Da un anno la Commissione Regolamento e Statuto stava lavorando per la modifica del Regolamento del Consiglio Comunale anche con l'obiettivo di elaborare un nuovo Statuto.
E' stato, sino a un certo punto, un lavoro collegiale: vagliate le proposte, si cercava una sintesi con formulazioni condivise.
Usiamo il tempo passato perché le cose sono cambiate e questo lavoro collegiale è stato vanificato per responsabilità di due soggetti.
Il rappresentante del PD, Gianni Daelli, ha presentato una richiesta di modifica all'art. 15 che regola attribuzioni, competenze e modalità operative delle Commissioni.
Questo articolo era già stato esaminato e modificato con tanto di votazione (verbalizzata) d'approvazione in ben due incontri della Commissione (il 9-10-014 e il 6-11-014).
Ciò, di fatto, oltre ad essere poco corretto in assoluto, annulla il lavoro della commissione per un ripensamento tardivo di una parte. Ma questo per il rappresentante del Pd (il cui voto "pesato" è alto e vale per il numero dei Consiglieri Comunali del Pd, 8) pare non avere alcuna importanza.
Cosa chiede il rappresentante del Pd ?
Chiede di mettere sotto il controllo del Presidente del Consiglio Comunale, Molteni, gli argomenti che possono essere trattati nelle Commissioni, affidandogli un potere che non ha ne potrebbe avere.
Obiettivo, neanche tanto velato, limitare se non evitare, che le Commissioni si occupino "di argomenti importanti per il Consiglio Comunale" quindi non solo quelli programmati per le delibere di Consiglio, ma comunque "importanti" per Meda (es. la Pedemontana.)
A supporto del maldestro tentativo è arrivato poi l'NCD (o ex PdL) Molteni (anche Presidente del Consiglio Comunale) con richieste di modifica di altri articoli, alcuni, guarda caso, sempre riguardanti composizione, ruoli e competenze delle commissioni e anch’essi GIÀ DISCUSSI ED APPROVATI IN PASSATE SEDUTE (addirittura nel caso dell'art. 14, già passati all'approvazione del CC e già operativi) su cui tutti i componenti della commissione avevano trovato un comune denominatore di condivisione.
Insomma, una volontà convergente di riscrivere una parte del Regolamento in base alle proprie esigenze, ignorando il lavoro svolto e sorvolando sul fatto che il Regolamento deve essere uno strumento atto a garantire l'operato del Consiglio Comunale e dei Consiglieri in tutte le loro attribuzioni.
Così, nella seduta del 27-01-015 nonostante tutti i rappresentanti dei gruppi consiliari, eccetto PD e NCD sottolineassero l'illegittimità, inopportunità e la scarso rispetto delle regole democratiche in questo modo di operare, sempre PD e NCD hanno insistito per votare i loro "emendamenti postumi" con la sola arroganza dei numeri a disposizione per cercare di imporre volontà non condivise.
Per coerenza, per non consentire che lo stravolgimento del lavoro sino a quel momento fatto fosse attribuito a decisione della Commissione, il consigliere di Sinistra e Ambiente, Colombo, ha lasciato l’assise, non partecipando alla votazione assieme al consigliere Busnelli di Meda x Tutti. Galimberti, della Lista Buraschi, votava contro, così come il Presidente della Commissione Santambrogio della Lega Nord.
A quel punto, Santambrogio comunicava le sue dimissioni da Presidente della Commissione, prendendo atto che lo spirito collaborativo era venuto a mancare con il tentativo di modificare le “regole” proprio parlando di Regolamenti.
Cosa ha scatenato questa "involuzione"?
Probabilmente Sindaco e Assessori sono infastiditi dall'attività del nostro Consigliere (Presidente della Commissione Territorio e Ambiente) che da tempo chiede che le Commissioni siano frequenti ma soprattutto, messe nelle condizioni di lavorare in un ottica PROPOSITIVA e non di mera ratifica.
Tali condizioni sono fondamentali soprattutto in questa fase, dove c'è una Variante al PGT in elaborazione e dove altri passaggi delicati, riguardanti la Pedemontana e l’ambito di trasformazione AT1 non devono prendere strade a gestione individuale bensì essere correttamente valutate nelle opportune sedi.
Per questo si vuole "controllare" meglio la situazione ?
L’intenzione dei due soggetti responsabili della rottura svela molte cose, tra le quali la mancanza di un ruolo politico dei Consiglieri del Pd, in difficoltà nel comprendere appieno la distinzione e l'autonomia dell’agire consiliare rispetto all'esecutivo e di come il Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale debba essere strumento atto a garantire in primis le prerogative del Consiglio e dei Consiglieri per non avere squilibri.
Pare evidente che il tentativo di "controllo" si avvalga del rapporto personale e di stretta collaborazione tra Sindaco Gianni Caimi e Presidente del Consiglio Bruno Molteni (NCD).
Anomalia soprattutto per i contenuti politici che sottende, certamente non coerenti con gli obiettivi programmatici del centrosinistra che, qualcuno forse ricorda, ha vinto le elezioni a Meda consentendo a Caimi di diventare sindaco.
L'intera vicenda mostra poi come il Presidente del Consiglio sia più "supporter" del Sindaco che "garante" del Consiglio.
Ora, se chi amministra Meda con i voti di una coalizione di centrosinistra tra cui quelli determinanti di Sinistra e Ambiente, intende per sua volontà e convenienza avvalersi di altri soggetti politici estranei alla coalizione, lo dica apertamente, così come aveva dichiarato in CC che per lui Sinistra e Ambiente non è più parte della maggioranza.
Ma dica anche che, con metodi da oligarchia ristretta, s’è decisa l’alleanza con l’NCD, snaturando la volontà degli elettori, la coerenza politica e i contenuti del centrosinistra.
Il gruppo di SINISTRA E AMBIENTE
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