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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

sabato 26 novembre 2011

MARCHIONNE: il nuovo padrone delle ferriere stile anni '50

Come da previsioni.
Dopo gli "accordi-truffa" a Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco, ove, con la complicità di FIM-CISL, UILM, UGL e FISMIC, Marchionne e la FIAT hanno imposto UN RICATTO (a mezzo d'un referendum farsa) per modificare pesantemente le condizioni di lavoro e cancellare DIRITTI INALIENABILI dei lavoratori, dopo l'uscita di FIAT dalla Confindustria, ora Marchionne ha comunicato che dal 1 gennaio 2012, TUTTI I CONTRATTI e GLI ACCORDI in essere (a partire sal 1971 !)  SARANNO DISDETTI dall'impresa.

CISL e UIL che affermavano come gli accordi di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco erano e sarebbero stati ECCEZIONI legate ai tre siti produttivi sono serviti.

La volontà di Marchionne è evidente: espellere dalle fabbriche quei sindacati quale la FIOM-CGIL che si è opposta al dicktat FIAT anche con ricorsi giuridici, fare piazza pulita dei diritti dei lavoratori, spremerli ancora di più e SCARICARE SU DI LORO le mancate vendite di autoveicoli.

Contemporaneamente, Fiat chiude anche la fabbrica di TERMINI IMERESE che segue quella avellinese della IRISBUS e quella di Imola, ove operava la divisione agricola CHT di Fiat.


Tutte chiusure effettuata d'imperio e con l'ectoplasma del progetto "fabbriche Italia" (promessa illusoria fatta ai sindacati firmatari degli accordi separati) con relativi investimenti che ancora non è partito e che probabilmente mai partirà.


L'atteggiamento di Marchionne è di un'arroganza e di una gravità inaudita.
I lavoratori Fiat si ritrovano senza alcun contratto nazionale, con gli accordi integrativi azzerati e con il diritto di rappresenrtanza negato.
He si, perchè a loro verrà tolta la facoltà di votare per eleggere i propri rappresentanti sindacali (RSU) poichè, per Fiat e i sindacati complici, avranno diritto ad essere in azienda solo quei sindacati FIRMATARI DEGLI ACCORDI e, con delegati NOMINATI direttamente dalle strutture sindacali e non scelti con il voto dei lavoratori.
Un ritorno agli ANNI 50. 
COSTITUZIONE E DIRITTI non sono applicabili dentro le aziende Fiat.
Evidentemente, anche altri imprenditori seguiranno l'esempio, se non si stoppa questa bieca operazione.
Vorremmo qui evidenziare come FIAT , con tutte le risorse ECONOMICHE PUBBLICHE incamerate negli anni, potrebbe addirittura essere nazionalizzata (vedi articolo tratto da Liberazione sotto).

E il nuovo Governo, in questa partita al massacro dove sta ? 
E' veramente tutto consentito a Marchionne e ai suoi simili ?



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