Un incontro importante quello organizzato a Seveso il 18-3-016 da Insieme in Rete con Anna Donati di Green Italia e con Monica Frassoni Presidente dei Verdi europei.
L'impossibilità per Monica Frassoni d'essere presente a causa di un lutto, non ha ostacolato l'argomentare con lei, a mezzo di mezzi telematici e in diretta.
Le comunicazioni della Frassoni e della Donati sulle pessime politiche italiane in tema di infrastrutture e grandi opere hanno portato a ragionare ad un livello più macro, utile a far capire le pesanti ricadute sui territori sia in termini di costi economici sia in termini di costi ambientali che le errate scelte trasportistiche causano.
Si sono così meglio comprese le disinvolte e miopi politiche d'investimento su infrastrutture poi rimaste incomplete per gli elevati e insopportabili costi.
Sono però le opere autostradali incomplete che servono a giustificare le continue richieste di nuovi fondi o di agevolazioni fiscali per i concessionari.
Sono però le opere autostradali incomplete che servono a giustificare le continue richieste di nuovi fondi o di agevolazioni fiscali per i concessionari.
E sulla Pedemontana, chi ne vuole la realizzazione a tutti i costi (il Presidente di Regione Lombardia Maroni in primis), nella disperata ricerca di fondi, insiste per chiudere l'iter della DEFISCALIZZAZIONE e per avviare la possibilità di accedere ai fondi europei del Piano JUNCKER.
Quella della Pedemontana è una situazione fallimentare conclamata, con i previsti fondi privati del "project financing" venuti totalmente a mancare e il maldestro tentativo di sopperire ad essi con "aiuti di Stato" e cercando di convincere l'Europa a finanziarla. Proprio per evitare anche questo, Monica Frassoni e Anna Donati in collaborazione con molti gruppi ambientalisti e con il coordinamento di Insieme in Rete hanno presentato alla Commissione Europea per la Concorrenza un dettagliato rapporto che alleghiamo.
Nella serata, Gemma Beretta, Gianni Del Pero e Alberto Colombo per INSIEME IN RETE hanno dettagliato il disastro ambientale causato da Pedemontana sul territorio, il rischio DIOSSINA sulla Tratta B2 e C, l'assenza delle compensazioni ambientali sul tracciato già in esercizio (A, B1 e tangenziali di Como e Varese) e hanno rinnovato la richiesta a fermare l'infrastruttura e a lavorare per un progetto di potenziamento della viabilità intercomunale e locale potenziando prioritariamente il trasporto su ferro.
Presenti all'incontro i sindaci di Seveso e Bovisio Masciago, l'assessore alle Politiche di Governo del Territorio di Desio, il Presidente del Consiglio Comunale di Cesano Maderno.
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Da MBNews
Insieme in Rete: “No agli aiuti di Stato per Pedemontana”
«Pedemontana è un fenomeno italiano e in questo, purtroppo, poco anomalo»: Gemma Beretta, portavoce di Insieme in Rete, riassume così la situazione nell’incontro di venerdì 18 marzo a Seveso.
La serata è stata un’occasione per presentare il documento presentato
alla Commissione europea sui finanziamenti governativi alle opere
autostradali, firmato, tra gli altri, da Anna Donati, di Green Italy, e da Monica Frassoni, presidente dei Verdi europei. La richiesta avanzata all’Europa è quella di indagare sugli aiuti di Stato ai titolari delle concessioni, e senza permettere che Pedemontana e altre autostrade ottengano ulteriori incentivi.
«Pedemontana è partita in termini
sbagliati, è costruita a pezzi e passa a zig-zag nella pianura,
devastando il territorio e isolando comuni – ha commentato il geologo Gianni Del Pero
-. Come società ha mostrato di non saper gestire un’opera così, e,
d’altra parte, non ha nemmeno i soldi per farlo: insiste nell’andare
avanti, ma deve invece fermarsi e risarcire il danno». Difficile capire con quali soldi potrebbe farlo: Strabag sta licenziando gli operai che hanno lavorato alle prime tratte, e i proventi dei pur carissimi pedaggi non bastano a rientrare dalle spese. «Nel
mondo delle fiabe, o per come ce la raccontano, le autostrade non
costano mai nulla, perché riescono ad autofinanziarsi con il pedaggio – chiosa Donati
-. Ma ovviamente non è mai così, interviene sempre lo Stato, con aiuti
come il valore di subentro e le defiscalizzazioni, e il resto ce lo
mette la concessionaria». Solo che gli aiuti statali sono già stati
versati e Pedemontana è stata completata solo per un terzo, e mancano ancora 2 miliardi: l’ultima speranza per chi vuole l’autostrada è rientrare nel piano Juncker, cosa di cui il Pirellone
sembra peraltro certo. Un’eventualità che Donati accoglie in modo molto
scettico: «Nel piano Juncker dovrebbero rientrare cose concrete, a
basso rischio e importanti per l’economia, come le energie rinnovabili e
i treni per i pendolari – spiega -, e questo non è certo il caso di
Pedemontana». «Stranamente da mesi il governo italiano non sta avanzando
su questa tematica a Bruxelles – continua Frassoni, raggiunta via skype -. Può essere un buon segno, ma è anche vero che viste da qui ci sono questioni molto più pressanti, come il caso Ilva».
Di certo la situazione non può restare così com’è: se Paolo Butti,
sindaco di Seveso, teme soprattutto lo stato attuale della “vetusta”
Milano-Meda, che dovrebbe farsi carico del traffico di Pedemontana, Giuliano Soldà, il primo cittadino di Bovisio, lancia la proposta della riprogettazione: «Ripensare Pedemontana si può
– ha affermato -. Sul territorio c’è bisogno di sostenibilità: siamo
ancora in tempo per modificare il progetto». Evitando situazioni come
quella di Cassano Magnago, punto zero di Pedemontana e ormai tagliato
fuori dalla normale viabilità, come riporta Barbara Meggetto,
presidente di Legambiente Lombardia. E anche tenendo conto dei recenti
dati di traffico, che mostrano come Pedemontana sia al momento molto
poco usata e di come, in realtà, il tragitto quotidiano medio di chi usa la macchina per spostarsi nel tragitto casa-lavoro sia molto minore: tra i 10 e i 30 km.
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