Il gruppo di Sinistra e Ambiente ha partecipato il 7/9/016 con Legambiente Circolo Laura Conti, WWF Lombardia e Comitato per il Parco Regionale della Brughiera all'incontro con l'assessore all'Urbanistica e Lavori Pubblici Simona Buraschi avente come argomento il taglio dei tigli di via Seveso a Meda.
Ne è nato un report scritto insieme da tutti i gruppi ambientalisti che vi proponiamo.
Qualche altra nostra nota e valutazione aggiuntiva.
C'è stata la la netta sensazione d’una cieca e acritica fiducia del livello amministrativo rispetto a decisioni prese dai tecnici. Decisioni che per questa situazione meritavano invece maggiore attenzione e approfondimento prima di agire.
E' stato chiaro a tutti i presenti una situazione confusa nei contenuti delle risposte date e il tentativo di evitare la contestazione rispetto all’avventatezza dell’intervento.
Troppo generiche le informazioni ricevute rispetto alle “rimostranze di alcuni proprietari” (non dei residenti ndr) per i problemi causati dalla vicinanza agli edifici degli alberi che hanno innescato l'azione di taglio e rimozione.
Come scritto nella relazione comune, anche la promessa ri-piantumazione si sta derubricando ad una modesta valutazione sulle tipologie vegetative da mettere a dimora che con ogni probabilità non rientreranno nemmeno nella categoria degli alberi di basso fusto ma in quella degli “arbusti e siepi”.
Certo, ora che c’è stato il taglio dell'esistente (i tigli), qualsivoglia nuova piantumazione deve ora rispettare quanto stabilito dal Codice Civile.
Quindi abbiamo perso tigli d’alto fusto e la ri-piantumazione sarà probabilmente di essenze di categoria inferiore dal punto di vista delle dimensioni e della qualità.
S’è capito inoltre che l’ultima potatura stagionale di quegli alberi è avvenuta nel 2014 (dopo averne saltate alcune) e che successivamente non vi sono stati altri interventi.
In questa situazione, l’ipotesi -che sarebbe stata quasi certamente letale per gli alberi- era quella, anch'essa discutibile, della capitozzatura (ad agosto !!!) evidentemente non attuabile.
Certo è che se sugli alberi non si fanno interventi costanti, poi si arriva alle condizioni limite.
Le regole del Codice Civile non possono essere le sole linee guida in casi simili.
Andavano e vanno considerati anche i fattori di beneficio derivanti dall’esistenza di viali con alberi d’alto fusto, magari cercando faticosamente altre soluzioni, compresa quella di rivendicare una norma derogabile: l’usucapione, dopo 20 anni, del diritto di servitù e quindi a mantenere l'albero a distanza inferiore a quella definita nel Codice Civile.
L’incontro ha evidenziato una incompatibilità tra le giustificazioni che hanno portato l’amministrazione ad agire così drasticamente e quanto, da tempo, le associazioni e i gruppi ambientalisti chiedono in tema di sensibilità ambientali.
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