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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare

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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

venerdì 31 dicembre 2010

NOTIZIE dal fronte PEDEMONTANA

I gruppi aderenti ad INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE, sono venuti a conoscenza che la Soc Pedemontana ha depositato in data 20/12/010 il Progetto della futura autostrada presso gli uffici della Provincia di Monza e Brianza.
Si tratta probabilmente dell' esecutivo, o perlomeno d'uno step progettuale aggiornato.
La Provincia di MB, a sua volta, ha inoltrato comunicazione ai Comuni per ritirare  i CD-ROM del progetto stesso.

Considerato che associazioni e singoli per nome e conto dei gruppi di INSIEME IN RETE  hanno già inoltrato una MEMORIA PROCEDURALE a tutti gli enti coinvolti, ove si CHIEDE ESPRESSAMENTE la documentazione relativa alla futura opera autostradale, l'applicazione GENUINA selle prescrizioni CIPE e il riavvio di una fase di confronto sulle criticità, in data 30/12/010, è stata protocollata localmente una richiesta formale d'accesso alla documentazione che la Soc. Pedemontana ha inviato al Comune di Meda.
(vedi testo sotto).

FIAT: un accordo separato SCIAGURATO


Il RICATTO di MARCHIONNE introduce in FIAT il LAVORO SERVILE, ABOLISCE il DIRITTO di SCIOPERO e cancella le Rappresentanze Sindacali Unitarie elette dai lavoratori. 
Solo i sindacati ACCONDISCENDENTI potranno NOMINARE loro rappresentanti. La FIOM e chi non condivide o si oppone all'ACCORDO CAPESTRO non avrà più eletti nella struttura di fabbrica.
UN RITORNO AGLI ANNI '50, COMPLICI FIM e UILM.
Dopo Pomigliano, anche a MIRAFIORI (Torino), un ACCORDO SEPARATO, una vera SCHIFEZZA che fa scempio del Contratto Nazionale dei Metalmeccanici.

Questa è la vuova filosoFIAT, accettata e sponsorizzata da FIM- CISL, UILM-UIL, Confindustria, Governo liberista e modernisti dell'ultima ora (Fassino, Chiamparino & C).

In nome d'un falso modernismo, di investimenti ancora tutti da venire, SI VUOLE PRIVARE I LAVORATORI del CONTRATTO NAZIONALE e DEI DIRITTI conquistati in decenni di lotte e sacrifici.

Lo fa una multinazionale che si è sempre sostenuta con DENARO PUBBLICO fatto da sgravi fiscali, bonus sulla rottamazione, fondi pubblici a perdere sui nuovi insediamenti industriali.

Non abbiamo dubbi, NOI STIAMO CON LA FIOM, perchè molti di noi sono stati o sono METALMECCANICI, perchè a differenza di altri, sappiamo cosa significa LAVORARE IN FABBRICA ed essere attaccati SUI DIRITTI. Sappiamo che senza diritti e senza DIGNITA' il lavoro non è più forma di crescita sociale, ma solo BIECO SFRUTTAMENTO.

I contenuti dell'accordo separato


Il testo del comunicato stampa della FIOM di Torino

MIRAFIORI: L’ACCORDO SEPARATO CHE CANCELLA IL CONTRATTO


Fiat. Airaudo (Fiom): 
“A Mirafiori un accordo vergognoso che cancella il Contratto nazionale 
e impone un modello sindacale aziendalista e neocorporativo”
Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom-Cgil, ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“Quello firmato a Mirafiori da Fiat, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e l’Associazione quadri è un accordo vergognoso. La Fiat impone in fabbrica e nel sistema delle relazioni industriali italiane un modello aziendalista e neocorporativo, semplificando il pluralismo sindacale riducendolo ad un unico sindacato per un’unica compagnia: la Crysler-Fiat.
Si costituisce un contratto unico nazionale per le aziende del settore auto della Fiat alternativo ai contratti nazionali di lavoro, che peggiora le condizioni di lavoro, a partire dall’introduzione del modello Pomigliano anche a Mirafiori.
In questo scenario, non c’è spazio per sindacati dissenzienti e quelli senzienti sono imbrigliati in un sistema di sanzioni.
Si tratta, inoltre, di uno strappo costituzionale gravissimo perché si limita la libera scelta di associazione sindacale. Inoltre, la cancellazione delle Rsu e della possibilità delle lavoratrici e dei lavoratori di scegliere i propri rappresentanti avviene nel silenzio totale degli altri sindacati confederali.
Il referendum, che dovrebbe avere luogo a gennaio, per la Fiom è illegittimo perché riguarda materie indisponibili.
La Fiom rimarrà al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici comunque voteranno per riconquistare il Contratto nazionale, la libertà di adesione al sindacato e tenere il sistema delle relazioni industriali all’interno dell’Europa sociale. Tutta la Fiom risponderà all’attacco in corso al contratto, alle leggi e alla libertà, in una battaglia che non riguarda solo il sindacato dei metalmeccanici, ma tutta la Confederazione.”

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

giovedì 23 dicembre 2010

In Lombardia il futuro dell'acqua ai privati

Comunicato Stampa
del Comitato Italiano contratto Mondiale sull'acqua
In Lombardia il futuro dell'acqua ai privati

Milano 23 dicembre 2010 -
Nonostante le azioni di mobilitazione dei cittadini 
attraverso email e presidi in corso dal mese di Novembre, 
la Regione Lombardia 
ha approvato il Pdl 57 sul servizio idrico.

Ieri 22 dicembre alle ore 17.00, dopo una seduta molto movimentata, le forze politiche della maggioranza (Pdl e Lega Nord) hanno dato il via libera al Pdl 57 con alcune piccole modifiche alla versione licenziata dalla Commissione VIII in data 25 novembre, sul quale c'era stata il parere favorevole dell'Anci.

Il Consiglio Regionale durante l'approvazione
Nella fase finale della votazione tutte le forze della opposizione (PD-IDV-UDC-SEL) hanno abbandonato la sala denunciando la mancanza dell'urgenza di tale provvedimento e l'inadeguatezza della legge che affida di fatto l'acqua al mercato e alle multinazionali pronte ad entrare nella gestione dell'acqua in Italia.

Questo provvedimento, afferma Rosario Lembo, presidente del Comitato Italiano contratto mondiale sull'acqua  fa si che :" la regione Lombardia si distingue ancora una volta per essere l'apripista dei modelli di privatizzazione dell'acqua proposti dal Governo nazionale con il decreto Ronchi, offrendo alle imprese multinazionali europee la possibilità di accaparrarsi le gestioni efficienti delle aziende pubbliche lombarde fin'ora controllate dai comuni. 
In parallelo si è assistito ancora una volta alla farsa di una Lega, paladina delle difesa delle autonomie locali e dei beni dei territori, che accetta di espropriare i comuni della propria autonomia gestionale dei servizi idrici trasferendo le competenze alla provincia".

Le forze della maggioranza hanno inoltre deliberatamente trascurato l'orientamento del Governo Nazionale e la richiesta delle altre Regioni di posticipare la soppressione degli AATO al 31/12/12011, come confermato dal decreto Mille Proroghe approvato nella stessa giornata dal governo.

In merito al provvedimento i comitati dell'acqua avevano chiesto il rinvio della discussione in aula in attesa della definizione del quadro legislativo nazionale entro cui impostare norme regionali sulla gestione dell'acqua pubblica a seguito dello svolgimento dei referendum sull'acqua nella primavera del 2011. Il Coordinamento dei Comitati chiedeva inoltre alla regione l'avvio di una riflessione politica sulle modalità di organizzazione del servizio idrico integrato impostata sui bacini idrici e non sulla dimensione amministrativa provinciale e, tenuto conto della recente sentenza della Corte Costituzionale, la classificazione del servizio idrico come servizio pubblico locale di interesse generale, da organizzare su base regionale, provvedendone la gestione diretta a mezzo di Consorzi tra Comuni.

Al fine di salvaguardare l'autonomia decisionale dei Comuni in merito alle modalità di affidamento del servizio idrico, il Coordinamento dei Comitati chiedeva l'accoglimento di un emendamento che consentisse la costituzione di un'Azienda speciale consortile in capo alla Provincia,in luogo della Azienda speciale,  la cui assemblea  composta da tutti i sindaci dell'ambito, costituisce l'organo sovrano per la delibera dell'affidamento del servizio, invece che delegare la medesima funzione ad un consiglio di amministrazione di 3 persone come previsto dell'art 48 del Pdl 57. Tale opzione avrebbe consentito di salvaguardare i requisiti previsti dalla legislazione vigente e da quella comunitaria per l'affidamento della gestione ad una società a totale capitale pubblico.

"A questo punto", dichiara Rosario Lembo  a nome dei comitati lombardi per la difesa dell'acqua pubblica: "per contrastare il nuovo quadro legislativo regionale che prevede solo lo strumento della gara per l'affidamento è necessario che i sindaci Lombardi recuperino l'entusiasmo e la volontà politica attivandosi in primo luogo per difendere  l'autonomia decisionale delle autorità d'ambito per tutto il 2011,in funzione della proroga nazionale. Secondariamente i consigli comunali devono recuperare lo spirito referendario che aveva portato 144 comuni lombardi alla modifica della precedente legge regionale sull'acqua che imponeva l'obbligo della messa a gara dei servizi idrici chiedendo una modifica del Pdl 57  e nel contempo sostenere la campagna referendaria dichiarandosi Comitati per il si".

Per maggiori informazioni:

Comitato Italiano contratto Mondiale sull'acqua Onlus -
segreteria@contrattoacqua.it

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Art da Repubblica:

Acqua, la Regione apre ai privati
L'opposizione: "Colpo di mano"

La maggioranza fa quadrato e dice sì alla legge proposta 

dall'assessore Pdl Raimondi. 

I consiglieri del centrosinistra abbandonano l'aula per protesta. 

Penati: "La Lega Nord ruba acqua ai sindaci"

di ANDREA MONTANARI
Passa la legge sull’acqua dell’assessore regionale pdl Marcello Raimondi: la Lombardia apre ai privati. Dopo una dura battaglia e nonostante la decisione del consiglio dei ministri di rinviare al 2012 la soppressione degli Aato, le autorità comunali che finora hanno gestito gli acquedotti, il consiglio regionale, con i soli voti della maggioranza di centrodestra, ha approvato una legge che da ora in poi trasferisce tutte le competenze alle province. Aprendo di fatto ai privati che potranno gestire l’erogazione dell’acqua.


Ai Comuni resterà solo la possibilità di esprimere un parere vincolante attraverso la conferenza dei sindaci su tutti gli atti delle province e sulla determinazione delle tariffe. Unica eccezione Milano, dove Palazzo Marino continuerà a gestire in proprio la rete idrica. Gli altri enti locali avranno da ora in avanti la possibilità di costituire una società patrimoniale per gestire la rete, alla quale spetterà decidere, tra l’altro, a chi affidare il servizio.


Per protesta, al momento del voto tutta l’opposizione di centrosinistra ha abbandonato l’aula. Mentre fuori dal Pirellone per tutto il giorno si è svolto un predisio organizzato dagli ambientalisti contro la nuova legge. «È una legge che non aveva alcuna urgenza — denunciano i consiglieri regionali pd Luca Gaffuri e Fabrizio Santantonio — Non c’era fretta di esautorare i comuni nella gestione dell’acqua, facendo una rivoluzione indipendentemente dal quadro normativo nazionale». L’accusa di Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano, è ancora più pesante: «La Lega ruba acqua ai sindaci, si svende per qualche nomina promessa nelle direzioni generali della sanità». Contraria anche Chiara Cremonesi (Sinistra ecologia e libertà): «L’arroganza di questo centrodestra — dice — non ha limiti. Si tratta di una legge pessima, che sottrae il servizio idrico ai comuni e avvia la sua privatizzazione regalando un bene collettivo al mercato delle multinazionali».


Nel centrodestra la Lega, che aveva criticato in un primo tempo il provvedimento, ora lo difende. «Il testo approvato — sottolinea Dario Bianchi (Lega Nord) — è un giusto compromesso fra le esigenze pubblicistiche del settore e il contributo dei privati». Respinge le accuse anche il presidente della Provincia, Guido Podestà: «Coinvolgere i privati nell’erogazione del servizio non significa affatto liberalizzare il settore. Le nuove norme si ispirano alla legge Ronchi, che stabilisce senza fraintendimenti che la proprietà delle reti resta pubblica». 

martedì 21 dicembre 2010

PEDEMONTANA: presentata una MEMORIA procedimentale per l’accoglimento INTEGRALE di TUTTE le PRESCRIZIONI del CIPE e PER LA REALIZZAZIONE delle COMPENSAZIONI AMBIENTALI



I gruppi appartenenti a INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE, Legambiente nazionale, regionale, il locale circolo di Seveso Laura Conti, il WWF Lombardia, l'Associazione Immagina Lomazzo e i Sig.ri Paolo Conte in rappresentanza del coordinamento stesso e Colombo Alberto per SINISTRA e AMBIENTE di Meda, (gruppo pure nel coordinamento), supportati da un avvocato che si occupa di cause su questioni AMBIENTALI, hanno inoltrato una MEMORIA/DIFFIDA a tutti gli enti coinvolti nel progetto Pedemontana.

Scopo della stessa è RICORDARE a tutti, l'OBBLIGO di ADEMPIERE INTEGRALMENTE ALLE PRESCRIZIONI del CIPE, in particolare a quelle relative al BOSCO DELLE QUERCE di Seveso e Meda, alle COMPENSAZIONI AMBIENTALI e a quelle sul BOSCO DELLA MORONERA di Lomazzo.

Bosco delle Querce : rischio SBANCAMENTO Pedemontana e ampliamenti proposti da Sinistra e Ambiente a Meda e da Legambiente a Seveso
Con la memoria si chiede inoltre di AVERE ACCESSO ad una serie di documenti, relazioni, risultati sulle indagini relative alla presenza di DIOSSINA nella tratta B2, planimetrie reali di quello che sarà il progetto esecutivo per realizzare la futura autostrada.

Quali sono le motivazioni di questo passo formale ?

Semplicemente riteniamo che il BLACK OUT informativo e di confronto attuato da alcuni mesi messo in campo da Pedemontana, accampando la giustificazione del rischio di una ipotetica turbativa d'asta, sia INACCETTABILE.
Inaccettabile poichè si tratta di un progetto PUBBLICO e, come tale, deve essere caratterizzato dal confronto e dal coinvolgimento dei cittadini, dei gruppi e delle associazioni ambientaliste, e non può essere SECRETATO, impedendone un controllo sopratutto sulle criticità.

Questo SILENZIO ASSORDANTE ci preoccupa e abbiamo il sentore che, nella tipica logica da itaglietta, anche le prescrizioni del CIPE (quantomeno quelle che risulterebbero avere UN COSTO) vengano ignorate o interpretate "a convenienza".

La MEMORIA vuole quindi essere un primo passo formale per riaprire il confronto.
Se il "muro di gomma" da parte dei soggetti coinvolti nella realizzazione di Pedemontana proseguirà, ci riserviamo di promuovere sia iniziative pubbliche sia ulteriori azioni legali al fine di tutelare il territorio, l'ambiente ed anche la Democrazia partecipativa.

Sotto, il testo integrale della MEMORIA.
SINISTRA e AMBIENTE Meda













venerdì 17 dicembre 2010

PEDEMONTANA: L'AUTOSTRADA dei VELENI e delle DISCARICHE

Oltre al rischio sbancamento nel BOSCO DELLE QUERCE di Seveso e Meda che, con la rimozione di terreno INQUINATO da DIOSSINA creerebbe rischi per la salute dei cittadini e un danno ambientale causato dalla distruzione della porzione medese del Bosco, il futuro tracciato dell'autostrada si sovrapporrà a porzioni del territorio ove sono localizzate DISCARICHE di MATERIALI E SOSTANZE NOCIVE. 
Parliamo, PER ORA, di quelle CONOSCIUTE.
Esemplificativo il caso della DISCARICA della CAVA GIRARDI in Comune di Cesano Maderno, ove per anni sono state sversati residui di vernici solidificate della Max Mayer, con contaminazione da SOLVENTI della falda -vedi documenti linkati.
Che fa allora la Soc. Pedemontana e dietro di essa la REGIONE LOMBARDIA con l'Assessore Cattaneo ? 
Decide di modificare il tracciato PER NON ACCOLLARSI LE OPERE DI BONIFICA !!!
Si faccia quindi pure l'autostrada, ma LA BONIFICA DELLA DISCARICA PUO ATTENDERE con BUONA PACE PER LA SALUTE DEI CITTADINI.
Prima le INFRASTRUTTURE poi, per il resto, .............. lasciamo pure terreni inquinati e prodotti tossici laddove stanno.
LA BONIFICA COSTA !

Sotto articolo de Il Giorno e i link dei documenti UFFICIALI sulla discarica, tratti dal sito di INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE sulla pagina cesanese.


Cesano Maderno - Pedemontana:
Il nuovo tracciato aggira la cava per evitare la bonifica
 
Pedemontana attorno alla cava Il caso sul tavolo della Provincia

 Il nuovo tracciato aggira l’area per evitare la bonifica

 da il giorno 9 NOVEMBRE 2010

 di GABRIELE BASSANI


IL CASO DELLA «DISCARICA con l’autostrada intorno», arriva sul tavolo del presidente della Provincia, Dario Allevi. A presentarglielo è il suo «collega», presidente del consiglio comunale di Cesano Maderno, Franco Busnelli, che prende spunto proprio dalle recenti dichiarazioni di Allevi circa la volontà da parte della Giunta provinciale, di vincolare all’inedificabilità le aree limitrofe al tracciato dell’autostrada Pedemontana, nell’intento di tutelare il territorio sotto il profilo ambientale. Di qui l’idea di Busnelli di mettere al corrente anche Allevi del caso cesanese, dove il progetto della nuova autostrada è stato modificato, nella zona del collegamento tra la tratta Desio-Vimercate e la Cesano-Cermenate (ex Milano-Meda) al confine con Bovisio Masciago, per evitare la bonifica di una cava utilizzata per anni come discarica di vernici e affini. «Lo stato di inquinamento del sito - scrive Busnelli nell’appello ad Allevi - è comprovato sia da indagini geologiche che avevano rilevato un alto tasso di tetracloroetilene ed altri inquinanti, sia da corrispondenze più che significative attestanti lo scarico di un quantitativo annuo di componenti di vernici di scarto pari a 100.000 kg. Tali elementi sono anche noti nell’ordinanza di bonifica n.40 del 2002 emessa dall’allora sindaco Pietro Luigi Ponti». Insomma, la situazione dell’ex Cava Girardi pare essere tutto meno che un mistero, visto che ci sono diversi documenti che nel corso degli anni ne certificano le condizioni e la necessità di interventi. L’ultimo progetto defintivo di Pedemontana, quello approvato esattamente un anno fa dal Cipe però introduce una grossa novità: il tracciato viene modificato per non coinvolgere direttamente l’area della cava ma al contrario per «girarle intorno». Si arriva al paradosso, come denuncia Busnelli, che tale area «viene da una parte interclusa tra gli svincoli e dall’altra parte esclusa da qualsiasi intervento sia di bonifica che di compensazione». Un paradosso del quale Busnelli ora vuole mettere a conoscenza quanti più organi possibili, dopo che già il sindaco di Cesano Maderno, con un documento sottoscritto da tutti i capigruppo consigliari e dallo stesso presidente Busnelli, il 29 giugno scorso, lo segnalarano a Regione e Pedemontana, senza peraltro ricevere risposte.


Link a DOCUMENTI sulla DISCARICA di Cava Girardi

LETTERA ALLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA  2 NOVEMBRE 2010
 

Lettera aperta. Appello al Presidente Allevi e alla giunta provinciale : "Salviamo il bosco del Parco dei colli Briantei ad Arcore"



INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE ed una serie di gruppi del vimercatese ha scritto UNA LETTERA APERTA alla PROVINCIA DI MB ed al suo Presidente Dario Allevi e all'Assessore alla Pianificazione Territoriale e Parchi Antonino Brambilla per chiedere che un'area boschiva nel Parco SOVRACCOMUNALE DEI COLLI BRIANTEI ad ARCORE, sia TUTELATA e SALVATA.

L'area boschiva che rischia di scomparire per la realizzazione della RSA
Su quest'area, c'è un progetto INCONDIVISIBILE di insediare una Casa i Riposo RSA (Residenza Socio Assistenziale) per anziani.
Si tratta di quarantaduemila (42.000) mq, oltre QUATTRO ettari di bosco, all’incirca una superficie pari a QUATTRO campi da gioco di San Siro, che verrebbero cancellati dal parco dei Colli Briantei per far posto alla Residenza Socio Assistenziale (RSA) di Arcore.
Sono troppi, decisamente troppi.
La vicenda della RSA ha una storia travagliata. Come riportato dalla stampa locale, solo di recente l’amministrazione comunale ne aveva ipotizzato la costruzione all’ interno del comparto cosiddetto di Milano 4, vicino a Via Monte Rosa, nel territorio verde di un altro parco quello della Valle del Lambro.
Secondo il documento ufficiale presente sul sito del comune l’area individuata oggi sarebbe invece ubicata in collina, alla fine di Viale Lombardia.
La realizzazione della RSA prevederebbe di stralciare dal Parco dei Colli Briantei il terreno in questione, un bosco di circa 42.000 mq, per far posto alla RSA e, in futuro, ad una nuova strada di accesso alla stessa.
E’ EVIDENTE che stralciare il terreno dal parco significa renderlo potenzialmente EDIFICABILE.
Contestualmente la proposta di variante al Piano Regolatore propone di estendere il Parco dei Colli Briantei ampliandolo per circa 25 ettari nella zona agricola compresa tra Bernate e Velasca consentendo così la connessione tra il Parco della Cavallera e lo stesso Parco dei Colli Briantei.
Sembrerebbe un bilancio positivo: 25 ettari protetti contro ‘solo’ 4 ‘sacrificati’ ed in più il corridoio ecologico tra i due parchi finalmente salvaguardato, ma basta approfondire l’esame per capire che in realtà l’ampliamento non è così vantaggioso, tutt’altro.
Vediamo perché:
- La zona di ampliamento in questione ha già in LARGHISSIMA PARTE una destinazione d’uso futura, tutt’altro che verde, in essa si snoderanno i tracciati di ben TRE MEGA-infrastrutture: L’autostrada Pedemontana, l’opera connessa a Pedemontana denominata TR17 (la cosiddetta tangenzialina di Arcore) e, dulcis in fundo, la futura Pedegronda ferroviaria. Il tutto completato dai relativi svincoli e rampe d’accesso.
- La residua parte che rimarrà a verde sarà COMUNQUE (e sottolineiamo COMUNQUE) interessata dalle opere di compensazione e mitigazione di Pedemontana, più precisamente : La nuova pista ciclabile denominata GreenWay ed i rimboschimenti di mitigazione individuati dal progetto definitivo dell’autostrada
-Il territorio annesso è di SCARSO pregio ambientale rispetto al bosco che si vuole stralciare dal parco, essendo oggi terreno agricolo senza alberature rilevanti
Ben venga quindi l’ampliamento del parco ma esso NON PUO’ COMPENSARE ASSOLUTAMENTE la perdita di uno degli ultimi BOSCHI estesi della zona. Il Parco dei colli Briantei a breve dovrà sopportare l’impatto PESANTISSIMO della nuova AUTOSTRADA PEDEMONTANA che lo dividerà in DUE e causerà di per sè stesso l’eliminazione di diversi boschi e aree naturali.
Foto del bosco che scomparirebbe
L’area boschiva in questione si trova al margine dell’abitato.
Costruire la nuova residenza in questa zona significa CONDANNARE la struttura ed i suoi OSPITI all’isolamento dal resto del tessuto sociale ed urbano di Arcore, noi crediamo davvero che non sia l’ubicazione giusta per una realtà di questo tipo.
L’alternativa per l’ubicazione della RSA, a CONSUMO ZERO DI SUOLO e maggiormente integrata con il resto di Arcore esiste: Basterebbe costruire la struttura all’interno dell’area ex-Falck, un’area CONTIGUA AL CENTRO ed alla vita della cittadina.
Quindi, non siamo contrari alla realizzazione di tale struttura, ma chiediamo, semplicemente, che la stessa sia localizzata altrove, ad esempio nelle aree dismesse ex Falck, salvando nel contempo i boschi del Parco dei Colli Briantei.

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La lettera aperta ad ALLEVI, Brambilla e alla Prov. di MB

Al Presidente della Provincia di Monza e Brianza: Dario Allevi 
p.c. : Assessore  Ambiente e Territorio Antonino Brambilla

Sig. Presidente,

Questa nostra lettera vuole essere un appello all’amministrazione da Lei presideuta perchè ci sia una posizione netta, univoca e chiara nei confronti del tema della tutela delle ultime aree verdi di Monza e Brianza.

Il caso che vogliamo portare alla vostra attenzione è relativo al comune di Arcore.

Di recente, sul sito internet del comune, l’amministrazione ha pubblicato il documento ufficiale preliminare alla VAS (Valutazione Ambientale strategica) relativo al  cambio di destinazione d’uso di un vasto terreno boschivo di oltre 4 ettari attualmente incluso nel PLIS dei Colli Briantei (rif. Link allegati).

Attraverso tale intervento l’amministrazione intende procedere alla realizzazione di una RSA (Residenza Socio Assistenziale)  stralciando il BOSCO dal Parco Locale ed autorizzando contestualmente la realizzazione di una strada di accesso.

Lo scenario che si è venuta a creare con questa proposta è del tutto simile a quella verificatasi di recente nel vicino comune di Vimercate dove la prima stesura del Piano di Governo del Territorio  prevedeva lo stralcio di un bosco  dal parco della Cavallera  per fare spazio ad un insediamento industriale concomitante alla proposta di aumento dell’estensione del parco stesso in altra zona.  Per fortuna, grazie all’opportuno intervento della vostra giunta e al senso di responsabilità dell'Amministrazione di Vimercate,  alla fine il PGT è stato modificato SALVANDO IL BOSCO della Cavallera e restituendolo con la sua bellezza al Parco ed ai cittadini.

Oggi siamo a chiedervi un atto analogo anche nei confronti dell’amministrazione di Arcore.  Anche in questo caso  si tratta di un bosco che si vuole stralciare da un Parco Locale proponendo un’estensione dello stesso in altre aree peraltro molto meno pregiate del bosco in questione  e perdipiù interessate dall’attraversamento di ben tre future infrastrutture pesanti quali : l’autostrada Pedemontana,  la tangenzialina di Arcore (TR-17) e la pedegronda ferroviaria (rif. Link allegati).

 I Parchi Locali rivestono un valore altissimo per la nostra COMUNITA’.  Costituiscono  de-facto  le  ultime aree di naturalità all’interno della provincia più cementificata d’Italia subito dopo quella di Napoli.  La loro importanza è stata sottolineata concretamente dalla vostra amministrazione che ha di recente  concesso dei finanziamenti proprio ai PLIS  ed in particolare  oltre 24 mila euro proprio al Parco dei colli Briantei.  Una scelta importante  da noi saluatata con grande favore. 

Sig. Presidente, siamo preoccupati  per il BOSCO di Arcore e per il PLIS dei colli Briantei.

L’intervento prospettato dall’amministrazione arcorese  potrebbe costituire un precedente pericoloso:  Si pensi infatti a cosa accadrebbe in futuro se ad esempio una delle altre amministrazioni dei comuni  del  parco decidesse di stralciare boschi e campi dal parco per far posto ad interventi edilizi?  Come si potrebbe dire loro di No?

Pensiamo che la RSA potrebbe ragionevolmente trovare una collocazione diversa all’interno del territorio comunale salvaguardando così l’area protetta. In questo senso il supporto alla pianificazione territoriale da parte della provincia potrebbe essere di grande aiuto.

Noi infatti crediamo che il ruolo dell’amministrazione provinciale sia fondamentale per evitare episodi come questo, dove l'ente sovracomunale, e' chiamato proprio a salvaguardare il bene comune scevro da logiche troppo locali, che faticano a vedere che l'interconnessione ambientale delle aree libere e' un fatto che logicamente supera i classici confini amministrativi delle comunità locali. Proprio per questo siamo a chiederVi un intervento coerente con le vostre recenti deliberazioni sul tema del consumo di suolo e salvaguardia dei PLIS, deliberazioni che non solo approviamo ma che sosteniamo attivamente
In attesa di un Vostro Gentile Riscontro

Porgiamo Cordiali Saluti

Appello sottoscritto da: 
Associazione per i Parchi del Vimercatese
Insieme in Rete per uno sviluppo sostenibile 
ArcoreCiclabile
Circolo Legambiente Gaia - Usmate-Velate 
Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale 
Gruppo Valle Nava – Casatenovo 
WWF Vimercatese

Elenco gruppi  aderenti al coordinamento "Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile": 

Alternativa Verde per Desio
AMICI del RUGARETO – Cislago-Gorla
Associazione ecologica “la puska” Onlus – Lentate sul Seveso
Associazione “Immagina Lomazzo”
Associazione per i Parchi del Vimercatese
Associazione Pro Loco “Pro Meda”
Associazione Torrette Bini Dosso Boscone per l’ampliamento del Parco Brianza Centrale – Macherio
CIPTA- Onlus – Gorla Minore-Marnate
Comitato Mozzatese Salute ed Ambiente – Mozzate
Circolo Legambiente “Laura Conti” – Seveso
Circolo Legambiente “Roberto Giussani” – Desio
ECO 90 – Uboldo
Legambiente Cassano Magnago
Legambiente Seregno ONLUS
Legambiente Tradate
Lista Civica Verdi – Arcore
Lista Civica Sinistra e Ambiente – Meda
WWF Gruppo di Seregno
WWF Sezione Groane

lunedì 13 dicembre 2010

Fermiamo la PRIVATIZZAZIONE della VILLA REALE a MONZA


Riceviamo un appello dal COMITATO per il PARCO di MONZa Antonio Cederna per un azione di bombing mail per tentare di salvare la Villa di Monza dal progetto di PRIVATIZZAZIONE della stessa.
Vi invitiamo ad aderire inviando la mail come sotto descritto.

SINISTRA e AMBIENTE Meda

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Newsletter di ParcoMonza.org

Bar, box shop e ristorante: 

questo il futuro della Villa Reale di Monza?

Nell'immagine: il Corpo Centrale, la porzione dell'Ala Nord e la Corte Centrale della Villa oggetto della concessione



Gentili sostenitori della Villa Reale di Monza,

il 29 novembre, sollecitata da mesi a dare spiegazioni circa il destino della Villa Reale, la società Infrastrutture Lombarde S.p.A. (ILSPA), il cui unico socio è Regione Lombardia, che ha emesso il bando di concorso comprensivo delle destinazioni d'uso, ha presentato delle diapositive intese a chiarire cosa s’intenda fare della Villa Reale di Monza.

La Villa Reale sarà ceduta al privato vincitore e destinata ad attività commerciali, alta ristorazione, spazi espositivi, ( il privato che vincerà il bando deciderà come usarli) alle seguenti condizioni:

- 30.000 euro di affitto all'anno: ILSPA indica 1.4 milioni perche’ moltiplica il canone per gli anni di concessione

30.000 x 30 anni = 900.000 e aggiunge 500.000 euro ( cioè 5 per mille del fatturato, stimando evidentemente un fatturato per il privato di circa 3,3 milioni di euro all'anno).

- a fronte di un esborso privato di 6,7 milioni di euro ( incluso il 20% di IVA che il privato recupera )

- e di un esborso pubblico di 20,5 milioni di euro

E' vergognoso come l'amministratore di ILSPA (Rognoni), il delegato alla Villa Reale della Regione Lombardia (Magnano), il Presidente del Consorzio (Mariani, che è anche sindaco di Monza) e il direttore del Consorzio (Petraroia), si siano prodigati nel dire che la Villa Reale sarà pubblica: certamente i negozi e il ristorante non possono vivere senza clienti.

Evidenziamo poi che il sindaco di Monza non si vergogna di vantarsi che questa soluzione non procurerà esborsi alla cittadinanza monzese.

Sono dunque evidenti e gravi l’irregolarità e l’irresponsabilità circa la destinazione d’uso, la valorizzazione storica, la salvaguardia della conservazione del monumento, che contrastano con le leggi che la Sopraintendenza e il Ministero dei Beni Culturali dovrebbero far rispettare. Percio’


vi chiediamo di inviare il testo qui sotto
e di chiedere ai vostri amici di fare altrettanto,
con lo scopo di aumentare ancora la nostra pressione.

Sopraintendenza e Ministero non potranno ignorare le tante mail che riceveranno (sono 10.000 le firme raccolte). Forse pensano di intervenire a lavori iniziati, ma, quando entrerà una ruspa, non si potrà più tornare indietro.

Grazie del Vostro Aiuto!
il gruppo "la Villa Reale è anche mia!

---------- testo della mail ----------

Gentile  Soprintendente Dott. Alberto Artioli,

e p.c. Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale - Ministero dei beni culturali

OGGETTO: VILLA REALE DI MONZA  - SPAZI COMMERCIALI AI PRIVATI?


Buongiorno, seguo da tempo la situazione preoccupante che riguarda la Villa Reale di Monza.
Sebbene possa comprendere la necessità di accedere a un intervento di tipo privato nella gestione della Villa Reale, abbandonata già da decenni ad un tragico destino, si dice per mancanza di fondi, non comprendo invece come possano mancare i fondi per intervenire su un tale  bene storico, paesaggistico e culturale, da parte della Regione e di uno dei comuni più ricchi d’Italia.

Esprimo tuttavia perplessità nel valutare i requisiti richiesti dal bando indetto da Infrastrutture Lombarde S.p.A. che, come da documentazione e capitolato, propone uno stralcio del progetto vincitore del concorso internazionale (c.d. progetto “Carbonara” ).

Desta molta preoccupazione sia la previsione di avere all'interno della Villa Reale spazi destinati ad attività commerciali - chiamati sul bando "box", lasciando quindi intendere una sorta di piccoli locali ritagliati all'interno dei grandi saloni - che di destinare un intero piano, il Belvedere,  alla “alta" ristorazione - destinazione che chiaramente richiede infrastrutture invasive.

A parte la sproporzione fra superficie destinata ad attività commerciali rispetto a quelle genericamente dette istituzionali, mi chiedo se questo progetto garantisca la tutela della conservazione e valorizzazione culturale del monumento e  se questo uso sia compatibile con il suo carattere storico e culturale.

Sottolineo, inoltre, che la necessaria garanzia di utilizzo pubblico sarebbe garantita dal fatto che ristorante e negozi sono fruibili dal pubblico. Ciò, più che un’apertura al pubblico, sarebbe meglio definibile come una mera necessità per il successo dell'attività economica del futuro concessionario, il quale avrà peraltro in gestione una superficie di circa 9.000 mq per 30.000  euro all'anno di affitto, per  30 anni, a fronte di un intervento di 5 milioni di euro, mentre l’ investimento pubblico  sarà di 19 milioni.

Come si può vincolare un tale bene storico e culturale in questo modo e per 30 anni?

Ho la convinzione che voi, quali garanti istituzionali della tutela del patrimonio storico e culturale, sappiate spiegarmi cosa non mi riesce di comprendere o forse ho erroneamente inteso.

Ringraziando in anticipo per la vostra attenzione, saluto cordialmente


Per inviare la mail clicca qui

domenica 12 dicembre 2010

ACQUA PUBBLICA: passo in avanti verso IL REFERENDUM


Care/i,
poco fa presso la sede del Comitato Promotore referendario è stata notificata l'ordinanza della Corte Suprema di Cassazione (scaricabile al seguente link: www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/materiali/Ordinanza_Cassazione_7_dicembre_2010.pdf) 
con cui si dichiarano legittimi i tre quesiti referendari.

In particolare nell'ordinanza si specifica quanto segue:
- è stato accertato il superamento del numero di 500.000 firme necessarie per ciascun quesito;
- non si procede alla concentrazione del nostro 2° quesito con quello promosso dall'IdV;
- si estende il 1° quesito con la seguente frase "nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale";
- si estende il 2° quesito con la seguente frase "nel testo risultante dall'articolo 12 del d.P.R. 7 settembre 2010 n. 168".

Raccolta firme di SINISTRA e AMBIENTE a Meda
Va sottolineato come le suddette modifiche non incidono minimamente sul contenuto dei quesiti.
Si tratta di un risultato che tutte e tutti ci attendevamo!
Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso i referendum per l'acqua pubblica!
Si tratta di una conferma dello straordinario lavoro svolto dal popolo dell'acqua!

Avanti tutta verso la riappropriazione sociale dell'acqua!

Un saluto.
Paolo Carsetti

Segreteria Comitato Promotore Referendum Acqua Pubblica
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel. 06 6832638; Fax.06 68136225 Lun.-Ven. 10:00-19:00; Cell. 333 6876990

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COMUNICATO STAMPA

Referendum acqua, via libera della Corte di Cassazione


La Corte di Cassazione ha comunicato oggi al Comitato Promotore dei Referendum per l'acqua pubblica, l'avvenuto conteggio delle firme necessarie alla richiesta dei referendum. Un passaggio scontato dopo la straordinaria raccolta firme che ha portato alla Corte, lo scorso luglio, 1 milione e 400 mila sottoscrizioni. Adesso tocca alla Corte Costituzionale dare il via libera ai quesiti entro la metà di febbraio, mentre la data del voto è prevista nella primavera 2011.

Con l'avvicinarsi del voto popolare si fa sempre più pressante la richiesta di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi, almeno fino a quando gli italiani non i saranno espressi.

Quello della Cassazione è un altro passo avanti nel percorso referendario e nella battaglia per la ripubblicizzazione dei servizi idrici.
Siamo sempre più vicini alla liberazione del bene comune acqua dalle logiche del mercato e del profitto.

Roma, 9 dicembre 2010

Ufficio Stampa Comitato Referendum Acqua Pubblica

giovedì 9 dicembre 2010

PER NON DIMENTICARE GLI OMICIDI SUL LAVORO


Sono passati 3 anni dalla STRAGE della THYSSENKRUPP di Torino in cui persero la vita, 7 lavoratori. NOI NON DIMENTICHIAMO e per questo vi proponiamo un intervento tratto dal sito nomortilavoro e un drammatico filmato di allora.
Nulla purtroppo è cambiato da allora. Altri lavoratori sono morti, altri lavoratori hanno subito infortuni ed incidenti nelle aziende ove lavoravano. Aziende spesso INADEMPIENTI sulla SICUREZZA, aziende che antepongono IL PROFITTO alle condizioni di lavoro dei loro dipendenti.
Le famiglie dei 7 morti della Thyssenkrupp ancora attendono GIUSTIZIA e ancora assistiamo alle INDECENTI DICHIARAZIONI di chi HA LA RESPONSABILITA' DI QUESTI OMICIDI perchè tali sono.

Per non dimenticare.



La spoon river torinese: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe De Masi. 
Sono morti uno dopo l'altro.
L'amministratore delegato della Thyssenkrupp Harald Estenhan è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale. Gli altri cinque dirigenti e dipendenti della ThyssenKrupp e la ThyssenKrupp come persona giuridica sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo con colpa cosciente. 
In più ai sei imputati è stata contestata anche l'omissione dolosa di cautele antinfortunistiche.
119 violazioni delle norme di sicurezza riscontrate dall'Asl, tagli alla sicurezza persino imbarazzanti. 

Nei pressi della maledetta linea cinque gli estintori erano fuori uso (trentadue estintori, trentadue irregolarità), irregolarità nelle misure di sicurezza, nei portoni d'accesso, nei controlli, nel telefono d'emergenza. 
Tre anni maledetti anni. In cui nulla è cambiato si continua a morire di e sul lavoro.
E' l'inferno qui muoiono tutti disse uno dei soccorritori. "In 32 anni di servizio ho visto tanti morti ma mai qualcosa di simile" ispettore dei vigili del fuoco. Una sagoma gridava "Non voglio morire". Una sagoma gridava, poi si è accasciata. "Ci sono i nostri compagni li sentiamo gridare". "Le palpebre si sono sciolte, anche le guance". "Aiutatemi non fatemi morire". "Mi è già capitato di parlare con chi sta per morire. Vorrei toccarlo fargli sentire che non è solo".
Stralci di racconti dei soccorritori. A leggere questi racconti mi si è stretto il cuore. Spero che leggano anche i dirigenti della Thyssen e siano perseguitati dal ricordo e da queste urla di dolore per tutta la vita.
Intanto si chiede giustizia.

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Processo ThyssenKrupp

Son trascorsi 3 anni dal rogo della TyssenKrupp dove morirono 7 operai nel frattempo, ogni anno, la media dei morti sul lavoro è sempre sopra i 1200, oltre 1 milione di incidenti e decine di migliaia di invalidi.
Il giorno della strage
La precarietà, connessa all’insicurezza degli impianti-cantieri, è diventata la regola, ovvero la pianificazione delle stragi da lavoro: continuiamo con le denunce – proteste, sapendo che solo la progressiva lotta per liberarci dal lavoro salariato  ci affrancherà da questa mostruosità.

I funerali: in prima fila, con il giornale in mano il padre di una delle vittime
Sono passati tre anni esatti dalla notte che ha cambiato Torino. Nella città dove è nato il movimento operaio e dove ancora oggi si detta la politica industriale, sette operai sono stati arsi vivi dall’incendio scoppiato alle acciaierie della ThyssenKrupp di corso Regina Margherita. Stavano svolgendo il loro turno di notte. Una tragedia, resa ancora più crudele dalla morte lenta ma inesorabile delle ustioni. Si sono spenti l’uno dopo l’altro, gli operai della Thyssen. Giuseppe De Masi, l’ultimo ad andarsene, è deceduto ventiquattro giorni dopo il rogo. Una lunga agonia. Aveva solo 26 anni. Prima di lui era toccato ad Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo e Rosario Rodinò. Cosa resta di loro? Resta il dolore. Ovvio. Ma resta anche un processo che sta dettando nuove regole per le morti bianche.
Harald Espenhanh
Harald Espenhanh, amministratore delegato della ThyssenKrupp di Terni, è accusato di omicidio volontario. Un’ipotesi di reato mai imputata a un alto dirigente di azienda per un infortunio sul lavoro. La requisitoria dei pubblici ministeri Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso si sta avviando alla conclusione e, nei prossimi giorni, la parola passerà alle parti civili.
Tra queste ci sono anche i sindacati di Fiom , Fim e Uilm. I sindacati compaiono nel processo come rappresentanti dei lavoratori.
Non si tratta solo di tutelare chi è morto, ma anche quei colleghi che lavoravano nelle stesse condizioni e che avrebbero potuto trovarsi al posto dei sette operai bruciati vivi. Condizioni che, secondo l’accusa, sono la causa dell’incendio: sporcizia, imperizia, abbandono, mancata osservanza delle norme e dei dispositivi antincendio.  
ThyssenKrupp sapeva – è la tesi della pubblica accusa – ma ha dirottato i soldi destinati alla sicurezza verso lo stabilimento di Terni. Quello di corso Regina Margherita a Torino era in dismissione.
I parenti delle vittime al processo con sulle magliette le foto dei lavoratori morti
I sindacati hanno da poco firmato una letta con la quale s’impegnano a utilizzare i soldi dell’eventuale risarcimento danni per dare vita e finanziare progetti formativi destinati a lavoratori e rappresentanze sindacali.
Un modo per ricordare i caduti della Thyssen, un modo affinché la loro tragedia serva per migliorare la conoscenza e le condizioni lavorative dei loro colleghi ancora oggi in attività. Ricordare i sette operai della ThyssenKrupp significa anche non dimenticarsi di chi è rimasto. Come i trenta lavoratori ancora in forza alla ThyssenKrupp.
I sindacati sono ancora in attesa di un incontro richiesto a fine novembre agli assessori al Lavoro di Comune, Provincia e Regione. Il 31 dicembre scadrà il loro periodo di cassintegrazione e se non si troveranno ulteriori strumenti, per loro non rimane altro che la mobilità.

mercoledì 8 dicembre 2010

Mafia in Brianza: maxi sequestro di beni

Grande operazione 
di attacco ai beni della 'ndrangheta brianzola.

'Ndrangheta, sequestri agli affiliati
a Desio, Seregno, Lissone, Meda, Limbiate e Cogliate

Uno dei sequestri
Monza - Sequestri ai boss della 'ndrangheta anche a Limbiate, Meda e Cogliate. 
Ecco l'elenco completo dei beni sottratti agli affiliati delle «locali» della Brianza dopo l'operazione in Infinito di luglio, su disposizione del giudice per le indagini preliminari Andrea Ghinetti.

DESIO: Terreno da 2200 metri quadri in via Risorgimento, di Domenico Pio; Porzione di fabbricato composto da un locale rustico al piano terra, con area scoperta sovrastante, in via Lampugnani 4, di Natale Marrone; Capannone artigianale con ufficio, deposito e altra piccola area in via Milano 89 di Natale Marrone; Appartamento composto da tre locali, cantina, quattro vani ad uso deposito con terrazzo al piano sottotetto, due vani autorimessa al piano interrato in via Pallavicini 54 di Natale Marrone

SEREGNO: in via Umberto I 59, nel complesso “residenza Umberto I” e box di Rocco Cristello; Villino ad uso abitazione in via Rossini 57 con giardino e due autorimesse di Antonino Tripodi; Capannone adibito a laboratorio artigianale in via Marsala 30 angolo via Calatafimi di Natale Marrone; Appartamento in viale Edison 54 di Francesco Di Palma; Magazzino in via Galilei di Pio Domenico

COGLIATE: Appartamento in via Ai Campi 4 e vano autorimessa di Vincenzo Domenico Pelagi LIMBIATE: Abitazione in via Bolzano 4, magazzini e locale deposito di Antonino Lamarmore

GIUSSANO: Terreno di Claudio Formica; Abitazione in via Cavour 79 di Claudio Formica; Abitazione e box in via Pascoli 33 di Claudio Formica; Abitazione in via Boito 11 di Antonio Stagno; Abitazione in via Boito 23 di Antonio Stagno

CESANO MADERNO: Villa su tre piani in via Verbano 1/B con cantina, deposito, due box di Natale Marrone; Appartamento in via Podgora di Ignazio Marrone; Autorimessa in via Podgora angolo via Tarcisio di Ignazio Marrone; Appartamento in via Liberazione 6 di Giuseppe Sgrò

MEDA: Immobile in via Milano 11 di Domenico Cammareri


Durante il sequestro
Una ventina di beni, tra appartamenti, terreni, magazzini e capannoni, sono stati sequestrati ieri mattina in Brianza dalla Guardia di Finanza di Milano, nell'ambito dell'operazione “Infinito” che ha portato lo scorso luglio all'arresto di oltre 300 affiliati della ‘ndrangheta, di cui più della metà in Lombardia. Il maxisequestro preventivo ha coinvolto in pieno il territorio brianzolo, in particolare a Desio, Seregno, Cesano Maderno, Giussano e Cabiate, dove erano attivi i “locali” scoperti e sgominati la scorsa estate dai carabinieri del nucleo investigativo di Monza e delle compagnie di Desio e Seregno, coordinati dal sostituto procuratore di Monza Salvatore Bellomo. Le indagini delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano al Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza hanno dimostrato la disponibilità effettiva degli immobili agli affiliati, anche se spesso i beni erano intestati a famigliari o prestanome.
Nel complesso, l'operazione di ieri, denominata “Neverending”, ha portato al sequestro di beni per 15 milioni di euro: 39 abitazioni, 37 box, 14 locali commerciali o magazzini, 6 aree edificabili nelle provincie di Monza, Milano, Varese, Pavia, Bergamo, Como, Lecco, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria

In Brianza sono stati individuati beni riconducibili agli affiliati finiti in carcere lo scorso mese di luglio, membri dei “locali” di Desio e Giussano-Seregno. 

I sequestri a Desio - In particolare, a Desio sono stati posti i sigilli A un terreno riconducibile a Pio Domenico; una porzione di fabbricato in via Lampugnani 4, un capannone in via Milano 89, un appartamento di via Pallavicini 54 di Natale Marrone. 

Cesano Maderno - A Cesano spicca una villa, in via Verbano 1, su tre piani, riconducibile sempre a Natale Marrone. E ancora, a Cesano sono stati sequestrati un altro appartamento di Ignazio Marrone (fratello di Natale) e un secondo appartamento di Giuseppe Sgrò, in via della Liberazione.Seregno -

A Seregno sotto sequestro un magazzino in via Galilei, di Pio Domenico, un'abitazione in via Rossini 57 di Antonino Tripodi, un laboratorio artigianale in via Marsala 30 di Natale Marrone, un appartamento in via Edison di Francesco di Palma e un appartamento in un residence, in via Umberto I riconducibile agli eredi di Rocco Cristello. 
Al fratello di Rocco, Francesco, era intestato anche un box autorimessa di Cabiate. 

Sempre a Cabiate sono stati sequestrati un fabbricato (via Istria) e una villetta (via Venezia). 

A Giussano sotto sequestro un terreno, un'abitazione in via Cavour riconducibile a Claudio Formica e altri due appartamenti in via Boito di Antonino Stagno.
I sequestri, disposti dal Gip di Milano Andrea Ghinetti, sono finalizzati alla confisca. Le indagini hanno rivelato infatti una sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato dagli indagati.  
Molti di loro risultavano nullatenenti, ma poi riuscivano a pagare il mutuo per comprare case e terreni. 
Alcuni dei beni sequestrati stavano per essere venduti; per questo i pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano coordinati da Ilda Boccassini hanno disposto il sequestro d'urgenza di tutti i beni individuati nelle indagini patrimoniali, che hanno coinvolto 1600 persone. “L'aggressione al patrimonio dell'ndrangheta è avvenuto grazie a una sinergia operativa”, hanno sottolineato in conferenza stampa il generale Attilio Jodice, comandante provinciale della Guardia di Finanza, e il colonnello Sergio Pascali, comandante provinciale dei carabinieri.

Paola Farina
da Il Cittadinomb.it

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Dal sito MILANOMAFIA 
vi invitiamo a leggere la documentazione relativa all'inchiesta sulla 'ndrangheta in BRIANZA

OPERAZIONE INFINITO - NEW

Maxi-blitz  contro la 'ndrangheta. I DOCUMENTI

Ecco l'ordinanza di custodia cautelare   d
el caso Perego scavi e dell'operazione Infinito dei carabinieri di Monza

L'ordinanza, firmata dal gip Gennari sul caso Perego Scavi e quella del gip Ghinetti sull'inchiesta Infinito sono scaricabili nella sezione documenti. Si tratta del documento che ha portato all'arresto dei responsabili  delle famiglie mafiose della Brianza e del Milanese. 

Le ordinanze sono scaricabili cliccando quì: I DOCUMENTI

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RICORDIAMOCI ANCHE 
di QUELLI CHE ........... LA MAFIA NON ESISTE !


Ai nostri lettori, vogliamo ricordare (senza MEMORIA non c'è STORIA) le SCONSIDERATE dichiarazioni di alcuni politici e figure istituzionali di primo piano che ebbero a dichiarare: "in Lombardia la MAFIA non esiste" o che s'opposero all'istituzione di Commissioni Antimafia.