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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare

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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

venerdì 29 giugno 2018

IL 6° RAPPORTO DI BONVENA SUI RICHIEDENTI ASILO IN PROVINCIA DI MB

Come ogni anno, il Raggruppamento Temporaneo d'Impresa BONVENA (raggruppamento di gruppi ed associazioni del settore NO PROFIT) che si occupa di gestire l'accoglienza dei richiedenti asilo in Provincia di Monza e Brianza pubblica il rapporto sulle attività e sul modello di accoglienza praticato per le persone da lei ospitate in applicazione al bando della Prefettura di MB.
Il report arriva in un periodo "caldo" sull'argomento Profughi, con esternazioni e azioni quotidiane di un ministro in quota Lega aventi lo scopo di criminalizzare le ONG che nel Mediterraneo si occupano di porre in salvo un'umanità disperata, preda di traffici e scafisti senza scrupoli.
Azioni e dichiarazioni irresponsabili e da continua e costante propaganda elettorale che creano e diffondono odio verso coloro che si trovano in condizioni di estrema difficoltà, facendoli falsamente percepire come causa dei problemi che investono il Paese Italia.
C'è però qualcuno che ogni giorno lavora affinchè si gestisca al meglio l'accoglienza sul territorio, con attività di socializzazione e conoscenza reciproca, di formazione linguistica e professionale, di  tirocini formativi.
Ecco questa è l'agire che più ci piace perchè crea inclusione e non discriminazione.
Sono oltre un migliaio i richiedenti protezione internazionale accolti nelle strutture presenti in 44 comuni del territorio brianzolo.
Per la maggior parte - circa 700 - ospitati all'interno di appartamenti, in piccoli gruppi, secondo un modello innovativo di accoglienza diffusa a basso impatto, volta a promuovere la relazione con la comunità ospitante.
Più di 11 mila le ore di formazione erogate, solo nel primo trimestre 2018, per fornire competenze professionali a chi vuole costruire il proprio futuro in Italia. Ma anche corsi di lingua italiana, coinvolgimento in attività di volontariato, nella pratica dello sport e in progetti artistici e culturali.
Un fondo Hope creato appositamente a supporto della formazione individuale e dei tirocinii. Non manca l'assistenza e il supporto legale in convenzione con l'ARCI.
C'è l'ompegno attento e continuo degli operatori che seguono i piccoli gruppi ospitati negli appartamenti anche con il prezioso ausilio della mediazione linguistica e culturale.
Certo, un lavoro non semplice, pieno di momenti difficili, ma un lavoro utile non solo per i richiedenti asilo ma anche per la comunità della nostra Provincia.

Gli Enti che compongono la Rete Bonvena sono: 
Consorzio Comunità Brianza, Consorzio Sociale CS&L, Aeris Coop Sociale, Associazione II Mosaico Interculturale Onlus, Associazione Sulè Onlus, Azalea Coop Soc, Buena Vista Coop Soc, Caritas Zona Pastorale V, Glob Coop Sociale, La Grande Casa Coop Sociale, Meta Coop Sociale, Associazione Natur& Onlus, Novo Millennio Coop Sociale, Pop Coop Sociale, Sociosfera Coop Sociale.

Ecco, prendetevi un po' di tempo e leggete il VI report "dal mare e dalla terra".
Serve ad informarsi meglio sulla realtà, dando un calcio alle mistificazioni e alle panzanate diffuse a piene mani dagli imprenditori della paura e da coloro che hanno costruito le loro fortune politiche e d'immagine sulla denigrazione e sul razzismo.

martedì 26 giugno 2018

PEDEMONTANA METTE A GARA IL PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA DELLE AREE CONTAMINATE DALLA TCDD

Il 21-6-018, sul sito di Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) è comparso l'avviso di una procedura di evidenza pubblica per un bando di gara come "Procedura aperta ex art. 60 del D.Lgs. 50/2016 per l’affidamento del Progetto Operativo di Bonifica e/o di messa in sicurezza, ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, delle aree dell’incidente ICMESA contaminate da diossina ed interessate dal tracciato Autostradale Pedemontana".
Si tratta dell'avvio dell'iter per aggiudicare a partire dalla base d'asta di 137.257 euro l'elaborazione e l'affidamento di un Progetto Operativo di Bonifica e/o messa in sicurezza di quelle che sono state identificate come aree da assoggettare a tale obbligo ai sensi del D.Lgs 152, a seguito della Caratterizzazione e del Decreto Regionale 14300 del 16-11-017. (ce ne siamo occupati qui)
Il Capitolato Speciale d'Appalto ci consente una prima comprensione rispetto a ciò che, secondo APL, dovrà essere tenuto in considerazione nella stesura del Progetto Operativo di Bonifica.
Oltre a tutta la documentazione della Caratterizzazione e agli atti formalizzati e approvati da Regione Lombardia al tavolo tecnico del 28-2-2017 che sono divenuti esecutivi con il Decreto Regionale 14300, il Progetto dovrà considerare le risultanze dello studio di fattibilità commissionato da  APL alla soc. ST&A srl di Milano.
Le risultanze di questo studio non sono purtroppo al momento accessibili anche se nel Capitolato Speciale d'Appalto è scritto che con lo studio di fattibilità è stata stimata quantitativamente la terra contaminata, sono stati identificati  i siti di conferimento della stessa ed è stata specificata la necessità di indagini chimiche aggiuntive atte a definire/escludere aree risultate contaminate non direttamente ma per interpolazione dei poligoni di Thiessen (vedi qui).

Secondo il capitolato speciale di appalto, il Progetto Operativo di Bonifica dovrà dettagliare su:
  • quantificazione dei volumi di terreno contaminato sulla base delle risultanze della caratterizzazione, delle indagini integrative con valutazione critica di quanto stimato nel Progetto di Fattibilità Tecnico Economica;
  • eventuale proposta di integrazione delle indagini, da eseguire in fase di Progettazione Esecutiva dell’opera autostradale
  • aggiornamento del Modello Concettuale definitivo del sito; 
  • aggiornamento dell’analisi di rischio; 
  • rettificazione e regolarizzazione operativa dei poligoni di Thiessen al fine di definire le aree di scavo effettivamente eseguibili in fase operativa di bonifica; 
  • individuazione delle più opportune operazioni di bonifica ai sensi del D.Lgs. 152/2006
  • modalità operative di esecuzione dell’intervento di bonifica
  • piano degli Scavi; 
  • piano degli Smaltimenti (Modalità di gestione dei terreni contaminati con individuazione dei siti di conferimento, flussi e tracciabilità dei rifiuti, codici CER, quantitativi);  
  • modalità di gestione delle terre non contaminate prodotte nel sito di bonifica, anche in relazione al loro potenziale impatto rispetto alle aree limitrofe, esterne al cantiere autostradale, a destinazione verde/residenziale; 
  • suddivisione dell'intervento in più lotti funzionali; 
  • modalità di allestimento e gestione dei cantieri di bonifica; 
  • coordinamento delle attività di bonifica dei terreni con le attività di Bonifica degli Ordigni Bellici (BOB); 
  • coordinamento delle attività di bonifica con le problematiche di gestione/deviazione del traffico lungo l’asse dell’attuale superstrada Milano-Meda; 
  • individuazione delle principali modalità di gestione delle attività di bonifica in coordinamento con le attività di cantierizzazione dell’infrastruttura autostradale in merito alla sequenzialità/suddivisione in lotti dell’intervento di bonifica; 
  • valutazione delle attività di bonifica in relazione alla presenza di sottoservizi; 
  • definizione del protocollo di verifiche ambientali (campionamento ed analisi), finalizzate all’omologa dei terreni contaminati; 
  • definizione delle modalità di collaudo dell’intervento di bonifica; 
  • definizione del protocollo di monitoraggio delle polveri; 
  • individuazione delle "pratiche migliori" per il controllo della diffusione degli inquinanti/polveri in fase di scavo dei terreni e di trasporto degli stessi verso i siti di conferimento; 
  • definizione delle modalità di gestione di eventuali acque di lavorazione/lavaggio/ecc.; 
  • predisposizione di un cronoprogramma con la definizione di tutte le fasi. 
  • definizione del costo dell'intervento (computo metrico estimativo della bonifica e quadro economico)
Oltre a questi aspetti, nel bando di gara, sono affidate le azioni di comunicazione sulle attività in corso verso i Sindaci, le amministrazioni locali, le istituzioni, la cittadinanza e gli organi di informazione anche con incontri, riunioni e presentazione di elaborati.
Il Progetto Operativo di Bonifica dovrà essere poi presentato in Conferenza di Servizi con possibilità di revisione su richiesta degli Enti preposti.


Ora ci preme evidenziare alcune nostre preoccupazioni.
Il Progetto Operativo di Bonifica messo a gara, come tutte le documentazioni sinora prodotte da APL nell'ambito della Caratterizzazione, sarà basato sul PROGETTO DEFINITIVO DEL 2012.
Nelle linee guida risulta che il definitivo 2018 introdurrà modifiche rispetto al definitivo 2012.
Sino a che punto il Piano Operativo di Bonifica ne terrà conto ? Quale incidenza avranno ?
Su quest'aspetto c'è un passaggio nel Capitolato Speciale d'Appalto che recita:
"Si fa presente, inoltre, che il progetto stradale che dovrà essere utilizzato come base per lo sviluppo del Progetto Operativo di Bonifica potrà subire lievi modifiche rispetto al tracciato considerato negli elaborati di caratterizzazione e in quelli ad esso successivi."
Eppure, le modifiche SOSTANZIALI potrebbero comportare la riscrittura sia dell'ANALISI DI RISCHIO sia del MODELLO CONCETTUALE DI SITO, proprio a rispondenza di una prescrizione ARPA e ATS.
E ancora: cosa si prevede di fare nelle aree con livello di contaminazione inferiore al limite industriale (100 ng eq/kg) e quindi fuori dalla riperimetrazione della bonifica ma dove i lavori autostradali comporteranno comunque movimentazione di terreno con contenuto di diossina ? Si pensa o si vuole forse lasciare la terra lavorata ma inquinata dalla TCDD in loco ?
Che influenza avrà lo studio (tutto interno ad APL e non pubblico) di fattibilità tecnica/economica nell'orientare le scelte esplicitate nel progetto di bonifica ?
Continua a mancare il PROGETTO ESECUTIVO (ora previsto dopo la predisposizione del nuovo Definitivo 2018) ma è proprio sul Progetto ESECUTIVO che va verificata la congruenza delle  documentazioni prodotte da APL all'interno del procedimento avviato a rispondenza dell'art 242 del testo unico ambientale. Come possono dunque essere inserite in un procedimento avviato che ha  ufficializzato con il D.R 14300 determinate condizioni le riduzioni e le modifiche che ora APL persegue ?
Serve dunque continuare a seguire con attenzione tutti i passaggi connessi e conseguenti alla Caratterizzazione.
Serve ancora ribadire l'opportunità e la necessità che si rinunci al completamento di questa inutile ed impattante autostrada, visti i rischi che la contraddistinguono.

Sinistra e Ambiente - Meda
Legambiente circolo Laura Conti Seveso

mercoledì 20 giugno 2018

SINISTRA E AMBIENTE DI MEDA E LEGAMBIENTE DI SEVESO HANNO INCONTRATO LA FLA SULLO STUDIO DI RISCHIO DA ESPOSIZIONE A DIOSSINA



Il 7 maggio 018 il gruppo di Sinistra e Ambiente di Meda e il Circolo "Laura Conti" di Legambiente di Seveso hanno congiuntamente ed unitariamente chiesto informazioni e aggiornamenti alla Fondazione Lombardia per l'Ambiente (FLA) circa l'indagine di valutazione di rischio da esposizione alla diossina residua dell'incidente ICMESA di cui era stata incaricata la FLA ai sensi della DGR X/5268.
A seguito della disponibilità della FLA, negli uffici milanesi della Fondazione, in data 11 giugno 2018 si è tenuto un incontro tra i rappresentanti di Sinistra e Ambiente (Alberto Colombo) e Legambiente circolo Laura Conti di Seveso (Gemma Beretta) e la FLA, presente con il Direttore Dr. Fabrizio Piccarolo, il Prof. Antonio Ballarin Denti del Comitato Scientifico, il Dr Gianni Del Pero del Comitato Scientifico "Progetto Icmesa", l'Ing. Giuseppe Pastorelli - Resp Settore Rischio e componente del Comitato Scientifico "Progetto Icmesa" e la presenza del Dr. Nicola Di Nuzzo della Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile di di Regione Lombardia.
Il primo quesito posto dai referenti delle associazioni ambientaliste ha riguardato le cause del ritardo nella consegna della ricerca, prevista nella DGR X/528 per dicembre 2017.
Il team della FLA ha  evidenziato che il ritardo è da attribuire alla metodologia di lavoro proposta e agli eventi “imprevisti” che si sono interposti tra la previsione e quanto riscontrato di fatto.
FLA ha infatti scelto di utilizzare un metodo di ricostruzione e confronto "storico" rispetto a quella che è stata la precedente "Analisi del Rischio relativa alla presenza di diossina residua nella zona B di Seveso" del 2003 - ce ne siamo occupati qui – campionando nuovamente il suolo, laddove possibile, negli stessi punti di allora e cercando di coprire le maglie della griglia 150x150 (del 1999) allora rimaste incomplete o scoperte.
Tuttavia, in molti punti “storici” oggi non esiste più verde ma cemento quindi non è stato possibile effettuare  il carotaggio; altri punti si trovano in zone di proprietà privata e qui in molti casi è stato lento e difficoltoso l’ottenimento del consenso a procedere da parte dei proprietari.
Due situazioni tutt’altro che irrilevanti e che dovrebbero far riflettere e forse avrebbero dovuto essere previsti da chi ha impostato la ricerca. In ogni caso, per certo, elementi che sono stati causa (a dire della Fla) di ritardi nell'iter dello studio con conseguente proroga nei tempi di consegna dell'elaborato finale.
Come nel 2003, anche ora lo studio della FLA riguarderà la sola zona B e utilizzerà anche le analisi dellaCaratterizzazione dei suoli della soc. Autostrada Pedemontana Lombarda considerate compatibili e in sovrapposizione alla griglia originale del 1999.
Su questo punto i referenti delle associazioni ambientaliste hanno evidenziato che è limitante occuparsi solo del rischio in zona B  e che sarebbe stato opportuno ampliare lo studio anche alla zona R, in particolare alle aree direttamente confinanti con il perimetro della B.
Il lavoro della FLA prenderà dunque in considerazione circa 30 nuovi punti di analisi di cui circa i 2/3 sono in sovrapposizione per confronto con  quelli identificati nella maglia del 1999 e nel rapporto del 2003.
I punti "storici" non ripetibili sono stati sostituiti predisponendo una decina di nuovi punti di campionamento suddivisi tra Seveso (2), Desio (5), Cesano Maderno (4).
Tutte le nuove analisi sono in fase di certificazione da parte del laboratorio ARPA.
Nell’incontro abbiamo sottolineato che sarebbe stato auspicabile avere un numero maggiore di campionamenti, visto che la stessa DGR X/528 definisce "indagini sul top soil, almeno in 50 punti dell’area vasta, a carico dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente(ARPA Lombardia)".
In questo momento FLA è in attesa dei risultati delle ultime analisi chimiche effettuate e sta predisponendo e impostando il testo sul rischio da esposizione cui seguirà il lavoro sulla compatibilità d'uso dei suoli presi in considerazione a fini di eventuali prescrizioni per attività di pascolo animali da latte, orticolo (piante ipogee e a contatto del suolo), da allevamento domestico, agricolo (piante epigee), verde pubblico e privato, residenziale e commerciale/industriale.
E' ipotizzato il termine dell'attività di elaborazione testuale con presentazione all'istituzione regionale entro l'anno.
Come gruppi operanti sul territorio, abbiamo chiesto una diversa metodologia di presentazione e diffusione rispetto al precedente studio del 2003. 
Metodologia che tenga conto anche di un coinvolgimento dei gruppi e delle associazioni ambientaliste oltrechè delle amministrazioni, con un'azione di trasparenza e restituzione pubblica.

Sinistra e Ambiente Meda
Legambiente Seveso circolo "Laura Conti".

La planimetria con le concentrazioni di diossina dell'indagine FLA del 2003

sabato 9 giugno 2018

IN CC A MEDA ARRIVA LA MOZIONE ANTIFASCISTA: DIBATTITO SCARNO E BLINDATO DAL SINDACO CON MOZIONE RESPINTA

Nel Consiglio Comunale del 7-6-018 è andata in discussione anche la mozione Antifascista, “Rispetto dei valori della Costituzione Repubblicana e condanna dei movimenti di ispirazione neo fascisti“ presentata con la dovuta e opportuna illustrazione da Marcello Proserpio per il PD e la Lista Civica Caimi.
Il documento è stato condiviso anche da realtà sociali medesi quali l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI), l'Associazione Cattolica Lavoratori Italiani (ACLI), i sindacati CGIL-CISL-UIL e da Sinistra e Ambiente che ha dato un contributo attivo alla stesura del testo, aderendo convintamente.
La mozione (vedi sotto) è nata in assenso agli appelli dell'ANPI nazionale per combattere fascismo e intolleranza e far pronunciare anche le Istituzioni  (vedi qui)  aveva l'obiettivo di  togliere agibilità politica alle organizzazioni neofasciste, xenofobe, omofobe e razziste, subordinando l’ottenimento di spazi e luoghi pubblici, l’occupazione di suolo pubblico, il Patrocinio del Comune e i contributi comunali, alla sottoscrizione di una specifica dichiarazione.
Dichiarazione, debitamente implementata in un regolamento comunale,  ove esplicitare l'assoluta adesione ai principi della Costituzione nata dalla Resistenza, il diniego dell'ideologia fascista e della  sua simbologia e l'assicurazione di non essere promotore e diffusore di discriminazioni di carattere etnico, religioso, linguistico e sessuale.
Altri punti qualificanti della mozione erano la promozione della Memoria Storica della Resistenza, delle origini antifasciste della nostra Repubblica e la sensibilizzazione sui pericoli e sulle degenerazioni rappresentate dai nuovi fascismi.


Durante il dibattito, il Consigliere Taveggia, noto per il suo "conservatorismo tradizionalista" ha sfoderato le previste e provocatorie richieste di emendamenti (giustamente non accettati dai presentatori) chiedendo l'inserimento dell'equiparazione tra fascismo e comunismo.
Lui ha palesemente dimenticato che la legislazione italiana reprime la ricostituzione e l'apologia del fascismo e non il comunismo, sorvolando sul dato storico del nostro Paese che vide i Partigiani d'ispirazione comunista essere tra i principali protagonisti della lotta di Liberazione al nazifascismo.
Sue anche altre "perle" sulla difesa della famiglia tradizionale che nulla c'entravano con i contenuti della mozione.
Molto ecumenico, poco aderente alla realtà e lontano dal merito della mozione l'argomentare del Consigliere Busnelli di Meda per Tutti con un generico appello alla volontà di dialogo che deve sempre prevalere e di condanna degli estremismi. Certo, il dialogo è sempre un auspicio ma ha poco a che vedere con chi pretende di utilizzare spazi di Democrazia per diffondere odio, mistificazioni, contenuti, azioni e comportamenti fuori dal vivere civile e dai principi Costituzionali di uguaglianza e rispetto.
La maggioranza di Lega + FI + FdI è stata globalmente zittita nelle sue componenti dall'intervento del  Sindaco Luca Santambrogio, fatto a nome dei tre gruppi politici.
Santambrogio ha ritenuto la mozione superflua e ridondante perchè - a dir suo - l'amministrazione già si muove nel rispetto della Costituzione e dei suoi principi fondanti oltre che delle normative in materia e sostenendo che molte autorizzazioni prevedono il parere della Prefettura e non dell'amministrazione comunale.
Dichiarazione quest'ultima che non rappresenta appieno la realtà poichè è comunque l'amministrazione che decide in prima istanza la concessione di sale pubbliche comunali, patrocini o contributi comunali.
L'intervento unico del Sindaco a nome della sua maggioranza è stata una presa di posizione per evitare un dibattito allargato in Consiglio Comunale dove, evidentemente per alcuni, è ancora un pronlema riconoscere che fascismo, discriminazioni, razzismo, omofobia  non sono "opinioni" ma crimini e aberrazioni.
La mozione è stata respinta con 12 voti contrari (Lega Nord + FI + FdI + Lega Taveggia Sindaco), 4 favorevoli (Pd + Lista Civica Caimi) e 1 astenuto (Meda per Tutti).

giovedì 7 giugno 2018

A MEDA I CONFINI DEL PARCO REGIONALE NON COINCIDONO ESATTAMENTE CON QUELLI STABILITI DAL CONSIGLIO COMUNALE

Il 12-2-2015, dopo un passaggio in Commissione Territorio e Ambiente, allora presieduta dal rappresentante e Consigliere di Sinistra e Ambiente Alberto Colombo, il Consiglio Comunale di Meda si espresse favorevolmente sulla delibera che chiedeva l'inserimento della porzione medese del PLIS Brughiera nel Parco Regionale delle Groane.
Un simile atto era stato approvato o lo sarà a seguire, da altri Comuni (in totale 13 di cui 8 del PLIS Brughiera) che fecero altrettanto per il territorio di loro competenza.
La Delibera Consiliare n° 1 del 12-2-015 era ed è composta anche dalla Planimetria delle aree da includere nel parco regionale delle Groane che includeva fedelmente tutto quanto già compreso entro i confini della porzione medese del PLIS Brughiera. (vedi mappa sotto).

https://photos.google.com/share/AF1QipMZ7Qh_4Mjfi79kbeDbCcbmeOHciETCTl1vtOgdQPosRNirXjBHAQPz631TiI0vCg/photo/AF1QipMAyEaMrsZaszrpXV6NT1D64mlT8xgtnkGUhk0W?key=NUFpbDY3TjgxQlhISmNPV1hYT3Rvc0daX3g5MmN3
In verde, la Planimetria delle aree da includere nel parco regionale delle Groane 
parte della Delibera di Consiglio n° 1 del 12-2-015 (cliccare sopra per ingrandire)
La Delibera, espressione di un organo politico/amministrativo sovrano quale è il Consiglio Comunale, è stata successivamente inviata alla Regione Lombardia e all'Ente Parco Regionale delle Groane per esplicitare la volontà di adesione alla tutela regionale delle aree rappresentate nella cartografia allegata e avviare così l'iter di ampliamento e inclusione nel Parco Groane.
Il nuovo perimetro del Parco Regionale è stato quindi definito con la Legge Regionale n° 39 del 28-12-2017 sulla base della perimetrazione trasmessa dal Comune consguentemente alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 1 del 12/02/2015.
Però .... però strada facendo, è successo qualcosa che ancora non si riesce a comprendere.
Un'analisi di dettaglio della mappa webgis presente sul sito del PLIS Brughiera evidenzia delle incongruenze relativamente alla corrispondenza tra i confini del PLIS e quelli del Parco Regionale.
I confini del PLIS (in verde) e quelli arancio del Parco Regionale Groane (di cui il PLIS è ormai parte) in alcuni punti non coincidono - vedi sotto -.
Questo esclude evidentemente alcune aree medesi dalla tutela regionale, differentemente da quanto stabilito nella Delibera Consiliare del 12-2-015.

La mappa webgis con le aree più evidenti escluse dalla tutela regionale per difformità di confini 
(verde PLIS, arancio Regionale)
Questo aspetto, emerso anche in sede della Commissione Territorio e Ambiente il 4-6-018, merita indubbiamente un approfondimento per sapere chi e perchè ha apportato modifiche, quando ciò è avvenuto, se queste modifiche in riduzione dell'area protetta con esclusione di alcune proprietà siano o meno legittime poichè difformi rispetto alla volontà consiliare.
Per questo, Sinistra e Ambiente ha scritto agli attuali amministratori chiedendo e attendendosi ufficialmente ragguagli di merito.

martedì 5 giugno 2018

IL RINGHIO RAZZISTA DI UN MINISTRO CHE NON VUOL VEDERE LE REALTA' DI SFRUTTAMENTO E NEGAZIONE DELLA DIGNITA' UMANA


Nel paese dell'ipocrisia, un ministro, non degno di tale carica, ogni giorno, in continua campagna elettorale, si scaglia costantemente contro migranti, richiedenti asilo e profughi, bollandoli come soggetti non desiderati e sproloquiando di "pacchia finita" per loro.

Così, mentre in molte aree di quest'Italia chi proviene da altri Paesi e cerca un lavoro, è spesso sottoposto a sfruttamento, negazione della dignità umana e intimidazioni, lo stesso ministro non spende nemmeno una parola per Soumayla Sacko, un ragazzo del Mali, un attivista sindacale dellUSB, ucciso a fucilate in una zona del Paese dove alcuni "italianissimi" con contorno di organizzazioni criminali, tengono ostaggio i migranti, forza lavoro a bassissimo costo, ipersfruttata e continuamente ricattabile.

La rabbia degli schiavi,

sciopero e corteo ricordando Soumayla

Cronache di ordinario razzismo. La protesta dei migranti della Piana di Gioia Tauro dopo l’omicidio del sindacalista maliano ucciso domenica a fucilate. Gli amici del 29enne del Mali parlano «omicidio razzista». La pista delle ’ndrine

SAN FERDINANDO (RC)
«Al campo di San Ferdinando la notte di domenica è stata di mestizia e rabbia. 
I maliani volevano sfogare la loro inquietudine. Hanno acceso qualche copertone ed eretto qualche estemporanea barricata di cartone. Nulla più. 
Quanto basta, tuttavia, per allertare il Viminale che di notte ha cinto la tendopoli di uno spropositato plotone di militari. Si temevano tumulti. 
Nulla di più esagerato. 
LA GIORNATA DI IERI È STATA quella del ricordo e della lotta. Uno sciopero dei braccianti, indetto dalla Usb, e, a seguire, un’assemblea che si è poi trasformata in un pacifico corteo direzione municipio. Il dolce viso di Soumayla Sacko restava impresso nei tanti cartelli che i suoi amici hanno impugnato nel lungo percorso di 5 km che dalla zona industriale porta nel centro del paese. San Calogero, il luogo dell’agguato, invece, sta altrove. Lontano 20 km, un’ora di cammino e in un’altra provincia, Vibo Valentia.

ALL’EX FORNACE, «La tranquilla», la fabbrica dismessa, abbandonata e posta sotto sequestro perché divenuta sede di stoccaggio di tonnellate di rifiuti tossici, Soumayla Sacko era andato insieme ad altri due braccianti per prendere un po’ di lamiere. Servivano per costruire una baracca nella favela di San Ferdinando. Non per lui ma per un altro raccoglitore maliano. Era anche questo Soumayla, un generoso che aiutava tutti. In prima linea nelle mobilitazioni, era alla testa del corteo per Becky Moses, la nigeriana arsa viva nel tragico rogo di qualche mese fa. A queste latitudini, ormai, le tragedie sono rituali. A cadenza continua ci sono stati morti per assideramento, per denutrizione, per incendi dolosi. Ora per fucilate con armi da caccia grossa, di quelle usate per ammazzare i cinghiali. Probabilmente per mano delle ‘ndrine.

SOUMAYLA, 29 ANNI, è stato freddato in pieno giorno nella campagna vibonese davanti a quella fabbrica maledetta. E così, Soumayla sarà nei prossimi giorni «rimpatriato», ma in una bara, destinazione Bamoko. Ad attendere la salma, una bimba di 5 anni e una compagna di 30. «Poteva essere una strage e solo per caso non ci hanno rimesso la vita Madiheri Drame e Madoufoune Fofana. E non ci vengano a dire, come qualcuno ha provato a fare, che si è trattato di un furto visto che si trattava di un luogo abbandonato. E’ stato un agguato premeditato e xenofobo», dice Giuseppe Tiano, del movimento antirazzista della Piana. Gli inquirenti non formulano un’ipotesi precisa, ma le indiscrezioni portano alla criminalità organizzata per cui Soumalya potrebbe aver pagato una «invasione di campo». Il procuratore di Vibo, Bruno Giordano, da poco a capo degli inquirenti vibonesi (prima era a Paola e istruì la pratica sulle navi dei veleni), conferma: «In zona avevamo ricevuto diverse segnalazioni. Più di qualcuno era infastidito dalla presenza dei migranti».

D’ALTRONDE, meno di un anno fa, i carabinieri gioiesi avevano arrestato quattro ragazzi per una lunga serie di aggressioni. Di sera andavano a caccia di neri. Salivano su una Fiat Punto e iniziavano la ronda con i bastoni sotto ai sedili. Stavolta la macchina è una Alfetta, non ci sono bastoni ma una lupara. Ieri, la reazione dei migranti è stata ferma. «Non era un terrorista, non era un criminale, non aveva armi e gli hanno sparato alla testa come una bestia» dice Idris, ivoriano di 40 anni, amico della vittima.

I RAGAZZI IN CORTEO SONO tutti regolari ma vivono una condizione di lavoro irregolare schiavistico. Come braccianti, secondo il contratto nazionale di lavoro, avrebbero diritto ad un alloggio. I più sono invece costretti a vivere nella tendopoli, rinata come una brutta fenice dalle ceneri del vecchio insediamento andato a fuoco. «Bisognerebbe dare le case sfitte a questi lavoratori – s’infervora Maria Francesca D’Agostino, professoressa all’Unical ed esperta di migrazioni – e invece proliferano i megacampi. Il sindaco ci ha avvertiti che nei prossimi mesi sgombereranno la tendopoli. Ma cosa ne sarà di questi lavoratori quando in autunno torneranno per la raccolta delle arance? Le istituzioni procedono in ordine sparso. E’ tutto improvvisato. Dopo la morte di Becky non è cambiato nulla. I braccianti sono costretti a restare perchè in attesa del rinnovo della questura di Gioia e sono domiciliati qui a San Ferdinando, altri sono in attesa di ricorrere contro i dinieghi delle commissioni. Ma c’è anche una responsabilità politica e non solo del Viminale.

Grave è il comportamento della regione Calabria e del presidente Oliverio che avrebbero piena competenza ad attuare politiche di inclusione e invece non fanno nulla. Avrebbero fondi comunitari da investire ma preferiscono le passerelle per le inaugurazioni delle tendopoli». Soumayla viveva proprio nel nuovo campo, la soluzione «temporanea» in attesa di dare il via ai progetti di accoglienza diffusa. Che non si sono mai visti. Il corteo non è imponente perchè non è alta stagione. La manodopera bracciantile in perenne transumanza nelle campagne meridionali ora si è spostata nel foggiano e nell’agro nocerino. «Ci hanno comunicato che in Puglia 2mila raccoglitori hanno incrociato le braccia in onore di Soumalya. Lo sciopero è riuscito» grida al microfono Aboubakar Soumaulo, il leader dei braccianti. La rabbia è contro i giornalisti e organi istituzionali che avevano derubricato il fatto a furtarello di lamiere. Quasi che se la fossero andata a cercare.

«CHI TOCCA UNO, tocca tutti», «mai più schiavi», urlano in corteo. C’è chi porta un mazzo di fiori rossi, chi un drappo bianco in segno di lutto, sono quasi tutti ragazzi giovani, sotto i 40 anni, alcuni indossano magliette di squadre di calcio , un melting pot che trasuda angoscia e disperazione. «Questi lavoratori sono trattati in condizioni disumane, contro le regole, con salari da fame. Le istituzioni proteggono questo sistema – spiega Guido Lutrario – dell’esecutivo nazionale Usb – Queste persone non sono illegali piuttosto sono vittime di illegalità». È quanto andrà a reclamare una delegazione ricevuta dal questore di Reggio Calabria. Al termine, nel primo pomeriggio, il corteo si scioglie, i migranti defluiscono e ritornano nel campo. «La pacchia è finita, ma per il ministro Salvini» dicono mentre vanno via. 

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Dello sfruttamento ce ne siamo occupati anche su:

IMMIGRATI: SFRUTTAMENTO E CAPORALATO