Da tempo nelle nostre riflessioni ci chiediamo quali siano i criteri e le valutazioni alla base delle quali molti Comuni della Brianza abbiano concesso nei loro PGT abnormi e devastanti COLATE DI CEMENTO che hanno ridotto la nostra terra ad una piastra di cemento e asfalto, con centri urbani collegati come immense periferie senza soluzione di continuità da Milano a Monza e da Monza verso il comasco.
Quelli che per noi erano sospetti, si stanno definendo in una sostanziata illegalità diffusa su cui la Magistratura sta indagando.
Come diceva PASOLINI, "NON HO LE PROVE MA SO".
Ora, attendendo che la Magistratura faccia fino in fondo il suo lavoro, non possiamo però esimerci da una valutazione politica negativa, da una denuncia pubblica rispetto all'indecente commistura di alcuni politici ed amministratori pubblici con l'affarismo speculativo (spesso foraggiato da capitali illegali) e chiedere anche noi a gran voce che queste indecenze siano rimosse dalla politica.
Se il Sindaco di Carate, del PdL, MARCO PIPINO avesse un'etica e non l'indecenza di dire che non si è accorto di nulla, con parte della sua giunta indagata, con parte dei suoi funzionari indagati e con un suo consulente illustre (ANTONINO BRAMBILLA) pure indagato, si sarebbe DIMESSO perlomeno per DECENZA.
Le responsabilità del SACCO DEL TERRITORIO cominciano ad avere un nome e un cognome e pure un'appartenenza politica e l'elenco degli indagati si allunga, anche se, purtroppo, nessuno potrà ridarci quella VERDE BRIANZA che ricordiamo con nostalgia.
Dinanzi a simili notizie, dov'è finita l'arroganza di chi ci ha sempre additato come "freni allo sviluppo", come "talebani dell'ambientalismo", come "quelli del no a prescindere" ?
Hanno ancora il coraggio di parlare e di dire che questo è "progresso e sviluppo"?
BASTA GUARDARSI ATTORNO per quantificare LO SCEMPIO E LO SCHIFO URBANISTICO perpetrato da amministrazioni che hanno svenduto il proprio territorio al miglior offerente.
Dinanzi a simili notizie, dov'è finita l'arroganza di chi ci ha sempre additato come "freni allo sviluppo", come "talebani dell'ambientalismo", come "quelli del no a prescindere" ?
Hanno ancora il coraggio di parlare e di dire che questo è "progresso e sviluppo"?
BASTA GUARDARSI ATTORNO per quantificare LO SCEMPIO E LO SCHIFO URBANISTICO perpetrato da amministrazioni che hanno svenduto il proprio territorio al miglior offerente.
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dalla Redazione di Grandangolo Agrigento
Agrigento, 12 luglio 2012
Arresti eccellenti a Carate Brianza nel segno di Paolo Vivacqua
Mazzette per cambiare il piano di governo del territorio di Carate Brianza
Maurizio Altobelli
Photo by Grandangolo Agrigentoinfo
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Per cambiare il piano di governo del territorio (che in Lombardia sostituisce il Piano
regolatore) su cinque terreni e un immobile a ridosso della Valassina dove
ora è costruzione l’immobile di Bricoman Italia, Maurizio Altobelli, 55 anni,
consigliere di maggioranza del Comune di Carate Brianza si sarebbe spartito con l’architetto caratese
Giorgio Alderghi, 67 anni e il geometra di Arosio, Giampietro Gerosa, 63
anni, una mazzetta da 870mila euro e quindi, non contento, avrebbe preteso altri 290mila
euro dall’industriale dei rottami Paolo Vivacqua, ucciso nove mesi fa nel suo ufficio
di Desio da un killer ancora ignoto.
Bricoman in costruzione Photo by Romeo Cerri
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Ieri, su richiesta del sostituto procuratore di Monza, Donata
Costa accolta dal gip Rosaria Correra, Maurizio Altobelli è stato raggiunto da una ordinanza
di custodia cautelare assieme al già detenuto a Opera, Calogero Licata Caruso ed è stato
tradotto nel carcere monzese di via Sanquirico. Mentre Alderighi, Gerosa e l’ex consigliere
del Comune di Carate Brianza (nel 1998) l’architetto Massimo Pirovano Tagliabue e il procacciatore
d’affari Felice Tagliabue, 67 anni di Giussano sono finiti agli arresti domiciliari.
L’operazione denominata “Carate Nostra” è stata condotta congiuntamente
dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Monza e dalla Guardia di Finanza di Seregno. Il 16 aprile
scorso su ordine del giudice Alfonsa Maria Ferrara erano finiti in carcere i tre figli di Paolo Vivacqua:
Antonio, Gaetano e Davide, Massimiliano Campisi, Giovanni Scubetta, Calogero Licata Caruso, Vincenzo
Napoli, Giuseppe Biondo, Antonio Fulcoli, Mario e Ezio Infantino e Ivan Mantellini.
Agli arresti domiciliari era invece andato l’industriale bergamasco
Luciano Peri. Maurizio Altobelli, attuale consigliere comunale del Pdl e membro della commissione
urbanistica del Comune di Carate Brianza, è stato arrestato dunque dai militari del Nucleo
investigativo del gruppo carabinieri di Monza e della tenenza della Guardia di finanza di Seregno.
L’accusa è quella di corruzione ma le indagini sono partite da un caso di omicidio.
Il filo che collega gli arrestati, secondo il gip di Monza Maria Correra che ha convalidato le misure
cautelari su richiesta del pm Donata Costa, è la morte di Paolo Vivacqua, ucciso a Desio il
14 novembre dell’anno scorso. Vivacqua, secondo gli inquirenti, avrebbe preso parte alla corruzione.
Questi avrebbe preso accordi per versare ad Altobelli 870mila euro da spartire con i professionisti
Adelghi e Gerona, mentre Licata avrebbe avuto il ruolo di prestanome per coprire Vivacqua.
Inoltre c’è un altro ex amministratore pubblico coinvolto, Massimo Piovano, ex consigliere
comunale di Carate (anch’egli arrestato), che si sarebbe accordato con Altobelli per versare
a quest’ultimo altri 290 mila euro.
Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni e quote societarie
intestate agli indagati, per un milione e 800mila euro.
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Carate Brianza - Le manette scuotono il Palazzo ma Pipino tira dritto
Il Pd: congeliamo l’attuale Pgt
di Laura Ballabio da Il Giorno
— CARATE —
di Laura Ballabio da Il Giorno
— CARATE —
MAURIZIO Altobelli ha dormito solo poche ore. Il Consiglio comunale che
vedeva in discussione il bilancio di previsione 2012, si è chiuso ben
oltre le 2 e 30 di notte.
IL CONSIGLIERE, che negli ultimi giorni girava in stampelle dopo
un’operazione subita agli arti inferiori, era tranquillo. La sua
presenza in aula dallo scorso febbraio era diventata indispensabile:
Altobelli, membro della commissione urbanistica del Comune, era stato
nominato capogruppo Pdl sei mesi fa. Ma ieri, solo tre ore dopo essersi
coricato, è stato svegliato di soprassalto dall’arrivo, intorno alle 6
di mattina, dei militari della Tenenza della Guardia di Finanza di
Seregno. Già lo scorso gennaio le Fiamme Gialle si erano mosse a Carate.
I finanzieri ripercorrendo a ritroso i movimenti di Paolo Vivacqua,
l’imprenditore originario di Ravanusa, ucciso nell’autunno scorso, erano
arrivati in Comune. Tra dicembre e gennaio almeno un paio di volte
erano stati nell’ufficio tecnico, sequestrando gli incartamenti relativi
al terreno lungo la Statale 36, in via Marengo, dove dallo scorso
inverno è aperto il cantiere per la costruzione del Bricoman, una grande
centro dedicato al bricolage. L’arrivo della Finanza ieri non è certo
passato inosservato, scuotendo per la seconda volta le istituzioni, a
sei mesi dai provvedimenti che hanno interessato un altro politico della
zona, Antonino Brambilla.
«È un periodo difficile per chi si impegna nelle istituzioni. Sono
episodi che lasciano una profonda amarezza, vicende dolorose. Ho fiducia
nella magistratura e spero che Altobelli possa dimostrare la sua
innocenza - commenta il sindaco Marco Pipino, che dallo scorso inverno
ha assunto in proprio anche l’Urbanistica definendola in Consiglio una
delega delicata -. Non ho mai avuto alcun sentore di tangenti o altro.
Le varianti urbanistiche sono operazioni normali nella vita comunale.
Abbiamo sempre assicurato la massima trasparenza su ogni operazione.
Quel che è successo non toccherà gli equilibri della Giunta». Raggiunto
telefonicamente a Milano, Sandro Sisler, ex assessore all’Urbanistica di
Carate da qualche mese nuovo coordinatore milanese del Pdl eletto a
maggioranza lo scorso febbraio, non ha voluto commentare gli arresti.
BEN DIVERSA la reazione di Francesco Paoletti, capogruppo del Pd nel
parlamentino caratese. «Protocolleremo nelle prossime ore una richiesta
urgente per la convocazione di un Consiglio comunale straordinario -
spiega l’esponente cittadino della sinistra -. Sicuramente l’assise
cittadina è il miglior luogo dove discutere delle questioni della
pianificazione urbanistica: bisognerebbe congelare l’attuale Pgt, perché
viziato dall’influenza di questi soggetti e soprattutto perché non
sappiamo più a quale logica risponde».
Immobiliaristi, politici e architetti legati dagli affari Pirovano: case e campagne elettorali
UNA POLTRONA che scotta quella del capogruppo Pdl a Carate: la nomina
per Maurizio Altobelli è durata solo sei mesi. Dopo l’arresto di
Antonino Brambilla, (attualmente ai domiciliari) finito nell’inchiesta
su Massimo Ponzoni, a guidare il gruppo di centrodestra era stato
nominato il consigliere ora in carcere a Monza.
CARATESE doc, studio immobiliare in via San Giuseppe, nel cuore del
centro storico, già in Comune nel primo mandato di Marco Pipino (dal
2004 al 2009) come presidente della Commissione Urbanistica consiliare. È
proprio il consigliere comunale che nelle indagini della Procura tirava
i fili dell’operazione «Carate nostra» nella quale sono finiti agli
arresti domiciliari anche gli architetti caratesi Giorgio Aldeghi e
Massimo Pirovano, il geometra di Arosio Giampietro Gerosa e il
procacciatore d’affari giussanese Felice Tagliabue. A legare a filo
doppio la figura di Paolo Vivacqua alla vicenda, la «coincidenza» che
lega l’imprenditore siciliano ucciso lo scorso ottobre e Massimo
Pirovano. L’architetto caratese, primo candidato sindaco per Forza
Italia a Carate nel 2004, è il costruttore dell’elegante condominio in
via Donizetti, dove sorgeva lo storico hotel Fossati, dove Vivacqua,
fino all’ottobre scorso, viveva con la nuova compagna straniera e il
figlio nato dalla relazione.
Giorgio Aldeghi è il papà di Davide, coordinatore Pdl e candidato nella
lista «Popolo delle libertà e Lega Nord - Per Verano Elli sindaco»
finito nelle bufera nel 2011, per aver espresso su Facebook alcuni
apprezzamenti verso il Duce. Uno dei più importanti immobiliaristi della
bassa comasca è invece Giampietro Gerosa, geometra 63enne con studio
tecnico in via Aprica ad Arosio. Uno studio professionale a Desio invece
per il giussanese Felice Tagliabue che risiede a Paina con moglie e due
figli.
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Desio - Gli affari del «Berlusconi di Ravanusa» anche a Carate
L’imprenditore siciliano ucciso l’anno scorso al centro del piano
di Alessandro Crisafulli da Il Giorno
— DESIO —
di Alessandro Crisafulli da Il Giorno
— DESIO —
ESISTEVA un «sistema Vivacqua»? Col passare dei mesi, e coll’incedere
delle indagini, emerge infatti come l’imprenditore di origine siciliana
ucciso lo scorso anno nel suo ufficio di Desio fosse probabilmente il
centro di un piano strategico di conquista del territorio brianzolo.
Attraverso un patto d’acciaio, all’insegna della corruzione, tra alcuni
politici e imprenditori. Questo, almeno, confermerebbero anche gli
ultimi sviluppi, che hanno tramortito Carate Brianza.
PROPRIO a Carate Vivacqua aveva concentrato mire e interessi negli
ultimi anni, in particolare per l’operazione Bricoman, cioè l’apertura
di una media struttura di vendita a ridosso della Valassina. Il suo
quartier generale, comunque, rimaneva Desio. È dall’ufficio di via
Bramante, sotto i palazzoni di San Giorgio, che gestiva tutti gli
affari, che spaziavano dalla Svizzera alla Sicilia, attraverso un
tourbillon di società più o meno fittizie operanti nel settore del
commercio metalli, delle automobili, dell’intermediazione immobiliare e
finanziaria. Proprio lì dove nel novembre scorso fu raggiunto da una
scarica di colpi calibro 7,65, con quella che è subito apparsa come una
esecuzione. Il movente non è ancora emerso con chiarezza anche se la
pista passionale inizialmente tenuta in considerazione dagli inquirenti,
è andata via via lasciando campo libero a quella attinente le sue
spericolate operazioni affaristiche.
Operazioni che l’avevano portato ad accumulare un patrimonio
incalcolabile di beni, un vero e proprio impero da centinaia di milioni
di euro, fatto di case, auto di lusso, terreni, immobili, persino un
elicottero e lingotti d’oro. Tutto posto sotto sequestro qualche mese fa
nell’ambito dell’inchiesta «Metalli Preziosi» promossa dalla Procura di
Milano che ha portato all’arresto dei tre figli Antonio, Davide e
Gaetano. Non a caso, l’imprenditore ravanusano, che era molto conosciuto
nell’ampia comunità di compaesani trasferitisi a Desio da tempo, aveva
accumulato reati in particolare di natura fiscale.
UN TESORO, quello che custodiva, e che probabilmente gli è costato
anche la vita. Un tesoro con il quale oltre a potersela spassare poteva
anche fare la figura del «Berlusconi di Ravanusa», come veniva
soprannominato giù, visto che quando tornava era accolto coi fuochi di
artificio e ripagava offrendo maxi cene, ristrutturando il cimitero o
con interventi nelle chiese. Ed è anche per questo che dopo l’omicidio
del mese scorso di Franca Lojacono, consuocera di Vivacqua, si è subito
fatto un collegamento tra i due episodi: i tre personaggi arrestati con
l’accusa di aver assassinato la pensionata pensavano che la stessa
potesse maneggiare parte del denaro del facoltoso parente.
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