Sul PTCP della Provincia di MB, la Regione Lombardia ha fatto pervenire le sue osservazioni.
Anche Regione Lombardia, istituzione a maggioranza PdL + Lega e quindi non certo particolarmente vicina alle istanze ambientaliste, ha dovuto evidenziare le carenze macroscopiche di questo PTCP chiedendo alla Provincia di MB di recepire una serie di osservazioni e valutazioni.
Vi proponiamo il comunicato redatto dalle associazioni e dai gruppi de l'OSSERVATORIO (di cui Sinistra e Ambiente è parte) che ritorna sull'argomento con richieste precise alla Provincia di MB.
COMUNICATO STAMPA
LA REGIONE CI DA’ RAGIONE:
CAMBIAMO QUESTO PTCP DI MONZA BRIANZA!
Dopo aver
ascoltato discorsi politici e proclami sulla tutela del suolo, dopo aver
assistito al proliferare di convegni indetti dalla stessa amministrazione
provinciale sul tema del consumo di suolo, dopo aver evidenziato in maniera
chiara e netta – grazie alla nostra costante presenza durante tutte le fasi che
hanno portato alla costruzione di questo adottato PTCP di Monza e della Brianza
– che questo stesso Piano non rispondeva a nessuno di questi proclami, ora
anche Regione Lombardia finalmente conferma quello che le associazioni e i
gruppi ambientalisti della Brianza avevano già correttamente segnalato anche
all’interno della Valutazione Ambientale Strategica del Piano.
Ovvero che questo
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale avrebbe potuto essere
un’occasione per mettere l’ambiente al centro delle scelte urbanistiche in
Brianza, ma che ciò non è stato. In
questo PTCP infatti (sono parole estratte dal parere di regione Lombardia) “non
si rilevano né criteri, né specifiche misure finalizzate alla reale modifica
del trend del consumo di suolo”, in una provincia che – sulla base del
RAPPORTO ISTAT commentato sui quotidiani nazionali di ieri – è in assoluto la PRIMA (e non più la seconda dopo Napoli)
provincia più cementificata d’Italia.
Un PTCP che
pensato diversamente avrebbe permesso alla Provincia di esprimere un’ipotesi di
tutela del territorio, anche al di sopra degli interessi particolari dei
singoli Comuni che – salvo la bella eccezione dell’attuale Comune di Desio –
non si sono distinti fino a questo momento per l’attenzione alle problematiche
ambientali e che, anzi hanno depositato moltissime osservazioni per richiedere
stralci (sui quali avevamo chiesto pubblicamente al Presidente Allevi – che
detiene, da quando Antonino Brambilla si è dimesso per le note vicende
giudiziarie in cui è indagato, la delega alle politiche territoriali – di
“stralciare questi stralci”), per poter costruire ancora e ancora e ancora,
fuori da qualsiasi reale necessità.
Non può e non deve dunque finire così.
Il PTCP non è stato ancora approvato, il nostro
coordinamento ha presentato decine e decine di osservazioni che prospettano la
possibilità di un reale cambio di passo nella politica territoriale provinciale
e di ogni singolo comune, dove davvero il suolo venga realmente tutelato per la
salute di noi tutti: sono osservazioni concrete e immediatamente applicabili.
Chiediamo che gli ambiti agricoli che sono strategici per il nostro futuro non
solo vengano concretamente tutelati ma ampliati perché si può e si deve.
Chiediamo che siano attivate politiche territoriali che smettano di svendere ed
invece rendano reali (e non colorandoli di verde solo su carta) gli ormai
improcrastinabili corridoi ecologici (una figura simbolica di per sé già
scandalosamente insufficiente e che dà la reale “tara” dell’ambiente nel quale
viviamo, se si pensa che i “corridoi” sono ambienti per lo più lunghi e
stretti) utili per la sopravvivenza di tutte le specie viventi. Non ultimo
l’essere umano che deve poter beneficiare e vivere appieno in un ambiente
salubre e in un paesaggio gradevole, che non deve essere consumato solamente
stando in macchina, ma goduto in bicicletta ed a piedi senza pericoli.
Noi non dimentichiamo
che questo PTCP potrebbe invece essere figlio di zone d’ombra, di aderenze
sospette e di tessuti (troppo) morbidi alle infiltrazioni della criminalità
organizzata.
Noi non
dimentichiamo che alcune figure politiche ed alcuni amministratori posizionati
sino a ieri in posti chiave per il governo (che parola nobile potrebbe essere
questa, se fosse coniugata con lealtà e spirito di servizio volto al bene reale
dell’intera comunità) del territorio e che erano una “squadra” potente anche in
Provincia di Monza e della Brianza, ora sono in carcere o agli arresti
domiciliari perché indagati per corruzione proprio su intrecci che interessano
le “politiche” territoriali.
Come associazioni
e gruppi ambientalisti avevamo scelto di essere soggetto PROPOSITIVO in un
rapporto di confronto con la
Provincia, disposti a entrare in tensione con quelle
amministrazioni del territorio più ostili a comprendere la difficoltà del tempo
presente.
Siamo consapevoli
che è più che mai importante per noi tutti intervenire per una responsabile
gestione della cosa pubblica e dell’ambiente.
Fedeli a questo
atteggiamento, siamo quindi a chiedere
che questo PTCP venga corretto accettando totalmente le nostre osservazioni.
Contestualmente, come principio di precauzione, nell’attesa che questo il PTCP
venga profondamente rivisto, chiediamo anche l’applicazione di una moratoria
che blocchi tutte le trasformazioni urbanistiche attualmente previste
all’interno dei piani urbanistici locali su suoli inedificati. Sull’ambiente
della Brianza la partita è troppo importante. La Provincia deve ora
cambiare passo ed assumersi le proprie responsabilità.
Non accetteremo che, per non scontentare nessuno,
tutte le osservazioni presentate vengano rigettate, perché non
tutto e tutti si possono mettere sullo stesso piano. Perché questo piano così
com’è non si può accettare – anche la regione in questo ci dà ragione e lo
chiede alla Provincia – perché la Politica (con la maiuscola) non può accontentare
tutti – scontentando tutti – ma deve prendere una posizione chiara e per noi
questa posizione non può che essere nettamente a difesa dell’uomo, del suo
ambiente, della sua terra e del suo suolo.
Perché se ciò avverrà sarà l’ennesima (e
probabilmente definitiva) occasione mancata che diverrà per noi la prova del
fallimento dell’amministrazione provinciale in materia di governo del
territorio.
E questo la Brianza non lo merita e non se lo può più
permettere.
Brianza,
29/05/2012
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