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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare

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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

martedì 31 marzo 2020

PER I GRUPPI AMBIENTALISTI, A MARIANO NESSUNA TANGENZIALE DEVE DETURPARE IL PARCO GROANE-BRUGHIERA

L'area prossima a Cascina Belvedere dove è previsto il passaggio della tangenziale
(foto di sfondo di Viaggiare in Brianza)
Prosegue l'azione dei gruppi ambientalisti del territorio (tra loro i medesi di Sinistra e Ambiente e di Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà) che si oppongono al progetto della tangenziale di Mariano Comense il cui tracciato passa nelle aree libere incluse nel Parco Regionale Groane-Brughiera.
E' una strada fortemente voluta dall'amministrazione a trazione leghista e contro la cui realizzazione auspichiamo cresca la contrarietà della gente.
I gruppi e le associazioni ambientaliste rilanciano con un comunicato contrario alla tangenziale nel Parco ove sono evidenziati i mancati interventi sulle criticità viabilistiche reali di Mariano e con una nota danno solidarietà a chi ha esposto uno striscione, su proprietà privata,  celermente fatto rimuovere dalla polizia locale con tanto di sanzione
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Mariano Comense, 30 marzo 2020

TANGENZIALE DI MARIANO

“NON RESTEREMO A GUARDARELA DISTRUZIONE DI UN PEZZO DEL PARCO
PER COSTRUIRE UNA STRADA INUTILE!”

Come gruppi e associazioni vogliamo ribadire la nostra contrarietà a questo progetto per le tante motivazioni già più volte espresse.
L’amministrazione di Mariano Comense insiste con una costante campagna mediatica per promuovere e far passare la bontà di questo progetto, considerandolo indispensabile per togliere traffico veicolare di passaggio dal centro cittadino riducendo l’inquinamento dell’aria.
Se non fosse tragica la situazione che Mariano si presta ad affrontare, sarebbe ridicolo anche solo pensare che costruire nuove strade diminuisca l’utilizzo e il passaggio delle auto e soprattutto che passando con una tangenziale in un Parco Regionale, si vuole tutelare l’ambiente!!!!!  
Ma c’è veramente qualcuno che ci crede?
E’ risaputo, anche negli ambiti accademici che studiano i fenomeni di urbanizzazione, che costruire nuove strade innesca anche un processo di incentivazione al traffico privato veicolare. Soprattutto in territori congestionati e altamente urbanizzati come i nostri, interventi come questo non portano automaticamente quel beneficio di “respiro” per la città che viene tanto sbandierato dai politici che amministrano il Comune di mariano. Certo, un bel “respiro”... però carico di polveri sottili PM 10!
Costruire nuove strade, senza intervenire sulla rete viaria esistente con interventi di manutenzione o con progetti per rendere i percorsi più fluidi e senza una concreta politica di investimento sul trasporto pubblico, è un vero e proprio sperpero di risorse pubbliche che invece DEVONO essere dirottate su altri capitoli di spesa delle Amministrazioni Comunali!
  • Perché non si vuole affrontare in modo strutturale il trasporto pubblico nei nostri comuni?
  • Come mai sul territorio di Mariano Comense passano diverse linee di bus della ASF Autolinee (C80, C81, C82 ...) utilizzate quasi esclusivamente dagli studenti mentre i cittadini non sono coinvolti in una campagna di promozione per utilizzare questi mezzi durante la settimana compreso la domenica per spostarsi anche verso gli altri comuni?
  • Come mai non si attiva un serio progetto per incentivare l’utilizzo di altre forme di trasporto eco-sostenibile per esempio partendo dalla messa in sicurezza delle vie cittadine per promuovere l’utilizzo della bicicletta con spazi di parcheggio protetti ecc..?
  • Come mai il progetto per mettere in sicurezza il collegamento tra la stazione ferroviaria di Mariano Comense e il plesso scolastico dell’Istituto Jean Monnet, è ancora solo lettera morta in uno sperduto documento del PGT di Mariano? Perché, invece di “sperperare” milioni di euro in una tangenziale inutile, non viene attivato nessun finanziamento per opere come questa che veramente potrebbero risolvere i problemi di congestionamento da traffico nella città, incentivando anche l’utilizzo dei mezzi pubblici o una mobilità dolce?
  • Come mai gli Amministratori non si attivano con le Ferrovie Nord Milano per ridurre i tempi di chiusura dei passaggi a livello cittadini che generano grossi disagi e inquinamento dell’aria?
  • Come mai si sceglie di mantenere il passaggio del traffico in paese costruendo una nuova strada e non si studia invece a livello intercomunale una soluzione per adeguare e sfruttare meglio le potenzialità trasportistiche della Novedratese con interventi migliorativi sul tracciato che si trova poco più a nord?
Sono queste le domande a cui la scelta di costruire una tangenziale in un Parco Regionale non dà alcuna risposta!!!

Chiediamo inoltre all’ente Parco Regionale delle Groane e della Brughiera Briantea una urgente, esplicita e pubblica presa di posizione su questo progetto insensato che investe una porzione del Parco Regionale di grande valore ambientale e a ridosso del nucleo rurale della Cascina Belvedere. Un progetto che prevede un nuovo ponte sulla Roggia Vecchia e uno sul torrente Terrò quando invece i corsi d’acqua dovrebbero essere lasciati liberi da costruzioni che possono modificarne le condizioni di scorrimento durante i fenomeni temporaleschi e alluvionali a cui negli ultimi anni siamo soggetti.
Sempre al Parco (ma anche agli amministratori di Mariano Comense) facciamo presente che il progetto di tangenziale impatta in modo devastante anche con il sentiero storico della Meda - Montorfano; lungo tale sentiero recentemente è stata completata dal Parco la nuova cartellonistica che individua a Mariano un nuovo percorso dello stesso (dopo il tratto che passa davanti alla Cascina Belvedere) proprio per evitare di attraversare la Novedratese al ponte del Lottolo, punto molto pericoloso. Trovato un sistema per permettere ai cittadini di godersi in sicurezza i nostri magnifici luoghi della Brughiera, ci ritroviamo subito dopo a dover contrastare un nuovo e devastante progetto stradale nel Parco.... sembra che al peggio non ci sia mai fine!
Una decisione amministrativa come questa dimostra grande disprezzo per gli ultimi ambiti a verde rimasti e di recente inserimento in un Parco Regionale il quale deve essere difeso e tutelato nella sua unicità territoriale e non compromesso da inutili interventi che consumano ancora suolo.

Parlano tutti di voler “rivalutare la cultura locale della Brianza storica”, ma nel concreto si lasciano crollare le bellissime cascine come la Belvedere e in più ci si passa davanti con una tangenziale di ipotizzata grande percorrenza senza il minimo rimorso.

E’ questa la “promozione dei luoghi naturali e della cultura locale della Brianza”?

NOI NON SIAMO D’ACCORDO! Pensiamo che siano altri i problemi seri da risolvere per la mobilità a Mariano Comense.

Le associazioni firmatarie:

Amici della Brughiera - Mariano
Circolo Arci Noerus - Como
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” - Alzate Brianza
Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera
Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale
Comitato Stop al consumo di Territorio - Mariano
Circolo Legambiente di Cantù - Green Station
Circolo Legambiente Laura Conti - Seveso
Legambiente Seregno
Fridays for Future - Como
Fridays for Future - Desio
Gruppo naturalistico della Brianza - Canzo
Il Gambero - Capiago Intimiano

L’Ontano - Montorfano
Associazione Marianoduepuntozero
WWF Lombardia
WWF Insubria
Sinistra e Ambiente - Meda
Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà - Meda

Il tracciato della tangenziale
Venerdì 27-3-020 alcuni cittadini marianesi hanno esercitato il loro legittimo diritto di opinione esponendo, in una proprietà privata, uno striscione contro la realizzazione della tangenziale.
Dopo poco tempo, probabilmente a seguito di qualche segnalazione, la polizia locale giunta sul posto ha fatto rimuovere lo striscione e ha pesantemente sanzionato chi lo ha esposto.
Una reazione decisamente spropositata. 
Forse chi vuole la tangenziale ad ogni costo teme che il dissenso su questo progetto stradale possa dilagare in città. 

L'articolo da La Provincia
Il comunicato di solidarietà con i cittadini sanzionati per lo striscione

SOLIDARIETÀ A CHI ESPRIME CONTRARIETÀ ALL'ASFALTO NEL PARCO

In questi giorni abbiamo assistito ad una brutta vicenda che ha coinvolto dei cittadini di Mariano Comense che hanno manifestato il loro disaccordo rispetto alla volontà dell’amministrazione di realizzare la tangenziale esponendo, nella loro proprietà, uno striscione con la scritta “NO ALLA STRADA NEL PARCO”.
Non appena la notizia si è diffusa, è intervenuta la Polizia Locale, che ha fatto rimuovere lo striscione e sanzionato il responsabile.
Esprimiamo la nostra solidarietà ai cittadini che hanno voluto solo affermare il loro diritto di libertà di parola su un tema così importante come quello della tutela del verde all’interno di un Parco Regionale.

Le associazioni firmatarie:
Circolo Arci Noerus - Como, Amici della Brughiera - Mariano,
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” - Alzate Brianza, 
Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, Comitato Stop al consumo di Territorio - Mariano,
Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale, Legambiente Seregno,
Circolo Legambiente di Cantù - Green Station, Circolo Legambiente Laura Conti - Seveso,
Fridays for Future - Como, Fridays for Future - Desio, Il Gambero - Capiago Intimiano,
Gruppo naturalistico della Brianza - Canzo, WWF Lombardia, WWF Insubria,
L’Ontano - Montorfano, Associazione Marianoduepuntozero,
Sinistra e Ambiente - Meda, Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà - Meda

Mariano Comense, 30 marzo 2020

domenica 22 marzo 2020

UN ARTICOLO E UNO STUDIO CHE IPOTIZZA CORRELAZIONI TRA ARIA PESSIMA E VELOCITÀ DI DIFFUSIONE DEI VIRUS


Anna Donati è persona competente che da anni si occupa di viabilità e tematiche ambientali. Con lei, come gruppi ambientalisti del territorio, abbiamo organizzato qualche anno fa anche un incontro pubblico raccontando dell'inutile e impattante autostrada Pedemontana.
Ci fa piacere dunque rilanciare questo suo articolo su "Sbilanciamoci" che riprende lo studio della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) che ha incrociato i dati sulle emissioni di PM10 e PM2,5 delle Agenzie Regionali per la protezione ambientale, con i casi di contagio riportati dalla Protezione Civile.
L'articolo con dati e riflessioni rende accessibile anche lo studio di SIMA.
Prendetevi del tempo, ora che ne abbiamo di più, e leggetelo tutto.




La pessima aria che alimenta il coronavirus
A livelli più alti di inquinamento atmosferico corrisponde una più larga diffusione del coronavirus: uno studio SIMA illustra l’ipotesi, dati sulla Pianura Padana alla mano. Ambiente e salute sono facce della stessa medaglia: un vero Green Deal per ripensare il nostro modello di sviluppo non è mai stato così urgente.
In questi giorni di emergenza coronavirus la priorità è salvare le persone contagiate in grave difficoltà respiratoria predisponendo strutture sanitarie adeguate, tutelare i lavoratori del sistema sanitario e dei servizi essenziali, mentre ognuno di noi restando a casa deve contribuire a ridurre l’espandersi del contagio.
Seguendo il dibattito pubblico e la comunicazione, molti esperti si interrogano sul fenomeno, sulle cause scatenanti, emergono studi che parlano di pandemia annunciata, di come la globalizzazione e il trasporto veloce di lunga distanza abbiano accelerato il contagio globale, facendoci trovare completamente impreparati. Si ragiona di nuovi farmaci e vaccini, di ricerca e lavoro, del rapporto antropocentrico uomo e animali da rivedere profondamente, sulla popolazione e il loro stato di salute, sui tagli alla sanità che mostrano gli effetti nefasti sui livelli di assistenza quando ben pochi tra istituzioni e politica si sono opposti. Si ragiona anche sulle diseguaglianze che contagio, assistenza, crisi economica e lavoro possono produrre ulteriormente sul sistema italiano, già così fortemente diseguale.
E si ragiona infine su come la riduzione della biodiversità e i mutamenti climatici abbiano alterato gli equilibri sul pianeta terra ormai abitato da 8 miliardi di persone, aumentando rischi e fragilità, come ben motivato nel rapporto WWF Italia “Pandemia, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi”.
È una dura lezione per tutti/e che costringe ad aggiornare l’agenda, rivalutare il ruolo della sanità pubblica, ripensare alle politiche di prevenzione per l’ambiente e la salute. Dove molte cose sul contagio coronavirus sono ancora da studiare, comprendere e mettere in correlazione per darci indicazioni motivate e rigorose sulle politiche per il futuro.
Polveri sottili come tappeto volante per il coronavirus nella Pianura Padana?
Un Position Paper pubblicato in questi giorni dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) redatto in collaborazione alle Università di Bari e di Bologna (scaricabile alla fine di questo articolo), ha esaminato i dati sulle emissioni di PM10 e PM2,5 delle Agenzie Regionali per la protezione ambientale, incrociandoli con i casi di contagio riportati dalla Protezione Civile. Il lavoro di ricerca – intitolato “Relazione circa l’effetto dell’inquinamento da particolato atmosferico e la diffusione di virus nella popolazione” – è frutto di uno studio no-profit che vede insieme ricercatori ed esperti provenienti da diversi gruppi di ricerca italiani, ed è indirizzato in particolar modo ai decisori pubblici.
Lo Studio parte dal richiamare diverse ricerche scientifiche che descrivono il ruolo del particolato atmosferico come “carrier”, cioè come vettore di trasporto e diffusione per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus. Questa è una teoria generale piuttosto consolidata per chi studia i problemi di emissioni inquinanti e qualità dell’aria.
Nello Studio si legge: “Il particolato atmosferico, oltre ad essere un carrier, costituisce un substrato che può permettere al virus di rimanere nell’aria in condizioni vitali per un certo tempo, nell’ordine di ore o giorni. Il tasso di inattivazione dei virus nel particolato atmosferico dipende dalle condizioni ambientali: mentre un aumento delle temperature e di radiazione solare influisce positivamente sulla velocità di inattivazione del virus, un’umidità relativa elevata può favorire un più elevato tasso diffusione del virus cioè di virulenza.”
Il rapporto tra concentrazioni di particolato atmosferico e diffusione dei virus era stato già indagato: nel 2010 si era visto che l’influenza aviaria poteva essere veicolata per lunghe distanze attraverso tempeste asiatiche di polveri che trasportavano il virus. I ricercatori avevano dimostrato che c’è una correlazione di tipo esponenziale tra le quantità di casi di infezione e le concentrazioni di polveri sottili. Nel 2016 era stata osservata una relazione tra la diffusione del virus respiratorio sinciziale umano nei bambini e le concentrazioni di particolato. Questo virus causa polmoniti nei bambini e viene veicolato attraverso il particolato in profondità nei polmoni e la velocità di diffusione del contagio è correlata alla concentrazione di PM10 e PM2,5.
Sulla base di questi studi pregressi i ricercatori italiani hanno esaminato i dati delle centraline di rilevamento attive sul territorio nazionale, registrando il numero di episodi di superamento dei limiti di legge del PM10 (50 microg/m3 di concentrazione media giornaliera) nelle province italiane. Parallelamente, sono stati analizzati i casi di contagio da COVID-19 riportati sul sito della Protezione Civile. Dall’analisi è emersa una relazione tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di PM10 registrati nel periodo tra il 10 e il 29 febbraio e il numero di casi infetti da COVID-19 aggiornati al 3 marzo, considerando quindi il tempo di incubazione del virus fino alla identificazione della infezione contratta dalle persone.
Secondo il Position Paper, nella Pianura Padana si sono osservate le curve di espansione dell’infezione che hanno mostrato accelerazioni anomale, in coincidenza, a distanza di due settimane, con le più elevate concentrazioni di particolato atmosferico, che hanno esercitato un’azione di “boost”, cioè di incremento alla diffusione virulenta dell’epidemia. Secondo i ricercatori, quindi, “le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura Padana hanno prodotto un’accelerazione alla diffusione del Covid-19. L’effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai”.
 Ma sono gli stessi ricercatori, per voce del presidente della SIMA Alessandro Miani, a sottolineare che “in attesa del consolidarsi di evidenze a favore di questa ipotesi presentata nel nostro Position Paper, in ogni caso la concentrazione di polveri sottili potrebbe essere considerata un possibile indicatore o ‘marker’ indiretto della virulenza dell’epidemia da Covid-19. Inoltre, in base ai risultati dello studio in corso l’attuale distanza considerata di sicurezza potrebbe non essere sufficiente, soprattutto quando le concentrazioni di particolato atmosferico sono elevate”.
Il Position Paper chiude richiedendo alle istituzioni pubbliche misure restrittive per il contenimento dell’inquinamento, come azione di prevenzione a tutela della salute e dell’ambiente in cui viviamo.
Sembra evidente che questa ipotesi di correlazione andrà approfondita ed estesa sulla base di dati e indagini di lungo periodo, insieme a molte altre ricerche che andranno svolte su quanto sta accadendo a livello mondiale e locale con la pandemia da coronavirus, per fornire motivazioni e soluzioni alla crisi che stiamo vivendo.
Di certo già sappiamo che l’inquinamento dell’aria provoca numerosi morti premature in Europa, molto spesso nell’indifferenza generale, in particolare della comunicazione e delle istituzioni, come ci dice il “Rapporto sulla qualità dell’aria 2019” dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Secondo il Rapporto, il particolato fine PM2,5 da solo ha causato circa 412.000 decessi prematuri di persone in 41 paesi europei nel 2016, di cui circa 374.000 di questi decessi si sono verificati in Europa a 28.
L’Italia ha il valore più alto dell’Ue di decessi prematuri per biossido di azoto (NO2, 14.600 persone), seguita da Germania (11.900 persone) e Regno Unito (11.800 persone). E il nostro paese è primo anche per le conseguenze da esposizione all’ozono O3: 3.000 morti premature, contro 2.400 della Germania e 1.400 della Francia. Mentre per il PM2,5 è secondo con 58.600 morti premature, dopo la Germania che ne ha 59.600.
Rispetto ai dati degli anni precedenti vi sono segni di miglioramento, ma siamo ancora ben lontani da una tutela efficace della salute umana e questo ha enormi conseguenze sulla vita e il benessere delle persone, sui costi sociali, sanitari e ambientali di questo degrado.
Serve il Green Deal per sostenere lavoro e servizi
In questi giorni di #iorestoacasa come misura fondamentale per prevenire il contagio – che dobbiamo giustamente rispettare – il traffico veicolare è diminuito, così come sono stati ridotti i treni, il trasporto pubblico, il trasporto aereo e marittimo, e anche la mobilità a piedi, in bicicletta e scooters delle persone.
Il trasporto delle merci su strada (tanto) e su ferrovia (poco) prosegue le sue attività, ma ancora non sono stati resi noti i dati dei flussi: certamente anche questi, a causa della chiusura di molte attività, avranno subito una contrazione.
Ne consegue che, come abbiamo già visto in Cina, si riduce la congestione e l’incidentalità stradale, la qualità dell’aria migliora e anche le emissioni di C02 potrebbero momentaneamente ridursi. Già si affacciano i primi studi che indicano come si sono ridotti i flussi di traffico e i chilometri percorsi.
Voglio sottolineare che mobilità sostenibile non equivale a “stare fermi”, ma a muoversi con mezzi a basso o zero impatto, eliminando gli spostamenti inutili e dando la preferenza a soluzioni smart. Camminare, usare la bicicletta e la sharing mobility, utilizzare il treno, un autobus, scooters, auto e micromobilità elettrica, usare un veicolo commerciale elettrico per la consegna delle merci, affollare strade, piazze e spazi pubblici, è la visione per la città del futuro.
Di questi tempi lo smart working è diventato una realtà per lavorare da remoto per molti cittadini/e con Skype, Zoom, MTeams e altre piattaforme che funzionano davvero. Una soluzione innovativa che c’è da augurarsi prosegua anche dopo l’emergenza, eliminando gli spostamenti inutili. Certo, anche qui è apparso in tutta la sua evidenza il digital divide, avere o non avere una connessione wifi e un computer a casa, saper maneggiare le nuove tecnologie, avere l’alfabeto giusto per stare nella rete e in collegamento con il mondo, misurare l’efficienza della pubblica amministrazione e delle imprese. Basta guardare la giusta protesta di piccoli comuni, comunità montane e aree interne scarsamente connessi e quindi oggi in maggiore difficolta a garantire servizi e coesione sociale per la popolazione.
Un altro effetto dell’emergenza coronavirus è la crescita dell’e-commerce e delle consegne a casa mediante furgoni e riders, anche se da prime valutazioni sembrerebbe che non ci sia un boom delle consegne in bicicletta a causa della chiusura di molte attività (anche su questo vedremo i dati). Un sistema logistico per l’e-commerce che stava già crescendo vistosamente e che adesso è esploso, tant’è che se provate a ordinare online a Roma, in diverse catene di supermercati propongono consegne dopo una decina di giorni (esperienza personale). Del resto, per chi effettua le consegne in questo momento vi sono condizioni ottimali, con le strade liberate dal traffico e tutte le persone ferme a casa in attesa delle consegne – come mi ha fatto notare con un po’ di ironia un esperto di logistica.
Se in questo frangente è certamente una soluzione non dobbiamo dimenticare che c’è un intero sistema logistico che ha bisogno di regole serie, per imporre diritti dei lavoratori, per far pagare i costi esterni che questo traffico genera con i suoi impatti ambientali e sociali (che ci fanno credere siano gratis), per introdurre maggiore sicurezza e utilizzare veicoli elettrici.
Avrete anche notato che per rilanciare l’economia, causata dalla grave crisi dell’emergenza coronavirus che sarà purtroppo pesante, si ripropongono nel dibattito pubblico vecchie ricette che non hanno mai funzionato, come grandi opere, commissari straordinari, sospensione del codice appalti per fare presto. Misure che non hanno mai portato soluzioni efficaci, in genere hanno aumentato il debito pubblico, limitato ricerca e innovazione, quasi sempre portato a grandi inchieste della magistratura per corruzione.
C’è da augurarsi che questa non sia la strada che il Governo percorrerà nei prossimi decreti e diventi invece una opportunità reale per cambiare strada, anche snellendo le procedure se serve. È necessario puntare sui lavori legati al Green Deal, l’economia circolare, le rinnovabili, contro il dissesto e la rigenerazione del territorio, per la mobilità sostenibile e la decarbonizzazione dei trasporti. Un piano per il potenziamento di un efficace sistema sanitario pubblico, per potenziare ricerca, formazione e sistema scolastico, per rigenerare le città, riqualificare l’edilizia anche contro il pericolo sismico, per il risanamento dei siti inquinanti e la riconversione e innovazione industriale.
In questi tempi di pandemia in molti dicono che niente sarà come prima. Ma non diamo per scontato che possano emergere solo soluzioni smart, innovative, eque e sostenibili, perché il vecchio e l’inerzia del passato sono sempre in agguato. Quindi anche ora servono, idee innovative, impegno e confronto pubblico per le scelte del nostro Paese.
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mercoledì 11 marzo 2020

PETIZIONE PER AVERE MONZA NEL PARCO GRUGNOTORTO-VILLORESI-BRIANZA CENTRALE

Una petizione dei gruppi e delle associazioni del coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB (di cui Sinistra e Ambiente è parte attiva) chiede che Monza concretizzi la sua adesione al Parco Locale di Interesse Sovraccomunale Grugnotorto-Villoresi-Brianza Centrale (GruBria).
Firma anche tu.

Per firmare, clicca sull'immagine o qui.

venerdì 6 marzo 2020

COMITATI LOCALI, GRUPPI AMBIENTALISTI E OSSERVATORIO PTCP DI MB CHIEDONO CHE MONZA CONCRETIZZI LA SUA ADESIONE AL PLIS GRUBRIA

Il 24-10-2016, Monza, con la deliberazione n° 77 approvata in Consiglio Comunale con 23 favorevoli, 1 contrario e 6 astenuti chiedeva l'entrata nel PLIS del Grugnotorto - Villoresi identificando con apposita cartografia allegata alla delibera, alcune aree libere da aggregare alla superficie del PLIS Grugnotorto - Villoresi.
Le aree monzesi aggregate nel 2016 al PLIS Grugnotorto-Villoresi
Per Monza veniva anche definita e attribuita la quota annuale di adesione.
La decisione veniva poi avallata dalla Provincia di MB in data 9 marzo 2017.
A distanza di tre anni, il PLIS Grugnotorto-Villoresi si è accorpato con il PLIS Brianza Centrale dando origine al nuovo PLIS GruBria.
Purtroppo, nel frattempo, Monza non ha mai versato al Plis Grugnotorto-Villoresi le quote annuali  previste.
Anche il percorso che ha portato alla nascita del GruBria non è stato seguito e ne tantomeno partecipato dall'attuale amministrazione di Monza, e la passata adesione è rimasta inapplicata e sospesa.
Per questo, i comitati cittadini, i gruppi e le associazioni ambientaliste della Provincia monzese e del Coordinamento Osservatorio PTCP di MB con un comunicato chiedono che l'amministrazione monzese concretizzi quanto prima l'adesione e la partecipazione nel PLIS GruBria.
Tra i firmatari, sono presenti anche SINISTRA E AMBIENTE e IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ di Meda che condividono e auspicano un'azione collegiale per inserire le aree monzesi nel GruBria, ricordando inoltre che anche all'amministrazione medese è stata avanzata una richiesta di aggregazione di superfici libere di Meda Sud e di adesione al Plis.

Il comunicato:

La petizione da firmare:

PETIZIONE PER AVERE MONZA NEL PARCO GRUGNOTORTO-VILLORESI-BRIANZA CENTRALE

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