Il Tarò (o Terrò) qualche ora dopo l'esondazione di novembre |
Sulle recenti esondazioni del Tarò a Meda dell'8 luglio e del 15 novembre, abbiamo cercato di verificare insieme con il geologo Gianni Del Pero, consigliere del WWF regionale e persona che collabora attivamente anche con il gruppo di Sinistra e Ambiente, alcune cause LOCALI che unendosi alle intense piogge hanno contribuito a rendere la situazione critica.
Cause la cui rimozione è sicuramente opportuna per prevenire e cercare di far si che non contribuiscano a rendere future simili situazioni difficilmente gestibili.
Cause la cui rimozione è sicuramente opportuna per prevenire e cercare di far si che non contribuiscano a rendere future simili situazioni difficilmente gestibili.
Chiaramente la problematica va oltre l'ambito locale, ma anche per questo aspetto, come rimarca Del Pero, occorre valutare CON MOLTA ATTENZIONE quali siano gli interventi possibili e realmente utili per evitare che al dissesto idrogeologico si sommi un ulteriore e controproducente volonta di "grandi opere", idrauliche in questo caso, che consumano altro suolo libero.
Nel dettaglio, sugli aspetti di competenza amministrativa locale:
E' necessario richiedere con la massima urgenza alla Regione di ricostruire gli argini crollati e di riprofilare il letto del Tarò, abbassandolo, particolarmente in prossimità dei ponti di Via Luigi Rho, Via Cialdini, del tratto tombinato di Largo Europa, Via dei Cipressi e di Via Cadorna, dove gli interventi realizzati già dal 2000 da Regione Lombardia (l’ex Genio Civile) hanno modificato il regime della corrente.
La problematica è evidente, anche nei momenti di magra, la corrente rallenta prima dei ponti ed accelera, erodendo in cascata, subito a valle. Questa condizione ha innescato diversi fenomeni di rigurgito che hanno portato all’esondazione, proprio in corrispondenza dei ponti.
Meda: anno 1951 |
Un secondo livello di interventi può essere attuato immediatamente con la manutenzione delle vallette che scendono dall'altopiano del Parco della Brughiera che, essendo elementi del reticolo idrico minore, sono di competenza dei comuni.
Le interferenze dovute a questo stato di degrado idrogeologico e forestale sono state particolarmente evidenti con la piena dell’8 Luglio quando si sono verificate forti erosioni e notevole trasporto di fango. Fango e materiale forestale schiantato hanno contribuito al rigurgito della corrente all’altezza del ponte della Svizera, alla confluenza tra la Valle della Brughiera e il Tarò.
Ricordiamo che esiste un progetto preliminare di interventi di sistemazione idrogeologica e forestale, anche per la nostra città, redatto per il Parco della Brughiera nel 1997.
Purtroppo sinora gli interventi previsti sono stati realizzati solo a Cabiate e Mariano.
Più recentemente il Parco ha sviluppato e realizzato progetti per il suo territorio: Cabiate, Brenna e Carugo ne hanno beneficiato.
In questo modo si tiene sotto controllo il dissesto idrogeologico, si contiene il trasporto solido, in buona sostanza, si previene il rischio esondazioni operando in ambito locale.
Buona parte di queste osservazioni, Gianni Del Pero le ha formalizzate in una lettera scritta e protocollata al Sindaco Caimi.
Un analisi puntuale di critica alle dichiarazioni del Sindaco Caimi durante la fase di gestione dell'emergenza ma sopratutto un 'analisi che suggerisce e propone una serie di provvedimenti, di competenza comunale, da attuare per cercare di rendere tali fenomeni meno disastrosi per i cittadini e il territorio.
La Valle della Brughiera poche ore dopo l'esondazione |
La Valle della Brughiera oggi, con il materiale
trasportato dalle piene,
materiale che ha contribuito ad ostruire il deflusso dal ponte
della Svizera innescando il rigurgito e l'esondazione |
Argini lesionati...che però sono anche muri
perimetrali di edifici (una legge del 1904 richiederebbe di costruire, se proprio si deve, ad almeno 10 metri dai corsi d'acqua) |
Questo fico ne ha davvero tanta di voglia ...... ma il posto nel quale è sbucato non è tra i migliori, anche se "il fertilizzante" non manca ....... ma chi deve pulire ? e quando ? |
La
corrente rallenta all'altezza del ponte de la Svizera. La quota del torrente si avvicina a quella degli argini rendendo più facile l'esondazione |
Ponte di via Cialdini, solito fenomeno di innesco della corrente subito dopo la soglia rialzata antierosione |
Ponte del "Cassina", Via Cadorna:
anche qui la forza della corrente subito dopo il ponte
il cui letto è rialzato aumenta con energia e forza erosiva. Il fondo anche se cementato viene scavato. |
Un tratto dove l'argine è crollato con la piena dell'8 Luglio |
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