E' un periodo dove assistiamo, anche in Brianza, ad un'ostilità ingiustificata nei confronti dei richiedenti asilo accompagnata da manifestazioni di intolleranza, debitamente alimentate dai soliti e ben noti "imprenditori della paura" che spargono mistificazioni (non ultima quella generata dalle fantasie di un hub per 500 profughi a Seveso !!) giusto per garantirsi visibilità.
Per questo, per fare chiarezza, informazione, smontare le panzanate e cercare di far comprendere che con i profughi si debba e sia giusto fare accoglienza vera, vogliamo qui parlare di un modello interessante, proprio nella nostra Brianza, quello gestito da più di venti gruppi, enti e associazioni no profit unite nell' RTI Bonvena (Accoglienza in esperanto) .
Un sistema gestionale trasparente che Bonvena, dopo essersi aggiudicata il bando della Prefettura di MB nel 2016, così come nel 2014 e nel 2015 ha deciso di portare a conoscenza dei cittadini diffondendo un rapporto e un'analisi sui profughi da essa accolti all'interno del progetto gestionale.
Parliamo (al 31 maggio 2016) di 878 richiedenti protezione internazionale provenienti da oltre 20 nazioni.
Tra i richiedenti, 177 arrivano dalla Nigeria, 119 dal Mali, 106 dal Gambia, 102 dal Pakistan, 91 dal Senegal, 69 dal Bangladesh e 60 dal Ghana.
Sono invece solo 13 le donne, spesso però con sulle spalle un percorso di pesantissimo sfruttamento anche di natura sessuale.
Un modello che lavora sull'accoglienza solidale e non sul mero assistenzialismo, tanto dall'aver creato dall'aprile 2014 il fondo Hope che mette a disposizione risorse per azioni non richieste dal bando ministeriale ma che sono utili a dare ulteriori possibilità quali tirocini formativi, sostegno ai progetti individuali, formazione e istruzione.
In Brianza, i richiedenti protezione vengono dapprima ospitati in due hub (Monza e Agrate) per un periodo il più possibile breve poi inviati nelle strutture comunitarie (Camparada, Carnate, Limbiate, Lissone, Triuggio) dove vengono affinati gli interventi di accoglienza.
Sin dall'inizio si avviano i corsi di Italiano.
La terza fase dell'accoglienza è il trasferimento nelle abitazioni affittate nel mercato privato o messi a disposizione.
Si tratta di inserimenti di piccoli gruppi, costantemente seguiti dal case manager e dai volontari locali dell'associazione di riferimento.
Un'altra caratteristica è la rete di rapporti e collaborazione con enti esterni a Bonvena per i servizi di mediazione culturale, di supporto legale e di assistenza al lavoro (ARCI, Sindacati etc) nonchè con enti formativi.
Importante l'avvio di attività di volontariato sul territorio cui i profughi hanno partecipato. Volontariato svolto con vari enti, Comuni compresi.
Il rapporto illustra anche le tre forme di protezione possibile accordabile ai profughi (Status di Rifugiato, Protezione Sussidiaria, Protezione Umanitaria) conseguente alla storia e alla condizione del richiedente. Il diritto di ricevere protezione è per chi fugge dalle numerose guerre e per chi subisce persecuzioni di varia natura che mettano a rischio la sua incolumità.
Prendetevi una pausa e leggetelo: è un antidoto contro il pregiudizio.
IV REPORT Dal Mare e Dalla Terra_22 Giugno 2016 by Sinistra E Ambiente on ScribdIl rapporto illustra anche le tre forme di protezione possibile accordabile ai profughi (Status di Rifugiato, Protezione Sussidiaria, Protezione Umanitaria) conseguente alla storia e alla condizione del richiedente. Il diritto di ricevere protezione è per chi fugge dalle numerose guerre e per chi subisce persecuzioni di varia natura che mettano a rischio la sua incolumità.
Prendetevi una pausa e leggetelo: è un antidoto contro il pregiudizio.
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