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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

lunedì 27 gennaio 2014

MONITORAGGIO DELLA MOZIONE REGIONALE SU PEDEMONTANA E DIOSSINA E PROGETTO TRATTA B1


In Regione Lombardia, in applicazione ad una comunicazione del Presidente Maroni sullo "Stato d'Attuazione degli adempimenti previsti dagli atti di indirizzo politico approvati dal Consiglio Regionale terzo trimestre 2013", è stata presentata dall'ufficio incaricato, la documentazione relativa all'attuazione di Mozioni, Ordini del Giorno e Risoluzioni approvate dal Consiglio Regionale.
Il Consigliere Regionale dell'M5S, Gianmarco Corbetta ci ha aggiornato in merito, inviandocene il testo. 
Fra gli atti monitorati, c'è anche la MOZIONE SU PEDEMONTANA del 17/09/013.
La Mozione IMPEGNAVA la Giunta Regionale, il Presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo ad attivarsi per una serie di azioni.
Il documento di monitoraggio sull'attuazione di questa Mozione è a dir poco scoraggiante (vedi l'estratto della parte che ci interessa allegato) risultando infatti un capolavoro di superficialità e inadempienza.


Come si evince, nulla si dice (contrariamente agli altri atti ove sono specificate le azioni intraprese per renderli operativi - il documento è di 65 pagine) quali passaggi ATTUATIVI sono stati fatti con ARPA, APL e società concessionaria.
Nella parte iniziale del documento si scrivono cose già risapute.
Giunta e Presidente del Consiglio Regionale, da cui ARPA dipende in quanto organo REGIONALE, secondo i dettami della mozione, dovevano impegnarsi a FAR FARE le cose richieste nella mozione, cioè, in particolare, investire la società concessionaria (e ARPA) della CARATTERIZZAZIONE del suolo dove passerà la pedemontana e dell'estensione delle analisi ambientali per la ricerca di TCDD anche Desio.
Su questi due punti, non c'è nulla, così come c'è il buio completo sull'analisi del rischio specifica PRIMA dell'apertura dei cantieri.
Nel documento si ribadisce che ulteriori accertamenti, in contradditorio con ARPA verranno fatti a progetto esecutivo approvato.
Al momento attuale, ne la Giunta ne il Presidente Cattaneo ha chiesto di farli PRIMA dell'elaborazione dell'esecutivo.
Insomma, nella sostanza Giunta e presidente del Consiglio, non hanno ancora dato rispondenza alla mozione.

Per questo, il Consigliere Regionale dell'M5S Corbetta,  ha scritto al Presidente della Commissione V Territorio e infrastrutture, una lettera di segnalazione e protesta. Nella lettera, oltre a rimarcare i punti della MANCATA RISPONDENZA alla Mozione, si riprende anche la DIFFIDA LEGALE dei gruppi di Insieme in Rete e dei Sindaci di Seveso e Desio.


Anche la Consigliera del PD Laura Barzaghi ha scritto una lettera a più soggetti regionali per protestare e denunciare la mancata attuazione della Mozione.


Ma nel frattempo, la Pedemontana non si ferma.
Ci risulta infatti, da informazioni a noi pervenute, che il progetto esecutivo della TRATTA B1 è pronto ed è stato ufficialmente inoltrato a tutte le Amministrazioni interessate.

La tratta B1 della pedemontana
La TRATTA B1 riguarda i Comuni di Fenegrò, Turate, Cirimido, Lomazzo, Rovellasca, Bregnano, Cermenate, Lazzate, Lentate sul Seveso.


mercoledì 22 gennaio 2014

UNA RIFORMA ELETTORALE PER POCHI ?

Apriamo con una vignetta de Il Manifesto volutamente provocatoria per alcune riflessioni in merito agli ultimi avvenimenti politici.

Il recente accordo per una nuova legge elettorale tra Renzi e Berlusconi è l'ennesimo schiaffo in faccia a chi ancora continua a credere che la politica, la buona politica, possa essere una strada per cercare di cambiare le cose in questo disastrato paese.
Lo è per varie ragioni.
Innanzi tutto per il blindarsi preventivamente, tentando di rendere subalterna qualsiasi discussione nel luogo deputato per trovare intese per la riforma elettorale, il Parlamento.
Nel nome del leaderismo, malattia nazionale conclamata e di un decisionismo d'immagine, due soggetti, in rappresentanza dei due attuali maggiori partiti, decidono di investirsi dell'autorità per accordarsi su di un testo che modificherà, se ratificato, l'attuale sistema elettorale.

Uno in particolare (Renzi), lo fa dimenticandosi volutamente che il suo interloqutore è stato condannato in via definitiva per reati fiscali, dichiarato decaduto dalla carica di senatore ed è pure in attesa di altri gradi di giudizio in altri processi in cui è imputato.
Per la politica e la convenienza di accordi, si lascia da parte non solo l'etica ma anche si ignora volutamente la realtà, oltretutto caricando il condannato Berlusconi, di una levatura che decisamente non merita. Ma si sa, questo non è un paese normale.
Per dovere di cronaca, va detto che il PD è stato al governo con il PdL a guida Berlusconi sino alla rottura tra l'attuale FI e l'NCD di Alfano, cioè in pratica sino alla decadenza.
Giudicavamo quella situazione indecente e indecente continuimo a giudicare i rapporti politici che si tengono con Berlusconi & C.
Si confeziona oltretutto un accordo per una futura legge che nel nome della "governabilità" vuole concentrare nelle mani di due soli partiti le prerogative di concorrere alla competizione elettorale con reali possibilità di raggiungere l'obbiettivo.
Come ? Semplice, con un "premio di maggioranza" (18% a chi raggiunge il 35%  dei consensi) e con delle "soglie di sbarramento" calibrate in modo tale da tagliar fuori i competitori minori dalla possibilità d'essere rappresentati in Parlamento. Soglie all'8% per chi corre da solo, al 5% per chi è in coalizione, ma con l'ulteriore soglia di coalizione al 12%.
Oltretutto, pur consentendo la  facoltà di coalizzarsi, ci sono tutti i presupposti perchè i partiti maggiori dettino pure le condizioni per coalizzarsi con loro (ricordate Veltroni e la sua teoria dell'autosufficenza ?)
Il tutto condito con le cosidette "liste bloccate" che impediscono la libera scelta dell'elettore nell'esprimere una preferenza rispetto al candidato.
Un vero e proprio capolavoro "cucito su misura" che cambia rispetto al "porcellum" la quota e la soglia di scatto del premio di maggioranza, con eventuale ballottaggio se non si raggiunge tale soglia ma che da forte garanzia di vittoria elettorale per i soli PD e PdL (con la possibilità d'un poco gradito - per chi ha fatto l'accordo - terzo incomodo, il Movimento Cinque Stelle).

Un capolavoro che nemmeno recepisce  le motivazioni con cui la Corte Costituzionale ha bocciato il cosiddetto "porcellum", (vedi articolo allegato) dimenticandosi pure che per l'altra proposta buttata sul tavolo, cioè trasformare l'attuale Senato in una "camera di non eletti direttamente" - Sindaci e Presidenti di Regione si presume,  serve modificare la Costituzione.
Insomma, una riforma elettorale che è inaccettabile perchè priva dei criteri di rappresentatività e di scelta dell'elettore GARANTITI DALLA COSTITUZIONE e che garantisce un bipolarismo basato sui nominati.
 
No, non sono proprio questi i contenuti di una sana riforma elettorale di cui ha bisogno il nostro Paese.

Questa situazione pone comunque, ora più di prima, chi si ritiene sinistra fuori dal perimetro del PD nell'obbligo di valutare e considerare il da farsi, cercando momenti di unità che superino sterili logiche di divisione, oggi purtroppo presenti in una sinistra molto frammentata che rischia sempre più di non essere rappresentata e di non avere voce in capitolo.

lunedì 13 gennaio 2014

PEDEMONTANA E DIOSSINA: I GRUPPI DI INSIEME IN RETE CON I SINDACI DI DESIO E SEVESO INOLTRANO UNA DIFFIDA LEGALE


Il coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE, che dal 2007 segue l’iter di Pedemontana, in questi ultimi mesi si è attivato anche con una serie di incontri con i Sindaci delle tratte interessata da una delle criticità ambientali più rilevanti dell’intero tracciato della futura autostrada, la contaminazione da TCDD (diossina Icmesa).

Consultando lo studio legale Ribolzi Cocco e Salomoni di Milano, con il supporto del penalista Avv. Palumbo, Insieme in Rete, ha elaborato un’istanza giudiziaria di partecipazione al procedimento e di diffida nei confronti dei diversi soggetti responsabili o coinvolti nell’attuazione dell’opera.
 
La diffida è stata firmata da associazioni aderenti ad Insieme in Rete (WWF Regionale, Legambiente Seveso, La Puska di Lentate S/S) e da un cittadino (Alberto Colombo, a rappresentare Sinistra e Ambiente di Meda, pure di Insieme in Rete) ed è stata sottoscritta, per le specificità delle problematiche relative al tracciato ed emblematiche della storia ambientale del territorio attraversato da Pedemontana, anche dai Sindaci di Seveso e di Desio.
L’atto è stato indirizzato a Pedemontana-APL, CAL, Regione Lombardia e Osservatorio Ambientale, Provincia di MonzaBrianza, Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Infrastrutture, CIPE, ARPA, Strabag e, per conoscenza, alla Prefettura di Monza e alle Preture di Monza e di Milano. 

La diffida ricorda ai soggetti interessati, la necessità di dare rispondenza alla prescrizione CIPE n° 3 che, in virtù delle già accertate contaminazioni basate sulle analisi del 2008, obbliga Pedemontana ad ulteriori analisi ambientali per la caratterizzazione, cioè la delimitazione areale dei terreni contaminati. Questo passaggio è propedeutico alla redazione del progetto esecutivo, anche per gli aspetti finanziari qualora si rendano necessari, come è presumibile, interventi di bonifica sulle aree contaminate attraversate dall'autostrada.



Su questa delicata questione, è stata inoltre approvata all’unanimità anche una mozione in Consiglio Regionale (mozione elaborata con il contributo di Insieme in Rete) che, oltre a rimarcare la necessità di queste analisi, chiede l'estensione delle stesse oltre che alla tratta B2 anche al territorio del Comune di Desio. 

Il coordinamento Ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

Il testo della Diffida:



Il 16/01/014 s'è tenuta presso il Centro Visite del Bosco delle Querce a Seveso, una conferenza stampa d'approfondimento.

Il tavolo della conferenza stampa  con da sx: Beretta (Ins.Rete), Butti (Sindaco di Seveso), 
Cassanmagnago (Asssessore Desio), Colombo (Ins. Rete), Del Pero (Ins. Rete), Grassi (Ins. Rete)
Sotto, il comunicato integrale diffuso.




domenica 5 gennaio 2014

PTCP: L'ASSALTO CONTINUA


Continuano a fioccare i ricorsi al TAR da parte delle amministrazioni comunali brianzole contro il PTCP della Provincia di MB.
Dopo  i ricorsi di  Concorezzo, Bernareggio, Cornate, Sulbiate, Triuggio e Usmate, si sono ora aggiunti Giussano e Vimercate.
Sono ricorsi "trasversali", nel senso che parliamo di amministrazioni sia di centrodestra sia di centrosinistra, purtroppo in questo caso accumunate da dichiarazioni difficilmente condivisibili (vedi articoli allegati).
Non è bello constatare l'uso disinvolto della rivendicazione della propria autonomia nell'avere il diritto di decidere "come e dove costruire nella provincia più cementificata d'Italia". (citazione tratta dal blog Brianza Centrale che condividiamo in pieno)
C'è un allergia viscerale a qualsivoglia tentativo di pianificazione che abbia una visione più amplia e globale, a partire dal livello provinciale.
Così si rivendica la "patria potesta localista", non considerando lo stato di "disastro urbanistico" in cui versa la Brianza monzese, ridotta (fatto salvo alcune residue zone) ad una piastra di cemento e asfalto, tant'è da risultare la PIU' CEMENTIFICATA D'ITALIA.


L'abbiamo già detto, in questo PCTP ci sono luci ed ombre.
Come gruppi ed associazioni ambientaliste de l'OSSERVATORIO PTCP DI MONZA E BRIANZA avremmo voluto regole più stringenti, più aree tutelate in modo più deciso e con questi obbiettivi, nella nostra più completa autonomia operativa e di giudizio, abbiamo interloquito con un alcuni Consiglieri Provinciali del PD sensibili al tema.
Questo ha indubbiamente consentito il miglioramento, sotto molti aspetti, del PTCP.

Abbiamo scelto la strada di esserci e continueremo ad essere presenti, proseguendo nel nostro rapporto con quei consiglieri che si sono dimostrati attenti alle nostre istanze, cercando di evitare che il PTCP sia depotenziato da ricorsi al TAR o da future richieste di modifiche o varianti  "al ribasso" da parte sia dei privati sia delle amministrazioni comunali.
Per questo, sin d'ora, chiediamo all'Istituzione Provincia di resistere in tutti i gradi di giudizio ai ricorsi.
Faremo altresì la nostra parte, con la nostra rappresentanza in sede del previsto Osservatorio Provinciale, per promuovere la necessità dello STOP AL CONSUMO DI SUOLO, utilizzando tutte le attribuzioni di cui è stato investito l'Osservatorio Provinciale.
In una Provincia, in un ambito territoriale dove si è superato ampiamente la soglia di tollerabilità dell'edificato, è fuori luogo continuare a pensare e a puntare sull'edilizia quale motore di sviluppo, sopratutto quando una fetta consistente di quanto recentemente costruito risulta vuoto ed inutilizzato e quindi, rispondente a fattori speculativi e non a reali bisogni insediativi.

Gli articoli su Giussano e Vimercate:


Piano regolatore. Il Comune contro la Provincia. Ricorso al Tar

di Marco Dozio da il Giorno del 29/12/013

LA PROVINCIA di Monza trascinata in tribunale dal Comune di Vimercate. Che ha scelto di ricorrere al Tar per bloccare gli effetti del Ptcp, il Piano regolatore provinciale mal digerito da una nutrita schiera di municipi, gelosi delle proprie prerogative in ambito di pianificazione territoriale. Ogni campanile vuole salvaguardare l’autonomia di decidere dove e come costruire. Senza subire le imposizioni di Palazzo Grossi che in sostanza ha vincolato tutte le aree verdi brianzole, nella speranza di arginare la cementificazione galoppante. «Ma noi siamo una realtà virtuosa. Nel Pgt abbiamo ridotto le aree edificabili di oltre mezzo milione di metri quadri», spiega il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Corrado Boccoli, argomentando le ragioni di un ricorso che vede Vimercate capofila di un dissenso ampio e trasversale, che nella Brianza orientale coinvolge Giunte di centrodestra (Concorezzo, Cornate, Bernareggio) e di centrosinistra (Usmate). Il punto è che il Ptcp rischia di mandare in fumo il nuovo quartiere ipotizzato nei campi tra la Bananina e l’ex Provinciale Sp2: un comparto di case e negozi che dovrebbe accogliere anche il trasloco e l’ampliamento dell’Esselunga. «Si tratta dell’ultimo e definitivo ambito di espansione della città», assicura Boccoli, che nell’elenco dei progetti bloccati dalla Provincia inserisce le 4 palazzine del piano di lottizzazione di Cascina Castellazzo. «Interventi piccoli e grandi rischiano di non partire nonostante sia già stata approvata la convenzione con gli operatori: in linea di principio il Ptcp afferma istanze condivisibili, in particolare l’esigenza di preservare le aree verdi, ma occorre trovare un equilibrio tra necessità di sviluppo e tutela ambientale». Per Boccoli è in ballo anche una questione più generale che riguarda l’interazione tra i diversi enti locali. Ovvero chi deve fare cosa. La Provincia, in altre parole, non avrebbe rispettato l’autorità dei Comuni commettendo un’invasione di campo. «Il Ptcp nei fatti ha ridotto le competenze assegnate per legge ai Comuni in termini di pianificazione urbana e ambientale».
L’unica speranza per ricomporre il dissidio, prima della sfida in tribunale, è affidata alla convocazione di un tavolo di confronto. «La Provincia non ci ha concesso il tempo necessario per impostare una concertazione, quindi siamo stati costretti a presentare il ricorso. Ma da parte nostra abbiamo la volontà, se sarà possibile, di trovare una soluzione alternativa all’aula giudiziaria: per questo motivo abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di confronto». Eppure a scorrere il documento provinciale qualche elemento di sintonia tra Palazzo Trotti e Palazzo Grossi spunta qua e là. «Condividiamo pienamente la norma sull’eliminazione dei cartelloni pubblicitari dalle strade provinciali: è un passo in avanti nella direzione della tutela paesaggistica».

sabato 4 gennaio 2014

PEDEMONTANA E DIOSSINA: I SINDACI CHIEDONO LA CONVOCAZIONE DELL'OSSERVATORIO AMBIENTALE


I sette Sindaci (Seveso, Barlassina, Lentate S/S, Meda, Cesano Maderno per la tratta B2 + Desio e Bovisio Masciago per la tratta C) dei comuni sul cui territorio passerà la futura autostrada pedemontana, con connessi scavi e sbancamenti sulle aree ancora contaminate da TCDD  hanno inviato una lettera all'Assessore Regionale alle Infrastrutture e Viabilità Maurizio Del Tenno e agli altri soggetti interessati chiedendo la convocazione urgente dell'OSSERVATORIO AMBIENTALE di Pedemontana.
Quanto prima ne pubblicheremo il testo.

Che cos'è l'Osservatorio Ambientale Pedemontana ?

E' un soggetto costituito ai sensi della prescrizione n° 71 del CIPE che ha il compito di verificare la corretta applicazione del Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA).
Ha una serie di competenze, tra le quali la VERIFICA del  Piano di Monitoraggio Ambientale sull'infrastruttura IN OTTEMPERANZA ALLE PRESCRIZIONI DEL CIPE e SOVRAINTENDERE, SOTTO IL PROFILO AMBIENTALE alla attività di realizzazione delle opere.
L'Osservatorio si avvale del supporto tecnico di ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente)  che ha una serie di attibuzioni sulle VERIFICHE E CERTIFICAZIONE delle attività di monitoraggio e sull'idoneità delle stesse, in correlazione alle normative in essere.

Insomma, un organismo che può occuparsi di quanto prevede la prescrizione CIPE n° 3, dalle nostre informazioni ancora non ottemperata, sulle ulteriori analisi dettagliate relative alla caratterizzazione del suolo ancora contaminato da diossina (come rilevato dalla campagna certificata da ARPA del 2008).

Anche il coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE da tempo chiede la CARATTERIZZAZIONE E LA MAPPATURA DELLA CONTAMINAZIONE da TCDD PRIMA dell'elaborazione di qualsivoglia progetto esecutivo dell'infrastruttura autostradale. 
L'abbiamo chiesto a gran voce ad Arpa, Provincia di MB (a mezzo di alcuni Cons. Prov. del PD), Consiglio Regionale Lombardo (supportati dai Gruppi Consigliari Regionali di M5S e PD), fornendo informazioni e contribuendo all'elaborazione della Mozione Regionale approvata e del Question Time in Parlamento e pure con incontri con alcuni dei Sindaci che ora riscrivono in merito.
Stiamo inoltre lavorando ad altre iniziative  sulla criticità TCDD.

Ecco quanto stabilisce Regione Lombardia rispetto ai compiti e alle attribuzioni dell'Osservatorio Ambientale Pedemontana



Il Comunicato dei Sindaci di Seveso, Cesano Maderno, Lentate S/S, Barlassina, Meda, Bovisio Masciago e Desio

PEDEMONTANA:
I SINDACI CHIEDONO LA CONVOCAZIONE URGENTE 
DELL’OSSERVATORIO AMBIENTALE

Martedì 31 dicembre, con una lettera inviata all’assessore alle Infrastrutture di Regione Lombardia Maurizio del Tenno, i Sindaci dei sette Comuni interessati dal passaggio dell’autostrada Pedemontana  nelle aree potenzialmente contaminate da diossina hanno chiesto la convocazione urgente dell’Osservatorio Ambientale previsto dall’accordo di programma per la realizzazione dell’infrastruttura.
La missiva inviata dai Sindaci di Seveso, Meda, Cesano Maderno, Desio, Bovisio Masciago, Lentate sul Seveso e  Barlassina ha ribadito la fondamentale importanza dell’effettuazione di ulteriori indagini ambientali relative alla presenza di diossine   (ed in particolare della TCDD prodotta dall’evento Icmesa del 1976) e in contraddittorio con Arpa prima della presentazione del progetto esecutivo, i cui tempi di redazione definitiva non sono ancora certi (le ultime notizie non ufficiali parlano dei primi mesi del 2014).   
Convocare l’Osservatorio Ambientale da parte di Regione Lombardia significa poi permettere alle amministrazioni comunali di evidenziare nuovamente le criticità ambientali presenti sulla tratta interessata dalla contaminazione da diossina per tutelare la salute pubblica dei cittadini e delle cittadine. 
La richiesta dei Sindaci rinnova la preziosa collaborazione dei Comuni su un tema così delicato come quello della Pedemontana e fa  seguito alle decisioni del Consiglio Regionale rispetto alle necessarie tutele di salute pubblica e ambientale in caso di sbancamenti di aree inquinate da diossina non bonificate e all’obbligo di imporre alla società concessionaria dell’autostrada la redazione di un piano di caratterizzazione imposto secondo i requisiti di legge e, a valle di questo, la bonifica delle aree inquinate con il corretto smaltimento delle terre in siti  idonei a riceverle.   
La lettera inviata all’Assessore del Tenno è l’ennesimo tentativo dei Sindaci di spiegare che l’effettuazione delle analisi preliminari prima della redazione definitiva del progetto esecutivo è un’azione fondamentale anche per la società che realizzerà l’opera vista la necessità di predisporre un piano economico certo per le opere di bonifica  anche perché, hanno sostenuto i Sindaci, fare ciò significherebbe agire in maniera  logica, di buon senso e “naturale in un paese normale”,  anche se la prescrizione Cipe n. 3 (quella che ha imposto ulteriori indagini nella zona interessata dall’evento Icmesa) non è esplicita  a tale proposito, cavillo questo su cui continua ad arroccarsi incomprensibilmente la società Pedemontana quando sostiene che le indagini saranno effettuate solo dopo la presentazione dell’esecutivo.