e poi corre lungo il rettifilo della piana fino a rientrare a sud nella valle dell’Olona.
Sempre analizzando il progetto, un primo intervento è la realizzazione di un doppio filare con una fascia a prato lungo la strada nord sud che incanala la visuale lungo il tracciato storico. Il secondo intervento è la creazione di un nuovo bosco nella porzione nord della piana ad ispessire la fascia di mitigazioni del tracciato autostradale e la vista dei capannoni esistenti a sud di Lozza. 
Per Vedano Olona è prevista la riqualificazione di porzioni dei boschi sulla sponda est dell’Olona fra il fiume e l’abitato.
La misura compensativa PL 41 bis sulle cave consisteva nel ripristino della vegetazione delle aree di cava Premazzi (di circa 28.000 mq) e De Luis (di circa 58.000 mq). Nell’ipotesi progettuale iniziale v’era il riempimento delle cave con materiale di riporto o proveniente dagli scavi di APL, il recupero ambientale per una superficie di circa 37.000 mq, di cui 24000 a nuovo bosco e 10000 mq a prato arborato e due percorsi ciclo pedonali per una futura fruibilità di circa 500 metri per la ex cava Premazzi e di 300 metri per la ex cava De Luis.
Questi erano i contenuti delle Compensazione ambientali riguardanti il comune di Lozza, inizialmente definiti nella fase di progettazione della Pedemontana.
Ben diverso appare il progetto ora approvato e finanziato per Lozza, anche se viene ripresentato come Compensazione Ambientale conseguente alla realizzazione della tangenziale di Varese, opera viabilistica complementare all’autostrada Pedemontana.
Infatti, a fronte del mutamento del territorio causato dalla realizzazione della tangenziale, l'Amministrazione è intervenuta nell’iter progettuale e procedurale chiedendo e scegliendo di eseguire le seguenti opere:
Illuminazione pubblica viale del cimitero, Drenaggio idrico nelle vie Brianza e Veneto, Parcheggio V.le Brianza, Marciapiede in v.le Piave, Parcheggio in via Montello, Impianto fotovoltaico, Percorsi ciclo pedonali.
Il tutto con un esborso per la soc. Autostrada Pedemontana Lombarda decisamente contenuto pari a un milione e mezzo di euro. La cancellazione di 1500 mq di bosco per realizzare le ciclabili non verrà compensata poiché non è prevista, nel progetto elaborato dal Comune e da APL, alcuna nuova piantumazione.

Siamo ben lontani da quanto era stato definito nei progetti di Compensazione ambientale. 

24-08-020

Alternativa Verde – Desio
Sinistra e Ambiente - Meda
Circolo Laura Conti Legambiente Seveso

sabato 8 agosto 2020

LE OSSERVAZIONI DEL COORDINAMENTO AMBIENTALISTA OSSERVATORIO PTCP DI MB SULLA VERIFICA DI ASSOGGETABILITÀ A VAS DELLA VARIANTE AL PTCP PROVINCIALE SU INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ

In Provincia di Monza e Brianza due sono le scadenze temporali che riguardano la gestione del territorio.

Il 12-8-020 è la data di scadenza per la presentazione di osservazioni/proposte sulla "Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della Variante al PTCP in materia di infrastrutture per la mobilità" mentre il 10-09-020 è il termine limite per osservazioni/proposte per la "Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della Variante del PTCP per l’adeguamento alla soglia regionale di riduzione del consumo di suolo".

Il coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB (di cui Sinistra e Ambiente è parte attiva e propositiva) ha rilanciato il suo contributo collegiale su alcuni aspetti riguardanti le infrastrutture e la mobilità, chiedendo anche un differimento dei termini temporali a settembre al fine di consentire la presentazione di ulteriori e più approfonditi contributi.

sabato 11 luglio 2020

A PROPOSITO DI 10 LUGLIO 1976, LA MEMORIA E IL PRESENTE, LAURA CONTI, L'AMBIENTALISMO, IL RISCHIO DIOSSINA E LA PEDEMONTANA

A 44 anni dal disastro della diossina TCDD fuoriuscita dall'ICMESA, una videoconferenza è stata organizzata e proposta dal circolo di Legambiente di Seveso per ricordare il pensiero di Laura Conti, la Memoria e il tempo presente.
Hanno relazionato le docenti universitarie Laura Centemeri (Università di Marsiglia), Monica Seger (Università William&Mary, Virginia) e Mariateresa Muraca (Università degli Studi di Verona), insieme a Luana Zanella (Esecutivo Federazione Verdi Italiani), Damiano di Simine (primo presidente del circolo Legambiente “Laura Conti” di Seveso) e Alberto Colombo (Sinistra e Ambiente di Meda).
LAURA CONTI partigiana, medico, ambientalista, politica e scrittrice, ha legato la sua storia e il suo agire alla drammatica vicenda del 10 luglio 1976 ove, la fuoriuscita di diossina TCDD dall'ICMESA di Meda contaminò vaste porzioni del nostro territorio.
Le analisi, le ricerche e le pubblicazioni di Laura Conti sono state base e ispirazione per la consapevolezza e per le pratiche e le azioni ambientaliste per un Sapere diffuso che continuiamo a perseguire.

Il gruppo di Sinistra e Ambiente di Meda, ha partecipato tra i relatori alla videoconferenza del 10-luglio 2020 proponendo la continuità tra la Memoria, gli scritti e i lavori di Laura Conti sull'ambiente e lo sviluppo insostenibile con il tempo presente.
Un presente dove ancora, in nome dello sviluppo ad ogni costo e del profitto, si vogliono esporre nuovamente cittadini e cittadine al rischio diossina, realizzando un'autostrada laddove il suolo risulta ancora contaminato dalla Diossina TCDD del 1976.
Sotto le slide su cui abbiamo impostato il nostro intervento.


Vi proponiamo inoltre un contributo interessante di Massimiliano Fratter, cittadino di seveso e storico che su quel periodo e sulle cause del disastro ha elaborato molto materiale documentale scrivendo anche un libro.


SEVESO, QUANDO LA STORIA NON INSEGNA

C'ero. Ero un bambino in quel “caldo sabato di luglio” del 1976.
Un altro secolo. Un'altra storia. Forse. E ho tre ricordi nitidi. Il giorno dell'incidente con il fischio - durato alcuni secondi - e l'odore. Insopportabile. E che inquinò l'aria per alcune ore, almeno fino a sera.
Il secondo frammento risale a 10 giorni dopo, quando la notizia della fuoriuscita della nube tossica dall'Icmesa è ormai di dominio pubblico e i miei genitori decidono di “evacuarmi” (la mia famiglia non dovette lasciare la casa) e mi portano dagli zii a Meda (!) ma a nord della fabbrica che si trovava proprio al confine tra i due paesi. 
Il vento, al momento della rottura del disco di sicurezza (sicurezza di chi??) del reparto “B” soffiava in direzione sud, sud-est. La zona dove abitavano i miei zii non era stata colpita. O, almeno, non il 10 luglio 1976 perché l'Icmesa produceva e inquinava dal 1948 (i lavori di costruzione dello stabilimento erano terminati un anno prima) e non c'erano all'interno dei suoi obsoleti impianti tecnici ventilatori che potessero dirigere gli inquinanti da Meda verso Seveso. Perché farlo poi? 
C'era il fiume dove scaricare tutto quello che era possibile scaricare e alle lamentele della popolazione o delle autorità si rispondeva, spesso, con il denaro o con la minaccia dei licenziamenti. E il posto di lavoro era “sacro” nell'Italia post seconda guerra mondiale, nell'Italia degli anni '50. Nell'Italia del boom economico. Oggi. 
In fondo quando morivano le pecore o gli animali si pagava e di tosse non è mai morto nessuno. Questi italiani! Sempre pronti alla lamentela invece di ringraziare chi aveva portato denaro e benessere! E comunque all'Icmesa non si inquinava! Parola di Givaudan Hoffman La Roche! Proprietari che vivevano in Svizzera.
Dove ordine e pulizia sono valori Sacri. E per gli ansiosi da presunto inquinamento c'era sempre il Valium (marchio registrato!) perché Hoffman la Roche teneva (e tiene ancora!) alla salute. E al profitto.
L'ultimo mio ricordo è legato al periodo successivo e che non può essere collocato in un periodo preciso. Almeno nella mia mente. Un ricordo fatto di divise e tute. 
Erano quelle dei soldati chiamati a pattugliare la zona più contaminata, la “famigerata” zona A (c'era poi una zona B – non evacuata – e una zona di Rispetto, con tracce minori di diossina. Io vivevo in quest'ultima area ed ero “rispettato” quindi!). E quelle degli addetti alla bonifica. 
Crescevo e loro erano lì, parte integrante del mio, del nostro, quotidiano e raccontavano, evidenziavano, una normalità “altra”. Durata, complessivamente, quasi 10 anni e che via via cercava di riportare la città ad una vita normale con la fine dei lavori di bonifica che terminano con la nascita del Bosco delle Querce, avvenuta nel 1983 e i lavori di costruzione del parco terminati tre anni dopo, nel 1986.
Sono rimasto. E, poco più ventenne, siamo all'inizio degli anni '90 dell'altro secolo, incontro un piccolo gruppo di donne e uomini che hanno deciso di impegnarsi per il bene della Città “adottando” un'area degradata, il Fosso del Ronchetto.  7,5 ettari lontani dal Bosco delle Querce ma che rappresentano il desiderio di prendersi cura della città dove vivono. Seveso, appunto. Sono le socie e i soci del locale circolo di Legambiente, dedicato a Laura Conti, medica e all'epoca dell'incidente consigliera regionale in Lombardia e molto vicina alla Comunità. 
Lei che arriva da Milano per cercare di comprendere. Per aiutare. Per proporre. Amata da  pochi. Avversata da molti. Lei, donna dalle posizioni forti e dalle parole chiare su molti temi che la democristiana Brianza bianca non vuole ascoltare. Di cui non si deve parlare. Meglio tacere. E lasciar passare il tempo. 
E dimenticare: “Un anniversario da dimenticare”. Così “Il Cittadino”, il settimanale locale cattolico più letto all'epoca, ricordava il ventesimo anniversario dell'incidente, il 10 luglio 1996. Le amiche e gli amici del Circolo sostengono invece che la rielaborazione di ciò che è accaduto nel 1976 e le sue conseguenze è un opportunità di crescita e di cura di una Comunità ancora dolente. 
Nonostante la voglia di rimozione. Crediamo, perché anch'io mi iscrivo a Legambiente, che la Storia sia uno strumento di sollievo e alla fine del secolo iniziamo ad elaborare un progetto che diverrà poi la colonna portante di un percorso durato più di 15 anni. Nasce il “Ponte della Memoria”. Iniziamo a ricostruire l'archivio sociale della “vicenda Seveso”. Ascoltiamo storie. Raccogliamo storie. Raccontiamo la Storia.
Entriamo al Bosco delle Querce. Il parco è aperto al pubblico dal 1996 ma quasi nessuno lo frequenta. All'inaugurazione l'allora presidente regionale Roberto Formigoni parla davanti al deserto (tranne le cosiddette Autorità e pochi obbligati non c'è praticamente anima viva).
 Il parco è una sorta di “non luogo”. Io stesso che abito a poche centinaia di metri dall'ingresso non ci sono mai entrato.
Con il “Ponte della Memoria” inizia un percorso di rielaborazione e riappropriazione che porterà alla vera e propria apertura del Bosco nel 2004, quando, davanti a centinaia di sevesine e sevesini (durante la giornata poi continuo fu l'afflusso per visitare il percorso appena aperto), viene inaugurato il percorso della Memoria all'interno del parco, undici pannelli per non dimenticare. E sono  tante le persone che negli anni donano all'Archivio i propri documenti. Le scuole iniziano a chiedere di essere accompagnate al Bosco per conoscere. E il progetto trova il sostegno istituzionale del Comune di Seveso e della Fondazione Lombardia per l'Ambiente, la Fondazione nata nel 1986 proprio per valorizzare l'esperienza di Seveso e che, per la prima volta, sostiene economicamente un progetto per la Comunità. Meglio tardi che mai. 
Oggi, dopo tanti anni dedicati allo studio e alla valorizzazione della Storia della mia città, sono “lontano”.
Non racconto più Seveso. E nemmeno il Bosco delle Querce. Altri, se vorranno, potranno continuare. Non può esistere una narrazione esclusivamente individuale di una Memoria collettiva. E nemmeno una sorta di unica “voce ufficiale”.
Certamente c'è, a Seveso, ancora molto lavoro da fare affinché quanto seminato con il Ponte della Memoria continui a dare buoni frutti. 
Da coltivare e per compiere, finalmente, altri passi in avanti e senza omertà o silenzi rispetto anche agli angoli meno chiari della vicenda.
O a quelli, volontariamente, taciuti anche dal sottoscritto – all'epoca responsabile del Progetto - perché non si dovevano alterare alcuni equilibri “sensibili”. Il Ponte era sostenuto dal Comune. Dalla Fondazione. La Brianza ha cambiato colore  ma è solo un'apparenza perché nella propria intimità è sempre rimasta Bianca. Cattolica. Reazionaria.  Ed è meglio non stimolare nervi ancora scoperti come i risarcimenti o l'aborto (nel 1976 in Italia l'aborto non era ancora legale ma nella Bianca Seveso furono autorizzati gli aborti “a scopo terapeutico” con le donne che sceglievano questa strada sottoposte ad un vero e proprio processo, quasi una tortura. Senza possibilità di assoluzione.).
Tutto è Passato. Andiamo avanti. Fino ad un certo punto perché il processo di pacificazione non troverà pieno compimento fino a quando non si deciderà di saturare tutte le ferite. Senza tacere. Con i contributi di tutti. Di tutte.
Senza dimenticare il pericolo che, silenziosamente, incombe sulla Comunità: quello di un'autostrada che vorrebbe passare dove oggi c'è il Bosco delle Querce. 
Sbancare i terreni mai bonificati. Quelli un tempo classificati in “Zona B” e dove, sotto, si trova la cancerogena diossina. Riportare a Seveso le tute bianche visto che all'interno del cantiere si dovrà operare in sicurezza.
Quando scrivo queste righe (giugno 2020) ci sono il progetto definitivo e la volontà politica di Regione Lombardia ma, per fortuna, non ci sono ancora i fondi. 
E, nel frattempo,  osservo il mio territorio dove, nel bene e nel male, ci sono le mie radici. 
La mia vita. E sono preoccupato. E mi chiedo se tutto quello che abbiamo costruito negli anni sia stato utile perché, se dovesse concretizzarsi lo scenario devastante dell'autostrada Pedemontana Lombarda, dovremo rivivere la Storia. 
Calerà il buio. Tornerà per noi l'incubo. E sarà una tragedia. Tutta italiana questa volta.
Massimiliano Fratter autore del libro "Memorie sotto il bosco"

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Alleghiamo anche i link a documenti di riferimento ripresi e citati durante la videoconferenza.

Qui il documento sull'intitolazione del circolo Legambiente di Seveso a Laura Conti

Qui l'articolo di "L’ambientalismo operaio visto da Seveso" di Laura Centemeri sulle lotte a Seveso per il Sapere diffuso.

Qui il lavoro di Mariateresa Muraca su Laura Conti.

Sinistra e Ambiente - Meda