I gruppi consiliari di Sinistra e Ambiente, Lista Civica con Buraschi per Meda e Meda per Tutti da tempo vanno denunciando la mancanza di trasparenza e di puntuale e dettagliata informazione in materia di politica urbanistica da parte dell’amministrazione Caimi.
Così, si hanno notizie dell’avvio di alcuni vecchi Piani Attuativi (C.so Matteotti comparto ex- Eden e via Pace) solo dalla stampa e solo a mezzo di informazioni sommarie e frammentate invece di avere consueti e precisi aggiornamenti sui contenuti delle Convenzioni e sui dettagli progettuali in sede di deputata Commissione.
Per cercare di avere un quadro completo della situazione riguardante i Piani d’Intervento Integrati, lo stato dell’AC4 (via Piave) e per capire se sugli Ambiti di Trasformazione (AT) stralciati con la Variante del 2016 dal PGT ma ancora in regime di moratoria cioè comunque con possibilità che le proprietà chiedano l’avviamento dell’iter realizzativo presentando un Piano Attuativo, i tre gruppi consiliari hanno protocollato un’interrogazione comune.
Nota: la moratoria o "norma transitoria" prevista dalla LR 31 scade il 1 giugno del 2017.
E' giunta però formale notizia che la maggioranza in Regione Lombardia voglia prorogare la scadenza della "norma transitoria" di un anno.
In tale periodo resterebbe invariata la possibilità di presentare Piani Attuativi da parte dei privati sugli Ambiti di Trasformazione stralciati anche con variante, con rischio di nuovo consumo di suolo.
Da Repubblica del 15-4-017
Consumo di suolo
la Regione vuole una proroga salva-costruttori
ANDREA MONTANARILA Regione è pronta a prorogare di altri 12 mesi la norma transitoria che permette di realizzare i progetti edilizi già contenuti nei piani di governo del territorio, che erano previsti al momento dell'approvazione della nuova legge regionale sul consumo del suolo, che prometteva di riutilizzare solo le aree già edificate. La durata della norma transitoria passerà così da 30 a 42 mesi. Nei quali i costruttori potranno ancora realizzare i loro progetti. Senza incorrere delle maggiorazioni delle percentuali sugli oneri di urbanizzazione, che aveva introdotto il testo della legge 31 del 2014. Da un minimo a un massimo del trenta per cento per gli interventi che consumano suolo agricolo nello stato di fatto non compresi nel tessuto urbano consolidato e pari all'aliquota del cinque per cento per gli interventi che consumano suolo agricolo all'interno del tessuto urbano. La giunta regionale guidata da Roberto Maroni ha fretta. Tanto che ha chiesto e ottenuto dal Consiglio regionale la procedura d'urgenza, che è stata approvata a maggioranza a scrutinio segreto con 41 sì, 18 no e 1 astenuto. Le modifiche alla legge saranno oggi all'esame della commissione regionale Territorio presieduta da Angelo Sala della lista Maroni. Il via libera definitivo dell'aula è stato già fissato nella seduta del 16 maggio. Il governatore si difende sostenendo che il provvedimento raccoglie e fa proprie anche le sollecitazioni dell'Anci Lombardia. L'associazione dei comuni italiani presieduta dal sindaco di Monza e Brianza di centrosinistra, Roberto Scanagatti.
L'opposizione di centrosinistra è perplessa e le associazioni ambientaliste come Legambiente, che avevano già ironicamente definito le nuove norme "ammazza suolo" vanno all'attacco. «Il testo in vigore era già molto blando perché prevedeva una piccola riduzione del consumo del suolo solo sull'edilizia residenziale - protesta Damiano Di Simine di Legambiente Lombardia - Inoltre, mentre si dice che bisogna sostenere la rigenerazione urbana si continua a non dare gli strumenti ai comuni per farlo. Senza contare che si tolgono i disincentivi economici che erano stati introdotti per chi consumava nuovo suolo».
Non è d'accordo con le modifiche anche Gianmarco Corbetta del M5S, che spiega: «Stanno riscrivendo la legge contro il consumo del suolo per renderla più vaga, inoffensiva e aleatoria di quanto non lo sia oggi. Anche quel poco di positivo che c'era sarà stravolto con il risultato di rendere del tutto inutile il provvedimento. Maroni evidentemente si è pentito e lascia ai comuni la facoltà di edificare in completa libertà. Vogliono costruire ancora». Il Pd Jacopo Scandella aggiunge: «La legge sul consumo di suolo fa acqua da tutte le parti, ha creato confusione e ha fissato scadenze che la Regione stessa non è stata in grado di rispettare. Per noi il punto cardine è quello di permettere ai comuni di ridurre le previsioni di edificazione già pianificate, e oggi non è così. Comunque il testo della giunta difficilmente rimarrà così com'è, perché dovrà passare al vaglio di una maggioranza che si è dimostrata da sempre ostile a una vera battaglia contro il consumo di suolo».
La proroga concessa che inizialmente doveva limitarsi a 30 mesi dall'entrata in vigore delle nuove norme, infatti, doveva congelare i progetti già approvati, in attesa che le province e i comuni si adeguassero ai criteri per la limitazione del consumo di suolo.
Ma introduceva per i sindaci anche il paradossale divieto non solo di aumentare, ma anche di ridurre il consumo di suolo già occupato.
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