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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

martedì 5 marzo 2013

SUL PTCP, LA "DEROGA CARTONSTROG" E LA TUTELA DEL TERRITORIO


Riceviamo e pubblichiamo un contributo da parte di MATTEO CAPPELLETTI e MARCO MERONI, due Urbanisti con cui ci siamo confrontati sulle tematiche del CONSUMO DI SUOLO e della PIANIFICAZIONE URBANISTICA.
Si tratta di riflessioni, che condividiamo, proprio a partire dalla vicenda CARTONSTRONG, su cui è uscito anche un articolo sul Giornale di Seregno del 5/03/013 e dal Cittadino del 07/03/013 (vedi in coda).

PIANIFICAZIONE IN SVENDITA

La ricaduta occupazionale di una nuova opera, sia essa un'autostrada o un centro commerciale o un complesso residenziale, è argomento da tempo immemore sfruttato dalla politica per zuccherare o addirittura giustificare progetti spesso inutili o dannosi per il territorio e per la collettività. A quanto pare, con la crisi, la posta in gioco si è addirittura abbassata: nuove edificazioni per mantenere posti di lavoro. La vicenda Cartonstrong rispecchia la visione tutta italiana dell'urbanistica come strumento asservito ai giochi dei poteri economici e politici.
A fronte di una spropositata quantità di immobili produttivi invenduti sparsi in ogni dove e ad un riutilizzo delle tante aree produttive dismesse inferiore al 12% di quelle disponibili, permettere la rilocalizzazione di stabilimenti industriali all’interno di aree agricole o aree verdi strategiche non può né essere validamente giustificato né portare a esiti positivi. Un precedente di questo tipo infatti, ancor più se permesso da una norma ad hoc, creerebbe un varco sempre più grande nelle già deboli maglie della pianificazione territoriale lombarda. In questa maniera si darebbe modo di prevalere ad ancor più numerosi e pericolosi interessi particolari, aggravando così il processo di degrado continuo che, a ritmi impressionanti, sta distruggendo da decenni la più grande risorsa tangibile, sia materialmente che spiritualmente, che possiediamo: la nostra terra.
Operazioni simili denotano anche una notevole incapacità di visione economico/insediativa, favorendo l’inefficienza delle aziende che vengono collocate irrazionalmente in piccoli insediamenti sparsi e poco serviti, invece di essere concentrate in aree ben strutturate. Questo non riuscire a massimizzare investimenti, tempi e costi genera un considerevole svantaggio anche rispetto ai nostri competitori stranieri spesso supportati da un territorio ben organizzato e valorizzato.
Gli effetti di una pianificazione costretta a rincorrere pulsioni, avidità e ignoranza sono oramai da parecchio tempo sotto i nostri occhi, evidenziandosi sia tra le principali disfunzioni strutturali che stanno rendendo tanto pesante e lunga la nostra crisi economica, sia tra le cause dirette del deterioramento della qualità della nostra vita. Le politiche insediative possono avere effetti positivi tanto sulla realtà economica (e quindi occupazionale) quanto su quella sociale e personale solo se inquadrate da una progettualità di ampio respiro che, calibrando con attenzione e lungimiranza ogni opera, parta dalle peculiarità del territorio per volgere la propria azione al reale interesse collettivo

Matteo Cappelletti, Marco Meroni

Da il Giornale di Seregno pagine provinciali
Il Cittadino del 7/03/013


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