INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE (coordinamento cui SINISTRA E AMBIENTE è parte attiva) aderisce e partecipa alla manifestazione contro la futura AUTOSTRADA PEDEMONTANA del 30/09/012 a Desio.
Lo facciamo per continuare a rimarcare la nostra CONTRARIETA' a questa infrastruttura. Lo facciamo sulla scorta di anni di lavoro intenso fatti per cercare di limitare IL DANNO su ambiente e vivibilità conseguente alla realizzazione dell'autostrada.
Ecco il comunicato di INSIEME IN RETE.
COMUNICATO STAMPA
PERCHE’ ADERIAMO ALLA MANIFESTAZIONE
PERCHE’ ADERIAMO ALLA MANIFESTAZIONE
“NO PEDEMONTANA” DEL 30/09/12
Monza, 07 settembre 2012.
Il 30 settembre 2012 a Desio (MB) a
partire dalle ore 14 si svolgerà una manifestazione NO PEDEMONTANA promossa dal
Comitato Beni Comuni che, figlio del Comitato per l’Acqua Pubblica vittorioso
ai referendum dello scorso anno, sta raccogliendo sempre più composite e
numerose adesioni di associazioni, gruppi e comitati che si ritroveranno
insieme sotto questo denominatore comune.
Il nostro coordinamento dal 2007, prima
in solitudine, e poi con sempre maggiore interesse e cercando di coinvolgere il
maggior numero di forze sociali e politiche attente ed attive, si è misurato
con parole e fatti (convegni, incontri, osservazioni, azioni legali, manifestazioni,
carovane informative, assemblee pubbliche, comunicati stampa, ecc.) contro
quest’opera occupandosi nel merito dei gravissimi rischi che essa porta con sé.
In uno dei maggiori periodi di crisi economica del nostro Paese, in un’Italia
completamente cambiata rispetto agli anni del boom economico in cui l’opera è
stata concepita, questo progetto non risolverà i problemi legati alla mobilità,
mentre sicuramente devasterà ulteriormente il nord Milano consumando ulteriore
preziosissimo suolo – fra autostrada, opere viarie complementari e connesse e
nuovi edifici in massima parte inutili e figli di logiche speculative spesso
opache – dove invece la tendenza dovrebbe essere quella opposta.
Aderiamo quindi con principi concreti che hanno caratterizzato le nostre
proposte e il nostro costante lavoro sul territorio e perché vogliamo
continuare con maggiore forza le nostre battaglie che hanno contribuito a
rendere l’opera meno impattante di quanto non sarebbe stata, senza il nostro
impegno continuo ed attento.
Lo facciamo:
1.
Perché
vogliamo continuare a dire con chiarezza a Regione Lombardia e ad Autostrada
Pedemontana Lombarda, che le compensazioni ambientali che abbiamo difeso,
seppure assolutamente insufficienti, devono essere non solo realizzate ma
ampliate ancora ed ancora, perché GIA’ ORA – anche senza questa autostrada –
sono necessarie, visto l’alto grado di urbanizzazione dell’area pedemontana.
2.
Perché
vogliamo che Regione Lombardia realizzi un Piano d’Area per Autostrada
Pedemontana con un unico articolo: “nessuna nuova costruzione dovrà essere
costruita lungo l’asse di Pedemontana”. Altrimenti il paesaggio della
Milano-Venezia da evocazione e spauracchio usato strumentalmente da alcuni
politici, si trasformerà in realtà. Anche perché, a parte alcune isolate e
recenti eccezioni, se lasciato ai nostri Sindaci il nostro territorio sarà
svenduto per rimpinguare temporaneamente le casse comunali incassando gli oneri
di queste inutili nuovi edifici che per lo più rimarranno sfitti, quando invece
è dal suolo che dà nutrimento ed energia che si deve ripartire per rimettere in
moto questo paese.
3.
Perché
vogliamo che questo nuovo rinascimento ambientale parta proprio dal
coinvolgimento dei territori e degli attori sociali che, come i gruppi del
nostro coordinamento, si impegnano per e in esso in un ottica di rete
sovralocale, che aspirano a guidare e a suggerire nuove forme sostenibili di
governo del territorio basati su pochi ma chiari capisaldi: no al consumo di
suolo, si alla fruizione degli spazi aperti anche con nuove forme di
imprenditoria agricola che vedano insieme fra loro produttori e consumatori
locali; no alla distruzione selvaggia del paesaggio urbano antico residuo, si
all’efficienza energetica e al recupero delle aree dismesse anche agevolando
nuove politiche dell’abitare nonché la loro restituzione per un uso a verde
pubblico; no alla riduzione degli spazi aperti, si alla creazione di nuovi
parchi regionali nella Brianza Centrale, nel Vimercatese e nella Brughiera
Briantea e all'estensione dei parchi regionali esistenti (Groane, Valle del
Lambro e Adda Nord) che porti ad una federazione dei parchi regionali e dei
PLIS lombardi che realizzi concretamente e non solo sulla carta, la rete
ecologica regionale in un ottica di un nuovo patto sociale e di nuova fruizione
consapevole e corresponsabile da parte delle comunità locali.
4.
Perché
vogliamo tutelare gli ultimi boschi pedemontani come il Bosco della Moronera, i
boschi di Arcore ed, in particolare, salvare definitivamente il Bosco delle
Querce di Seveso – monumento e sacrario mondiale della tragedia sociale ed
ambientale legata alla diossina fuoriuscita dall’ICMESA nel 1976 – dallo
sbancamento che provocherà la costruzione di Pedemontana, in barba alle
prescrizioni del CIPE. Perché se il nostro impegno, anche tramite un legale, ha
avuto come effetto la forte riduzione degli ettari sbancati dall’opera, non lo
ha certo definitivamente scongiurato, e questo è un grave scandalo per
l’Italia. Dopo aver infatti speso milioni di euro (e prima di lire) nella sua
bonifica, ora svende (grazie all’ennesima legge regionale deroga) questo
monumento vegetale, che era inedificabile, perché d’inciampo al “progresso”.
5.
Perchè
non vogliamo che la tratta B2, colpita nel 1976 dalla nube tossica dell’ICMESA,
venga nuovamente sconvolta con scavi all’interno delle ex aree A e B che, come
testimoniato dai prelievi Certificati da ARPA eseguiti nell’aprile/giugno 2008,
mostrano ancora una consistente presenza di diossina. Evidenziamo quindi la
nostra preoccupazione derivante dal fatto che l’attuale progetto definitivo,
ancora non ottempera alle vincolanti prescrizioni del CIPE e sul fatto che ci
paiono sottovalutati i pericoli che possono derivare dalla movimentazione di
terreno ancora CONTAMINATO da TCDD (diossina), nonché di altri terreni su cui
il tracciato insiste dove nel tempo si sono evidenziate la presenza di
discariche di rifiuti (talune delle quali abusive) che non ci capisce come si
vogliano affrontare in un’ottica di trasparente tutela della salute pubblica.
6.
Perché
si prendano subito provvedimenti radicali e innovativi in materia di
infrastrutture. Se ci sono soldi, questi dovrebbero essere spesi per costruire
– ORA e subito – quelle infrastrutture come ad esempio IL TRASPORTO SU FERRO
(Pedemontana ferroviaria) E L’INTERSCAMBIO FERRO-GOMMA che permettano di
mantenere stili di vita dignitosi in situazioni critiche: quindi occorrerebbe
impegnarsi a migliorare il trasporto pubblico rendendo meno appetibile la
macchina privata realizzando sistemi accessori di viabilità lenta (piste ciclabili);
7.
Perché
in un momento di crisi economica come questo, tagliare o ridimensionare le
grandi opere inutili è fondamentale, ed è fondamentale reinvestire questi fondi
in tante piccole opere utili a questo paese ed alla sua economia capillare e
diffusa che nella green economy sta vedendo uno dei pochi settori con segno
positivo.
Per tutto questo noi ci siamo, perché la
partecipazione nella gestione dei beni comuni è necessaria
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