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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare

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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

venerdì 5 dicembre 2025

IL PUNTO SULLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI DOPO L'INCONTRO DEL 4-12-025 CON PEDEMONTANA

Il 4-12-2025, s'è tenuto l'incontro richiesto dai gruppi ambientalisti e dalle liste civiche delle Tratte B2 e C (Legambiente circolo “Laura Conti” Seveso, Legambiente Seregno, Legambiente circolo Gaia Usmate Velate, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Sinistra e Ambiente – Impulsi Meda, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano Maderno, Altra Bovisio Masciago, Immagina Arcore, No Pedemontana di Lesmo) con la soc. Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) con a tema la situazione delle Compensazioni Ambientali sulle due tratte. 
Presenti anche i sindaci di Macherio, Redaelli e di Cesano Maderno, Bocca in qualità di coordinatori dei sindaci delle due tratte.
Era ed è necessario fare il punto per meglio monitorare ed informare sia rispetto ai progetti del Masterplan 2009 che sono stati confermati sia rispetto alle modifiche avanzate da alcuni Comuni.
A Pedemontana avevamo chiesto preliminarmente una illustrazione esaustiva con la suddivisione delle coperture economiche stabilite comune per comune, un dettaglio dei progetti accettati o modificati dalle amministrazioni e gli atti formali intercorsi.

I CRITERI ATTUATIVI PER LE COMPENSAZIONI AMBIENTALI
Il Masterplan 2009 definiva le tipologie d’intervento per configurare le Compensazioni Ambientali che comprendevano cinque fondamentali elementi verdi seppure nella loro più varia combinazione:
 
• prati • siepi • filari • boschi • percorsi ciclo-pedonali.
 
Questi "elementi verdi" dovevano essere utilizzati per le seguenti tipologie d'intervento:
Parco Urbano - Bosco Urbano - Agroambientale Urbano - Connessione - Forestale - Consolidamento Naturalità - Riqualificazione Paesaggio Agrario.

L' ISPRA nel 2015 - in un suo Manuale e Linee Guida 126/2015 - Ambiente Paesaggio e Infrastrutture - Volume IV" ha ampliato la casistica annoverando tra gli interventi quali Misure Compensative:

  • Riqualificazione ambientale e formazione di neo-ecosistemi
  • Riassetto urbanistico con la realizzazione di aree a verde, zone a parco, rinaturalizzazione degli argini di corsi d'acqua
  • Sistemi di drenaggio sostenibile (SuDS)
  • Formazione di zone umide
  • Ripristino di habitat naturali
  • Impianti di fitodepurazione per il miglioramento della qualità delle acque
  • Ripristini di aree degradate in genere
  • Interventi per la mobilità sostenibile
  • Strutture e attività per la didattica ambientale.

Il Masterplan del 2009 impostava un tentativo di ricucitura del territorio con interventi ambientali "di Sistema".

PERSA LA FINALITÀ DI SISTEMA DELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI
Come prevedibile, mentre alcune amministrazioni hanno confermato le Compensazioni Ambientali così come configurate nel Masterplan 2009, altre le hanno radicalmente cambiate.
All'oggi la finalità "di Sistema" è inficiata da scelte strettamente localiste di amministrazioni che hanno preferito puntare su progetti sparsi, poco attinenti alle finalità delle Compensazioni Ambientali.

Su un totale di 15 comuni delle Tratte B2 e C,

La tabella illustra la situazione.


IMPIEGO DEI FONDI DELLA MONETIZZAZIONE PER I DISBOSCAMENTI 
É di circa 10 Mln la cifra a disposizione di Regione Lombardia con cui CAL, APL, Provincia di MB e Comuni stanno interloquendo per evitare che venga assegnata a mezzo bandi e che finisca su interventi dispersi sul territorio.
E' previsto un incontro del Tavolo a gennaio 2026 per cercare di trovare una modalità d'impiego comune e attivare un organismo di coordinamento che si occupi anche della progettualità.
La Provincia di MB si è resa disponibile.
Queste risorse NON possono essere usate per acquisire le aree.

LE NOSTRE VALUTAZIONI
A nostro giudizio alcuni dei nuovi progetti di Compensazioni Ambientali in capo ai Comuni, sostitutivi di quelli del Masterplan 2009, non rispondono alle prime e genuine indicazioni per garantire le corrette finalità delle Compensazioni Ambientali.
Grave la rinuncia ad una Compensazione Ambientale sovraccomunale e di sistema come era il PL24 che coinvolgeva Lissone, Macherio e Sovico con Lissone che ha scelto di sfilarsi per ripiegare su interventi frazionati e dispersivi di dubbia utilità (riqualificazione del Parco Martini e del parco di via Pestalozzi) e con Macherio che, visto il venir meno di Lissone ha preferito, come annunciato dal sindaco Redaelli durante l'incontro, dare un incarico di studio progettuale confermando un solo intervento nel PL24 in prossimità dell'oratorio di S. Margherita, uno presso il Bosco dei Proverbi e altri 2 non meglio precisati su parchi pubblici.
Macherio vorrebbe non concentrate le sue risorse sull'acquisizione delle aree del PL24 di sua spettanza puntando anch'esso sulla dispersione degli interventi.
Nuovi progetti, a Bovisio Masciago e in altri Comuni (vedi tabella), prevedono riqualificazioni di piazze con verde (limitato peraltro) e non concorrono ad una ricucitura ambientale ma semplicemente a una rivisitazione progettuale dell'urbanizzato così come le depavimentazioni e le de-impermeabilizzazioni, anche se indubbiamente utili, avrebbero potuto trovare differente ambito realizzativo con copertura economica da altri capitoli quali i piani di "Città Spugna" di Brianzacque.
 
Continueremo a monitorare e a seguire l'iter delle Compensazioni Ambientali, interloquendo, laddove possibile, con le amministrazioni, anche con chi sta ancora conducendo valutazioni e con un'attenzione ai progetti che hanno mantenuto la configurazione originaria, affinchè siano effettivamente concretizzati.
Presto ci occuperemo anche del Fondo Integrativo definito negli assestamenti di Bilancio di Regione Lombardia. 

mercoledì 3 dicembre 2025

MEDA: LO STUDIO DI COMPATIBILITÀ IDROLOGICA E IDRAULICA DEL TARÓ GIUDICA INEFFICACI ALCUNE IPOTESI D'INTERVENTO

Il 28 novembre 2025 a Meda, nella sala consiliare, alla presenza di numerosi cittadini e cittadine, è stato illustrato lo Studio di Compatibilità Idrologica e Idraulica del torrente Tarò.
Studio commissionato dall'amministrazione Santambrogio alla soc WISE, presente alla serata con l'’ing. Giacomo Galimberti.
All'incontro, l'Unità Organizzativa Difesa del Suolo di Regione Lombardia con il geologo Roberto Cerretti s'è occupata di dare una visione sovracomunale rispetto agli accadimenti metereologici del 22-9-025 che con l'esondazione del fiume Seveso e del torrente Tarò/Certesa hanno provocato gravi danni in parecchi comuni della Brianza monzese e comasca.
Importante anche la presenza e la relazione di BrianzAcque, gestore del servizio idrico integrato che con l'ing Massimiliano Ferrazzini, direttore del settore Pianificazione e Progettazione, ha illustrato alcuni interventi in provincia di MB.

LA SITUAZIONE DEL BACINO DEL SEVESO
Il Seveso, che nasce a S. Fermo (CO), ha un percorso di 39 km su un territorio per il 47% impermeabilizzato con percentuale che sale al 54% (208,23 kmq su un totale di 381,5 kmq), considerando anche il tratto milanese tombinato e il cavo Redefossi.
Il tratto milanese tombinato ha una portata di 40 mc/sec significativamente inferiore rispetto all'apporto potenziale da monte di 150 mc/sec.
La presenza di 48 tra ponti e manufatti è causa di potenziali rigurgiti.
Le precipitazioni meteoriche del 22-9-025 sono state pari ad un massimo di 221 mm di pioggia su 48 ore in provincia di MB, 180 mm nel comasco e 132 mm in provincia di Milano.
Gli interventi più cospicui di Regione Lombardia sono indirizzati alla realizzazione di Vasche di Laminazione anche se, per ammissione dello stesso relatore, non saranno comunque risolutivi.
Per quanto concerne il bacino del Seveso, a Senago vi sono due vasche di laminazione di cui una già operativa (810.000 mc per 46 Mln di euro di costo) così come è conclusa e funzionante la vasca di laminazione nel Parco Nord per 250.000 mc, costata 31 Mln di euro.
Anche a Lentate è in costruzione una vasca di 828.000 mc (costo 26 Mln), per ora non completata causa un fermo lavori di 2 mesi poichè l'esondazione del Seveso ha invasato lo scavo arrivato a 350.000 mc.
Sono inoltre previsti interventi di laminazione nelle aree golenali di Carimate, Vertemate con Minoprio, Cucciago e Cantù per un totale di 508.900 mc e un costo di 14 milioni di euro interamente finanziati.

SOTTOBACINO DEL TORRENTE TARÓ/CERTESA
Ha una superficie di 72,4 kmq e comprende 19 Comuni tra le province di Como e Monza, un'asta di circa 20 km, un livello di urbanizzazione pari al 40% e ben 100 tra ponti e tratti tombinati 
Per il sottobacino del torrente Tarò/Certesa oltre alla vasca di Carugo, operativa da anni, sono previste due ulteriori opere idrauliche, una sulla Roggia Vecchia ad Alzate Brianza in zona stazione di Brenna (200.000 mc) e una a Mariano Comense in zona cascina Bice, nel Parco Groane Brughiera (2 vasche in caduta per un totale di 75.000 mc).
Il costo complessivo è di 12,6 Mln interamente finanziati.

I tempi di realizzazione dall'avvio lavori, al termine della progettazione in carico ad AIPO, sono quantificati 18 mesi con cantieri nel 2027 e 2028.

Altre azioni da attuare sono l'applicazione dell'Invarianza Idraulica, la Deimpermeabilizzazione del Territorio, la Gestione degli Sfioratori dei Depuratori.

IPOTESI DI INTERVENTI A MEDA CON VALUTAZIONE DI FATTIBILITÀ
Il Comune di Meda ha elaborato il Piano di Gestione del Rischio di alluvioni (PGRA) quale documento facente parte della Variante 2025 al PGT.
Il documento contiene la mappatura delle aree allagabili classificate in base agli scenari di livello di pericolosità e di rischio nonchè agli scenari di frequenza di allagabilità.
  

Lo studio di Compatibilità Idrologica e Idraulica del Torrente Tarò quale attività integrativa ha:
  • Mappato con laser scanner lo stato dell'alveo lungo i 3 km medesi per avere contezza dello stato delle sponde, delle opere in alveo quali ponti e tombinatue.
  • Definito il contributo delle portate di piena dei valletti minori confluenti nel Tarò  (Rio Valletto, Valle delle Brughiere, Valle di Cabiate).
  • Valutata l'aderenza delle simulazioni cartografiche con le esondazioni storiche e recenti di cui si ha documentazione.
  • Analizzato l'alluvione con esondazione del 22-9-025 assimilabile come evento T100 cioè con tempo di ritorno di 100 anni, evidenziando i punti critici di esondazione tra Cabiate e Meda dove è chiaro come sia le tombinature sia i ponti sul Tarò e sul reticolo idrico minore causino rigurgiti laterali per la loro insufficiente luce.
  • Preso in considerazione ipotesi di intervento strutturali a scala comunale definendo preliminarmente le incidenze sulla portata di piena del Tarò e la loro effettiva utilità.

Nel dettaglio sono stati presi in esame le ipotesi di una Vasca di Laminazione e di interventi locali sulla Valle di Cabiate o Val de Mez, di una Vasca di Laminazione in via Trento/via Meda, dell'adeguamento ponti e tombature sul corso d'acqua.

 
Non è di alcuna utilità realizzare una vasca di laminazione dell' affluente denominato Valle di Cabiate (anche Val de Mez) poichè per la conformazione del terreno il bacino potrebbe contenere al massimo 1400 mc, ben lontani dai 5000 mc necessari per avere qualche risultato sul picco di piena. 
Il manufatto non andrebbe a modificare i volumi d'acqua che affluiscono nel Tarò.
Attuabile invece un'azione di riprofilatura dell'alveo mediante rimozione dei detriti attualmente presenti e l'utilizzo di barriere mobili impermeabili di contenimento presso la tombinatura e il ponte della Valle di Cabiate.
 
 
Non percorribile la localizzazione di un'area di laminazione in via Trento/via Meda, con volume stimato di 28.500 mc, i costi risultano alti sia per la sua distanza dall'alveo del Tarò sia per la necessità di posizionare un collegamento idraulico che passi sotto la ferrovia. 
La quantità d'acqua trattenuta avrebbe insignificante influenza sulla portata di piena del corso d'acqua.

 
Anche l'ipotesi di alzare alcuni ponti pare difficilmente attuabile poichè le normative impongono una distanza tra l'intradosso (parte sotto il ponte) e la quota idrica di almeno 1,50 mt. 
La campata, con questa altezza, non consente la loro costruzione per l'impossibilità di avere in loco  adeguate rampe di accesso.
Inoltre l'innalzamento dei ponti porterebbe un beneficio solo in prossimità del ponte ma peggiorerebbe la situazione di rischio a valle dello stesso.

UTILIZZO DELLE RISORSE STANZIATE DA REGIONE LOMBARDIA
Nel pacchetto di risorse economiche stanziate di Regione Lombardia per il dissesto idrogeologico, a Meda spettano 120mila euro per consolidare le sponde e le briglie stabilizzatrici del reticolo idrico minore e uno da 320mila euro per il ripristino delle spalle dei ponti sul torrente Tarò in viale Francia e in Via Luigi Rho e sul rio Valle di Cabiate (o Val de Mez) a seguito evento alluvionale del 22 settembre.
 
LE ATTIVITÀ DI BRIANZACQUE
Interessante l'intervento di Brianzacque che ha mostrato come sia necessario cambiare la gestione della rete fognaria, altro servizio che ha contribuito ad aumentare le criticità generate dall'alluvione.
L'impermeabilizzazione dei terreni ha modificato la loro capacità drenante e così mentre nelle campagne la pioggia viene assorbita per il 50% dai terreni, in città si scende al 10-15%.
Buona parte di questa acqua PULITA finisce poi nelle fognature che non sono in grado di incanalare verso i depuratori i volumi eccessivi, scaricandoli dai "troppo pieni", insieme alle acque nere, negli alvei fluviali o con i rigurgiti dai tombini.
 
BrianzAcque ha attivato alcuni interventi nell'ambito del progetto "Città Spugna".
  • Realizzazione di Vasche Volano per la gestione e il trattenimento temporaneo delle abbondanti acque meteoriche e il rilascio differenziato nelle condotte fognarie. C'è un' ipotesi di localizzarle in zona Piazza Cavour e via Como.
  • Volanizzazione in linea con sostituzione delle attuali condotte fognarie con ampi cassoni di scorrimento acque e con necessità di rifacimento manto stradale e sottoservizi.
  • Gestione in sito delle acque meteoriche con aiuole e spazi drenanti. Soluzioni applicabili nel progetto di riqualificazione di via Indipendenza, intervento non di breve realizzazione.
  • Parco dell'Acqua con captazione in area mercato (P.za Dozio) e infiltrazione nel bacino drenante di via Angeli Custodi.

LE VALUTAZIONI DI SINISTRA E AMBIENTE-IMPULSI
Indubbiamente apprezzabile l'esposizione attenta ed argomentata della soc WISE, che ha redatto lo Studio di Compatibilità Idrologica e Idraulica e ha applicato il principio di cautela nell'analisi valutativa onde evitare che si rincorrano realizzazioni inutili che non porterebbero alcun beneficio o miglioramento.
Corretto evitare un apporto semplicistico ed affrettato e scongiurare l'occupazione di aree libere e pregiate con interventi inefficaci e costosi, consumando altresì prezioso suolo sulle poche superfici rimaste libere dall'edificazione.
In ambito urbano, a Meda non possiamo permetterci di perdere l'area di Via Trento/via Meda, che è l'unico fazzoletto di verde rimasto tra i Comuni di Meda e Cabiate. 
Lo Studio di Compatibilità ha scartato l'ipotesi di una Vasca di Laminazione lì allocata perchè costosa e priva di benefici sull'onda di piena, ma anche una possibile Vasca Volano deve, a nostro avviso, trovare una collocazione differente.
Il prato con esiguo filare di via Trento/via Meda va mantenuto come tale, acquisendolo al patrimonio pubblico, così come previsto anche nella variante 2025 al PGT medese, per creare lì un Bosco Urbano conservando le attuali capacità drenanti.
Durante la serata, con un nostro intervento, abbiamo chiesto  all'amministrazione di valutare il posizionamento di vasche di laminazione e vasche volano considerando le aree dismesse cittadine, una cui porzione potrebbe essere adibita a tali opere idrauliche, indubbiamente di pubblica utilità.
Tra le soluzioni da ricercare, non va dimenticata la necessità di riparare alla errata scelta di avere, nel passato, convogliato nel collettore fognario di Largo Terragni le acque tombinate del torrente Ca’ Bianca e di quelle del Torrente di Cascina Burraschi, origine di una parte dei danni e disagi causati in quella parte di città.

Anche sulla fattibilità di abbattimento e ricostruzione di alcuni ponti è più che mai opportuno verificare e approfondire se l'intervento è attuabile e utile.

Rispetto agli interventi su scala sovracomunale e precisamente sulle Vasche di Laminazione a Alzate sulla Roggia Vecchia in aree libere e di pregio che sono formalmente fuori dal Parco Regionale Groane-Brughiera ma che sono geomorfologicamente parte integrante dello stesso e a Mariano Comense in località Cascina Bice nella piana del Tarò, questa entro i confini del Parco, abbiamo portato il punto di vista ambientalista.
Non possiamo permetterci di perdere superfici pregiate ed ecosistemi importantissimi per i quali abbiamo lottato affinchè fossero tutelati e preservati.
La preoccupazione è alta anche in considerazione del rischio di una progettazione che non tenga conto dell'inserimento naturalistico.
La nostra proposta affinchè siano realizzate applicando soluzioni naturali con costi inferiori, con il mantenimento e la protezione della biodiversità e degli ecosistemici, ha trovato il solo auspicio ma non l’impegno del rappresentante di Regione Lombardia né il sindaco Santambrogio ha voluto esprimersi a riguardo.

Non si può e non si deve puntare solo sulle Vasche di Laminazione per risolvere un problema derivante da una malagestione del territorio dove s'è permesso e ancora oggi si consente di edificare.
 
La conclusione della serata è purtroppo risultata insoddisfacente senza che si sia giunta a una sintesi. 
E’ mancato il tracciato di un quadro generale e di una strategia di coordinamento tra tutti i soggetti: Comuni, AIPO, Regione Lombardia e Provincie di Monza Brianza e Como sapendo che ogni singolo intervento deve essere inserito in un contesto sovracomunale e attentamente valutato per evitare che inneschi effetti negativi  a valle. 
Non sappiamo se altrove si è proceduto ad uno studio accurato del corso del Tarò come fatto per Meda. 
Il sindaco Santambrogio non si è assunto alcun impegno rispetto agli appelli dei cittadini né ha rimandato ad una seconda fase nemmeno delineata né per la quale ha indicato un ulteriore appuntamento pubblico di approfondimento e verifica.

lunedì 1 dicembre 2025

Il BOSCO DELLE QUERCE INCONTRA I TESTIMONI DEL DISASTRO AMIANTO DELL'ETERNIT DI CASALE MONFERRATO

É stata una serata intensa e carica di emozioni quella tenutasi il 27-11-025 presso il Centro Visite del Bosco delle Querce di Seveso e Meda, parte del programma "Storie di riparazioni di territori e comunità" organizzata da FARE e Legambiente Seveso, con il contributo dei gruppi di Insieme per il Bosco e la moderazione del dott. Sergio Astori.
 
LA MEMORIA
Dopo le tragedie del Vajont, di Bophal, di Stava, il disastro Diossina dell'ICMESA ha incontrato i Testimoni della vicenda Eternit di Casale Monferrato.
Lì si è consumato e si consuma ancora oggi un vero e proprio crimine contro la salute dei lavoratori, allora occupati nella fabbrica dal 1973 proprietà (con altri impianti in Italia) della multinazionale svizzera Schweizerische Eternitwerke AG e contro gli abitanti della città piemontese.
A Casale Monferrato, ancora oggi SI CONTINUA A MORIRE per le conseguenze dell'inalazione di fibre di Amianto, minerale utilizzato in una lega con il cemento (marchio registrato Eternit) per la produzione di lastre, tubi, coperture isolanti, ondulati, serbatoi di contenimento etc.
Una fabbrica a cui si ambiva per entrare, per avere uno stipendio e un lavoro fisso, per le buone condizioni economiche e il welfare aziendale ma che era in realtà una trappola di morte.
L'attività industriale dell'Eternit inizia nel 1906, con un numero di dipendenti a Casale variabile nel tempo da 1000 a 2000 persone, termina nel 1986 con il fallimento chiesto dalla stessa proprietà e un successivo tentativo di riprendere l'attività sempre con manufatti in amianto. 
Ripresa cui si opposero cittadini e corpi sociali, con il sindaco Coppo che nel 1987 emanò un' ordinanza di divieto all'utilizzo di amianto nel territorio di Casale Monferrato sbarrando la strada a qualsiasi ipotesi di riapertura.

L' amianto lavorato a Casale era di due tipologie, il Crisotilo detto "bianco" estratto dalla miniera di Balangero e la Crocidolite  detta  "blu" importato dall'allora Unione Sovietica che cominciò ad essere utilizzata alla fine degli anni '50.
Ha causato la morte dei lavoratori che operavano totalmente privi di dispositivi di protezione, dei loro famigliari perchè semplicemente lavavano gli indumenti di lavoro intrisi di fibre di amianto, dei cittadini esposti per l’inquinamento ambientale provocato dalla frantumazione del materiale a cielo aperto, dal trasporto con mezzi scoperti e addirittura per la distribuzione alla popolazione del prodotto di scarto della lavorazione, il cosiddetto “polverino”, usato per stabilizzare terreni spianati o per coibentare sottotetti.
Una serie infinita di decessi per asbestosi e sopratutto per il mesotelioma pleurico, che colpiva e colpisce gli esposti dopo un lungo periodo di incubazione e latenza anche di trenta anni e che ancora oggi causa sul territorio casalese 50 morti all'anno.
A Casale Monferrato, a oggi, si contano più di 2500 vittime per malattie correlate all’esposizione da amianto.
Un dolore e una sofferenza continua per una comunità che non può mettere un punto, un termine a quella che è una vera e propria strage.
La produzione di eternit per varie applicazioni avveniva negli insediamenti produttivi a Priolo Gargallo in Sicilia, chiuso nel 1993, a Rubiera (Reggio Emilia), Cavagnolo (Torino), a Bagnoli (Napoli) e per la proprietà Fibronit a Broni (Pavia), Massa Avenza e Bari.
Tutte le fabbriche hanno lasciato dietro di sè una scia di morte che continua e la necessità di bonificare i luoghi.
In Italia, la Legge 257 del 27 marzo 1992, ha vietato l'estrazione, la produzione, l'importazione, l'esportazione e la commercializzazione di amianto e di prodotti che lo contengono a partire dal 1994.
L'amianto continua ad essere estratto e lavorato in altri Stati. 
La Russia è il primo produttore seguito da Cina, Kazakhstan, Brasile, Canada, Zimbabwe e Colombia. Ogni varietà di amianto è oggi bandita in 52 paesi.

LE TESTIMONIANZE
Basilari durante la serata i racconti di Nicola Pondrano che, giovane neoassunto venne accolto da un anziano operaio con un "Che ci sei venuto a fare quà dentro ? Anche tu sei venuto a morire ?" ed ebbe subito consapevolezza delle morti dei lavoratori di cui non si osava parlare.
Così, con coraggio, in qualità di delegato sindacale nel Consiglio di Fabbrica, sostenuto da padre Bernardino Zanella, un prete operaio, portò quelle morti da silenziose a dominio pubblico, divenendo poi dirigente dell'INCA CGIL e occupandosi delle vertenze contro l'INAIL per il riconoscimento delle malattie professionali.
Capillare fu l'attività sindacale interna alla fabbrica con assemblee per gruppi omogenei per raccogliere le testimonianze di chi stava male.
Bruno Pesce, già sindacalista CGIL e segretario della Camera del Lavoro di Casale ebbe, in tandem con Pondrano, la volontà di applicare l'autonomia territoriale della Camera del Lavoro per far emergere la nocività della fabbrica Eternit e delle sue lavorazioni.
Ottenne nel 1985 una approfondita indagine epidemiologica su tutti i lavoratori occupati in 35 anni, sui loro famigliari e sui cittadini.
Indagine che certificò i numerosi decessi per malattie, tumori polmonari e mesatelioma pleurico da asbesto.
Tre furono i principi su cui si mosse la CGIL di Casale: Giustizia, Bonifica e Ricerca.
Fu l'uscita del Sindacato dalle mura della Fabbrica per parlare con il Territorio per vertenze comuni sulla salute e l'ambiente compromesso.

Giuliana Busto, Presidente dell'Associazione dei Familiari e delle Vittime dell'amianto (AFeVa) ha raccontato di come cittadini e cittadine di Casale abbiano perso amici, parenti e abbiano la necessità che la Memoria non si spenga e venga continuamente rinnovata.
Per questo, laddove sorgeva la fabbrica Eternit, demolita e oggetto di una lunga e complicata bonificata è stato realizzato il Parco Eternot il cui nome sta a significare l'impegno della città di Casale Monferrato nella Lotta contro l'Amianto. 
Giuliana ha tenuto a precisare che Casale non può essere declinata come "la Città dell'Amianto" ma come "la Città della Lotta all'Amianto".

Mirella Bertana e Marco Scagliotti hanno parlato del dolore di chi ha perso una persona vicina a causa dell'Eternit, del rischio continuo cui è sottoposto il territorio e della volontà di risanamento e di Giustizia e hanno illustrato la collaborazione di AFeVA con le scuole e l'attività dell' aula interattiva e multimediale “Amianto Asbesto: il coraggio di conoscere, il bisogno di andare oltre” presso il Liceo Balbo di Casale Monferrato.
Dedicata a Paolo Mascarino, sindaco della città dal 1999 al 2009, che si occupò dell’attività di bonifica dello stabilimento Eternit, l’aula è utilizzata da studenti e gruppi, con il sito e i social ed è un archivio vivo, un luogo permanente di informazione, riflessione sull'amianto, la salute, la cura e ricerca, la giustizia, le bonifiche.

Bruno Ziglioli, professore associato di Storia contemporanea nell'Università di Pavia che si occupa di storia dell'ambiente, di storia urbana e di storia dell’antifascismo italiano e ha pubblicato "La mina vagante. Il disastro di Seveso e la solidarietà nazionale" e "Sembrava nevicasse. La Eternit di Casale Monferrato e la Fibronit di Broni: due comunità di fronte all'amianto" , ha relazionato sulla vertenza per la salute e l'ambiente di Casale, frutto dell'onda lunga delle lotte operaie che con l'ottenimento dello Statuto dei Lavoratori consentirono l'emergere della Consapevolezza Operaia e del rifiuto della monetizzazione del rischio sul lavoro.

 
PER CASALE E I SUOI MORTI DI AMIANTO, DA TEMPO SI ATTENDE GIUSTIZIA
Il primo processo contro la proprietà dell'Eternit è nel 2009, grazie alle indagini di Guariniello del tribunale di Torino.
Sotto accusa Stephan Schmidheiny, ex presidente del consiglio di amministrazione, e Louis De Cartier de Marchienne, direttore dell'azienda negli anni sessanta (De Cartier è morto nel 2013 a 92 anni) ritenuti responsabili delle morti per mesotelioma, per contatto con l'asbesto avvenute tra i dipendenti delle fabbriche Eternit.
Il 13 febbraio 2012 il tribunale di Torino condanna in primo grado De Cartier e Schmidheiny a 16 anni di reclusione per "disastro ambientale doloso permanente" e per "omissione volontaria di cautele antinfortunistiche", obbligandoli a risarcire circa tremila parti civili. 
Il 3 giugno 2013 la pena viene "parzialmente riformata" in appello e aumentata a diciotto anni con l'obbligo di risarcire la Regione Piemonte con 20 milioni di euro e il Comune di Casale Monferrato con 30,9 milioni di euro.
Purtroppo, il 19 novembre 2014 la Corte suprema di cassazione dichiara prescritto il reato di disastro ambientale, annullando le condanne e i risarcimenti in favore delle parti civili.
I cittadini e i lavoratori di Casale non si sono dati per vinti e hanno ottenuto una condanna in appello per  Schmidheiny di 9 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo rispettivamente per lesioni colpose aggravate a danno di una parte delle 392 vittime al centro del filone principale del processo Eternit bis.
Ora si andrà in Cassazione per il ricorso dei legali di Schmidheiny.
 
CONCLUSIONI DELLA SERATA 
Le conclusioni, affidate a Sergio Astori, moderatore dell'incontro, psichiatra e psicoterapeuta, rimandano ad una Memoria da rinnovare, alla Presa in Carico, alla Generosità di chi decide di esserci, alla necessità di Denunciare e Lottare.
 

 

lunedì 24 novembre 2025

VARIANTE AL PTCP PROVINCIALE: IL COORDINAMENTO AMBIENTALISTA OSSERVATORIO PTCP DI MB CHIEDE CHE SIA SOTTOPOSTA ALLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)

La Provincia di Monza e Brianza con Decreto Dirigenziale n. 893 del 03/04/2025, ha avviato il procedimento di Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativo alla variante del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) e ha prodotto il Rapporto Preliminare di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica.

Nel rapporto, per la Provincia sussistono le condizioni per una procedura semplificata che eviti l'assoggettazione alla VAS.

L'Ente classifica la Variante e le modifiche da apportare ai documenti e alle norme del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale come semplici revisioni delle norme per garantire una maggiore adattività del piano, come aggiornamenti cartografici e normativi conseguenti a nuove disposizioni normative e a tematiche emergenti e come adempimento correlato agli impegni assunti dalla Provincia nell’ambito di protocolli d’intesa per gli Ambiti d'Interesse Provinciale (AIP).
In buona sostanza per la Provincia si tratta di modifiche minori la cui futura applicazione non avrà effetti significativi sull'ambiente e il patrimonio culturale

Il Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di MB, - di cui Sinistra e Ambiente di Meda è parte attiva, che aveva già presentato il 5-10-024 un contributo e suggerimenti propositivi per la Variante, dopo aver esaminato il Rapporto ha assunto valutazioni differenti rispetto agli intendimenti della Provincia e ha protocollato una serie di osservazioni argomentando e chiedendo che la Variante al PTCP sia sottoposta alla procedura di VAS.

Le osservazioni sono accompagnate da un comunicato per i media. 

 

La Variante 2025 al PTCP
rischia di aumentare il consumo di suolo e indebolire le tutele ambientali.
Va sottoposta a Valutazione Ambientale Strategica completa

L’Osservatorio PTCP di Monza e Brianza ha presentato alla Provincia una serie di osservazioni formali sulla “Variante 2025” al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), nell’ambito della procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
La variante non è una semplice “modifica minore”: dall’analisi dei documenti emergono criticità rilevanti che, secondo il Coordinamento, non possono essere valutate attraverso un semplice screening e rendono necessaria una VAS completa, trasparente e partecipata.

Perché una VAS completa ?
Secondo l’Osservatorio, la Variante — presentata come un insieme di aggiornamenti cartografici e tecnici e di adattività — può produrre effetti significativi e cumulativi sull’ambiente, sul consumo di suolo e sulla sicurezza del territorio.
Le osservazioni riguardano in particolare:

1. Flessibilità normativa che rischia di indebolire le tutele
Il nuovo impianto proposto introduce margini di interpretazione ampi nelle aree tutelate, con il rischio di aprire la strada a deroghe e trasformazioni difficili da controllare.
L'intenzione di rendere la disciplina più "interpretabile" e "flessibile" rischia di ridurre la certezza delle norme di salvaguardia e di favorire deroghe.
Secondo l’Osservatorio, serve maggiore chiarezza e stabilità delle norme per evitare arretramenti nella tutela del territorio.

2. Possibili nuove edificazioni in zone sensibili
Le modifiche all’art. 11 potrebbero consentire nuovi interventi edilizi anche in ambiti geomorfologicamente fragili, come valloni, orli di terrazzo e scarpate, se questi ricadono all’interno delle aree urbanizzate.
In Brianza, dove molte zone sensibili sono già inglobate nella città, ciò potrebbe aumentare il rischio idraulico e il consumo di suolo nelle aree meno adatte.

3. Impianti a fonti rinnovabili in aree agricole strategiche e in rete ecologica
Pur accogliendo positivamente lo sviluppo delle energie rinnovabili, il Coordinamento segnala che la Variante non definisce criteri chiari per l’installazione di impianti in ambiti agricoli strategici o nei corridoi verdi. 
Non è quindi valutabile l’impatto dei diversi interventi. “Senza regole precise – si legge nel documento – anche un intervento positivo può produrre danni alla continuità ecologica”.

4. Servizi di Interesse Provinciale non definiti
La Variante introduce una nuova categoria di interventi, i SIP – Servizi di Interesse Provinciale, ma non ne definisce la tipologia. 
Non sono quindi valutabili in modo trasparente gli impatti di funzioni potenzialmente collocabili anche nella Rete Verde, che è l’ossatura ecologica del territorio, in contrapposizione con l’obiettivo di non comprometterne la funzionalità.

5. Compensazioni ambientali troppo generiche
Il nuovo articolo sulla compensazione ambientale-territoriale non indica criteri misurabili né standard minimi.
Senza indicatori chiari, la compensazione rischia di diventare “una formalità che non garantisce un reale equilibrio ecologico”. 
Servono inoltre meccanismi certi di applicazione delle compensazioni.

6. Partecipazione insufficiente
La messa a disposizione dei documenti per soli 30 giorni è considerata insufficiente per permettere un confronto pubblico consapevole su scelte che influenzeranno il territorio per decenni.
L’Osservatorio chiede un incontro pubblico e un ampliamento delle forme di partecipazione.

La richiesta finale: più trasparenza e più tutela del territorio
Alla luce delle criticità esposte, l’Osservatorio PTCP chiede alla Provincia di assoggettare la Variante 2025 a Valutazione Ambientale Strategica completa, così come previsto dalle norme europee e nazionali quando un piano può avere impatti rilevanti sull’ambiente.
“Non siamo contrari agli aggiornamenti del PTCP – precisa il Coordinamento – ma riteniamo che qualsiasi modifica alle tutele ambientali debba essere valutata con massima attenzione.
La Brianza è già una delle aree più consumate d’Italia: ogni passo avanti verso una maggiore flessibilità urbanistica deve essere accompagnato da garanzie solide e verificabili.”

Monza, 24-11-2025

Coordinamento Ambientalista OSSERVATORIO PTCP di MB

Le osservazioni protocollate alla Provincia di MB:

sabato 22 novembre 2025

MEDA E MISURA COMPENSATIVA 15 "VALLE DEI MULINI": LA RISPOSTA ALL' INTERROGAZIONE EVIDENZIA RITARDI NELL'ITER

 

In data 7-11-025, Sinistra e Ambiente-Impulsi, Partito Democratico e Medaperta avevano protocollato un'interrogazione per avere un aggiornamento ufficiale sulla Compensazione Ambientale prevista a Meda ai sensi del Masterplan del 2009 di Pedemontana.

La risposta dell'amministrazione sulla Misura Compensativa 15 "Valle dei Mulini" è arrivata il 20-11-025, in forma scritta, con contenuti che deludono le nostre aspettative e che mostrano un ritardo nell'iter per concretizzarla.
Auspicavamo che dopo la firma tra Comune di Meda e soc. Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) del Protocollo d'Intesa, siglato il 5-8-024, l'amministrazione Santambrogio avesse dato avvio all'affidamento dell'incarico per la progettazione, avendo altresì ricevuto 215.500 euro da APL allo scopo.
 
Purtroppo ancora non c'è ancora alcun incaricato per la progettazione e tantomeno un progetto della Misura Compensativa MC15 da valutare.
L'incarico è previsto nell'esercizio 2026 mentre la realizzazione è slittata al triennio 2026-2028.
 
Continueremo a monitorare con puntualità e interesse questo importante intervento ambientale.

 

Rassegna stampa:



venerdì 21 novembre 2025

PEDEMONTANA E BONIFICA DA DIOSSINA: MOLTE CELLE DELLE AREE SORGENTI NON RAGGIUNGONO L'OBIETTIVO DI CONFORMITÀ

Il giorno 17-11-025 presso la sede di ARPA Monza s'è tenuto l'incontro del Tavolo Permanente sui lavori di Bonifica da Diossina della Tratta B2 di Pedemontana.
Presenti ARPA, Pedelombarda Nuova, soc. Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), la D.G Ambiente e Clima di Regione Lombardia, i sindaci di Cesano Maderno, Seveso e Bovisio Masciago, un assessore di Barlassina e la nutrita delegazione di Sinistra e Ambiente-Impulsi Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio, Comitato Ambiente Bovisio, Cittadini per Lentate.

L’incontro, come è stato sottolineato dalla direttrice di Arpa Monza in apertura dei lavori,  è stato esplicitamente chiesto dal coordinamento dei gruppi ambientalisti e liste civiche che è servito a fare il punto sia rispetto all'avanzamento dei lavori sui lotti interessati sia ad aggiornare rispetto all'attività di ARPA per definire il raggiungimento o meno dell'obiettivo di bonifica sulle aree sorgenti, suddivise in celle di 15x15 mt.

Come nostro stile rifuggiamo da una comunicazione immediata, superficiale e sommaria che non approfondisce e che vuole far passare solo informazioni generiche, mostrando una bonifica edulcorata, senza criticità, per diffondere ottimismo ma anche propaganda.
Preferiamo approfondire e dettagliare per informare con serietà e preparazione la cittadinanza.

LA SITUAZIONE AL 17-11-2025
 
Il 75% della superficie risulta scarificata con terreno contaminato scavato ed asportato. 
Riguardo al terreno asportato, abbiamo richiesto il dettaglio sui quantitativi classificati come rifiuto inerte, non pericoloso e pericoloso e l'elenco delle discariche in cui sono stati conferiti.
Della nostra richiesta, Pedelombarda Nuova ha preso nota impegnandosi a fornirci i ragguagli necessari.
Vedremo se saranno conseguenti. 
Secondo le dichiarazioni degli incaricati alla bonifica, durante le attività di lavorazione nei Lotti, finora non sono stati superati i limiti di diossina in aria e gli allarmi per valori alti di pulviscolo atmosferico del contatore particellare in loco sono stati debitamente gestiti con brevi fermi o utilizzo dei cannon fog.

Il 56% della superficie risulta essere stata campionata per il contraddittorio con ARPA per la verifica del raggiungimento degli obiettivi di bonifica.

Pedelombarda Nuova stima di arrivare in tempi brevi all'apertura dei cantieri sulle porzioni rimanenti, coprendo il 90% degli interventi mentre un 5% avrà tempi più lunghi sia per la localizzazione delle aree sorgenti sia per gli aspetti logistici. Si tratta con ogni evidenza delle piccole aree in sponda al Tarò/Certesa a Meda e di quella limitrofa alla Superstrada ma appena oltre il confine del Bosco delle Querce.

I RISULTATI DELLE ANALISI IN CONTRADDITORIO CON ARPA
PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL'OBIETTIVO DI BONIFICA.

Sulla base di documentazione e di rapporti presenti ora anche sul sito di Pedemontana e delle comunicazioni ricevute il 17-11-025, alla data attuale, i Rapporti di Prova sulle analisi chimiche di ARPA e di Parte (Pedelombarda Nuova) per definire o meno se si è raggiunto l'obiettivo della bonifica hanno dato i sottoelencati risultati:

LOTTO 2 - SEVESO
 
Area Sorgente 6 : NON RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA della Tabella A di 10ng/kg
  • Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 34,65 - 10,34
  • Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 7,1 - 6,4 - 7 - 4,2 - 3,6 - 0,7 - 0,8 (ultimo valore contestato per assenza di Rapporto di Prova)
    Cella 7 non campionata per presenza manufatto.

Area Sorgente 7: NON RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA della Tabella B di 100 ng/kg

  • Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 45,7 - 179,3 - 31,72
  • Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 9,9 - 17,4 - 31,8 - 10,9 - 6,9 - 4,36 - 2,35

Area Sorgente 8 : NON RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA della Tabella B di 100 ng/kg

  • Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 42,4 - 112,14 - 60,24 - 91,21 - 244,51 - 83,64    
  • Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 10,3 - 16,3 - 18,8 - 9,5 - 15,1- 22,9 - 13 - 7 - 10,9 - 18,9 - 9,5 - 27,8 - 11,9 - 10,2 - 12

Area Sorgente 13: NON RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA della Tabella A di 10 ng/kg
Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 20,26 - 22,15 - 33,21
Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 34,62 - 40,6 - 25,6 - 23,5 - 41,5 - 33,6 - 38,6

LOTTO 3 - CESANO MADERNO

Area Sorgente 64.2: NON RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA della Tabella A di 10 ng/kg

  • Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 63,1 -  50
  • Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 48 - 50 - 32

Area Sorgente 8: NON RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA della Tabella A di 10 ng/kg

    Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 14,5
    Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 26 - 20 

Area Sorgente 8.1: NON RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA della Tabella A di 10 ng/kg

  • Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 9,43
  • Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 21 - 18 - 44

Area Sorgente SC 58.3: NON RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA della Tabella A di 10 ng/kg

  • Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 41,5 - 34,4 - 33,8
  • Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 23 - 24 - 53 - 56 - 70

Area Sorgente SC 59.1: NON RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA della Tabella A di 10 ng/kg

  • Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 70,4
  • Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 45 - 48

Area Sorgente 30: OBIETTIVO CONFORMITÀ Tabella A di 10 ng/kg 
Disponibili solo valori in ng/kg delle analisi di PEDELOMBARDA NUOVA: 9,2 - 5,2 - 6 - 3,1 - 4,2 - 20 21 - 12,1 - 13,8 - 23 - 6,6 - 9 - 12,4 - 26 - 4,3 - 40 6,3 - 35 - 53
Già i valori di Parte indicano un non raggiungimento dell'obiettivo di bonifica.
In attesa dei risultati ARPA

Sul Lotto3 sono stati riscontrati anche 6 superamenti per i valori degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e si sta definendo con ARPA e la D.G Ambiente e Clima di Regione Lombardia come gestire le celle corrispondenti.

LOTTO 3 VAR - CESANO MADERNO

Area Sorgente SC53: OBIETTIVO di CONFORMITÀ Tabella A di 10 ng/kg
Disponibili solo valori in ng/kg delle analisi di PEDELOMBARDA NUOVA: 15 - 30 
Già i valori di Parte indicano un non raggiungimento dell'obiettivo di bonifica.
In attesa dei risultati ARPA

Area Sorgente 77: OBIETTIVO di CONFORMITÀ Tabella A di 10 ng/kg
Disponibili solo valori in ng/kg delle analisi di PEDELOMBARDA NUOVA: 28 - 45 - 13 - 19
Già i valori di Parte indicano un non raggiungimento dell'obiettivo di bonifica.
In attesa dei risultati ARPA

Area Sorgente 10: OBIETTIVO di CONFORMITÀ Tabella B di 100 ng/kg
Disponibili solo valori in ng/kg delle analisi di PEDELOMBARDA NUOVA: 18
In attesa dei risultati ARPA

LOTTO 4 - CESANO MADERNO

OBIETTIVO di CONFORMITÀ Tabella A di 10 ng/kg
E' ancora in fase di contraddittorio con ARPA anche se i valori dei campionamenti di Pedelombarda Nuova sono al limite del rilevabile.

LOTTO 5 - CESANO MADERNO

Area Sorgente 44: RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA di Tabella A di 10 ng/kg

  • Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 4,38 - 1,33
  • Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 5,7 - 2,8 - 3,2 - 1,1

LOTTO 6 - CESANO MADERNO

Area Sorgente 22: RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI DI BONIFICA di Tabella B di 100 ng/kg ma con ARPA che si riserva di rivedere gli esiti di Pedelombarda e di rifare le analisi.per la necessità di riscrivere una nuova nota tecnica di ARPA per precedenti errori (poi corretti) di analisi del laboratorio di parte.

  • Valori in ng/kg riscontrati da ARPA: 15,2 - 26 - 32
  • Valori in ng/kg riscontrati da PEDELOMBARDA NUOVA: 10,5 - 4,1 - 7,9 - 17,9 - 11,2 - 11,5 - 25 - 15 - 19 - 23 - 13,5 - 24
Riassumendo: al 17-11-025, i valori di Diossine e Furani nelle celle sinora sottoposte al contradditorio di collaudo con ARPA, sono in molti casi superiori alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) di tabella A (10 ng/kg) o B (100 ng/kg) pertanto 12 Aree Sorgente non hanno raggiunto l'obiettivo di bonifica, 2 lo hanno raggiunto, 2 sono in attesa dei riscontri di ARPA.
 
LE ATTIVITÀ SUPPLEMENTARI NECESSARIE 
PER RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO DI BONIFICA
 
Nelle situazioni specifiche di mancato raggiungimento dell'obiettivo di bonifica, Pedemontana e Pedelombarda Nuova dovranno procedere ad uno scavo supplementare di 20 cm, con caratterizzazione analitica in banco per determinare la classificazione del terreno come rifiuto (inerte, non pericoloso, pericoloso), alla sua asportazione e stoccaggio in discarica autorizzata e successivamente attivare una nuova fase di collaudo con analisi chimiche svolte nuovamente in contraddittorio con ARPA.
Questa sequenza si ripeterà sino a quando i valori riscontrati non rientreranno nel valore di Tabella A o B che costituisce l'obiettivo di bonifica.
Stante l'elevato numero di analisi da effettuare, ARPA ha chiesto la collaborazione anche di altre agenzie regionali, appoggiandosi ai loro laboratori. 

Nell'attuale situazione, con le analisi di contraddittorio sinora effettuate, Pedelombarda Nuova ha stimato un asportazione aggiuntiva di terreno per lo scavo supplementare di 20 cm pari a circa 3500 mc pari a 6000 tonnellate.
Quantità che possono aumentare poichè molte aree sorgente attendono ancora il contraddittorio di collaudo sia per il lotto 2 di Seveso sia per il lotto 1 di Meda e anche perchè non è certo che l'ulteriore scarifica di 20 cm consenta di rientrare nei valori limite.

ALTROVE TROVATO L'AMIANTO

Parallelamente alla Bonifica da Diossina e in luoghi differenti da quelli dove è in atto, è risultato necessario attivare altre procedure di bonifica e rimozione di materiale poichè in alcuni luoghi sulla tratta B2 e C,  durante la fase di Bonifica Ordigni Bellici (BOB), è stata rinvenuta la presenza di amianto quale composto di eternit, sia in lastre sia mischiato al terreno.
In Comune di Barlassina, in un'area dove verrà realizzata  la viabilità complementare all'infrastruttura, è stata rilevata una significativa presenza di amianto nel terreno che dovrà essere conseguentemente rimosso.

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martedì 18 novembre 2025

MEDA: INTERROGAZIONE DI SINISTRA E AMBIENTE-IMPULSI, PD, MEDAPERTA PER AVERE NOTIZIE AGGIORNATE SULLA COMPENSAZIONE AMBIENTALE 15 "VALLE DEI MULINI".

Il 7-11-2025 i gruppi medesi di Sinistra e Ambiente-Impulsi, Partito Democratico, Medaperta, a mezzo del Consigliere Comunale Marcello Proserpio, hanno protocollato un'interrogazione con argomento la Misura Compensativa MC 15 denominata "Valle dei Mulini" prevista nel Masterplan 2009 delle Compensazioni Ambientali di Pedemontana e localizzata tra via Angeli Custodi, Via delle Cave, via Canturina e via XXIV Maggio.
Da più tempo stiamo infatti seguendo con attenzione atti ed azioni che rigurdano la realizzazione delle Compensazioni Ambientali di Pedemontana sulle Tratte B2 e C.
Quella di Meda, prevista nel Masterplan del 2009, è stata confermata dall'amministrazione Santambrogio.
Dopo le prime notizie che riguardavano la firma del Protocollo d'Intesa tra Comune di Meda e soc. Autostrada Pedemontana Lombarda, il flusso di informazioni a riguardo è rimasto sospeso e vacuo.

Alcuni ragguagli sulla Misura compensativa MC 15 li avevamo ottenuti con precedenti incontri con il Sindaco Santambrogio e con una interrogazione con risposta il 9-11-023 che avevano confermato sia l'interlocuzione con la soc. Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) per la sigla degli atti formali sia che il progetto e gli interventi successivi del WWF Insubria, assegnatario di fondi del Bilancio Partecipato (85.000 euro), non avrebbero interessato aree della Misura Compensativa MC 15 ma superfici limitrofe ubicate alle scuole A. Diaz e al Vecchio Mulino nonchè altre e differenti zone del  territorio medese.

Visto il tempo trascorso, s'è ritenuto necessario inoltrare all'amministrazione medese una serie di quesiti puntuali per avere formalmente una risposta che dia il quadro ufficiale e aggiornato dell'iter realizzativo della Misura Compensativa MC 15, un'importante intervento ambientale che va quanto prima concretizzato, visto e considerato che risulta disponibile la copertura economica per farlo.

Sotto il testo dell'interrogazione di cui attendiamo puntuale risposta dall'amministrazione medese.


 

giovedì 6 novembre 2025

L'ESONDAZIONE DEL TARÒ A MEDA, LA FRAGILITÀ DEL RETICOLO IDRICO E GLI INTERVENTI DA VALUTARE CON ATTENZIONE

Il reticolo idrico minore che confluisce nel Tarò a Meda
Prima di intervenire sull'argomento esondazione del Tarò del 22 settembre 2025, abbiamo atteso che passasse il periodo più critico dell'immediata emergenza per poter valutare e scrivere sull'accadimento con la possibilità di approfondimenti documentali e senza la frenesia di annunci o prese di posizione dettate da mero protagonismo o da pura polemica.
La violenza del fenomeno metereologico che ha causato l’esondazione che ha colpito duramente la nostra e altre città del bacino del Tarò/Certesa e del Seveso è stata presa a pretesto da istituzioni e enti coinvolti nella gestione, prevenzione e cura del territorio per autoassolversi. 
Si è detto e ripetuto che troppa è stata l’acqua precipitata (200 mm di pioggia tra le ore 3 e le ore 11) perché si potesse fare qualcosa per contrastarla, che il piano di emergenza comunale è risultato inadeguato rispetto alla portata di un evento simile altamente non prevedibile, che il processo di urbanizzazione risale a molti anni fa e così via. 
Ma si trascura che al mattino, dopo che per buona parte della notte si sono riversate copiose piogge, è mancato l’allarme che avrebbe quantomeno impedito l’accesso veicolare alle aree investite dalla piena e permesso di limitare i danni in quelle adiacenti.
Si ammette poi a denti stretti che in questi ultimi anni cresce la frequenza di questi violenti eventi atmosferici e si restringe lo spazio temporale tra di essi e che i cambiamenti climatici sono un'innegabile evidenza. 
Quanto accaduto ha interessato un’ampia zona considerata ora a rischio idrogeologico, dove negli anni si è autorizzato a cementificare ovunque saturando gli spazi liberi e dove persino l'alveo del Tarò nel Comune di Cabiate è stato ricoperto con un selciatone in pietre e cemento, rendendolo un canale a scorrimento veloce e compromettendo il delicato equilibrio tra urbano e naturale.
Si è messo così a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente e danneggiato le attività economiche e sociali.

IL CONSUMO DI SUOLO HA SATURATO DI CEMENTO LE AREE DI NATURALE ESONDAZIONE E HA IMPERMEABILIZZATO LE SUPERFICI
L'antropizzazione non accenna ad arrestarsi pur a fronte del calo demografico e delle diverse leggi regionali che formalmente limitano il consumo di suolo ma che poi derogano, non conteggiandole, quelle trasformazioni con espansioni infrastrutturali (vedi per esempio il caso dell’autostrada Pedemontana) o permettono nuovi insediamenti o ampliamenti produttivi e il completamento edilizio offrendo comunque l'opportunità di prorogare piani attuativi mai partiti o rimasti fermi per anni. 
Il rapporto annuale sul 2024 del consumo di suolo in Italia, reso noto da Ispra il 24 ottobre 2025, continua a confermare la provincia di Monza e Brianza al primo posto nella classifica con quasi il 41% di suolo consumato e con ulteriori 47 ettari di superficie trasformata irreversibilmente negli ultimi dodici mesi. 
E’ dal 2006, data presa a riferimento per le proprie analisi e valutazioni dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, che tutti i Comuni, compreso quelli piccoli e piccolissimi in aree a bassa densità abitativa, hanno consumato suolo. 
Se così fan tutti non sorprende quindi che nel nostro caso non ci sia stata alcuna assunzione di responsabilità anche quando negli anni passati si è consentito l'edificazione di nuove costruzioni con piani interrati lungo l’asta del Tarò o nelle immediate vicinanze. 
Lo stesso poi s'è fatto nel 2016 realizzando il parcheggio sotterraneo di piazza della Repubblica e ancor prima con le costruzioni residenziali in sponda al Torrente Ry, in via Agrati. 
Solo da qualche anno questo non è più possibile, da quando sono stati individuati dal Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni 2022 gli ambiti con pericolosità idraulica R4 del torrente Tarò/Certesa.

LA VARIANTE AL PGT 
La variante al PGT offre ora un’occasione da non sprecare.
Se approvate, le osservazioni presentate da Sinistra e Ambiente-Impulsi con il PD e la lista MedaAperta (si legga a tal proposito l’articolo pubblicato il 13 ottobre) costituirebbero un significativo segnale di inversione di tendenza per la salvaguardia del nostro territorio.
Ovviamente non sarebbero esaustive ma riteniamo si debba tenerne conto nel dibattito che si è subito aperto all’indomani dell’esondazione per capire dove intervenire e come agire per riparare i danni e provare a mettere in sicurezza il territorio.

Alla discussione non intendiamo sottrarci con alcune argomentazioni e precisazioni che riepiloghiamo sapendo che mancano all’appello le risorse economiche dalla Regione mentre il governo nazionale ha approvato in questi giorni lo Stato di Emergenza per i Comuni delle Provincie di Monza e Brianza e Como danneggiati e ha stanziato la somma di 10 Mln di euro riservata però alla copertura delle sole spese sostenute dai Comuni per gestire l'emergenza. Una cifra probabilmente insufficiente mentre ben maggiori sono i danni materiali causati dall'esondazione del Tarò nel solo Comune di Meda che attendono ancora una qualche forma di risarcimento. 

ALCUNI PRIMI INTERVENTI NECESSARI
Indubbiamente sono necessari una serie di primi interventi che, anche se non risolutivi, possono mitigare la potenza devastante dei fenomeni di piena.
Serve intervenire il prima possibile per ripulire gli alvei del Tarò di competenza AIPO e del reticolo minore o secondario, di competenza comunale, per ripristinare gli argini danneggiati ed erosi. 
Occorre rivedere la struttura dei ponti di Via Val Seriana, Via Luigi Rho e Via Cadorna e laddove necessario incrementarne la luce e consentire, in caso di piena, maggiore fluidità alla corrente del Tarò sotto di essi evitando, come succede ora il fenomeno del rigurgito laterale.
Predisporre e installare una rete di misurazione, monitoraggio e allerta che comunichi i livelli raggiunti dal torrente. 
Programmare azioni periodiche comunali di manutenzione e pulizia sulle vallette che scendono dalla collina della Brughiera.

GLI INTERVENTI PREVISTI NEL PROGRAMMA D'AZIONE DEL CONTRATTO DI FIUME SEVESO
La ricetta comunemente caldeggiata e sostenuta da Regione Lombardia è quella delle Vasche di Laminazione.
Alcune di esse sono inserite nel Programma d'Azione del Contratto di Fiume Seveso (e suo bacino).
Due sono quelle previste e già finanziate per 12,644 milioni di euro complessivi che si aggiungerebbero a quella di 80.000 mc già esistente a Carugo in zona Cascina S. Ambrogio sulla Valle del Brenna.

La vasca di laminazione di Carugo durante la piena del 22-9-025
 
Una prima vasca di 200,000 mc è localizzata in Comune di Alzate Brianza, sulla Roggia Vecchia, affluente di sinistra del Tarò. 
Il progetto la colloca in prossimità della stazione di Brenna Alzate, in un'area golenale di campi a coltivo già soggetta ad allagamenti.
Siamo appena oltre il perimetro del Parco Regionale Groane Brughiera laddove c'è la bella campagna circondata dai pregiati boschi di Brenna-Alzate.
La seconda vasca è prevista a Mariano Comense in località Cascina Bice-vallone del Certesa/Tarò (dietro Cascina Mordina) ed è costituita da 2 invasi in linea della capacità rispettivamente di 50.000 e 25.000 mc in un’area finora non soggetta ad allagamenti.
Questa superficie è all'interno del Parco Regionale Groane-Brughiera.
Due luoghi dove gli spazi aperti fanno parte di un ecosistema che rischierebbe d'essere completamente snaturato qualora si ricorresse ad una soluzione prettamente ingegneristica costituita da bacini di raccolta in cemento con impermeabilizzazione del suolo.
I volumi di queste vasche sarebbero comunque insufficienti e non risolutivi rispetto a piene della portata di quella verificatasi il 22 settembre 2025.

Meglio pensare a soluzioni diversificate, non così impattanti, con costi inferiori e comunque ugualmente in grado di ridurre il rischio di disastri e al contempo adattarsi ai cambiamenti climatici, con il mantenimento e la protezione della biodiversità e degli ecosistemi.
L'intervento di Brianza Acque a Meda in via Giovanni XXIII
Attualmente a Meda si sta intervenendo con un progetto finanziato da Brianza Acque per ridurre in modo sostenibile le portate immesse in rete in tempo di pioggia con la realizzazione di una nuova fognatura bianca che si allaccia ai tratti di rete bianca attualmente esistenti nell’area della Piazza del mercato e che, percorrendo via Giovanni XXIII, raggiunge l’area verde situata al di là di via degli Angeli Custodi in cui le acque verranno trattate e infiltrate nel bacino drenante.
Nel Programma d’Azione del Contratto di fiume Seveso e del suo bacino, l’amministrazione di Meda ha incluso uno studio preliminare con l’obiettivo di individuare possibili aree di laminazione o di esondazione naturale del reticolo idrografico minore con l’ipotesi di creare opere di volume 5/10.000 mc con un costo stimato di 300.000 euro. L'intervento non è ancora finanziato.

L'area di laminazione prevista a Cabiate in località "La Busa"
Sempre per il bacino del Certesa/Tarò, in comune di Cabiate è previsto un intervento con briglie, rimodellamento morfologico per la realizzazione di un'area di laminazione di 5/10.000 mc in località "la Busa" con finanziamento già disponibile di 100.000 euro. 
E’ poco se rapportate all’estensione delle aree coinvolte e ai volumi di piena.

Tra le soluzioni va certamente considerata anche la de-impermeabilizzazione di piazze e parcheggi.
In merito però i pochi interventi pianificati a Arosio, Carugo e a Mariano Comense, sono privi di copertura economica.

PENSARE E VALUTARE CON ATTENZIONE GLI INTERVENTI POSSIBILI
Come mostrato, le vasche di laminazione attualmente previste andrebbero ad alterare lo status dei luoghi, sottraendo spazi liberi in aree pregiate che sono state conservate e tutelate grazie all'impegno di chi ha a cuore l'ambiente.
Meglio allora cercare, verificare e individuare altri siti da destinare a tale impiego.
Nel territorio di Meda e dei Comuni limitrofi numerose aree e comparti risultano dismessi da anni e/o con piani attuativi mai decollati.
Potrebbero essere presi in considerazione, previo studi valutativi di fattibilità, per localizzarvi gli impianti di contenimento e laminazione delle acque di piena.
Certamente serve una progettazione coordinata tra tutti i Comuni dell'asta del Certesa/Tarò che coinvolga figure con competenze allargate (ambientali, geologiche, idriche, ingegneristiche, fluviali etc) e serve prendere in considerazione sia interventi sostenuti di de-impermeabilizzazione sia l'utilizzo di aree dismesse che non possono più essere oggetto di soli piani privati di riqualificazione ad uso residenziale/commerciale ma devono contemplare anche il loro utilizzo quali luoghi per allocarvi bacini di laminazione.