In Provincia di MB molti sono i Comuni dove sono ospitati i richiedenti asilo, per la maggior parte in carico all'RTI BONVENA, rete composta da Consorzio Comunità Brianza e CS&L – i due i principali
consorzi di cooperative sociali del territorio, insieme a numerose altre organizzazioni No Profit ad esse aggregate.
La RTI Bonvena ha vinto il Bando di gara per gestire circa 1100 posti per richiedenti asilo a fronte di un bisogno dichiarato dalla Prefettura di MB di 1700 posti, assegnati dal Ministero degli Interni alla Provincia di MB.
Per coprire tutti i posti necessari, la Prefettura si avvale anche di realtà esterne all'RTI Bonvena.
E' tra questi soggetti la cooperativa che, da pochi giorni, ospita a Meda presso uno stabile ristrutturato e preso in affitto, un gruppo 12 richiedenti asilo.
Come prevedibile, l'amministrazione di Santambrogio ha subito mostrato di non gradire.
La nuova amministrazione medese con un comunicato, ripreso anche dalla stampa, si è infatti allineata totalmente alla posizione espressa dalla Lega e dalla destra brianzola. Posizione caratterizzata da una ostilità diffusa verso l'arrivo e l'insediamento sul territorio dei profughi.
Al contempo anche su alcuni gruppi social locali s'è scatenata la canea con stereotipate considerazioni in buona parte dettate da un ingiustificato odio e da una totale mancanza d'informazione. Dai più, il richiedente asilo è visto come un nemico su cui scaricare responsabilità che non ha.
Nel comunicato del neosindaco c'è la generalizzazione indiscriminata verso tutti coloro che gestiscono l'accoglienza che vengono dipinti come soggetti interessati "al facile guadagno".
Certo in una gestione difficile, complicata e delicata quale è quella dei profughi esistono anche "i furbi".
In genere si tratta di coloro che mai prima avevano fatto
attività nel campo del terzo settore e del sociale e che hanno creato "cooperative alla bisogna" senza alcuna esperienza nel settore, restituendo servizi scarsi se non inesistenti e lasciando spesso all'abbandono le persone a loro affidate.
Ne abbiamo ad esempio parlato in QUESTA NON E' ACCOGLIENZA .
Ne abbiamo ad esempio parlato in QUESTA NON E' ACCOGLIENZA .
Per evitare che ciò accada, serve che la Prefettura attui controlli costanti sui servizi erogati e intervenga in modo deciso laddove necessario, investendo anche le autorità giudiziarie qualora si evidenzino gravi mancanze o indebiti introiti fatti sulla pelle dei profughi.
E' dunque importante che si monitori con attenzione per essere certi che le persone accolte ricevano effettivamente l'aiuto di cui hanno bisogno.
C'è per fortuna anche un
tessuto sano e consolidato di cooperative, di Onlus, di gruppi e associazioni No Profit che in Brianza e altrove
lavora da tempo nel sociale con standard qualitativi alti ora ampliati, implementati e trasferiti nella gestione dell'accoglienza.
Ne abbiamo raccontato nel RAPPORTO 2016 SUI PROFUGHI IN PROVINCIA DI MB SEGUITI DAL NO PROFIT
Generalizzare con "frasi fatte" anch'esse alla bisogna, è tentare di screditare queste positive realtà per screditare il concetto stesso di accoglienza.
Insomma, in Brianza come altrove (e Meda non fa eccezione), stiamo assistendo ai soliti posizionamenti, con amministrazioni che tentano di impedire una equa distribuzione dei richiedenti asilo sul territorio, chiamandosi fuori e cercando di non essere coinvolti in questa distribuzione.
Questo atteggiamento acuisce le criticità in quei Comuni dove le presenze risultano più numerose con conseguenti ed evidenti difficoltà a praticare inserimenti diffusi e su piccoli nuclei.
Sono prese di posizione che si esplicitano, come nel caso di Meda, con la mancata adesione al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) che non è mai stato preso in considerazione ne dal precedente sindaco Caimi (Pd) ne tantomeno dall'attuale, Santambrogio, che guida una coalizione Lega, F.I., F.d.I.
Si sa, l'argomento profughi non porta consensi.
Eppure lo SPRAR è un sistema, condiviso anche dall'ANCI, con un ritorno economico, l'azione e il controllo diretto delle amministrazioni e una conduzione coordinata ed in sinergia con i gestori dell'accoglienza. Alcuni Comuni in Provincia di MB hanno dato la loro adesione al Bando SPRAR e il primo progetto ha preso avvio a Desio.
Se un Comune decide di non aderire allo SPRAR esiste in ogni caso la possibilità che nel suo territorio siano insediati dei richiedenti asilo da parte del soggetto che li ha in affidamento.
Legittimamente le amministrazioni chiedono d'essere informate dalla Prefettura (comunque non tenuta a farlo) ma spesso lo fanno pretendendo un diritto di veto e accostando l'arrivo dei profughi con presunte rischi per la sicurezza dei cittadini.
Anche l'amministrazione medese ha, purtroppo, seguito questa strada.
Anche l'amministrazione medese ha, purtroppo, seguito questa strada.
Sono accostamenti fuorvianti che servono solo a giustificare posizioni di chiusura preconcetta.
Così, invece d'una corretta e sana collaborazione tra amministrazione, Prefettura e enti gestori, scatta la deriva "celodurista" come se, per definizione, i profughi causino solo problemi di ordine pubblico e siano soggetti che sottraggono risorse locali.
Due falsità assolute.
E' triste constatare che molte amministrazioni non sappiano vedere oltre, preoccupate solo di mantenere il loro Comune "intonso" da presenze per loro indesiderate, percependo e considerando i richiedenti asilo come un "corpo estraneo".
E' una posizione ipocrita, per parlare alla "pancia" del proprio elettorato, con valutazioni che quasi sempre originano disinformazione e confusione.
Esempio deleterio è l'accumunare tutti sotto la generica dicitura di "migranti" salvo poi fare distinzione tra chi fugge da guerre e chi no, ignorando (pensiamo volutamente) che ai fini della normativa, lo Stato concede permessi di soggiorno non solo ai profughi di guerra ma anche titoli di protezione sussidiaria e umanitaria qualora ricorrano i requisiti.
Esempio deleterio è l'accumunare tutti sotto la generica dicitura di "migranti" salvo poi fare distinzione tra chi fugge da guerre e chi no, ignorando (pensiamo volutamente) che ai fini della normativa, lo Stato concede permessi di soggiorno non solo ai profughi di guerra ma anche titoli di protezione sussidiaria e umanitaria qualora ricorrano i requisiti.
Negare poi ai migranti economici qualsiasi legittimità significa non considerare minimamente le situazioni insostenibili che portano le persone ad abbandonare il loro luogo d'origine alla ricerca di condizioni di vita migliori, significa fingere di non sapere che, purtroppo, l'unica via per entrare in Italia loro permessa è la richiesta di protezione e asilo poichè da anni non è consentito l'ingresso per motivi di lavoro.
Insomma, l'amministrazione medese ha mostrato una mera esternazione di ottuso pensiero avulsa dalla realtà.
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Dalla pagina fb di Luca Santambrogio Sindaco (di Meda)
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