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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

mercoledì 10 settembre 2014

LIVELLI RECORD PER I GAS SERRA, E CON ESSI AUMENTANO I DISASTROSI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Una pessima notizia. Una notizia che spiega tante cose rispetto ai pesanti cambiamenti climatici che interessano anche il nostro Paese, dove, purtroppo si continua a puntare sugli idrocarburi e il trasporto su gomma.

Alla canna del gas

La febbre da sviluppo
infiamma il pianeta

Ecologia. Le emissioni di gas serra nel 2013 hanno superato livelli record. Lo riferisce l'Organizzazione meteorologica mondiale: "Il tempo è scaduto, le leggi della fisica non sono negoziabili".


I demiur­ghi della cre­scita ad ogni costo, i prin­ci­pali respon­sa­bili della cata­strofe pla­ne­ta­ria, pos­sono ben dirsi sod­di­sfatti per­ché nel mondo final­mente c’è qual­cosa che cre­sce senza limiti: il livello di gas serra nell’atmosfera. La con­ferma arriva dall’Annual Gree­n­house Gas Bul­let­tin pub­bli­cato dalla World Meteo­ro­lo­gi­cal Orga­ni­za­tion: “Il livello di gas serra nell’atmosfera ha rag­giunto un nuovo picco nel 2013, a causa del rialzo acce­le­rato delle con­cen­tra­zioni di bios­sido di car­bo­nio” (CO2). Una situa­zione che costringe la Wmo a lan­ciare ancora una volta il solito allarme sot­to­li­neando “la neces­sità di un’azione inter­na­zio­nale con­cer­tata di fronte all’accelerazione dei cam­bia­menti cli­ma­tici, i cui effetti potreb­bero essere deva­stanti, si dimo­stra sem­pre più urgente”.
E le deva­sta­zioni non sono il frutto di elu­cu­bra­zioni cata­stro­fi­ste da con­ve­gno, basta vedere cosa è acca­duto solo pochi giorni fa nel Gar­gano, qui in Ita­lia, dove tutti i governi con­ti­nuano a per­se­guire una poli­tica ener­ge­tica che con­tri­buirà ad aumen­tare le emis­sioni di gas clima alte­rante. “Alla luce di que­sti dati — com­men­tano Roberto Della Seta e Fran­ce­sco Fer­rante di Green Ita­lia — le ultime misure di poli­tica ener­ge­tica dell’Italia appa­iono ancora più scon­si­de­rate: l’apertura di una sta­gione di tri­vel­la­zioni petro­li­fere per aumen­tare l’utilizzo di idro­car­buri e la scelta di pri­vi­le­giare il tra­sporto su gomma qua­li­fi­cano il governo Renzi come peri­co­lo­sa­mente sbi­lan­ciato a favore del fos­sile e dell’aumento della CO2”. Di punto di non ritorno e di neces­sità di un radi­cale cam­bio di mar­cia parla il verde Angelo Bonelli, che si rivolge al pre­si­dente del Con­si­glio: “In qua­lità di pre­si­dente di turno dell’Unione euro­pea chie­diamo che si fac­cia subito pro­mo­tore di una con­fe­renza sui cam­bia­menti cli­ma­tici in cui l’Europa torni ad essere capo­fila nella bat­ta­glia per sal­vare il pianeta”.
Per il segre­ta­rio gene­rale dell’Organizzazione meteo­ro­lo­gica mon­diale, Michel Jar­raud, il tempo è già sca­duto. “Sap­piamo con cer­tezza che il clima sta cam­biando — spiega — e che le con­di­zioni meteo­ro­lo­gi­che diven­tano più estreme a causa di atti­vità umane come lo sfrut­ta­mento dei com­bu­sti­bili fos­sili. La con­cen­tra­zione di CO2 nell’atmosfera, lungi dal dimi­nuire, l’anno scorso è aumen­tata ad un ritmo ine­gua­gliato da 30 anni. Dob­biamo inver­tire que­sta ten­denza ridu­cendo le emis­sioni di CO2 e di altri gas serra in tutti i set­tori di atti­vità”. L’appello di Jar­raud è dispe­rato: “Il tempo gioca con­tro di noi. Il bios­sido di car­bo­nio resta per cen­ti­naia di anni nell’atmosfera ed ancora più a lungo nell’oceano. L’effetto cumu­lato delle emis­sioni pas­sate, pre­senti e future di que­sto gas si riper­cuo­terà sia sul riscal­da­mento del clima che sull’acidificazione degli oceani. Le leggi della fisica non sono nego­zia­bili”. Quanto ai “deci­sori poli­tici”, come li chiama Jar­raud, o ai nega­zio­ni­sti, “essere igno­ranti non può più essere una scusa per non agire”. Il Gree­n­hose Gas Bul­le­tin, infatti, oltre a misu­rare la feb­bre alla terra, for­ni­sce anche le con­tro­mi­sure per man­te­nere il riscal­da­mento glo­bale entro i 2 gradi Cel­sius (3,6 gradi Fah­ren­heit), come sta­bi­lito dall’Onu nel 2010.
Un dato è certo: il 2013 è stato l’anno più inqui­nato degli ultimi 30 anni. Le emis­sioni che riscal­dano il clima sono cre­sciute del 34% tra il 1990 ed il 2013 a causa dei gas serra per­si­stenti come il bios­sido di car­bo­nio (CO2), il metano (CH4) e il pro­tos­sido di azoto (N20). Nel 2013 la media mon­diale di CO2 in atmo­sfera era di 396,0 parti per milione (2,9 ppm in più che nel 2012), e se si dovesse man­te­nere que­sto livello di cre­scita nei pros­simi due anni potrebbe essere supe­rata la soglia delle 400 ppm. Le emis­sioni del metano, secondo gas serra per impor­tanza, per il 60% dipen­dono da atti­vità umane (alle­va­menti di bestiame, sfrut­ta­mento com­bu­sti­bili fos­sili, disca­ri­che, com­bu­stione di bio­masse): nel 2013 ha rag­giunto un picco di 1.824 parti per miliardo, dopo un periodo di sta­bi­liz­za­zione che durava dal 2007. Quanto al pro­tos­sido di azoto, la cui pro­du­zione per il 40% pro­viene da con­cimi, bio­masse e indu­strie, rap­pre­senta il gas più impat­tante sul clima (su un periodo di cento anni risulta 298 volte supe­riore all’impatto della CO2).
Sono dati che non sor­pren­dono Ser­gio Castel­lari, ricer­ca­tore del Cen­tro Euro­me­di­ter­ra­neo sui Cam­bia­menti Cli­ma­tici: “Il trend delle emis­sioni è in linea con lo sce­na­rio peg­giore ela­bo­rato dai cli­ma­to­logi mon­diali. La crisi eco­no­mica ha ral­len­tato il trend di cre­scita delle emis­sioni solo per un paio di anni, le emis­sioni oggi sono molto più alte di venti anni fa”. Il tempo stringe. La pros­sima occa­sione di nego­ziato, in vista della con­fe­renza di Parigi alla fine del 2015, sarà in Perù nel mese di dicem­bre. Ma sarà molto com­pli­cato tro­vare solu­zioni legal­mente vin­co­lanti per tutti i paesi, soprat­tutto per i cosid­detti “emer­genti” come Cina e India che ogni anno emet­tono le per­cen­tuali più impor­tanti di gas serra (insieme agli Usa). Troppi inte­ressi diver­genti con­vi­vono dram­ma­ti­ca­mente sullo stesso pic­colo pianeta.

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