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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

venerdì 25 luglio 2014

"RIFORMA" DELLA COSTITUZIONE E "NUOVI PADRI COSTITUENTI"


I recenti accadimenti nella politica italiana con al centro la modifica Costituzionale sulla composizione del Senato, l'aumento del numero di firme per gli strumenti di democrazia diretta (per indire un Referendum da 500.000 a 800.000 e per proporre una Legge di Iniziativa Popolare da 50.000 a 250.000) e l'atteggiamento del Governo Renzi che vuole la "prova di forza" per far passare la propria proposta di legge in tempi brevi, la dicono lunga sulla deriva da oligarchia su cui l'esecutivo sta scivolando constantemente con la mistificazione del "fare". Una deriva costruita su un patto, quello detto del "nazareno", tra Renzi, il condannato Berlusconi e l'inquisito Verdini. Sono costoro i "nuovi "padri costituenti" ?
Con l'uso d'una comunicazione distorta e spregiudicata si giustifica e si vuol far passare la necessità d'una riforma che tale non è.
La realtà è quella d'una controriforma che comporta un Senato non più di eletti ma di NOMINATI (evidentemente più controllabili e più "di fiducia") depotenziando altresì le possibilità di ricorrere agli strumenti di democrazia diretta quali sono il referendum e le proposte di legge d'iniziativa popolare.
Indubbiamente al Paese servono Riforme, ma NON serve al Paese che per un "decisionismo d'apparizione" si limitino le forme di rappresentatività con una pastrocchiata proposta di modifica della COSTITUZIONE utile a creare un totale sbilanciamento dei poteri a favore del solo potere esecutivo, con un Governo che potrebbe di conseguenza influenzare sia l'elezione dei componenti del CSM sia quello del Presidente della Repubblica, potendo contare su condizioni più favorevoli. Una strada che porta verso un graduale smantellamento degli equilibri garantiti dall'attuale Costituzione e crea le premesse per un'OLIGARCHIA di governo.
Il "renzismo" sta subentrando a 20 anni di disastroso "berlusconismo" con l'evidente continuità dell'uomo solo al comando ?

Vi proponiamo in merito l'intervista de Il Manifesto alla Costituzionalista Lorenza Carlassare


Carlassare: «Così si strozza la democrazia»

La costituzionalista. Lorenza Carlassare: «Contingentare la discussione è contro la Carta. Decisione tipica dei sistemi autoritari»
Lorenza Carlassare


Pro­fes­so­ressa Lorenza Car­las­sare da costi­tu­zio­na­li­sta come giu­dica la deci­sione di con­tin­gen­tare i tempi della discus­sione sulla riforma?
E’ una deci­sione con­tra­ria alla Costi­tu­zione. Non mi era mai venuto in mente che nella revi­sione di una legge costi­tu­zio­nale si potesse agire in que­sto modo. Stroz­zare un dibat­tito su una riforma che deve essere votata con una mag­gio­ranza ele­vata pro­prio per­ché sia ragio­nata e con­di­visa. Mi sem­bra una cosa inau­dita. Soprat­tutto con­si­de­rando che risulta impli­ci­ta­mente escluso dalla stessa Costi­tu­zione, che pre­vede appunto mag­gio­ranze molto ele­vate, due distinte deli­bere per ogni camera con uno scopo pre­ciso: garan­tire che la riforma venga medi­tata, discussa e appro­vata da una mag­gio­ranza larga, non da una mag­gio­ranza arti­fi­ciale che forza gli altri, una mino­ranza pre­fab­bri­cata che vuole imporre la sua volontà. Il disprezzo del dis­senso e la volontà di sof­fo­carlo è pro­pria dei sistemi auto­ri­tari. Non è lo spi­rito della Costituzione.
Il pro­blema forse è all’origine: ci tro­viamo di fronte a una riforma costi­tu­zio­nale che non nasce dal par­la­mento ma viene det­tata dal governo.
Anche que­sta è un’anomalia. Pur­troppo negli ultimi anni ne abbiamo viste tan­tis­sime. Il governo si è impa­dro­nito di tutte le fun­zioni del par­la­mento e lo ha esau­to­rato. Della fun­zione legi­sla­tiva si è impa­dro­nito total­mente facendo solo decreti legge e ora s’ impos­sessa anche della revi­sione costi­tu­zio­nale. Tutto quello a cui stiamo assi­stendo negli ultimi tempi lascia sgomenti.
Vede dei rischi in que­sto modo di pro­ce­dere da parte di governo e maggioranza?
Da tanto tempo vedo rischi, per­ché que­sta for­za­tura deriva dal fatto che non si vuole accet­tare il dia­logo, che si vedono gli emen­da­menti e le pro­po­ste degli altri come un impac­cio, un osta­colo, dei sassi sui binari da rimuo­vere, come ha detto Renzi. Ma gli argo­menti degli altri non sono da rimuo­vere, sono da con­si­de­rare ed even­tual­mente da con­fu­tare con argo­menti ido­nei, altri­menti che demo­cra­zia è? Oltre tutto si tratta di una riforma che fa parte di un pro­gramma più ampio di cui non sap­piamo nulla.
Si rife­ri­sce al patto del Nazareno?
Que­sto patto Berlusconi-Renzi, che poi è Berlusconi-Verdini-Renzi che cosa signi­fica? E’ un patto fra sog­getti dei quali uno non aveva e non ha fun­zioni poli­ti­che isti­tu­zio­nali di alcun genere; ha per­duto anche il titolo di sena­tore. Allora la domanda è: cosa c’è in que­sto patto? Un patto tra due par­titi si può anche ammet­tere se è tra­spa­rente, ma un accordo segreto di cui ogni tanto tra­pe­lano alcune noti­zie ma del quale si esige che sia asso­lu­ta­mente rispet­tato alla let­tera, no. Mi chiedo ancora: siamo in un Paese demo­cra­tico o no?
Però il mini­stro Boschi di fronte alle accuse di auto­ri­ta­ri­smo risponde che si tratta di allucinazioni.
Penso che il mini­stro Boschi, della cui buona fede non dubito, non abbia nes­suna idea di cosa è la demo­cra­zia e soprat­tutto che cosa è la “demo­cra­zia costi­tu­zio­nale”, che non vuol dire domi­nio della mag­gio­ranza. Quello che offende è la men­zo­gna, con­ti­nua­mente ripe­tuta, che chi pro­pone modi­fi­che non voglia le riforme: tutti vogliono la riforma del bica­me­ra­li­smo attuale! Ma molti non vogliono la solu­zione impo­sta. Per­ché il governo non vuole il Senato elet­tivo come negli Stati Uniti, con un numero ristretto di sena­tori eletti dai cit­ta­dini delle diverse regioni? Per­ché no?
Lei che rispo­sta si dà?
Si vuol togliere la parola al popolo. Quanto sta acca­dendo va messo insieme alla legge elet­to­rale con l’8% di sbar­ra­mento; si vuole chiu­dere la bocca alle mino­ranze, e non solo a mino­ranze esi­gue: la soglia dell’8% non è certo leg­gera. Si vuole fare una Camera inte­ra­mente domi­nata dai due par­titi dell’accordo, due par­titi che poi sono pra­ti­ca­mente uno per­ché lavo­rano insieme, in stretto accordo, quindi siamo arri­vati al par­tito unico.
O magari al par­tito nazio­nale di cui parla Renzi.
Una cosa che mi fa venire i bri­vidi. La demo­cra­zia costi­tu­zio­nale è neces­sa­ria­mente plu­ra­li­sta, per­ché gioca anche sull’articolazione poli­tica del sistema e del par­la­mento, sulla pos­si­bi­lità di un dia­logo e di un dis­senso. Qui invece si parla di par­tito nazio­nale. Credo che per qual­cuno si tratti di scarsa cono­scenza e di scarsa dime­sti­chezza con il costi­tu­zio­na­li­smo, per qual­cun altro pur­troppo no.
In que­sto rien­tra anche la deci­sione di innal­zare da 500 a 800 mila le firme neces­sa­rie per pro­porre un refe­ren­dum abrogativo? 
Siamo sem­pre nella stessa logica di ridu­zione del peso del popolo, che evi­den­te­mente dà fasti­dio e biso­gna taci­tarlo. La gente chiede lavoro, è pre­oc­cu­pata per la chiu­sura delle fab­bri­che e i gover­nanti si impun­tano esclu­si­va­mente su que­ste cose. La riforma costi­tu­zio­nale serve cer­ta­mente al fine di poter eser­ci­tare il potere con le mani libere, senza gli impacci della demo­cra­zia costi­tu­zio­nale. Però c’è anche un’altra ragione di fondo, ed è che la riforma è un bello schermo per nascon­dere il fatto che sugli altri piani non si fa niente. L’economia è andata più a rotoli che mai, finora si è fatto solo un gran par­lare, un chiac­chie­rare arro­gante e asso­lu­ta­mente inutile.
Però sei­mila emen­da­menti sono tanti. L’opposizione non sta esagerando?
L’opposizione non ha altre armi per­ché il dia­logo la mag­gio­ranza non lo vuole, ha detto subito che “chi ci sta, ci sta”. E gli altri, evi­den­te­mente, se “non ci stanno” a votare ciò che il governo vuole “se ne faranno una ragione”! In tale situa­zione chi vor­rebbe una riforma diversa non può fare altro che ren­dere fati­coso il per­corso per indurre la mag­gio­ranza a riflet­tere su quello che fa e, per non veder fal­lire tutto, ad accet­tare qual­che modi­fica. Ripeto ancora ciò che più volte ho detto: se vogliono fare un Senato con i rap­pre­sen­tanti delle regioni e degli enti locali non eletti dal popolo, lo fac­ciano pure, però non pos­sono attri­buire a quest’organo fun­zioni costi­tu­zio­nali. Non pos­sono dar­gli la pos­si­bi­lità di legi­fe­rare al mas­simo livello. A un simile Senato, fatto da per­sone che non ci rap­pre­sen­tano, domi­nate dai capi par­tito, si vuole invece asse­gnare il potere di revi­sione costi­tu­zio­nale, di par­te­ci­pare all’elezione del pre­si­dente della Repub­blica e di altri alti organi costi­tu­zio­nali. E’ assurdo. Faces­sero allora un Senato che è espres­sione delle auto­no­mie con fun­zioni limi­tate alle neces­sità di rac­cordo con le auto­no­mie locali. Altri­menti, se gli si vogliono attri­buire fun­zioni costi­tu­zio­nali, deve essere elet­tivo. Ma, se non è pos­si­bile discu­tere di que­sto e di altri punti signi­fi­ca­tivi, allora non resta altro da fare che pro­porre emen­da­menti a raffica.

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