Rilanciamo un interessante articolo/post pubblicato sul sito di IMPULSI - SOSTENIBILITÀ e SOLIDARIETÀ che tratta dell'introduzione a Meda del sacco con microchip, allargando l'orizzonte informativo sullo stato della raccolta differenziata.
Oltre alla completezza dei dati richiamati, l'articolo contiene valutazioni e suggerimenti di merito per una migliore implementazione del sacco e per una riduzione dei rifiuti prodotti.
Leggetelo tutto, ne vale la pena.
-----------------------------------------------------------------------------------------------
SUL SACCO CON MICROCHIP
E
SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA A MEDA
Nell'intero territorio comunale di Meda è previsto, dal primo gennaio 2019, l'avvio, con sacchi dotati di RFID (Radio Frequency Identification) cioè di un microchip identificativo di ogni utenza, per la raccolta della frazione residua del secco che non viene riciclata ma smaltita presso l'inceneritore di Desio. Si tratta di uno strumento che l'amministrazione ritiene necessario per ridurre la quantità dell’indifferenziato e raggiungere e superare il traguardo di legge fissato, già dal 2012, del 65% di raccolta differenziata.
E’ un aumento considerevole rispetto all’ultimo dato (del 2016) del 57% , dato tra i più bassi della provincia di MB.
In altri comuni, anche a noi vicini, si sono già raggiunte, con le
attuali modalità, percentuali vicine al 70% grazie all'impegno e
costanza dei loro cittadini e della volontà e vigilanza delle loro
amministrazioni. Dovendo provvedere a colmare quanto meno l'attuale
divario, sarebbe opportuno tentare di analizzarne le cause.
Questo esercizio potrebbe fornire indicazioni importanti su come
raggiungere gli obiettivi prefissati e spingersi oltre, fino a, sarebbe
auspicabile, ZERORIFIUTI.
Il quadro normativo attuale prevede, sinteticamente e per quel che può
riguardare l’argomento trattato, che è compito dei Comuni fornire alla
cittadinanza un servizio di pulizia e raccolta rifiuti urbani adeguato,
sia in termini di efficienza che di economicità con costi sostenuti
unicamente dalle utenze.
I Comuni devono altresì individuare le modalità di raccolta e
conferimento, verificandone il corretto svolgimento, garantendo, come
gestori, che l’azienda appaltatrice provveda ad effettuare il servizio
secondo le procedure previste dal contratto e dallo specifico
regolamento comunale.
Spetta pertanto loro la buona o cattiva performance.
Gli scarsi risultati, relativamente a Meda e specificatamente alla
differenziata, si sono ripetuti negli anni senza che venissero messe in
atto misure significative per porre rimedio.
Neanche le forze politiche hanno saputo o potuto incidere affinchè il
tema meritasse la giusta considerazione e si imponesse un serio
confronto con le amministrazioni.
Questo è un fatto da non trascurare qualora gli stessi soggetti si
proponessero di governare il ciclo integrato dei rifiuti in Brianza.
Si sarebbe potuto sensibilizzare i cittadini, convocare assemblee,
monitorare situazioni di criticità, incoraggiare e premiare pratiche
virtuose per ridurre la produzione pro capite di rifiuti urbani (nel
2016 a Meda pari a 384kg a persona e in crescita del 2,7%).
Per diminuire l’uso di acqua in bottiglie di plastica, un sicuro
miglioramento si conseguirebbe implementando nuove case dell’acqua
pubblica e preferendo l’acqua del rubinetto.
L’istallazione a Meda della seconda “casa dell’acqua”, pur essendo
ipotizzata nel Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile (PAES) rimane
per ora una mera enunciazione di principio.
Serve incrementare il compostaggio domestico, serve diminuire
drasticamente l’uso di imballaggi di plastica riutilizzando per la spesa
i sacchetti e acquistando prodotti con meno imballaggio, ricaricabili e
di contro evitare gli usa e getta e i monousi.
Nulla oggi impedisce di realizzare tutto questo.
In aggiunta a queste azioni e sulla base delle esperienze di altri
comuni che già hanno intrapreso il percorso dell’adozione della
tariffazione puntuale riassumibile con il concetto “chi differenzia
risparmia, chi inquina paga”, si possono considerare una serie di
suggerimenti migliorativi applicabili:
- Valutare la consegna dei sacchi RFID a domicilio piuttosto che il ritiro con il duplice scopo di informare capillarmente ed individuare tutte le possibili utenze, comprese quelle non registrate, potenzialmente evasori della tassa (TARI).
- Esporre e diffondere opuscoli multilingue presso municipio, scuole, oratori, centro per gli anziani, Medateca ed esercizi commerciali e professionali. Responsabilizzare chi in queste strutture lavora perchè anche in queste realtà venga applicata correttamente la raccolta.
- Porre attenzione alla qualità della raccolta eliminando, laddove possibile, le parti estranee a ciascuna tipologia, per es. carta dalla plastica (da essa dipende l’importo del contributo ambientale CONAI)
- Chiedere la collaborazione degli amministratori di condominio, luogo in cui più di altri si sono riscontrate difficoltà organizzative per oggettive difficoltà (vedi numero di utenze, fenomeni di litigiosità etc). Utile anche ricercare tra i condomini figure di riferimento per la soluzione di problemi e per tenere i contatti con l’ufficio ecologia cui affidare consigli e proposte.
- Distribuire sacchi speciali alle famiglie che ricorrono all’utilizzo di pannolini e pannoloni monouso. Allo stesso tempo contare su chi ha sviluppato maggiori attenzioni per la sostenibilità per il passaggio ai pannolini lavabili.
- Definire fin da ora un limite temporale, dopo il quale passare a sacchi RFID con capienza ridotta a fronte di una diminuita e certa quantità di indifferenziata raccolta (non dovrebbe risultare difficile stabilire una data se, come sostenuto, si prevedono fin da ora gli sviluppi). Si eviterebbe di tenere per troppo tempo presso le abitazioni i sacchi o di consegnarli per il ritiro non completamente pieni.
- Coinvolgere associazioni, scuole per il riuso dei giochi per bambini
- Avviare e potenziare un attento controllo territoriale per impedire l’abbandono dei rifiuti.
Gli obblighi di legge per i Comuni non terminano con la sola raccolta. S’impone che quanto differenziato venga, ovviamente, avviato al riciclo e ad un’ulteriore valorizzazione.
Nella provincia di Monza e Brianza saranno a disposizione del consorzio per il recupero, più carta e cartone, più plastica ed alluminio, più organico e meno indifferenziata destinata ai forni inceneritori. Al momento, l’intera frazione riciclabile va tutta fuori Provincia, negli impianti di Seruso SpA a Verderio (LC), società partecipata da BEA SPA – SILEA SPA – CEM. Per la frazione organica (FORSU) gli impianti di riferimento sono stati per anni quelli di Territorio Risorse SRL a Santhià (VC) e oggi sono quelli di Montello SpA (BG).
Nella provincia di Monza e Brianza saranno a disposizione del consorzio per il recupero, più carta e cartone, più plastica ed alluminio, più organico e meno indifferenziata destinata ai forni inceneritori. Al momento, l’intera frazione riciclabile va tutta fuori Provincia, negli impianti di Seruso SpA a Verderio (LC), società partecipata da BEA SPA – SILEA SPA – CEM. Per la frazione organica (FORSU) gli impianti di riferimento sono stati per anni quelli di Territorio Risorse SRL a Santhià (VC) e oggi sono quelli di Montello SpA (BG).
Il sistema di trasporto ed impianti di stoccaggio e trasformazione sarà in grado di gestire il crescere dei volumi conferiti?
Si deve evitare che l'incremento della differenziata sia vanificato o da
impianti di separazione e lavorazione della materia seconda
insufficienti o dalle crisi del mercato del riciclo.
In Italia, dopo la chiusura del mercato cinese molti impianti sono saturi anche a causa di un materiale di qualità inferiore, difficilmente vendibile su altri mercati.
Occorre dunque lavorare e investire per creare e sviluppare una filiera
comprendente anche utilizzatori locali del materiale da riciclo per non
incorrere nel rischio di dover distruggere ciò che è differenziato ma non viene riutilizzato.
Il legislatore deve agire per la riduzione degli imballaggi e si devono
fissare obiettivi non solo quantitativi ma anche di qualità della merce
differenziata.
E' tempo che la gestione integrata si trasformi e scelga soluzioni
flessibili che siano in grado di sostenere carichi maggiori laddove vi è
un aumento ed al contempo imposti una seria, aperta e partecipata
riflessione laddove vi è una flessione.
Ai sindaci spetta il controllo e la verifica che gli sforzi chiesti ai
cittadini si traducano in un’effettiva riduzione dell’impatto ambientale
e l’obbligo della comunicazione dei risultati.
Se sono certi i benefici per l'ambiente e di conseguenza per tutti noi,
per il cittadino utente il risparmio derivante dall’introduzione
dell’RFID sembrerebbe al momento non quantificabile, in quanto
sull'imposta pesano le componenti di spazzamento e pulizia delle strade,
della raccolta dei rifiuti ingombranti e dei contratti in essere.
Sarebbe auspicabile se non doveroso, provvedere quanto prima fornendo una proiezione a breve e a lungo termine degli importi.
L’ultimo pensiero va alla politica locale, che per conservare margini di
credibilità, dovrebbe essere più attenta e rispettosa del territorio in
cui opera.
Sappia dunque assumere il compito di governare i fenomeni, di formulare
proposte ed impegnarsi per creare le condizioni affinchè i progressi
tecnologici e scientifici accompagnino e riprogettino l’intera società
verso una sostenibilità economica ed ambientale.
Per i dati relativi alla raccolta differenziata:
http://ita.arpalombardia.it/ITA/servizi/rifiuti/grul/estrifiuti2016.asp
http://ita.arpalombardia.it/ITA/servizi/rifiuti/grul/estrattoGRUL2016/ReportComuniDett_Monza2016.pdf
Per quanto è avvenuto a Seveso con l’introduzione dell’RFID:
https://robertofumagalli.wordpress.com/2017/05/21/sacco-blu-con-microchip-come-e-cambiata-la-raccolta-differenziata-a-seveso-mb/
Per chi volesse approfondire il tema rifiuti zero:
http://www.rifiutizerocapannori.it/rifiutizero/
Nessun commento:
Posta un commento