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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

venerdì 1 luglio 2016

IL NEGAZIONISMO SUL DISASTRO DIOSSINA COMPIE 40 ANNI !

A Bruxelles, giusto per ......minimizzare e negare
In un convegno a Bruxelles presso il Comitato delle Regioni a tema “Rischio tecnologico e resilienza: esperienze a confronto a 40 anni dall’incidente di Seveso”, alla presenza anche del sindaco di Seveso Paolo Butti, il Presidente del Consiglio della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, ha infililato nel suo intervento di apertura dei lavori una serie di incondivisibili affermazioni che negano o modificano la reatà dei fatti.

“Oggi celebriamo, a pochi giorni dalla data del 40° anniversario, la “giusta memoria” del drammatico incidente di Seveso che il 10 luglio del 1976 colpì l’intera comunità lombarda. I giornali dell’epoca parlavano di una catastrofe irreparabile, e in un clima di vera e propria disperazione, ci fu addirittura chi arrivò a chiedere l’aborto obbligatorio per tutte le donne di Seveso. L’allarmismo, come si scoprì più tardi, dati alla mano, fece più danni della diossina stessa creando una crescita delle malattie cardiovascolari dovute allo stress. La prima voce che si levò in difesa della vita e contro la disperazione e la morte, fu quella della Chiesa e dell’Arcivescovo Giovanni Colombo, che chiamò a raccolta le persone facendo dell’ufficio decanale un punto di riferimento per affrontare l’emergenza con spirito costruttivo e tipicamente improntato ai valori propri della migliore tradizione lombarda. La lezione di allora ci insegna che nelle situazioni di emergenza, la cosa più importante è sempre quella di  mettere al centro le persone, che vanno ascoltate per poi prendere le decisioni corrette, come ci insegna il principio della sussidiarietà”.

Una dichiarazione che sorvola e volutamente dimentica come nell'arco di trent'anni nei Comuni colpiti dalla ricaduta della diossina TCDD dell'ICMESA di Meda il monitoraggio sanitario abbia rilevato un aumento significativo di una serie di patologie di tumori (pancreas, vescica, pleura, linfomi Hodgkin) e leucemie e che tra gli esposti nel cui sangue c'è la TCDD, secondo gli studi del Prof. Mocarelli, il fattore di rischio tumorale è quasi doppio rispetto ai non esposti.
Insomma, secondo Cattaneo, pare sia invece tutta colpa di chi ha fatto "dell'allarmismo" provocando di conseguenza ansia e aumento delle malattie cardiovascolari.
Ritorna poi il tormentone sugli aborti con Cattaneo che propina la sua verità dogmatica, semplificatrice, a senso unico e con contenuti irrispettosi verso quelle donne che soffrirono attanagliate dal dubbio, in una situazione di pericolo oggettivo, se portare o meno a termine le loro gravidanze ricorrendo all'aborto terapeutico. 
Raffaele Cattaneo è lo stesso personaggio che quando fu Assessore alle Infrastrutture in Regione Lombardia, nel 2008,  fece promulgare la legge deroga sul precedente vincolo di totale salvaguardia del Bosco delle Querce.
Una deroga che consente tutt'ora il passaggio dell'autostrada pedemontana nel Bosco delle Querce di Seveso e Meda, proprio zona A bonificata e ricostruita a parco verde.
E' sempre lui che  con Maroni vuole ostinatamente completare l'inutile autostrada pedemontana passando nelle zone contaminate dalla Diossina dell'ICMESA.
Insomma, un soggetto dall'inesistente sensibilità ambientale ma che ora si arroga un diritto di riscrivere in poche battute la storia del disastro del 1976.
Inquieta che i momenti delle "celebrazioni" dei 40 anni dal disastro della diossina dell'ICMESA, sia quelli locali sia quelli ad un livello istituzionale superiore, stiano facendo emergere una subdola operazione per una "artificiale pacificazione" con l'aggiunta di una componente di pesante minimizzazione, di mistificazione della realtà e di negazionismo.
Ne avevamo trattato anche nel post  SEVESO +40: LA MEMORIA ....... CORTA .

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