In questi ultimi mesi si è tornati a scrivere dell'area ex Lombarda Petroli di Villasanta.
La Lombarda Petroli era una raffineria che terminò la sua attività alla fine degli anni '80.
La Lombarda Petroli era una raffineria che terminò la sua attività alla fine degli anni '80.
Il luogo in cui era insediata divenne poi tristemente noto nei giorni tra il 23 e il 27 febbraio del 2010 per la fuoriuscita di una grande quantità di idrocarburi stoccati nei suoi serbatoi e finiti nel fiume Lambro e nel Po.
Dopo la chiusura dell'azienda ed il suo fallimento, dell'ampia area dismessa se ne è occupato il PGT del Comune di Villasanta.
Dopo la chiusura dell'azienda ed il suo fallimento, dell'ampia area dismessa se ne è occupato il PGT del Comune di Villasanta.
Proprio sulle previsioni di pianificazione urbanistica sul comparto, si sono levate le polemiche e le contestazioni da parte della curatela fallimentare che vorrebbe ridurre l'area inedificabile verde a 37mila metri quadrati aumentando a 127mila metri quadrati la destinazione d'uso a comparto produttivo.
Il tutto con la necessità di una complicata e costosa bonifica che più soggetti cercano di usare strumentalmente al fine di accontentare chi chiede più superfici edificabili.
Sul tema è intervenuto il Coordinamento Ambientalista "Osservatorio PTCP di MB" - di cui Sinistra e Ambiente fa parte, che ha siglato un comunicato insieme con il Comitato Oasi del Sole di Villasanta.
Difendiamo l'area verde di rigenerazione naturale
nell'ex Lombarda Petroli di Villasanta
Sull’area ex Lombarda Petroli di Villasanta, pari a 150mila metri quadri, da cui si originò nel 2010 uno dei più gravi disastri ambientali in Italia, poi accertato dalla Magistratura essere di natura dolosa, è nata e perdura una complicata vicenda che val la pena illustrare.
Siamo in presenza di un fallimento con un curatore cui è stato demandato il compito di gestire la procedura e amministrare il patrimonio dell’imprenditore fallito, i cui creditori sono in gran parte enti pubblici.
Sinora la curatela del fallimento non è riuscita o non ha voluto procedere nel mettere all'asta il patrimonio, come si fa normalmente in queste situazioni, per poi ricompensare con il ricavato i creditori.
É presumibile supporre che non lo abbia fatto perché il valore attuale dell'area è inferiore alle somme da risarcire ai creditori e abbia perciò preferito tentare di valorizzare l'area per farle acquisire un valore nominale superiore.
Per ottenere questo risultato, ha sollecitato a più riprese una diminuzione di 28 mila mq della superficie libera, chiedendo che tale superficie vada ad ampliare il comparto edificabile con 20 mila mq.
In questa intricata situazione sono stati poi avviati una serie di ricorsi legali, uno vertente proprio sull'area non trasformabile.
Nel complesso si tratta di circa a una ventina di contenziosi giudiziari in corso, alcuni dei quali creati al solo scopo di rallentare l’iter di bonifica che il Comune è riuscito ad avviare, tramite complesse relazioni con Regione Lombardia.
Per la bonifica vi sono risorse economiche complessive che possono arrivare fino a 7 milioni di euro, comprensive di fondi del PNRR.
C’è però opposizione da parte della curatela fallimentare poiché con la bonifica fatta dalla Regione, quest’ultima ha la facoltà di addebitare i costi alla proprietà. Proprietà che però non può far fronte al pagamento e che conseguentemente potrebbe incorrere in una procedura di esproprio per il valore corrispondente.
La strategia della curatela è dunque quella di ricercare l’aumento del valore immobiliare del comparto ex Lombarda Petroli, da ottenere con la riduzione degli oltre 60000 mq di terreno non trasformabile previsti dal PGT di Villasanta e con il contemporaneo aumento della superficie e delle volumetrie dell’edificabile.
Questa operazione, per noi incondivisibile, è ritenuta necessaria per trovare un operatore che acquisterebbe l'area, accollandosene anche gli oneri di bonifica.
A dicembre 2023, è poi arrivata la sentenza del Consiglio di Stato in merito alla causa intentata dalla curatela fallimentare contro l’amministrazione di Villasanta proprio sulla quantificazione di 90mila metri quadrati a standard, ossia a usi collettivi, tra i quali figurano i noti 60 mila mq non trasformabili.
Anche se non viene adeguatamente chiarito ed è invece opportuno qui rimarcarlo, la sentenza lascia comunque intatta la facoltà dell’amministrazione di determinare questa destinazione chiedendone una “adeguata motivazione”, cosa che il Comune sta provvedendo a fare, essendo in corso la variante al Pgt.
Dopo quest’ultimo accadimento, la curatela, in assonanza con altri incauti soggetti, ha pensato bene di sostenere la realizzazione di un fantomatico hub ferroviario, con un contorno di altre mirabolanti ipotesi.
Nell’arena si gettano suggerimenti senza valutarli seriamente, senza stimarne l’utilità e la redditività, senza considerare il complesso iter e la necessità di una verifica di fattibilità e senza un approfondito e mirato studio di viabilità e traffico merci che un simile progetto richiederebbe, dovendo essere contemplato in un piano d'area con il coinvolgimento di enti, azienda ferroviaria, istituzioni e investitori, tenendo nel dovuto peso anche l’opinione della cittadinanza.
Una proposta del resto non nuova e del tutto simile a quella fatta nel 2004 dalla Ex Dogana di Concorezzo e ora come allora priva di fondamento operativo.
I gruppi firmatari del presente comunicato, ritengono che sia prioritario e indispensabile procedere da subito alla bonifica del comparto e che sia necessario tutelare il verde della rinaturalizzazione attualmente già spontaneamente in atto come risarcimento ambientale per il disastro subito dalla comunità nel 2010.
Sottolineano inoltre che le soluzioni proposte per le altre porzioni del comparto vadano perseguite con necessari, inevitabili e seri approfondimenti per poterne valutare la reale fattibilità.
Nell’area ex Lombarda Petroli va confermata una robusta aliquota di recupero a verde, evitando una cementificazione sconsiderata.
La trasformazione in un parco di cintura urbana, proprio a partire dalla porzione a verde attualmente lì prevista dal PGT comunale, consentirebbe altresì di ampliare il corridoio ecologico in essere.
Monza e Brianza 30-01-024
Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di MB
Comitato Oasi del Sole Villasanta
Siamo in presenza di un fallimento con un curatore cui è stato demandato il compito di gestire la procedura e amministrare il patrimonio dell’imprenditore fallito, i cui creditori sono in gran parte enti pubblici.
Sinora la curatela del fallimento non è riuscita o non ha voluto procedere nel mettere all'asta il patrimonio, come si fa normalmente in queste situazioni, per poi ricompensare con il ricavato i creditori.
É presumibile supporre che non lo abbia fatto perché il valore attuale dell'area è inferiore alle somme da risarcire ai creditori e abbia perciò preferito tentare di valorizzare l'area per farle acquisire un valore nominale superiore.
Per ottenere questo risultato, ha sollecitato a più riprese una diminuzione di 28 mila mq della superficie libera, chiedendo che tale superficie vada ad ampliare il comparto edificabile con 20 mila mq.
In questa intricata situazione sono stati poi avviati una serie di ricorsi legali, uno vertente proprio sull'area non trasformabile.
Nel complesso si tratta di circa a una ventina di contenziosi giudiziari in corso, alcuni dei quali creati al solo scopo di rallentare l’iter di bonifica che il Comune è riuscito ad avviare, tramite complesse relazioni con Regione Lombardia.
Per la bonifica vi sono risorse economiche complessive che possono arrivare fino a 7 milioni di euro, comprensive di fondi del PNRR.
C’è però opposizione da parte della curatela fallimentare poiché con la bonifica fatta dalla Regione, quest’ultima ha la facoltà di addebitare i costi alla proprietà. Proprietà che però non può far fronte al pagamento e che conseguentemente potrebbe incorrere in una procedura di esproprio per il valore corrispondente.
La strategia della curatela è dunque quella di ricercare l’aumento del valore immobiliare del comparto ex Lombarda Petroli, da ottenere con la riduzione degli oltre 60000 mq di terreno non trasformabile previsti dal PGT di Villasanta e con il contemporaneo aumento della superficie e delle volumetrie dell’edificabile.
Questa operazione, per noi incondivisibile, è ritenuta necessaria per trovare un operatore che acquisterebbe l'area, accollandosene anche gli oneri di bonifica.
A dicembre 2023, è poi arrivata la sentenza del Consiglio di Stato in merito alla causa intentata dalla curatela fallimentare contro l’amministrazione di Villasanta proprio sulla quantificazione di 90mila metri quadrati a standard, ossia a usi collettivi, tra i quali figurano i noti 60 mila mq non trasformabili.
Anche se non viene adeguatamente chiarito ed è invece opportuno qui rimarcarlo, la sentenza lascia comunque intatta la facoltà dell’amministrazione di determinare questa destinazione chiedendone una “adeguata motivazione”, cosa che il Comune sta provvedendo a fare, essendo in corso la variante al Pgt.
Dopo quest’ultimo accadimento, la curatela, in assonanza con altri incauti soggetti, ha pensato bene di sostenere la realizzazione di un fantomatico hub ferroviario, con un contorno di altre mirabolanti ipotesi.
Nell’arena si gettano suggerimenti senza valutarli seriamente, senza stimarne l’utilità e la redditività, senza considerare il complesso iter e la necessità di una verifica di fattibilità e senza un approfondito e mirato studio di viabilità e traffico merci che un simile progetto richiederebbe, dovendo essere contemplato in un piano d'area con il coinvolgimento di enti, azienda ferroviaria, istituzioni e investitori, tenendo nel dovuto peso anche l’opinione della cittadinanza.
Una proposta del resto non nuova e del tutto simile a quella fatta nel 2004 dalla Ex Dogana di Concorezzo e ora come allora priva di fondamento operativo.
I gruppi firmatari del presente comunicato, ritengono che sia prioritario e indispensabile procedere da subito alla bonifica del comparto e che sia necessario tutelare il verde della rinaturalizzazione attualmente già spontaneamente in atto come risarcimento ambientale per il disastro subito dalla comunità nel 2010.
Sottolineano inoltre che le soluzioni proposte per le altre porzioni del comparto vadano perseguite con necessari, inevitabili e seri approfondimenti per poterne valutare la reale fattibilità.
Nell’area ex Lombarda Petroli va confermata una robusta aliquota di recupero a verde, evitando una cementificazione sconsiderata.
La trasformazione in un parco di cintura urbana, proprio a partire dalla porzione a verde attualmente lì prevista dal PGT comunale, consentirebbe altresì di ampliare il corridoio ecologico in essere.
Monza e Brianza 30-01-024
Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di MB
Comitato Oasi del Sole Villasanta
Nella foto, a dx l'area dei serbatoi ex Lombarda Petroli, a sx i capannoni dell'ex insediamento Addamiano |
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