Riparte l'attività di INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE sulla futura autostrada Pedemontana. Riparte dal punto relativo all'ampliamento della campagna di rilevamenti per caratterizzare i suoli ancora contaminati da TCDD (come da prescrizione CIPE n°3) di cui ancora non si sa nulla e di cui, a breve, chiederemo un impegno alle amministrazioni locali e alla stessa Società Pedemontana. Nel frattempo, abbiamo analizzato un altro documento: la relazione della FLA (Fondazione Lombardia per l'Ambiente) del 2003.
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Il rapporto completo della FLA cui abbiamo potuto
accedere, è consultabile all'Archivio del
Ponte della Memoria che si trova presso il Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, associazione aderente ad INSIEME IN RETE, e nelle disponibilità di tutte le
amministrazioni locali (come si può evincere nel documento stesso che trovate a fondo post).
Ve lo proponiamo quale contributo
dei gruppi di INSIEME IN RETE, per dare ulteriori elementi atti a rafforzare
quanto da tempo diciamo e cioè, il pesante rischio per la salute cui si
sottoporrebbe la popolazione locale, qualora si procedesse alla costruzione
dell’autostrada Pedemontana nei tratti che interferiscono proprio con le zone
interessate dall’incidente ICMESA, ancora oggi contaminate da TCDD (DIOSSINA).
Un passaggio che sulle suddette zone avrà anche un impatto determinato dalle
opere complementari e di connessione all’autostrada stessa.
Rispetto al documento della FLA, (di
cui rendiamo accessibili le pagine di relazione) le analisi sulle
concentrazioni di TCDD (Tetraclorurodibenzoparadiossina – la Diossina
dell’ICMESA) eseguite nel 2008 da una società incaricata da Pedemontana e in
contradditorio con ARPA (in nostro possesso), confermano la presenza di
diossina oltre le soglie stabilite dalle normative (10 ng/Kg per verde pubblico
e 100ng/kg per siti a destinazione industriale secondo il Dlgs 22 del 5/02/97 –
decreto Ronchi).
Esattamente, 52 campionamenti superano il limite a verde
pubblico e di questi, 10 superano anche
il limite industriale (10 volte più alto).
I rilevamenti del 2008, quindi confermano
e ampliano le zone con concentrazione da TCDD fuori norma anche alla zona di
rispetto (zona R).
Ad aprile del 2003, la FLA
(Fondazione Lombardia per l’Ambiente) ha formalizzato il documento conclusivo
che riassume il progetto di ricerca denominato: “ANALISI DI RISCHIO RELATIVA
ALLA PRESENZA DI DIOSSINA RESIDUA NELLA ZONA B DI SEVESO”.
Progetto commissionato alla FLA da REGIONE LOMBARDIA che “ha inteso promuovere uno studio scientifico di analisi di rischio inteso ad individuare idonei interventi di bonifica e/o ripristino ambientale con misure di sicurezza” , costituendo allo scopo uno specifico gruppo di lavoro tra Reg. Lombardia, FLA, ARPA, ARF (azienda Regionale Agricoltura e Foreste, ora ERSAF), poi esteso ai rappresentanti dei Comuni di Seveso, Cesano Maderno, Desio e Meda.
Progetto commissionato alla FLA da REGIONE LOMBARDIA che “ha inteso promuovere uno studio scientifico di analisi di rischio inteso ad individuare idonei interventi di bonifica e/o ripristino ambientale con misure di sicurezza” , costituendo allo scopo uno specifico gruppo di lavoro tra Reg. Lombardia, FLA, ARPA, ARF (azienda Regionale Agricoltura e Foreste, ora ERSAF), poi esteso ai rappresentanti dei Comuni di Seveso, Cesano Maderno, Desio e Meda.
FLA ha poi attivato un comitato scientifico che
ha prodotto il lavoro.
Lo studio, dopo analisi ed
elaborazioni preliminari sui dati disponibili, “ha permesso di stimare la
maggiore esposizione alle diossine cui sono soggetti i residenti della zona B
rispetto a soggetti residenti altrove, in particolare in aree non inquinate.
Con la dicitura “diossine”, si
intende la sommatoria di tutti i tipi di policlorodibenzo-p-diossine -PCDD- e dei policlorodibenzofurani - PCDF Furani.
Tra le diossine c’è però la prevalenza, con
una concentrazione minima dell’85% della TCDD, la “diossina dell’Icmesa"
appunto.
La conclusione dello studio ha analizzato tre diverse tipologie di esposizione e cioè:
“Scenario centrale zona B” con
limitate attività a rischio
“Scenario estremo zona B” con
significative attività a rischio
“Scenario centrale di riferimento”
quale confronto con situazioni con un inquinamento e un rischio “di fondo” alla
quale è esposta la popolazione generale.
Per attività
di rischio e di esposizione si sono intese:
·
ingestione di particelle di suolo inquinato;
·
contatto dermico con particelle di suolo inquinato;
·
inalazione;
·
ingestione d'acqua;
· ingestione di prodotti alimentari di provenienza
esterna (carne, pesce, latte e prodotti derivati, uova, frutta e verdura,
cereali e derivati);
· ingestione di prodotti alimentari provenienti direttamente
dalla zona B (solo vegetali o vegetali, polli e uova, a seconda degli scenari).
I risultati sono stati:
per lo “Scenario centrale zona B”
un valore di esposizione settimanale pari a 10 pg/kg (picogrammi per chilo di
peso corporeo) pari a 1,42 pg/kg al giorno.
per lo “Scenario estremo zona B” un
valore di esposizione settimanale da 16 a 29
pg/kg quindi da 2,28 pg/kg al giorno a 4,14 pg/kg al
giorno.
per lo “Scenario centrale di
riferimento” un valore di esposizione settimanale di 9 pg/kg pari a 1,28 pg/kg al giorno.
Se si prende come riferimento il
valore limite di dose tollerabile settimanale (TWI) stabilita dalla Scientific
Committee on Food (SCF) della Commissione Europea e pari a 14 pg/Kg (picogrammi
per kg di peso corporeo, i cittadini dello “Scenario estremo zona B” risultano
essere maggiormente esposti nonché fuori dai limiti normativi, rispetto alle altre due situazioni prese in esame
Se invece si prende come
riferimento il limite di dose tollerabile giornaliera stabilito dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (WHO) pari a un valore che va da 1 pg/kg a 4 pg/kg, (dove 4 pg/kg al giorno sono
considerati come “massima assunzione tollerabile per un periodo transitorio e
il valore di 1pg/kg è il valore dell’obiettivo finale da raggiungere) ci
ritroveremmo a confrontare tutti e tre gli scenari con un valore settimanale
che va da 7pg/kg a 28 pg/kg il che metterebbe tutti i tre scenari fuori dal
limite d’obiettivo da raggiungere cioè il valore di 7pg/kg settimanali.
Nel finale, il rapporto FLA si
limita poi a consigliare alcune precauzioni:
· anche alla luce delle recenti determinazioni
comunitarie sulla TWI in precedenza documentate, l'esposizione alle diossine
dovuta alla dieta è di cruciale importanza e ha una rilevanza tutt'altro che
trascurabile anche nella popolazione generale, cioè esterna alla zona B e
all'area di Seveso;
· si suggerisce di adottare opportune cautele al consumo
di prodotti alimentari provenienti direttamente dalla zona B, con particolare
riguardo ai prodotti animali in generale nonché a taluni particolari prodotti
vegetali.
FLA consiglia inoltre una serie ulteriore di attività di ricerca e
approfondimento.
Le nostre considerazioni
Dell’intero documento, cosa ci
interessa evidenziare ? Sicuramente due aspetti.
Il primo
relativo ad una serie di dati sulle concentrazioni di diossine rilevate nei
terreni della zona B nei comuni di Cesano Maderno, Desio e Seveso con la
campagna effettuata dall’ ISPRA negli anni dal 1997 al 1999.
Già allora, la situazione
contaminazione appariva fortemente marchiata dal TCDD (diossina dell’Icmesa) con
concentrazioni fuori limite. (vedi tabelle e mappe sotto).
Le premesse e i dati analitici dell'indagine dell'ISPRA negli anni '97-99:
Limiti di legge = 10 ng/Kg per verde pubblico
100ng/kg per siti a destinazione industriale
La mappatura dei rilevamenti ISPRA. Quelli inferiori a 10pg/g (equivalente a 10ng/kg) sono entro i limiti di legge. |
Le mappe dei rilevamenti del 2008, nelle zone A, B, R interessate dal passaggio dell'autostrada Pedemontana |
Ora, se mettiamo in correlazione questo aspetto
anche con quelli che erano i fattori di esposizione presi in esame per le tre
tipologie di scenari di rischio, ed in particolare a:
·
ingestione di particelle di suolo inquinato;
·
contatto dermico con particelle di suolo inquinato;
·
inalazione;
appare evidente a tutti che
per le zone A, B, e R, lavori di escavazione sia per costruire l’autostrada Pedemontana, sia per le
opere complementari ma anche per nuovi piani d’insediamento urbanistico, AUMENTANO
sicuramente il rischio della popolazione d’essere esposta al contaminante TCDD,
che ora giace in uno strato di terreno dopo i 70 cm nelle zone ex A del Bosco
delle Querce (dove lo strato superficiale di terreno fortemente contaminato è
stato asportato e sostituito con nuovo terreno) e nel cosidetto “Top
Soil” – strato superficiale di circa 20cm – nelle zone B ed R mai bonificate.
Per questo, la prescrizione CIPEn° 3, impone a Pedemontana ulteriori accertamenti analitici nelle zone
contaminate da Diossina dei comuni di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Bovisio
Masciago.
E’ evidente che questa
integrazione d’analisi va ampliata e applicata anche agli altri comuni che
hanno all’interno dei loro confini un’area classificata come B o R e cioè
Barlassina e Desio.
Va evidenziato che le istituzioni regionali e chi ha progettato l'autostrada, era ed è in possesso degli stessi dati che ora qui esponiamo.
L’identificazione dello stato di
contaminazione da TCDD del suolo, potrà consentire valutazioni obbiettive sulla
necessità di messa in sicurezza di queste aree, e, auspichiamo, la
consapevolezza e l’assunzione di responsabilità atta ad evitare che la
costruzione dell’autostrada pedemontana (opera che da sempre noi consideriamo inutile)
esponga nuovamente al rischio diossina la popolazione e i lavoratori addetti
alla sua realizzazione.
Documento elaborato da INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
Rilevamenti del JCR di ISPRA 1997-1999 sulle concentrazioni di DIOSSINA (TCDD) nella zona B by Sinistra E Ambiente
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