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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare

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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

lunedì 9 dicembre 2019

SINISTRA E AMBIENTE MEDA E LEGAMBIENTE SEVESO SCRIVONO ALLA FLA SUL CONVEGNO PER RENDERE NOTA UFFICIALMENTE L'INDAGINE SUL RISCHIO DIOSSINA



Sinistra e Ambiente di Meda e Legambiente di Seveso da tempo chiedevano alla FLA e agli enti interessati di concordare una forma partecipata di condivisione e diffusione dei risultati dell' "Indagine per la valutazione di rischio da esposizione a diossina TCDD residua dell’incidente ICMESA"  al fine di coinvolgere associazioni, gruppi e cittadini per renderli informati e consapevoli.
Dopo molto tempo e ulteriori solleciti tutto quanto era nei nostri auspici non è accaduto.
Il 9 ottobre 2019, una volta messi nella condizione di studiare il lavoro della FLA, reso disponibile da un Consigliere Regionale dopo accesso agli atti, decidevamo di pubblicare integralmente il Rapporto Finale datato Dicembre 2018.
Vedi:  INDAGINE DELLA FONDAZIONE LOMBARDIA PER L'AMBIENTE SUL RISCHIO DA ESPOSIZIONE ALLA DIOSSINA: SINISTRA E AMBIENTE di MEDA e LEGAMBIENTE SEVESO ROMPONO IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI.
La FLA, Lunedi 16-12-019 dalle ore 9.00 presso la sua sede di Seveso, ha scelto la forma convegno per ufficializzare i contenuti del suo lavoro.
Sinistra e Ambiente e Legambiente di Seveso, dopo aver ricevuto l'invito ad essere presenti, hanno scritto una lettera al Direttore della FLA ribadendo che le loro richieste sono state purtroppo disattese.


Rassegna stampa:

Sui Seietrenta:




domenica 24 novembre 2019

INQUINAMENTO DA PLASTICA E TASSAZIONE

L'inquinamento da abbandono e da combustione di materiali contenenti plastica è cresciuto nel corso degli anni anche a causa dell'iperproduzione di imballaggi e di oggetti fabbricati con i polimeri.
Molte sono poi le difficoltà nel loro riciclaggio a causa della loro variegata composizione.
Dopo il pronunciamento del Parlamento Europeo del marzo 2019 per bandire gradualmente gli oggetti in plastica monouso, un poco a traino delle recenti manifestazioni che in tutto il mondo, con grande apporto dei giovani, hanno messo la questione ambientale al centro della cronaca, il Governo italiano vorrebbe inserire nella legge di bilancio 2020 una tassa sulla plastica monouso e incentivi sulla plastica biodegradabile.
Si tratta di una imposta sul consumo dei Manufatti Con Singolo Impiego (MACSI) cioè quei manufatti che hanno o sono destinati ad avere funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna delle merci e per i prodotti alimentari, realizzati con l’impiego anche parziale di materie plastiche costituite da polimeri organici di origine sintetica.
Sono cioè tutti quei manufatti con componenti di plastiche non biodegradabili e/o non riutilizzabili per lo stesso scopo per il quale sono ideati.
L'ammontare dell'imposta sul consumo è pari ad 1 euro per chilogrammo di materia plastica contenuta nei MACSI.
Parallelamente la disposizione prevede per le imprese produttrici di MACSI, un credito di imposta nella misura del 10% delle spese sostenute nell'anno 2020 per l'adeguamento tecnologico finalizzato alla fabbricazione di manufatti biodegradabili e compostabili.
Misure comunque caute che però hanno scatenato la lobby dei produttori italiani di plastiche .
Eppure, se non vogliamo essere soffocati dalle plastiche monouso che già pesantemente contaminano l'ambiente terrestre, i fiumi, i mari e i laghi, bisogna intervenire e farlo il prima possibile, mettendo al bando l'utilizzo usa e getta di questo materiale, realizzato a partire da sostanze derivate dal petrolio.
Vi proponiamo quindi un'analisi di MEDICINA DEMOCRATICA, che con Marco Caldiroli, fa un escursus sulle leggi attualmente in essere e sugli obiettivi da raggiungere chiarendo che se si vuole utilizzare una leva fiscale per ridurre lo spreco di risorse e il rilascio ambientale, meglio sarebbe tassare le merci monouso (di qualunque materiale) e non la materia prima successivamente utilizzata nella loro produzione.
In questo modo verrebbero sottoposte al prelievo anche la plastica proveniente da altri
paesi e non solo quella prodotta in Italia.


sabato 16 novembre 2019

A MEDA L'ASFALTO E' PIU' IMPORTANTE DEGLI ALBERI

I 4 pini di via Cialdini-angolo via Tiziano prima del taglio
Ecco, ci risiamo. A Meda si torna a tagliare alberi.
E' successo in via Trieste e  in via Cialdini angolo via Tiziano dove sono stati rimossi una dozzina di pini.
Lo fa ora l'amministrazione Lega-FI-FdI.
Ancora una volta le motivazioni sono risibili. Sui social, un Consigliere di maggioranza si sente in obbligo d'intervenire per giustificare il taglio perchè ...... "le radici sollevano il manto stradale"
Sulla stampa locale, il sindaco ripropone le stesse motivazioni, con in aggiunta generici problemi di "sicurezza" asserendo poi che vi saranno (quando non è specificato) nuove piantumazioni con specie più idonee (quali non e noto).
Come in casi precedenti, non si conosce ne viene comunicato sulla base di quale parere tecnico qualificato si sia deciso.
Ancora una volta, totalmente incuranti del beneficio che gli alberi adulti danno al genere umano e all'habitat, si sceglie con leggerezza d'intervenire nel modo più facile, quello disastroso e irreversibile del taglio di  piante sane.
Gli 8 pini di via Trieste anch'essi tagliati
Alla prova dei fatti, la sbandierata "sensibilità ambientale" di chi è parte di questa maggioranza si rivela come un mero "annuncio" con azioni che vanno in tutt'altra direzione con i soliti drastici interventi.
Gli alberi presenti nell'area urbanizzata medese meriterebbero ben altro trattamento, sopratutto in considerazione della pesante conurbazione e della scarsità di aree di verde pubblico catatterizzate da specie arboree adulte e/o di alto fusto.
A questo dato di fatto va aggiunto che il Comune di Meda è da anni totalmente inadempiente nell'applicazione della legge 10/2013 rispetto alla piantumazione di un albero per ogni neonato (come già evidenziato anche dal gruppo IMPULSI-SOSTENIBILITÀ e SOLIDARITÀ nel suo post  IL VERDE URBANO: UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE E SVILUPPARE ANCHE A MEDA ) .
Dal 15-12-2016 c'è inoltre l'opportunità di dare seguito alla mozione presentata da Sinistra e Ambiente e allora approvata dal Consiglio Comunale che impegna la Giunta e il sindaco ad elaborare un documento organico, un Regolamento Comunale per il Verde urbano che contempli un albo degli alberi di pregio, regole d'intervento, di manutenzione, mantenimento e linee guida per la realizzazione di nuovi ambiti verdi nonchè norme per parchi e giardini - comunali e privati, verde di arredo, spazi verdi a corredo di strutture pubbliche, orti urbani, fasce di rispetto, aree incolte.
Ecco, ci risulta che all'oggi NULLA sia stato scritto e nella gestione del patrimonio verde urbano si continua ad affidarsi all'improvvisazione .

Sulla stampa:

lunedì 4 novembre 2019

DECRETO REGIONALE E DOCUMENTAZIONE DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI SUL PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA DI PEDEMONTANA

In data 11-10-2019 è stato emanato e successivamente pubblicato sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia (BURL) il Decreto 14639 della Direzione di Settore (DDS) Struttura Bonifiche avente oggetto l' ADOZIONE DELLA DETERMINAZIONE DI CONCLUSIONE POSITIVA DELLA CONFERENZA DI SERVIZI DECISORIA del 17-9-2019 riguardante il Progetto Operativo di Bonifica  elaborato da Autostrada Pedemontana Lombarda.
Il Decreto formalizza i contenuti della Conferenza dei Servizi del 17-9-019 disponendo che "tutte le osservazioni e prescrizioni impartite dalle Amministrazioni presenti in Conferenza di Servizi, per quanto non modificate e/o integrate dalla determinazione di conclusione della stessa ed evidenziate nei punti precedenti dovranno essere recepite dalla Società Autostrada Pedemontana Lombarda, attraverso la presentazione di un documento di aggiornamento del Progetto Operativo di Bonifica (P.O.B.) che sarà oggetto di valutazione da parte delle Amministrazioni interessate circa la congruità delle prescrizioni impartite; le eventuali difformità a quanto prescritto e approvato potranno eventualmente essere oggetto di una nuova indizione di Conferenza di Servizi".
Il Decreto definisce che i nuovi e più stringenti limiti (6 ng/kg invece degli attuali 10 ng/kg) previsti dal d.m. 46/2019, per le aree ad uso agricolo (alcune ricadono nei lotti del POB) non è applicabile per il procedimento di bonifica di APL in quanto lo stesso d.m 46/2019 prevede che:
”I procedimenti di bonifica e messa in sicurezza di aree agricole già avviati ai sensi della disciplina di cui alla parte quarta, titolo V, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e non conclusi alla data di entrata in vigore del presente regolamento restano disciplinati dalle relative disposizioni…..”.
Viene dunque confermato l’approccio metodologico già avviato e gli obiettivi indicati nel POB presentato da APL.. Nel testo del Decreto 14639 sono richiamati gli allegati con i pareri, le osservazioni e le prescrizioni della Provincia di Monza e Brianza, dei Comuni di Cesano Maderno, Bovisio Masciago, Seveso, Barlassina, Desio, di A.T.S. Brianza – Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, di ARPA Lombardia – Dipartimenti di Milano e di Monza Brianza.
L'amministrazione di Meda, anche questa volta, s'è pronunciata separatamente dagli altri comuni esplicitando anch'essa parere favorevole condizionato al POB, in accordo con le osservazioni della Provincia di Monza e Brianza e di ARPA, ma dichiarandosi contraria all'estensione a priori dello scavo fino a 0,50 m. dal piano campagna nelle zone con Top Soil (primi 20 cm) inquinato da diossina.


PARERI, OSSERVAZIONI, RICHIESTE E PRESCRIZIONI 
ACQUISITI IN SEDE DI CONFERENZA DEI SERVIZI

Grazie alla collaborazione del Cons. Regionale dell'M5S, Marco Fumagalli, che ne ha fatto richiesta e al supporto di alcuni Consiglieri Comunali, abbiamo potuto verificare i contenuti degli allegati richiamati nel Decreto.

PARERE TECNICO DELLA PROVINCIA DI MB
Puntuali e dettagliate le osservazioni della Provincia di MB che ha chiesto:
  • revisioni e aggiornamenti di tabella e di planimetria a completamento della situazione aree contaminate
  • chiarimenti sulla fruibilità effettiva  di alcune aree contaminate e modalità di posa del geotessuto
  • adeguamenti ed obblighi da riportare nella documentazione dei PGT per la destinazione d'uso delle aree ove s'è applicata l'analisi di rischio
  • almeno due punti di analisi chimiche aggiuntive per definire se siano o meno stralciabili dall'attività di bonificale aree medesi in scarpata agli svincoli e sulla sponda Tarò.
  • per le terre contaminate, scavo con asportazione disgiunta tra il top soil e il terreno sottostante, con le due tipologie di rifiuto gestite separatamente e con analisi di omologa eseguita in ogni cella sia per il top soil che per lo strato di terreno “intermedio”.
  • chiarimenti sulle analisi preventive di omologa del rifiuto da stoccare (terra contaminata) effettuate da APL e giudicate poco corrispondenti alla realtà
  • per il collaudo di "avvenuta bonifica" l'esecuzione anche di collaudi di parete degli scavi a ridosso della strada (a mezzo campioni da analizzare) .
  • il riempimento degli scavi di bonifica con terra nuova "pulita" debitamente certificata.

PARERE DELLE AMMINISTRAZIONI
I Comuni di Seveso, Cesano Maderno e Bovisio Masciago (cui si sono uniti anche Barlassina e Desio che non hanno però aree interessate alla bonifica) hanno presentato un parere.
Tra le richieste, quella di assoggettare quella parte delle aree interessate da bonifica corrispondente ai terreni ad uso agricolo, al più stringente valore di soglia CSC del  DM 46/19 (6 ng/kg invece dei 10 ng/kg).
La richiesta non è però stata accettata in sede di Conferenza dei Servizi e il diniego risulta esplicitato  anche nel Decreto Regionale.
Sull'Analisi di Rischio e sul Modello Concettuale di Sito, le amministrazioni hanno rilevato la necessità di una verifica di congruenza rispetto alle varianti progettuali.
Le amministrazioni hanno chiesto un "franco di sicurezza" cioè una profondità di scavo maggiore (50 cm) sulle aree con contaminazione del top soil e iltre l'intermedio. La proposta non è stata accettata e si rimanda eventuale ulteriore scavo qualora si si evidenziassero situazioni di contaminazioni ulteriori rispetto alla quota prevista di 0,20 m. dal p.c..
Come avevamo già scritto nella lettera ai sindaci (vedi: PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA DI PEDEMONTANA: GLI AMBIENTALISTI SCRIVONO AI SINDACI ) sarebbe stato opportuno insistere con più decisione su una profondità di scavo maggiore rispetto ai previsti 20 cm laddove il Top Soil e l'intermedio risultano inquinati da Diossina così come su molti altri aspetti critici.
Per questo successivamente Sinistra e Ambiente e Legambiente Seveso hanno considerato eccessivamente trionfalistico il comunicato dell'amministrazione sevesina.


OSSERVAZIONI DELL'ATS BRIANZA
Le richieste dell'Unità Operativa Salute e Ambiente dell'ATS Brianza sono focalizzate sugli aspetti sanitari di competenza durante tutte le fasi della bonifica.
ATS chiede l'operatività continua dei presidi ambientali durante la lavorazione, lo scotico, la movimentazione e il caricamento del terreno contaminato onde contenere la diffusione di polvere nonchè la pulizia delle ruote dei mezzi impiegati ogniqualvolta vi sia transito di autocarri verso l'esterno delle aree di bonifica.
Anche ATS chiede di riportare i parametri ambientali espressi nell'Analisi di Rischio nonchè la situazione di potenziale contaminazione delle aree in oggetto, all'interno dei documenti dei PGT al fine di costituire vincolo edilizio.


VALUTAZIONI TECNICHE DI ARPA
ARPA dipartimento di Milano e di MB, dopo un'illustrazione di sintesi del Progetto Operativo di Bonifica presentato da APL, formula alcune osservazioni sullo stesso prescrivendo che le indagini integrative per le aree oggi escluse dal POB (A3, A5, A24 nel lotto 1 a Meda) siano effettuate in contradditorio con ARPA.
C'è poi riserva di valutazione circa il prelievo di campioni per il collaudo delle pareti degli scavi per la bonifica del Top Soil, sinora non considerato da APL.
Sulla prevenzione dell'aerodispersione delle polveri e sulla pulizia/lavaggio ruote dei mezzi che trasporteranno terreno contaminato, vengono chieste delucidazioni delle modalità che si intendono applicare.
Per il monitoraggio dell'aria "ante operam" cioè prima dell'intervento, per avere parametri per un confronto con quelli che si registreranno durante la fase dei lavori di bonifica, ARPA propone un'attività a campione sui primi lotti funzionali per verificare se l'operatività di bonifica causa modifiche allo stato "ante operam" e se si rende necessario intervenire con azioni di mitigazione.
Vi sono poi richieste di chiarimento sul Modello Concettuale di Sito e sugli esiti dell'Analisi di Rischio, non rilevando comunque  elementi ostativi a quanto elaborato da APL.


Continuiamo e continueremo a seguire con attenzione l'iter del DL 152  e tutto ciò che riguarda l'autostrada Pedemontana Lombarda e il connesso rischio diossina.

Pagina informativa curata da:
Sinistra e Ambiente di Meda
Circolo Laura Conti di Legambiente Seveso


mercoledì 9 ottobre 2019

INDAGINE DELLA FONDAZIONE LOMBARDIA PER L'AMBIENTE SUL RISCHIO DA ESPOSIZIONE ALLA DIOSSINA: SINISTRA E AMBIENTE di MEDA e LEGAMBIENTE SEVESO ROMPONO IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI


Dopo aver sollecitato la Fondazione Lombardia per l'Ambiente (FLA) a rendere noti i contenuti dell' "Indagine per la valutazione di rischio da esposizione a diossina TCDD residua dell’incidente ICMESA" a lei affidata da Regione Lombardia, dopo aver suggerito una restituzione trasparente e partecipata, abbiamo infine potuto leggere i documenti e i dati della ricerca grazie all’interessamento del Consigliere regionale dell'M5S Marco Fumagalli che li ha ottenuti da FLA tramite accesso agli atti.
Siamo, finalmente e grazie a un Consigliere regionale, stati messi nella condizione di studiare il lavoro della FLA, nella sua stesura finale datata Dicembre 2018, da tempo in possesso dei soggetti  interessati.
Un Consigliere regionale ha fatto dunque quello che avrebbe dovuto fare la Fondazione insieme a Regione Lombardia: mettere a disposizione gli esiti della ricerca finanziata con denaro pubblico. Perché non lo han fatto le Istituzioni e gli altri Enti , visto che il rapporto risale ormai a quasi un anno fa?
SINISTRA E AMBIENTE di MEDA e il CIRCOLO "LAURA CONTI di LEGAMBIENTE SEVESO ne divulgano ora i contenuti, pubblicando integralmente il Rapporto finale,  accompagnandolo con note di sintesi e con nostre considerazioni.

LE NOSTRE CONSIDERAZIONI

E' spiacevole dover evidenziare che, a cominciare  Regione Lombardia che lo ha commissionato, gli enti, gli uffici e le istituzioni interessate non abbiano ancora  dato alcuna  evidenza pubblica approfondita di merito e di dettaglio di questa ricerca, esattamente come nel 2003 per la precedente indagine.
Giudicandone importante la diffusione, nello scrivere sull'indagine della FLA, espicitiamo la metodologia seguita, i risultati delle 30 analisi chimiche programmate sulla base di considerazioni operative ed economiche tra Regione Lombardia, Fondazione Lombardia per l’Ambiente e ARPA Lombardia ed eseguite in un periodo temporale prolungatosi per i dinieghi ricevuti dai proprietari privati dei terreni dove erano previsti i campionamenti.
Pur essendo limitate al solo Top Soil (per FLA i primi 30 cm) anche con le analisi chimiche commissionate da FLA, si continua a trovare diossina oltre i limiti di legge in 14 punti su 25 localizzati in zona B.
Si tratta di valori di supero in zone ad uso verde pubblico e residenziale, comprendenti anche zone  agricole coltivate e parchi pubblici.
E' proprio la presenza di diossina in questi luoghi a preoccupare per i rischi di contaminazione delle essenze coltivate e della possibilità di entrare in contatto diretto con  il tossico nelle zone a verde pubblico.
Sarebbe stato auspicabile avere un numero maggiore di analisi chimiche per una copertura più estesa sul territorio, non limitandosi oltretutto a campionamenti del solo Top Soil.
Un poco carenti ci paiono poi le conclusioni finali che non aggiungono approfondimenti significativi alla relazione del 2003.

APPUNTI PER COMPRENDERE LA RICERCA DELLA FLA 

Per capire o contenuti del documento della FLA, serve ricordare che:
  • L'indagine, pur catalogando tutti i dati di caratterizazione del suolo esistenti nell'arco temporale dal 1995 al 2016 per tutte le zone (A,B,R) considera poi solo quelli delle aree della zona B (la zona A e la zona R non sono prese in considerazione perchè già lo studio del 2003 le escludeva)
  • Lo storico dei dati, identifica l'utilizzo del suolo in zona B e R (es. terreno agricolo, terreno incolto, giardino, giardino coltivato etc)
  • Il territorio indagato della zona B è stato suddiviso in 170 celle da 150x150 mt
  • Le nuove analisi chimiche effettuate sono limitate al Top Soil (TS) poichè, per FLA, "la valutazione del rischio, non può che riguardare l’inquinamento superficiale in quanto le caratteristiche chimico-fisiche della diossina (composto lipofilo, non volatile e non lisciviabile) non la rendono sostanzialmente disponibile alla migrazione verso possibili obiettivi sensibili se non attraverso il contatto dermico, la risospensione delle polveri o l’ingresso nella catena alimentare". 
  • Sono state acquisite cartografie e si sono inseriti i dati creando un "multilayer" utile oltre che ad individuare esattamente la posizione dei "dati storici" nel recente contesto urbano (mappe DUSAF sul Consumo di Suolo e sulle previsioni dei PGT) anche per valutare dove effettuare nuove  analisi chimiche nel Top Soil.
Nel merito del data base statistico dei risultati analitici complessivi, FLA scrive che sono a disposizione dati analitici in 495 punti di campionamento (90,66% di quelli disponibili) e ben 469 dati risultano georeferenziati (94,75% dei dati disponibili).
I dati analitici disponibili sono così distribuiti:

· 224 (45,25%) in zona B, 168 (33,94%) in zona R, 96 (19,39%) in zona A e 7 (1,41%) in zona esterna alla R;
· 177 (35,76%) a Seveso, 154 (31,11%) a Cesano Maderno, 77 (15,56%) a Meda, 61 (12,32%) a Desio, 24 (4,85%) a Bovisio Masciago e 2 (0,40%) a Barlassina.

Sul dettaglio sempre statistico dei risultati,
si sono rilevati superamenti della Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) della tabella “A” (10 ng/kg per siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale ) in 241 campioni (48,69% dei campioni analizzati) con la seguente distribuzione:
· 175 (72,61%) in zona B, 49 (20,33%) in zona R, 16 (6,64%) in zona A e 1 (0,41%) in zona esterna alla R;
· 95 (39,42%) a Seveso, 87 (36,10%) a Cesano Maderno, 32 (13,28%) a Desio, 24 (9,96%) a Meda, 3 (1,24%) a Bovisio Masciago e 0 (0,00%) a Barlassina.

Per identificare quante e dove le analisi aggiuntive si rendevano necessarie nelle 170 celle, FLA ha prioritariamente deciso di localizzarle nell’ambito delle celle prive di analisi “storiche” e “recenti” che ricadono per il 100% della superficie in zona B (7 disponibili) e delle celle interessate solo da analisi “storiche” ma prive di analisi “recenti” (67 disponibili).

Ulteriori criteri di selezione che sono stati utilizzati per orientare la scelta, con riduzione dalle 74 celle preselezionate su base meramente statistica e degli 82 punti potenziali di campionamento ai 31 punti di campionamento finali sono i seguenti (in ordine di priorità):
· utilizzo di punti storici (per appurare, se possibile, il trend di contaminazione);
· presenza di aree a verde (a uso pubblico, privato o agricolo) di dimensione significativa;
· usi attuali pregiati del territorio (ad es. parchi pubblici, edilizia scolastica o sanitaria, ecc.) ovvero previsione di significative trasformazioni insediative.
Tra i criteri di esclusione applicato da FLA (complementare ai precedenti) c'è quello che riguarda le celle caratterizzate da un elevato tasso di urbanizzazione o con alta probabilità di rimaneggiamento “pesante” dei terreni.

LOCALIZZAZIONE DEFINITIVA DEI 31 PUNTI DI CAMPIONAMENTO

A seguito della localizzazione dei 31 nuovi punti di campionamento i Comuni hanno indicato quelli ricadenti in aree pubbliche dove è stato autorizzato l'accesso, attivando contatti con i proprietari delle aree private interessate dal piano di campionamento.
Proprio sulle aree private si sono registrate difficoltà e FLA non è riuscita ad eseguire l'intero piano di campionamento come previsto inizialmente a causa di mancate autorizzazioni all'accesso e ai campionamenti in 9 aree private.
FLA ha conseguentemente individuato nuovi punti di campionamento subito prossimi a quelli "non accessibili" e possibilmente in aree pubbliche, in modo da rendere più semplice l'ottenimento dell'autorizzazione all'accesso. Nell'ipotesi estrema in cui non erano identificabili aree pubbliche non coperte da punti "recenti" in zona B si sono individuate aree a verde pubblico in zona R.
La limitazione alle aree a verde pubblico si deve alla loro maggiore sensibilità in virtù della libera fruizione da parte della cittadinanza.
FLA ha quindi ritenuto giustificabile la "deroga" da zona B a zona R causata dall'impossibilità di individuare punti più "sensibili".
Sotto è allegata la localizzazione cartografica dei 31 punti di campionamento definitivi (25 in zona B e 6 in zona R)
NB. per scaricarla, aprirla prima in una nuova pagina cliccando sull'icona in alto a dx o qui

In particolare, i 31 punti di campionamento, 25 in zona B e 6 in zona R, sono così suddivisi:
7 punti a Seveso (5 in zona B e 2 in zona R): dei 6 punti inizialmente previsti, 2 non sono stati autorizzati e sostituiti con 2 punti in zona R (32_2017 e 33_2017); a questi si è aggiunto un quinto punto in zona B (31_2017) su richiesta del Comune;
9 punti a Cesano Maderno (6 in zona B e 3 in zona R): dei 9 punti inizialmente previsti, 3 non
sono stati autorizzati e sostituiti con 3 punti in zona R (34_2017, 35_2017 e 36_2017);
15 punti a Desio (14 in zona B e 1 in zona R): dei 15 punti inizialmente previsti, 4 non sono stati
autorizzati e sostituiti con 3 punti in zona B (37_2017, 38_2017 e 39_2017) e 1 punto in zona R (40_2017).

RISULTATI DELLE 31 ANALISI CHIMICHE
Il superamento della CSC (concentrazione soglia di contaminazione) per l’uso del suolo verde e residenziale (10 ngI-TEQ/kgSS), riguarda 14 punti su 25 in zona B (56%) e nessun punto in zona R (vedi tabella sopra).
I superamenti sono distribuiti nei comuni di Desio (10 punti su 14 in zona B, 71%), Seveso (3 punti su 5 in zona B, 60%) e Cesano Maderno (1 punto su 6 in zona B, 17%).
Ciò conferma una situazione di inquinamento diffuso sebbene a macchia di leopardo.
Soprattutto, aggiungiamo, seppur a distanza di 43 anni dalla fuoriuscita, si conferma ancor oggi, la presenza della Diossina, con predominanza della TCDD (vedi colonna TCDD/I-Teq), nei primi 30 cm di terreno.

TIPOLOGIA DEI SUOLI DOVE SI SONO SUPERATI I VALORI DI SOGLIA

I 14 superamenti in zona B della Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) per l'uso del suolo verde e residenziale fissata dalla norma in 10 ngI-TEQ/kgSS appartengono a suoli che sulla base dell'uso registrato all'atto del campionamento e della dettagliata analisi  possono essere suddivisi come segue:
 
       aree agricole attualmente incolte con presenza di arbusti (campione 28_2017);
       aree agricole attualmente adibite a prato (campioni 01_2017, 21_2017, 22_2017, 26_2017 e 27_2017);
       aree agricole attualmente coltivate (campioni 10_2017, 19_2017, 24_2017 e 25_2017);
       giardini pubblici attuali (campioni 02_2017, 18_2017 e 38_2017) o previsti (03_2017).
Le aree che secondo la FLA possono destare le maggiori preoccupazioni sono le aree agricole coltivate e i giardini pubblici.
Il documento della FLA, del dicembre 2018, ancora non lo contempla ma ora per le aree agricole coltivate (cereali nell'area di interesse) si dovrà applicare quanto previsto dal nuovo decreto 46 del  1° marzo 2019 Regolamento relativo agli interventi di bonifica, di ripristino ambientale e di messa in sicurezza, d’emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all’allevamento, ai sensi dell’articolo 241 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152".
Questo recente decreto, nel regolamento attuativo, introduce nuovi e più severi limiti - 6 ng/kg SS WHO-TEQ per la Sommatoria di PCDD, PCDF + PCB Dioxin-Like (PCB-DL - per le aree destinate alla produzione agricola e all’allevamento.
NB. per scaricare il documento, aprirlo prima in una nuova pagina cliccando sull'icona in alto a dx o qui

Sui terreni agricoli e sui parchi pubblici dove è stata rilevata contaminazione (nel Top Soil) sono state evidenziate alcune preoccupazioni:
- nel caso delle produzioni di fieno per l'alimentazione animale i timori sono associati alle particelle di suolo che aderiscono all'erba anche dopo lo sfalcio piuttosto che alla materia vegetale in sè;
- nel caso dei giardini pubblici, preoccupa il contatto dei bambini con il suolo contaminato e l'ingestione involontaria di particelle di terreno.

LA CORRELAZIONE DEL NUOVO ELABORATO (2016-2018) SUL RISCHIO DI CONTAMINAZIONE RESIDUA DA DIOSSINA RISPETTO A QUELLO DEL 2003

La FLA ha riassunto il lavoro del 2003 comparandolo, con una disamina e con proprie valutazioni, con i riscontri di quello terminato a dicembre 2018.
La ricerca "Analisi di rischio relativa alla presenza di diossina residua nella zona B di Seveso" (analisi di rischio del 2003) aveva permesso di stimare la maggiore esposizione alle diossine cui erano soggetti i residenti della zona B rispetto a chi risiedeva altrove, in particolare in aree (teoricamente n.d.r) non inquinate, in relazione non solo al luogo di residenza (e quindi alla concentrazione di diossine cui erano esposti) ma anche rispetto ai loro stili e abitudini di vita quali l'attività lavorativa, la base della dieta, ecc..
Gli scenari da esposizione erano 3 (2 che consideravano soggetti residenti nella zona B e uno di riferimento):
• "Scenario centrale zona B": scenario con esposizione media della popolazione residente nella zona B e limitate attività a rischio (giardinaggio e coltivazione)
• "Scenario estremo zona B": scenario di esposizione riconducibile alla parte più a rischio della popolazione residente nella zona B con significative attività a rischio (coltivazione diretta di prodotti vegetali e allevamento di animali da cortile che entravano a far parte stabilmente della loro dieta);
• "Scenario centrale di riferimento": scenario con esposizione media della popolazione generale residente in aree comparabili con la zona B ma non coinvolte nella fuoriuscita del tossico.

Nell'analisi del rischio del 2003, le vie di esposizione considerate erano state molto più ampie di quelle oggi generalmente considerate nell'analisi di rischio sito-specifica di siti contaminati.
Allora le vie di esposizione esaminate erano:
• ingestione di particelle di suolo inquinato;
• contatto dermico con particelle di suolo inquinato;
• inalazione;
• ingestione d'acqua;
• ingestione di prodotti alimentari di provenienza esterna (carne, pesce, latte e prodotti derivati, uova, frutta e verdura, cereali e derivati;
• ingestione di prodotti alimentari provenienti direttamente dalla zona B vegetali, polli e uova, a seconda degli scenari).
La durata complessiva di esposizione simulata era stata pari a 70 anni, suddivisa per le vie di esposizione legate alla situazione di inquinamento specifico del suolo della zona B (contatto dermico, ingestione di suolo inquinato e di prodotti di derivazione locale) in due sottoperiodi:

• il primo di durata 30 anni, durante i quali si assumeva un'esposizione a livelli di diossine pari a quelli misurati nella zona B;
• il secondo di durata 40 anni, durante i quali si assumeva un'esposizione a livelli di diossine pari a quelli dello scenario centrale di riferimento (cioè a quelli che dovrebbero rappresentare i livelli di fondo).

I valori di esposizione risultati per i tre scenari erano stati i seguenti:

• "Scenario centrale zona B": 10 pgWHO-TEQ/kg peso corporeo/settimana;
• "Scenario estremo zona B" : 16-29 pgWHO-TEQ/kg peso corporeo/settimana;
• "Scenario centrale di riferimento": 9 pgWHO-TEQ/kg peso corporeo/settimana.

Nel 2003, il valore relativo allo "Scenario estremo zona B" risultava dunque superiore alla dose tollerabile settimanale (Tolerable Weekly Intake, TWI) stabilita dallo Scientific Committee on Food (SCF) della Commissione Europea nel maggio 2001 pari a 14 pgWHO- TEQ/kg peso corporeo/settimana.
La ricerca de 2003 evidenziava che "l'esposizione alle diossine dovuta alla dieta era di cruciale importanza e aveva una rilevanza tutt'altro che trascurabile anche nella popolazione generale, cioè esterna alla zona B e all'area di Seveso."
Si suggeriva pertanto l'adozione di cautele al consumo di prodotti alimentari provenienti direttamente dalla zona B, con particolare riguardo ai prodotti animali in generale considerata la caratteristica di bioaccumulo della diossina nei grassi animali.
Cautela anche rispetto ai prodotti vegetali appartenenti alla famiglia delle cucurbitacee - come cocomero, cetriolo, melone, zucca, zucchina che hanno dimostrato significative capacità di bioaccumulare diossina.

Nel finale dell'indagine FLA del 2016-2018, gli estensori riesaminando i punti conclusivi dell'analisi di rischio del 2003 esplicitano che : "l'adozione di opportune cautele sull'utilizzo dei terreni a scopo di allevamento, orticolo e agricolo è da confermarsi, con la raccomandazione che le eventuali restrizioni siano documentabili o, in assenza di documentazione certa, possano giustificarsi secondo il principio di precauzione.
Alla luce di quanto discusso nel presente paragrafo si ritiene di confermare gli esiti dell'analisi di rischio pubblicata nell'aprile 2003."

La relazione della FLA

NB. per scaricare il documento, aprirlo prima in una nuova pagina cliccando sull'icona in alto a dx o qui


Sinistra e Ambiente di Meda
Legambiente Circolo Laura Conti Seveso

Rassegna stampa:


Art de Il Giorno del 17-10-019




lunedì 30 settembre 2019

ADEGUAMENTO DEL PTCP PROVINCIALE ALLA SOGLIA REGIONALE DI RIDUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO: SI DEVE FARE DI PIÚ

Il coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB, ha elaborato una serie di suggerimenti propedeutici al Documento di indirizzo per l'adeguamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP alla soglia regionale di riduzione del consumo di suolo.
Il documento, molto puntuale e dettagliato, è stato protocollato il 24-9-2019 ed è riassunto in un comunicato del coordinamento ambientalista.


Il contributo e le proposte de l'Osservatorio PTC di MB



Il documento della Provincia di MB qui.

lunedì 16 settembre 2019

PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA DI PEDEMONTANA: GLI AMBIENTALISTI SCRIVONO AI SINDACI

Dopo l'analisi attenta del Progetto Operativo di Bonifica sulle aree contaminate da diossina interferite dal tracciato della progettata autostrada Pedemontana, il lavoro congiunto di Sinistra e Ambiente di Meda e di Legambiente di Seveso si è arricchito di un ulteriore apporto tecnico elaborato da parte del Dr. Edoardo Bai dell'Associazione Medici per l’Ambiente - ISDE e Comitato Scientifico di Legambiente Lombardia (che alleghiamo).
Sulla base delle osservazioni espresse in questi testi, Sinistra e Ambiente di Meda, Legambiente di Seveso, Legambiente Lombardia e lo stesso Edoardo Bai, hanno scritto e inviato una lettera ai Sindaci dei Comuni della tratta B2 e inizio C della Pedemontana evidenziando le proprie perplessità e chiedendo loro di valutarle attentamente in sede di Conferenza dei Servizi.
Ai Sindaci è stato anche chiesto un particolare impegno, una elevata attenzione e una comunicazione trasparente e puntuale sull'argomento.

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La lettera ai sindaci.

COMUNE DI SEVESO
c.a. SINDACO Luca Allievi
comune.seveso@pec.it

COMUNE DI MEDA
c.a. SINDACO Luca Santambrogio
posta@cert.comune.meda.mi.it

COMUNE DI CESANO MADERNO
c.a. SINDACO Maurilio Longhin
protocollo@pec.comune.cesano-maderno.mb.it

COMUNE DI DESIO
c.a. SINDACO Roberto Corti
protocollo.comune.desio@legalmail.it

COMUNE DI BARLASSINA
c.a. SINDACO Piermario Galli
comune.barlassina@pec.regione.lombardia.it

COMUNE DI BOVISIO MASCIAGO
c.a. SINDACO Giovanni Sartori
comunebovisiomasciago@cert.legalmail.it

Oggetto:
Osservazioni di Legambiente, ISDE, Sinistra e Ambiente sul progetto operativo di bonifica relativo alla tratta B2 di Pedemontana.

In riferimento a quanto in oggetto, avendo preso visione del progetto operativo di bonifica presentato nel mese di luglio 2019 da APL a tutti gli enti preposti e a breve discusso in Conferenza dei Servizi, trasmettiamo due documenti nei quali vi sottoponiamo alcune puntuali osservazioni inerenti il suddetto progetto che brevemente riassumiamo qui riportandole.

E’ evidente che su molti aspetti, per ragioni economiche, il proponente ha cercato di limitare l'intervento di bonifica.
Per parte nostra, continuiamo a ritenere una follia la costruzione di una autostrada su terreni inquinati da diossina valutando che un'azione di bonifica comporta comunque un grande rischio legato alla movimentazione del terreno contaminato. In merito, dubitiamo che l'uso di acqua nebulizzata sia sufficiente ad eliminare la dispersione di polveri derivante dalla lavorazione di 71.000 tonnellate di terreno con diossina.
Precauzionalmente, non ci si dovrebbe poi limitare ad una scarificazione e asportazione di soli 20 cm laddove il Top Soil risulta inquinato. Una profondità di scavo maggiore garantirebbe più certezza di bonifica e più sicurezza.
Anche la mancata rimozione dello strato intermedio laddove questo, successivamente al Top Soil risulta contaminato, ci lascia perplessi. Infatti nelle zone dove si configura questa condizione, l'area di cantiere verrà isolata dalla contaminazione intermedia a mezzo di geotessuto, dopo aver asportato solo lo strato di Top Soil inquinato.
Dovrebbe altresì essere ormai chiara la situazione in cui versano le aree (A5 e A24) in prossimità degli svincoli medesi e quelle sempre a Meda, limitrofe al torrente Tarò, all'estremità nord del tracciato autostradale. Eppure c'è titubanza nell'effettuare qui un intervento di bonifica e si preferisce rimandare ad ulteriori approfondimenti analitici.
Non è nemmeno condivisibile il considerare che le aree al di fuori della pertinenza della Pedemontana potranno poi avere la destinazione d'uso che sarà decisa dal Comune . Occorrerebbe non consentirne l'utilizzo nelle aree dove la CSC di 10 ng Eq/kg risulta superato.
Continuano poi a mancare le cartografie ufficiali del progetto definitivo 2018, da mettere in correlazione diretta con il Progetto Operativo di Bonifica.
In particolare, sulla la valutazione del rischio elaborata da Pedemontana, si produce poi l'allegato documento istruttorio redatto a cura del Dr. Edoardo Bai, sulle cui considerazioni si concorda, evidenziando come la suddetta valutazione non possa essere ritenuta idonea e men che meno esaustiva, per la sua grave incompletezza in particolare relativamente alla fase più critica dell'intervento prospettato, ovvero gli scavi, le movimentazioni e il conferimento definitivo delle terre
contaminate, per la mancanza di specifiche e di corretti riferimenti nei parametri utilizzati nei calcoli prodotti relativamente alla valutazione del rischio sanitario per i residenti e gli operatori, mancando sostanziali valutazioni circa il rischio connesso con la fase di cantiere.
Alla luce di queste vistose carenze riteniamo che non possano essere considerate idonee le misure prospettate per l'attenuazione del rischio nella fase di cantiere, né che la valutazione di rischio consenta un'adeguata istruttoria da parte delle autorità e degli organismi tecnici preposti alla sua approvazione.
Inoltre, gli elementi che emergono relativamente alla persistenza dello stato di contaminazione degli orizzonti superficiali di terreno oggetto di analisi, con il rilevamento di concentrazioni eccedenti le soglie riportate nelle tabelle allegate al D. Lgs. 152/2006 e Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 1 marzo 2019 n. 46, inducono a richiedere che ogni intervento nelle aree che hanno subito la contaminazione dal fall-out dell'evento del 10 luglio 1976, inclusa la realizzazione di nuove infrastrutture come nel caso di specie, debba essere ricompreso in un piano generale preordinato che definisca procedure, destinazioni e usi del suolo compatibili.
Data la delicatezza e la complessità della materia in questione, vi chiediamo di voler approfondire le criticità sopra evidenziate, trattate anche nei nostri allegati e di volerci informare in merito alla realizzazione della analisi del rischio sanitario (si veda allegato n. 2) e agli altri punti di criticità che sono stati rilevati nel progetto operativo di bonifica, evidenziati nell’allegato n. 1 alla presente.
Ritenendo essenziale e doveroso da parte dei Sindaci, responsabili ultimi della salute pubblica nei comuni da loro amministrati, chiediamo che l’intero iter connesso al DL 152/06 sia trattato nella massima trasparenza, con l’opportuna attenzione e con il dovuto livello di comunicazione nell’informare la cittadinanza di quanto in corso.

In attesa di vostro riscontro
Cordiali saluti

Gemma Beretta
Presidente del Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso

Alberto Colombo
portavoce di Sinistra e Ambiente di Meda

Barbara Meggetto
Presidente di Legambiente Lombardia

Edoardo Bai
Associazione Medici per l’Ambiente- ISDE e Comitato Scientifico di Legambiente Lombardia

Seveso/Meda, 13 settembre 2019

Allegati:
1 POB Osserv e Analisi all 1 x Amm.
2 Osserv. analisi di rischio sanitario-ambientale x Amm.

Il contributo con le osservazioni del Dr. Edoardo Bai


La rassegna stampa

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Il commento di Sinistra e Ambiente di Meda e di Legambiente di Seveso sul comunicato emesso dall'amministrazione sevesina dopo la Conferenza dei servizi del 17-9-019.




sabato 7 settembre 2019

PEDEMONTANA: ELABORATO IL PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA SULLE AREE CONTAMINATE DA DIOSSINA TCDD

A luglio 2019 è' stato inoltrato agli Enti interessati, da parte di Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), il PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA (POB) per le aree contaminate da Diossina TCDD interferite dal previsto tracciato dell'autostrada.
La stesura del progetto operativo di bonifica è stata affidata da APL alla società HPC Italia prendendo in considerazione e valutando le superfici “sorgenti di potenziale contaminazione” incluse nella perimetrazione, presentata da APL e approvata il 23-11-2017 con Decreto Regionale 14300 dalla DG Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile.
A mezzo accesso agli atti, i gruppi di Sinistra e Ambiente di Meda e il Circolo Laura Conti di Legambiente Seveso, sono entrati in possesso della copia dell'elaborato.
Non si tratta evidentemente ancora della versione documentale finale poichè questo lavoro dovrà essere discusso, valutato ed infine approvato in sede di  Conferenza dei Servizi che ci risulta fissata per il 17-9-019.
In attesa di questo passaggio determinante, pensiamo sia comunque importante scriverne per dare una corretta informazione sui contenuti, sugli obiettivi e sulle scelte contenute nel Progetto Operativo di Bonifica che, una volta assoggettate alle valutazioni della Conferenza dei Servizi, avranno una ricaduta importante sul nostro territorio.

QUALCHE IMMEDIATA E CRITICA VALUTAZIONE

Se risulta complicato valutare un documento tecnico sicuramente non di immediata e facile lettura è tuttavia fondamentale informare dei contenuti le Comunità coinvolte, poiché sarebbe devastante conoscere le decisioni prese in una Conferenza dei Servizi senza che i cittadini nemmeno sappiano nè conoscano come sarà quello che si prefigura come una proposta tecnica per la bonifica.
Certo è che su molti aspetti, il proponente ha cercato di limitare l'intervento di bonifica, evidentemente anche per ragioni economiche, pur preoccupandosi di sviluppare un "Piano della Comunicazione" atto a gestire rapporti mediatici per "ridurre il rischio politico e regolamentare nonchè per ridurre al minimo qualsiasi danno potenziale all'immagine di APL ".
Nel merito del progetto di bonifica presentato da APL a Regione Lombardia ecco le nostre prime considerazioni.
Continuiamo a ritenere una follia la costruzione di una autostrada su terreni inquinati da diossina e un'azione di bonifica comporta comunque un grande rischio legato alla movimentazione del terreno contaminato. In merito, dubitiamo che l'uso di acqua nebulizzata sia sufficiente ad eliminare la dispersione di polveri derivante dalla lavorazione di 71.000 tonnellate di terreno con diossina.
Precauzionalmente, non ci si dovrebbe poi limitare ad una scarificazione e asportazione di soli 20 cm laddove il Top Soil risulta inquinato. Una profondità di scavo maggiore garantirebbe più certezza di bonifica e più sicurezza. 
Anche la mancata rimozione dello strato intermedio laddove questo, successivamente al Top Soil risulta contaminato, ci lascia  perplessi. Nelle zone dove si configura questa condizione, l'area di cantiere verrà isolata dalla contaminazione intermedia a mezzo di un geotessuto, dopo aver asportato solo lo strato di Top Soil inquinato. 
Dovrebbe altresì essere ormai chiara la situazione in cui versano le aree (A5 e A24) in prossimità degli svincoli medesi e quelle sempre a Meda, limitrofe al torrente Tarò, all'estremità nord del tracciato autostradale. Eppure c'è titubanza nell'effettuare qui un intervento di bonifica e si preferisce
rimandare ad ulteriori approfondimenti analitici. 
Non è condivisibile l'affermazione che le aree al di fuori della pertinenza della Pedemontana potranno poi avere la destinazione d'uso che sarà  decisa dal Comune . Occorrerebbe non consentirne l'utilizzo almeno nelle aree dove il CSC di 10 ng Eq/kg risulta superato. 
Continuano a mancare le cartografie ufficiali del progetto definitivo 2018, da mettere in correlazione diretta con il Progetto Operativo di Bonifica. 
Ci aspettiamo quindi che la Conferenza dei Servizi imponga ad Autostrada Pedemontana Lombarda un Piano Operativo di bonifica più incisivo di quello presentato con ulteriori e precise osservazioni e disposizioni. 
E' questa una responsabilità degli Enti pubblici coinvolti: Regione Lombardia, Arpa, ATS, Provincia di Monza e Brianza e comuni interessati.
Un assenso acritico al piano di bonifica proposto da Pedemontana senza precise ed ulteriori prescrizioni sarebbe da considerarsi una gravissima irresponsabilità.
Sinistra e Ambiente di Meda e Legambiente di Seveso approfondiranno ulteriormente altri aspetti del Progetto Operativo di Bonifica avvalendosi anche del contributo di tecnici appositamente interpellati.

L'ANALISI DEL DOCUMENTO

- COSA C'E' NEL PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA (POB)
Il Progetto Operativo di Bonifica comprende un aggiornamento del Modello concettuale del Sito e del documento di Analisi del Rischio rispetto a quanto già definito ed approvato dagli Enti di Controllo.
Secondo l'estensore questi aggiornamenti sono conseguenti alle modifiche implementate nel progetto DEFINITIVO del 2018 e alle risultanze delle indagini integrative del febbraio 2019 eseguite in contraddittorio con ARPA.
Queste analisi integrative (ne abbiamo scritto qui) hanno evidenziato nei terreni al di sotto del manto stradale preesistente, valori di diossine sotto le soglie,  consentendo ad APL di escludere il suolo sottostante all'asfalto da azioni di bonifica.

Va rammentato che per Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) tutte le aree interne alla futura recinzione autostradale avranno destinazione d'uso di tipo commerciale/industriale e pertanto dovranno rispettare il limite di Colonna B (100 ng Eq/kg); le aree esterne alla recinzione autostradale ma a servizio dell'autostrada,  (Aree di mitigazioni a verde con libero accesso, aree di cantiere che saranno solo temporaneamente occupate da APL e aree oltre la recinzione stradale potenzialmente accessibili) avranno destinazione d'uso conforme agli strumenti urbanistici e pertanto dovranno rispettare il limite previsto da Colonna A (10 ng Eq/kg) se di tipo verde/residenziale o Colonna B (100 ng Eq/kg) se di tipo commerciale/industriale.

- LE AREE DA ASSOGGETARE A BONIFICA, QUELLE ANCORA IN VALUTAZIONE E QUELLE STRALCIATE RISPETTO ALLA PERIMETRAZIONE APPROVATA IL 23/11/2017
Secondo quanto definito nel Progetto Operativo di Bonifica (POB) gli interventi di bonifica sono stati suddivisi su 8 Lotti funzionali (1, 2, 2A, 3A, 3, 4, 5 e 6) che però, di fatto, corrispondono alla "delimitazione di sorgente di potenziale contaminazione".
Rispetto alla perimetrazione approvata precedentemente, costituita in origine da 6 lotti vi sono delle aggiunte e degli stralci.

• Sono stati aggiunti i lotti  2A e 3A delimitati intorno alle zone adibite ad aree tecniche di cantiere durante le lavorazioni stradali.
• Sono state stralciate le aree precedentemente denominate A17, A18, A30, A31, A32 localizzate nel lotto 3 della perimetrazione, nello svincolo di Barrucana con superamenti delle CSC di colonna A (10 ng Eq/kg). Lo stralcio è determinato dal cambio di destinazione d'uso delle aree.
Infatti, durante il tavolo tecnico convocato in Regione Lombardia su sollecitazione della Provincia di Monza e della Brianza e dei Comuni rappresentati, al fine di verificare il progetto definitivo stradale 2018, "lo svincolo di Barrucana viene confermato nella configurazione condivisa dai tavoli dell'Accordo di Programma, eliminando la fruibilità pubblica della collinetta a bosco al di sopra della galleria artificiale". Con l'interdizione al pubblico, dunque, la superficie sopra alla galleria, si configura come pertinenza autostradale a destinazione d'uso commerciale/industriale (100 ng Eq/kg) e non più a verde/residenziale come in precedenza.
E' quindi esclusa dalla bonifica avendo destinazione d'uso industriale/commerciale e un livello di contaminazione inferiore ai 100 ng Eq/kg.
• Stralciate le aree denominate A16, A21 e A35  a seguito della riperimetrazione del limite di intervento dell'opera stradale, tali aree nella nuova configurazione risultano al di fuori del perimetro di competenza di APL e pertanto non oggetto di intervento.
• Le aree denominate A1, A2, A7, A8, A23 e A34 sono state riperimetrate escludendo le porzioni pavimentate della strada SS35 a seguito degli esiti conformi delle indagini integrative effettuate nel febbraio 2019 per i punti di indagine su strada.
• Riperimetrate le aree denominate A6, A10 e A11 sin considerazione del nuovo confine di intervento dell'opera stradale.
• L'inclusione dello svincolo di Meda (Lotto 1) all'interno del progetto di riqualificazione stradale e la presenza del punto di indagine integrativo IND.INT. 17 non conforme (123 ng Eq/kg), hanno comportato una modifica sostanziale dell'area 1 che sarà sottoposta a bonifica.
• Le aree denominate A36, A37, A38, A39, A40, A41, A42, A43 e A44 sono state attivate nell'aggiornamento del Modello concettuale a seguito della riperimetrazione del confine di intervento dell'opera stradale.

Mappa con le aree di bonifica effettivamente considerate secondo il Progetto Operativo di Bonifica (POB) del giugno 2019
 (cliccare sopra per ingrandire)

Sotto, i dettagli sulle aree di intervento

Le elaborazioni di Analisi di Rischio sono state svolte in corrispondenza delle aree denominate A25, A28 (porzione 0,5 mt-1 mt da piano campagna), A33 (porzione 0,5 mt-1 mt da piano campagna) e A41 allo scopo di valutare il rischio sanitario e ambientale associato alle concentrazioni massime di diossina rilevate in tale aree e quindi valutarne il livello di contaminazione ai sensi del D.Lgs. 152/06. 
La porzione di terreno al di sopra di 0,5 m da p.c. per le aree A28 e A33 (AREE DI CANTIERE) verrà comunque rimossa con gli interventi di bonifica. L'Analisi di rischio, per la contaminazione presente nell'Intermedio (da 0,5 mt a 1 mt) ha dato risultati di rischio accettabili pertanto il terreno oltre lo 0,5 non verrà asportato. Durante il cantiere le aree A25 e A33 saranno temporaneamente pavimentate e a fine cantiere con pavimentazione rimossa, si porterà in loco almeno 0,5 mt di terreno pulito a copertura.
Per l'area A25 - zona verde di mitigazione acustica con duna è prevista la posa di un telo di geotessuto e la copertura con terreno conforme.
Dopo la bonifica con asportazione di suolo nell'area A38 contaminata nel Top Soil, sull'area A41- zona verde di mitigazione - a sud della Baruccanetta (contaminata nel resto da 0,2 a 1 mt) è invece prevista la posa del solo geotessuto.
La tabella Riassuntiva degli interventi da effettuare (Bonifiche, ulteriori analisi etc) - Cliccare sopra per ingrandire-

In alcune aree il Progetto Operativo di Bonifica prevede analisi chimiche aggiuntive per determinare quali azioni intraprendere.
Le motivazioni, un poco risibili, vanno tutte nella direzione di ridurre e limitare le aree da assoggettare alla bonifica poichè "risulterebbero operativamente difficili da gestire nell'ambito della bonifica (difficoltà di accesso in scarpata, presenza di un corso d'acqua che interferirebbe con le attività di scavo".
Si tratta nel dettaglio dell'Area A5 contaminata nel Top Soil e dell' A24 nell'intermedio, localizzate a Meda lungo il corso del Torrente Certesa, e della  la porzione dell'A3 (contaminata nel Top Soil) adiacente alla pista ciclabile esistente (Lotto 1, svincolo Meda).
Pertanto, l'estensore del POB propone indagini integrative finalizzate ad approfondire la presenza di effettiva contaminazione da Diossine (limite di riferimento Colonna A - destinazione d'uso verde / residenziale) per definire l'inclusione o l'esclusione delle aree A5, A24 e una porzione dell'Area A3, dagli interventi di bonifica.
- OBIETTIVI DELLA BONIFICA
L'asportazione di terreno contaminato da Diossine è finalizzato al raggiungimento degli obiettivi stabiliti cioè la raggiungimento dei valori di soglia stabiliti dalla normativa in funzione della destinazione d'uso delle aree.
I risultati minimi da ottenere nei terreni sono:

• Concentrazione di Soglia di Contaminazione (CSC) di Colonna A (10 ng Eq/kg) per le aree verdi di mitigazione accessibili al pubblico e per le aree a destinazione d'uso verde/residenziale ubicate oltre il confine della recinzione stradale;

• CSC di Colonna B (100 ng Eq/kg) per le aree di pertinenza della futura opera stradale e non accessibili al pubblico;

• Concentrazione di Soglia di Rischio (CSR) sanitario-ambientali per le aree di intervento soprastanti a sorgenti di contaminazione sottoposte ad Analisi di Rischio.

- VOLUMI DI TERRENO ASPORTATI E LORO ALLOCAZIONE
I volumi di terreno da asportare risultano calcolati in 39.668 m3 pari a 71.402 tonnellate.
Il terreno da asportare verrà sottoposto ad una caratterizzazione ai fini della classificazione del rifiuto per lo smaltimento in discarica.
Verranno al proposito prelevati 192 campioni di terreno da sottoporre ad analisi secondo maglie di campionamento 30x30 mt per le aree con contaminazione del Top Soil e di 25x25 mt per le aree interessate da una contaminazione del solo strato intermedio o da una contaminazione dello strato intermedio e del soprastante Top Soil. 


- INTERVENTI DI BONIFICA E PRECAUZIONI ADOTTATE
Dopo aver effettuato la caratterizzazione in banco dei terreni come rifiuto, verrà eseguita l'escavazione e il successivo invio ad impianto di smaltimento.
Tutti gli scavi saranno preceduti da un rilievo topografico plano-altimetrico finalizzato alla materializzazione in campo delle singole aree d'intervento.
Tutte le operazioni di scavo, realizzate con escavatore meccanico, saranno supervisionate da un operatore a terra che verificherà il rispetto delle geometrie progettuali di bonifica.
Sulle aree con contaminazione nel Top Soil, eventuali apparati radicali delle piante tagliate fino al piano campagna durante la fase di preparazione alla bonifica, verranno lasciate in loco.
Per le aree con contaminazione nel terreno intermedio, caratterizzate da profondità di scavo superiori, si prevede la rimozione degli apparati radicali in fase di scavo, la separazione degli stessi dal terreno e il deposito all'interno di cassoni scarrabili in attesa di essere smaltiti, previa opportuna caratterizzazione analitica come rifiuto.
L'avanzamento del fronte di scavo di ogni area di intervento seguirà la suddivisione delle maglie eseguita in fase di caratterizzazione in banco dei terreni come rifiuto, al fine di consentire la tracciabilità dei terreni scavati con le analisi di caratterizzazione dei rifiuti.
Il materiale scavato sarà direttamente caricato all'interno dei cassoni degli autocarri posizionati esternamente alle aree oggetto di bonifica, per il successivo conferimento a impianto.
Ogni autocarro sarà munito di teloni di copertura automatici, azionati al termine del riempimento e prima dell'uscita dall'area di cantiere. Qualora non sia possibile caricare direttamente i mezzi fuori dall'area di scavo, gli autocarri potranno entrare all'interno dell'area di scavo transitando esclusivamente su apposite piste provvisorie.
Tali viabilità provvisorie saranno realizzate mediante la posa di un geotessuto di separazione tra il terreno in sito e uno strato di frantumato da cava, opportunamente rullato e costipato. Al termine degli scavi di bonifica, il frantumato usato per la realizzazione delle piste di cantiere/basamenti aree di cantiere potrà essere impiegato nell'ambito degli interventi del cantiere stradale. Il geotessuto impiegato sarà invece oggetto di smaltimento.

Durante le attività di bonifica è previsto l'utilizzo di mezzi e procedure per ridurre l'eventuale produzione di polveri, mediante:

• Impiego di sistemi di abbattimento polveri con nebulizzatori (cannon fog) opportunamente posizionati in corrispondenza del fronte scavo, bagnatura di piste, lavaggio manuale di ruote dei mezzi con idropulitrice e spazzatura periodica del manto stradale;
• Predisposizione di reti per il contenimento polveri in prossimità degli scavi;
• Limitazione della velocità di avanzamento dei mezzi di trasporto;
• Sospensione delle attività di scavo nelle giornate ventose.
Per il controllo degli impatti ambientali generati dalle attività di scavo è previsto un opportuno Piano di Monitoraggio dell'aria ambiente.
In funzione delle condizioni meteo e dell'operatività di cantiere, gli scavi potranno  essere coperti con  teli in LDPE opportunamente fissati al ciglio e fondo scavo al fine di evitare fenomeni di dispersione delle polveri.
Al termine delle attività di escavazione, le aree di bonifica resteranno coperte sino alla ricezione degli esiti analitici dei campionamento di collaudo.

Per i terreni escavati dalle aree di bonifica non è previsto il deposito temporaneo. Verranno conferiti direttamente all'impianto  di stoccaggio. Per il deposito dei rifiuti di natura differente si potranno utilizzare cassoni scarrabili da ubicare all'interno delle aree tecniche di cantiere della bonifica.

Il materiale da gestire nell'attività di bonifica sarà costituito da:

1) Terreni contaminati;
2) Terreno anche contaminato delle attività di BonificaOrdigni Bellici (BOB) pari a 414 ton.
3) Teli in LDPE di copertura delle aree di scavo di bonifica e geotessuto alla base delle piste di cantiere;
4) Rifiuti biodegradabili derivanti dallo sfalcio dell'Area 1;
5) Legno derivante dalle attività di scavo delle aree intermedie (apparati radicali) in quantitativo ipotizzato di 308 Tonnellate.

- PIANO DI COLLAUDO DEGLI INTERVENTI EFFETTUATI
Una volta terminata la fase di scavo del terreno definito come perimetro della sorgente di potenziale contaminazione, dovrà esserne certificato il collaudo cioè il raggiungimento almeno dei valori limite di Concentrazione Soglia Contaminante (CSC) o laddove attivata l'analisi di rischio, le  Concentrazionei Soglia di Rischio (CSR)  previsti per il suolo.
La certificazione avverrà con una serie di analisi chimiche dette "campionamenti di collaudo" dei terreni dai fondi scavo e dalle pareti delle aree sottoposte a bonifica.
Si tratta di un totale di 615 campioni di collaudo.
Tutte le operazioni di verifica e collaudo finale dovranno essere condotte in accordo ed alla presenza di ARPA Lombardia.

Nel POB viene inoltre specificato che:

• non si prevede il prelievo dei campioni di parete per le aree sorgenti Top Soil;
• conseguentemente alla conformità delle analisi integrative eseguite nel 2019, è considerata "non contaminata" tutta la verticale al di sotto della strada SS35 antecedente all'incidente ICMESA non prevedendo prelievo dei campioni di parete nelle aree di scavo a ridosso della strada (Aree 23, 39, 36+40, 27A+27B, 34);
• gli obiettivi di bonifica di ciascuna area sono stati posti pari alla CSC di riferimento della destinazione d'uso del poligono di appartenenza (eccezione fatta per le aree per le quali è presente un valore di CSR);
• l'area 5+24 non è stata inserita in quanto soggetta ad indagine integrativa. Qualora le indagini risultassero non conformi per entrambe le aree, l'obiettivo di bonifica da traguardare per entrambe le sorgenti sarebbe la CSC di Colonna A, pari a 10 ngE/kg.

- COSTI
I costi stimati per la bonifica sono di 9.828.534 euro.

- COMUNICAZIONE MEDIATICA
Tra i documenti del Progetto Operativo di Bonifica è inserito anche un Piano della Comunicazione con un previsto stanziamento di 19.000 euro per un accompagnamento mediatico fatto da comunicazioni, realizzazione di materiali informativi e per una conferenza illustrativa sul territorio del Progetto Operativo di Bonifica (POB).
Oltre alle metodologie comunicative da applicare, il Piano della Comunicazione elenca gli "Stakeholders" o portatori di interesse, suddivisi per appartenenza e attribuzioni (es. istituzionali, Enti di controllo, Amministrazioni) ed identifica tra i contrari alla realizzazione dell'autostrada i gruppi di Sinistra e Ambiente di Meda e di Legambiente Circolo Laura Conti di Seveso, oltrechè il coordinamento di Insieme in Rete. Di tutti i gruppi vengono descritte le attività.       .

Sinistra e Ambiente di Meda
Legambiente circolo Laura Conti di Seveso

Rassegna stampa:

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