Vi proponiamo un coraggioso articolo de L'ESPRESSO
sulla Mafia, il malaffare e le collusioni con il mondo politico brianzolo
(a dispetto di quelli che ....)
Mafia al nord, la verità
di Fabrizio Gatti Nella ricca Brianza, tra Desio, Lissone e Seregno, regnano Tony Pio e il clan Moscato: boss della 'ndrangheta che condizionano la politica, pagano tangenti, ottengono appalti, impongono il pizzo.
E regolano i conti con il fuoco
(08 giugno 2011)E regolano i conti con il fuoco
Povero geometra Perri. Nei bar del paese continuano a parlare di lui e non concedono riposo alla sua reputazione. Va bene per le sue macchine bruciate a Desio davanti a casa. Passi per l'attentato al suo ufficio che quasi vent'anni fa mandò a fuoco villa Tittoni Traversi, il gioiello rimaneggiato nel 1776 dall'architetto Giuseppe Piermarini. Ma l'ultima che gli hanno combinato è da pivelli del crimine. Fare il nome dell'assessore alle Società partecipate della nuovissima Provincia di Monza e Brianza, cioè il suo, tanto da costringerlo alle dimissioni, è una leggerezza da rubagalline.
Rosario Perri, 69 anni, pensionato, incensurato e benestante, deve comunque ringraziare quelle chiacchiere intercettate due anni fa dai carabinieri. Se Candeloro Pio, 47 anni, non ci avesse messo una parola, chissà cosa sarebbe successo al geometra promosso assessore.
A Seregno, il paesone subito dopo Desio lungo la strada che porta a nord, Candeloro Pio ha mascherato il suo nome spiccatamente calabrese. Si fa chiamare Tonino o Tony. Se lo ricordano bene, prima dell'arresto la scorsa estate, di fronte a quello che era il suo Tricky bar, in piazza Liberazione 20, un brutto quartiere alle spalle dell'abbazia dei frati olivetani. Lui fisico asciutto, fronte stempiata, nato a Melito Porto Salvo, Reggio Calabria, e sua moglie, Anna Saladino, nata a Seregno, 42 anni e tanta mondanità. Come quella sera di fine luglio 2009, quando per selezionare le tre candidate brianzole a Miss Italia la moglie di Tony Pio riunisce su un palco davanti al Tricky bar, come scrivono le cronache locali, l'assessore all'Ambiente del Comune, i vertici del Seregno calcio che sta tornando in serie D e sponsor famosi da prima serata tv.
Una vita alla Tony Soprano, il protagonista del celebre serial americano. Solo che non c'è finzione nei territori controllati dai Sopranos della Brianza. Il sangue è vero sangue. La 'ndrangheta è 'ndrangheta. Il cemento è cemento. Arrivare fin qui, attraversare Desio e Seregno vent'anni dopo, è come assaggiare il sapore della sconfitta. Niente a che vedere con l'eleganza antica del centro di Monza, la maestosità della Villa Reale, il parco, il Gran premio di Formula 1.
Il retrobottega del capoluogo della nuova Provincia ti accoglie subito oltre i cantieri per l'interramento della superstrada Milano-Lecco. Appaiono Muggiò, Lissone, Desio, Seregno, Giussano. Una volta erano paesi. Adesso sono incollati come un'unica, orribile periferia. Quindici chilometri senza uno straccio di verde.
La Brianza monzese non esiste più.
Arcore e le feste del lunedì sera nella villa del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sono ad appena un quarto d'ora di macchina, al di là della valle del Lambro. Quella mattina di due anni fa in cui salva il geometra Perri, Tony Pio è sulla sua Smart con Natale Marrone, 43 anni, allora vicecoordinatore del Pdl a Desio. «Qua a Desio a quella minchia di Perri la possiamo fare qualche azione o no?», chiede Marrone: «Ha 67 anni, non è che gli devo far del male, però lo devo bloccare, fare dei lavoretti». Tony Pio si fa raccontare i dettagli. «A Desio poi nel 2010 mi serviranno i voti», dice Natale Marrone, «ma adesso invece... io gli ho detto delle cose e lui se ne sbatte. Allora adesso, siccome tu mi stai provando per vedere quanto io sono forte, adesso voglio fargli un'azione. Fargli prendere un po' di paura». Tony Pio ascolta. Alla fine spiega che con Perri non si può fare: «E' appoggiato, Natale, fidati». «Allora tu mi dici che conosci quelli che lo appoggiano ed è gente...». «Di fiducia», conclude il discorso Tony Pio.
Perri e Marrone fanno parte dello stesso partito. Scaramucce tra berluscones. Ma Perri è un pezzo che conta nel Pdl brianzolo. Lui alle prime elezioni per la Provincia di Monza nel 2009 non si candida nemmeno. Il suo nome è scontato. Il presidente Dario Allevi lo prende in giunta a scatola chiusa. Marrone, con la sua richiesta a Tony Pio, è uno dei pochi in Brianza a non conoscere il peso politico del geometra Perri. Una vita passata nel Comune di Desio. Capo dell'ufficio tecnico. Poi presidente del Parco delle Groane. Poi assessoreprovinciale. Una carriera già famosa in zona tra gli anni Ottanta e Novanta.Rosario Perri, 69 anni, pensionato, incensurato e benestante, deve comunque ringraziare quelle chiacchiere intercettate due anni fa dai carabinieri. Se Candeloro Pio, 47 anni, non ci avesse messo una parola, chissà cosa sarebbe successo al geometra promosso assessore.
A Seregno, il paesone subito dopo Desio lungo la strada che porta a nord, Candeloro Pio ha mascherato il suo nome spiccatamente calabrese. Si fa chiamare Tonino o Tony. Se lo ricordano bene, prima dell'arresto la scorsa estate, di fronte a quello che era il suo Tricky bar, in piazza Liberazione 20, un brutto quartiere alle spalle dell'abbazia dei frati olivetani. Lui fisico asciutto, fronte stempiata, nato a Melito Porto Salvo, Reggio Calabria, e sua moglie, Anna Saladino, nata a Seregno, 42 anni e tanta mondanità. Come quella sera di fine luglio 2009, quando per selezionare le tre candidate brianzole a Miss Italia la moglie di Tony Pio riunisce su un palco davanti al Tricky bar, come scrivono le cronache locali, l'assessore all'Ambiente del Comune, i vertici del Seregno calcio che sta tornando in serie D e sponsor famosi da prima serata tv.
Una vita alla Tony Soprano, il protagonista del celebre serial americano. Solo che non c'è finzione nei territori controllati dai Sopranos della Brianza. Il sangue è vero sangue. La 'ndrangheta è 'ndrangheta. Il cemento è cemento. Arrivare fin qui, attraversare Desio e Seregno vent'anni dopo, è come assaggiare il sapore della sconfitta. Niente a che vedere con l'eleganza antica del centro di Monza, la maestosità della Villa Reale, il parco, il Gran premio di Formula 1.
Il retrobottega del capoluogo della nuova Provincia ti accoglie subito oltre i cantieri per l'interramento della superstrada Milano-Lecco. Appaiono Muggiò, Lissone, Desio, Seregno, Giussano. Una volta erano paesi. Adesso sono incollati come un'unica, orribile periferia. Quindici chilometri senza uno straccio di verde.
La Brianza monzese non esiste più.
E' diventata una distesa di capannoni nuovi e condomini fotocopia di finto lusso. Zone industriali e isole residenziali. Le giunte comunali e la Regione Lombardia hanno lasciato costruireovunque. Centri commerciali e megaparcheggi. Carcasse di cemento prefabbricato da cui pendono striscioni con la scritta "Vendesi". Appartamenti che non trovano compratori. Persiane perennemente chiuse. Si stanno mangiando gli ultimi campi. Gli ultimi filari di bosco. E dove si continua a seminare frumento e orzo, gli agricoltori devono recintare i terreni. Altrimenti la notte entrano i camion e le ruspe per sotterrare i rifiuti industriali. Sono imprese legate alla 'ndrangheta brianzola. Smaltiscono così l'immondizia dell'economia ufficiale. A volte nemmeno la recinzione basta a fermarle. La più grande discarica finora scoperta è ancora lì, sotto sequestro tra Desio e Lissone. Una voragine accanto alla superstrada che d'inverno porta i milanesi a sciare.
Arcore e le feste del lunedì sera nella villa del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sono ad appena un quarto d'ora di macchina, al di là della valle del Lambro. Quella mattina di due anni fa in cui salva il geometra Perri, Tony Pio è sulla sua Smart con Natale Marrone, 43 anni, allora vicecoordinatore del Pdl a Desio. «Qua a Desio a quella minchia di Perri la possiamo fare qualche azione o no?», chiede Marrone: «Ha 67 anni, non è che gli devo far del male, però lo devo bloccare, fare dei lavoretti». Tony Pio si fa raccontare i dettagli. «A Desio poi nel 2010 mi serviranno i voti», dice Natale Marrone, «ma adesso invece... io gli ho detto delle cose e lui se ne sbatte. Allora adesso, siccome tu mi stai provando per vedere quanto io sono forte, adesso voglio fargli un'azione. Fargli prendere un po' di paura». Tony Pio ascolta. Alla fine spiega che con Perri non si può fare: «E' appoggiato, Natale, fidati». «Allora tu mi dici che conosci quelli che lo appoggiano ed è gente...». «Di fiducia», conclude il discorso Tony Pio.
La casa di Giuseppe Moscato |
In contemporanea con quella di Natale Moscato, 67 anni, allora assessore socialista all'Edilizia e all'Urbanistica di Desio. Il fratello di Natale, Giuseppe Moscato, 69 anni, anche lui nato a Melito Porto Salvo, secondo la Procura di Milano che l'estate scorsa l'ha fatto arrestare con i 160 dell'operazione Infinito, sarebbe il capo della potente "locale" della 'ndrangheta. Un altro fratello, Saverio, è morto qualche mese fa a 60 anni. Natale Moscato finisce invece sui giornali nel 1990. Quando si scopre che ospita in casa suo zio. Niente di male. Se non fosse che lo zio, Natale Iamonte, è uno dei mammasantissima della 'ndrangheta nel mondo. E' venuto a Desio dal nipote a scontare il soggiorno obbligato. Natale Moscato, sempre considerato estraneo all'attività dello zio, non dà le dimissioni dal consiglio comunale. Si giustifica con questa breve lettera al Psi: «Se colpa esiste», scrive, «è quella di una famiglia che per innato senso di ospitalità non ha saputo negarsi di fronte al bisogno di aiuto di un parente in difficoltà».
Insieme, i fratelli Moscato, compreso l'imprenditore accusato di essere il capo 'ndrangheta, sono proprietari di una costellazione di almeno 15 società tra la Brianza e Milano: imprese di costruzione, vendita di materiale per l'edilizia, gestione di bar, agenzie immobiliari. Nelle intercettazioni ambientali dell'operazione Infinito, Saverio Moscato parla anche di un Perri: «Prende pure i soldi, Perri. Con cinquemila euro, tutti con la zucca così». E racconta di un altro politico che da Desio ha fatto molta strada: «Ci sono soldi anche per Ponzoni e pago», si confida Moscato con Giuseppe Sgrò, 33 anni, secondo le indagini il porta ordini di Tony Pio: «Quanto vuole, il 10 per cento, to'... I politicanti vedi che sono scemi, si accontentano di diecimila di telefono... Io per Ponzoni l'ultima volta che è andato su ho speso diecimila euro di matite... Omaggio per quando si vota Ponzoni... Ponzoni è con Formigoni culo e camicia. Formigoni muove centinaia di milioni di euro. Vorrei partecipare all'Expo...».
L'attentato a villa Tittoni Traversi nel 1993 archivia per sempre il Psi locale. Mentre il giovanissimo Massimo Ponzoni, 21 anni allora, «nel novembre 1993 è il fondatore del Club di Forza Italia a Desio », come spiega un'altra ordinanza del Tribunale di Milano che descrive l'alleanza tra alcuni imprenditori brianzoli e la 'ndrangheta. In pochi anni Ponzoni va a sedersi alla destra del padre, inteso come il padre politico della Regione Lombardia, il presidente Pdl Roberto Formigoni.
Ora è «consigliere segretario alla presidenza del consiglio regionale», dopo una stagione come assessore alla Polizia locale, assessore alla Qualità dell'ambiente e delegato regionale per la costituzione della Provincia di Monza e Brianza. Va detto che sia Perri sia Ponzoni hanno sempre smentito contatti e intrallazzi con i Sopranos della Brianza. Negli atti di inchiesta sulla 'ndrangheta vengono infatti soltanto nominati da boss e imprenditori che, secondo i due, parlerebbero a vanvera. A metà dicembre 2009 il geometra Rosario Perri è da poco assessore della nuova Provincia. Lo ricordano in molti alla festa natalizia del Pdl brianzolo. Ci sono Ponzoni, Formigoni, 140 invitati e il ministro Mariastella Gelmini, ospite d'onore. Di quella festa un giornale locale, "L'esagono", pubblica un collage di foto.
Insieme, i fratelli Moscato, compreso l'imprenditore accusato di essere il capo 'ndrangheta, sono proprietari di una costellazione di almeno 15 società tra la Brianza e Milano: imprese di costruzione, vendita di materiale per l'edilizia, gestione di bar, agenzie immobiliari. Nelle intercettazioni ambientali dell'operazione Infinito, Saverio Moscato parla anche di un Perri: «Prende pure i soldi, Perri. Con cinquemila euro, tutti con la zucca così». E racconta di un altro politico che da Desio ha fatto molta strada: «Ci sono soldi anche per Ponzoni e pago», si confida Moscato con Giuseppe Sgrò, 33 anni, secondo le indagini il porta ordini di Tony Pio: «Quanto vuole, il 10 per cento, to'... I politicanti vedi che sono scemi, si accontentano di diecimila di telefono... Io per Ponzoni l'ultima volta che è andato su ho speso diecimila euro di matite... Omaggio per quando si vota Ponzoni... Ponzoni è con Formigoni culo e camicia. Formigoni muove centinaia di milioni di euro. Vorrei partecipare all'Expo...».
L'attentato a villa Tittoni Traversi nel 1993 archivia per sempre il Psi locale. Mentre il giovanissimo Massimo Ponzoni, 21 anni allora, «nel novembre 1993 è il fondatore del Club di Forza Italia a Desio », come spiega un'altra ordinanza del Tribunale di Milano che descrive l'alleanza tra alcuni imprenditori brianzoli e la 'ndrangheta. In pochi anni Ponzoni va a sedersi alla destra del padre, inteso come il padre politico della Regione Lombardia, il presidente Pdl Roberto Formigoni.
Ora è «consigliere segretario alla presidenza del consiglio regionale», dopo una stagione come assessore alla Polizia locale, assessore alla Qualità dell'ambiente e delegato regionale per la costituzione della Provincia di Monza e Brianza. Va detto che sia Perri sia Ponzoni hanno sempre smentito contatti e intrallazzi con i Sopranos della Brianza. Negli atti di inchiesta sulla 'ndrangheta vengono infatti soltanto nominati da boss e imprenditori che, secondo i due, parlerebbero a vanvera. A metà dicembre 2009 il geometra Rosario Perri è da poco assessore della nuova Provincia. Lo ricordano in molti alla festa natalizia del Pdl brianzolo. Ci sono Ponzoni, Formigoni, 140 invitati e il ministro Mariastella Gelmini, ospite d'onore. Di quella festa un giornale locale, "L'esagono", pubblica un collage di foto.
Una ritrae Perri con il sindaco leghista di Seregno.
Abbracciati e sorridenti. Dice la didascalia: «Giacinto Tatone Mariani e il geometra più famoso in Brianza».
Come dire: Lega e Pdl qui sono la stessa cosa. La loro forza è il voto cattolico. Tony Pio, il barista che ha salvato il geometra Perri, non è invece uno che si ispira alla preghiera del Padre nostro. Lui insomma i debiti non li rimette per niente. E nemmeno i crediti. Secondo le indagini, è il "capo società" della 'ndrangheta, cioè il vicario di zona del "capo locale" Giuseppe Moscato. Un giorno gli telefona il proprietario di una ditta di autotrasporti di Meda, Claudio Meroni, 45 anni. «Io adesso vengo giù a prendere i soldi». «Quali soldi?», chiede Tony Pio. «Come quali soldi? Gli assegni». «Adesso ti porto il camion», promette Tony Pio. Claudio Meroni insiste: «Ti porto il camion... Tu fino adesso l'hai usato, quei soldi lì me li devi dare». E Tony Pio risponde da copione: «Ascolta, vedi di non fare il buffone con me che ti spacco le corna... Parla per bene, con me parla signorsì... Se voglio io, vieni giù tu, hai capito?».
Meroni gli propone un incontro al bar di Seregno. Tony Pio gli dice di andare in un parcheggio di camion a Cesano Maderno. E' una trappola. Meroni non si presenta. Tony Pio è furibondo: «Parola d'onore che lo attacco dietro la macchina», dice a un affiliato. Due giorni dopo l'imprenditore chiama il capo società di Seregno. Gli chiede scusa. Vuole sapere se sarà ammazzato: «Mi fai andare a casa o no?». «Tu vai a casa, ci mancherebbe... Ma pensavi di farmi paura, Claudio?». Tony Pio lo manda a prendere e se lo fa consegnare al deposito dei camion. Più tardi parla con la moglie Anna. Viene ascoltato mentre racconta che è al piazzale e si è fratturato un dito «con quel cornuto lì».
L'imprenditore è stato massacrato di botte. «Eh, non riesce più a parlare», aggiunge Franco, un complice di Pio, «come al solito abbiamo dimostrato che siamo persone a posto». Sono le tre e venti del pomeriggio, mercoledì 7 ottobre 2009. Il giorno dopo, il sito Internet del Comune di Seregno annuncia i risultati di una promozione organizzata dall'assessore Pdl Nicola Viganò con l'associazione Amici del Tricolore: «Giovani e alcol: un tour control'abuso». Spiega Viganò: «Con questa campagna siamo entrati fisicamente nei locali, grazie alla collaborazione dei gestori».
E chi c'è tra i collaboratori del Comune? Il Tricky bar.
L'imprenditore è stato massacrato di botte. «Eh, non riesce più a parlare», aggiunge Franco, un complice di Pio, «come al solito abbiamo dimostrato che siamo persone a posto». Sono le tre e venti del pomeriggio, mercoledì 7 ottobre 2009. Il giorno dopo, il sito Internet del Comune di Seregno annuncia i risultati di una promozione organizzata dall'assessore Pdl Nicola Viganò con l'associazione Amici del Tricolore: «Giovani e alcol: un tour control'abuso». Spiega Viganò: «Con questa campagna siamo entrati fisicamente nei locali, grazie alla collaborazione dei gestori».
E chi c'è tra i collaboratori del Comune? Il Tricky bar.
Sicuramente l'assessore non sa che proprio in quelle ore il socio di Anna Saladino, nonché suo marito e capo società del crimine, sta mostrando in giro chi comanda a Norddi Monza. Seregno non era così. Qui oggi la 'ndrangheta può contare addirittura su due organizzazioni: la "locale" di Tony Pio, legata al clan Moscato- Iamonte di Desio e un'altra "locale" costituita a Seregno. Quando nel 2008 viene deciso l'omicidio di Nunzio Novella, il boss numero uno in Lombardia che vuole la secessione della 'ndrangheta, i mammasantissima della Calabria incaricano come killer proprio il capo di Seregno: Antonino Belnome, 38 anni, nato a Giussano da genitori calabresi.
Vent'anni fa, mentre Natale Iamonte si trasferisce a Desio a casa del nipote assessore, Seregno è ancora un paesone ingenuo, bigotto e ricco. Pieno di commercianti e artigiani. E terreni ancora liberi. Un giochetto semplice: trasformare la terra agricola in edificabile e guadagnarci sulla differenza al metro quadro. L'edilizia è sempre il motore. Sulla divisione dei cantieri si sono anche ammazzati in Brianza. Gli ultimi due imprenditori li hanno uccisi a mitragliate, a Vimercate nel 1990: Assunto Miriadi, 36 anni, e il suo socio, cugino e guardaspalle, Giovanni Tripodi, 30. Pure loro di Melito Porto Salvo. Spararono anche a Seregno. Contro tre costruttori, tre fratelli, una sera in centro. Loro risposero al fuoco e si salvarono.
Poi il silenzio. La 'ndrangheta ci guadagna comunque. Le basta imporre i propri camion, il calcestruzzo, i fornitori, le cave. Un possibile affare per i boss è proprio la cittadina di Tony Pio.
Vent'anni fa, mentre Natale Iamonte si trasferisce a Desio a casa del nipote assessore, Seregno è ancora un paesone ingenuo, bigotto e ricco. Pieno di commercianti e artigiani. E terreni ancora liberi. Un giochetto semplice: trasformare la terra agricola in edificabile e guadagnarci sulla differenza al metro quadro. L'edilizia è sempre il motore. Sulla divisione dei cantieri si sono anche ammazzati in Brianza. Gli ultimi due imprenditori li hanno uccisi a mitragliate, a Vimercate nel 1990: Assunto Miriadi, 36 anni, e il suo socio, cugino e guardaspalle, Giovanni Tripodi, 30. Pure loro di Melito Porto Salvo. Spararono anche a Seregno. Contro tre costruttori, tre fratelli, una sera in centro. Loro risposero al fuoco e si salvarono.
Poi il silenzio. La 'ndrangheta ci guadagna comunque. Le basta imporre i propri camion, il calcestruzzo, i fornitori, le cave. Un possibile affare per i boss è proprio la cittadina di Tony Pio.
Il Comune di Seregno sta discutendo il nuovo Piano di governo del territorio. Secondo le anticipazioni, si prevede di portare il numero degli abitanti da 43 a 60 mila. Si sa già che una parte degli ultimi terreni agricoli diventerà edificabile. Il giro d'affari l'ha calcolato un blog locale: sono almeno 5 mila appartamenti che, anche svendendoli a 200 mila euro l'uno, soltanto a Seregno fanno un un bel miliardo di torta da affettare. Nel frattempo volano accuse, denunce, esposti. E da inizio maggio all'ufficio tecnico quasi ogni settimana si fa vedere la Guardia di finanza. I militari hanno sequestrato delibere e documenti. Dopo l'operazione Infinito, le indagini continuano. Resta da svelare la rete finanziaria.
Si pensa che la 'ndrangheta alimenti le operazioni immobiliari con soldi sporchi, studi di progettazione, imprese. In tutta la Brianza girano spesso gli stessi nomi. Sotto questa pressione, i piccoli costruttori sono spacciati. La Procura ha finora scoperto a Seregno e dintorni tre arsenali di cui uno affidato al figlio di un panettiere, due casi di lupara bianca, 130 incendi e 70 avvertimenti messi a segno con esplosivi e armi. Come i piccoli attentati che ancora continuano, nei cantieri sull'autostrada Milano-Como.
Si pensa che la 'ndrangheta alimenti le operazioni immobiliari con soldi sporchi, studi di progettazione, imprese. In tutta la Brianza girano spesso gli stessi nomi. Sotto questa pressione, i piccoli costruttori sono spacciati. La Procura ha finora scoperto a Seregno e dintorni tre arsenali di cui uno affidato al figlio di un panettiere, due casi di lupara bianca, 130 incendi e 70 avvertimenti messi a segno con esplosivi e armi. Come i piccoli attentati che ancora continuano, nei cantieri sull'autostrada Milano-Como.
Eppure la sicurezza è da anni in cima ai discorsi dei sindaci della Brianza.
Ma se si va a leggere, le loro sono ordinanze ridicole.
Contro gli stranieri. Contro il kebab. Contro il burka.
Contro minareti inesistenti.
Certo, la 'ndrangheta è sfacciata. Poche ore dopo l'arresto di Tony Pio, a Seregno si riunisce la giunta comunale.
E all'ordine del giorno si ritrova una proposta: «Concessione del patrocinio con l'utilizzo del logo e altri interventi alla società Tricky bar sas per l'iniziativa Calabrisella mia».
Oggi Tony e sua moglie Anna non sono più i titolari. Hanno ceduto la società, anche se con riserva di proprietà. Significa che possono riprendersi il bar quando vogliono. Il geometra Perri vive da pensionato a Desio. E si fa vedere poco in giro, al volante del suo Suv. Claudio Meroni lo hanno costretto al fallimento.Dopo dieci anni di Lega nei Comuni, i brianzoli hanno invece scoperto l'infelice classifica delle aeree a più alta densità di cemento. Sono secondi in Italia: 2.057 abitanti per chilometro quadrato. Peggio di così c'è solo la provincia di Napoli.
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