Riceviamo un appello dal COMITATO per il PARCO di MONZa Antonio Cederna per un azione di bombing mail per tentare di salvare la Villa di Monza dal progetto di PRIVATIZZAZIONE della stessa.
Vi invitiamo ad aderire inviando la mail come sotto descritto.
SINISTRA e AMBIENTE Meda
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Bar, box shop e ristorante:
questo il futuro della Villa Reale di Monza?
Nell'immagine: il Corpo Centrale, la porzione dell'Ala Nord e la Corte Centrale della Villa oggetto della concessione
Gentili sostenitori della Villa Reale di Monza,
il 29 novembre, sollecitata da mesi a dare spiegazioni circa il destino della Villa Reale, la società Infrastrutture Lombarde S.p.A. (ILSPA), il cui unico socio è Regione Lombardia, che ha emesso il bando di concorso comprensivo delle destinazioni d'uso, ha presentato delle diapositive intese a chiarire cosa s’intenda fare della Villa Reale di Monza.
La Villa Reale sarà ceduta al privato vincitore e destinata ad attività commerciali, alta ristorazione, spazi espositivi, ( il privato che vincerà il bando deciderà come usarli) alle seguenti condizioni:
- 30.000 euro di affitto all'anno: ILSPA indica 1.4 milioni perche’ moltiplica il canone per gli anni di concessione
30.000 x 30 anni = 900.000 e aggiunge 500.000 euro ( cioè 5 per mille del fatturato, stimando evidentemente un fatturato per il privato di circa 3,3 milioni di euro all'anno).
- a fronte di un esborso privato di 6,7 milioni di euro ( incluso il 20% di IVA che il privato recupera )
- e di un esborso pubblico di 20,5 milioni di euro
E' vergognoso come l'amministratore di ILSPA (Rognoni), il delegato alla Villa Reale della Regione Lombardia (Magnano), il Presidente del Consorzio (Mariani, che è anche sindaco di Monza) e il direttore del Consorzio (Petraroia), si siano prodigati nel dire che la Villa Reale sarà pubblica: certamente i negozi e il ristorante non possono vivere senza clienti.
Evidenziamo poi che il sindaco di Monza non si vergogna di vantarsi che questa soluzione non procurerà esborsi alla cittadinanza monzese.
Sono dunque evidenti e gravi l’irregolarità e l’irresponsabilità circa la destinazione d’uso, la valorizzazione storica, la salvaguardia della conservazione del monumento, che contrastano con le leggi che la Sopraintendenza e il Ministero dei Beni Culturali dovrebbero far rispettare. Percio’
vi chiediamo di inviare il testo qui sotto
e di chiedere ai vostri amici di fare altrettanto,
con lo scopo di aumentare ancora la nostra pressione.
Sopraintendenza e Ministero non potranno ignorare le tante mail che riceveranno (sono 10.000 le firme raccolte). Forse pensano di intervenire a lavori iniziati, ma, quando entrerà una ruspa, non si potrà più tornare indietro.
Grazie del Vostro Aiuto!
il gruppo "la Villa Reale è anche mia!
---------- testo della mail ----------
Gentile Soprintendente Dott. Alberto Artioli,
e p.c. Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale - Ministero dei beni culturali
OGGETTO: VILLA REALE DI MONZA - SPAZI COMMERCIALI AI PRIVATI?
Buongiorno, seguo da tempo la situazione preoccupante che riguarda la Villa Reale di Monza.
Sebbene possa comprendere la necessità di accedere a un intervento di tipo privato nella gestione della Villa Reale, abbandonata già da decenni ad un tragico destino, si dice per mancanza di fondi, non comprendo invece come possano mancare i fondi per intervenire su un tale bene storico, paesaggistico e culturale, da parte della Regione e di uno dei comuni più ricchi d’Italia.
Esprimo tuttavia perplessità nel valutare i requisiti richiesti dal bando indetto da Infrastrutture Lombarde S.p.A. che, come da documentazione e capitolato, propone uno stralcio del progetto vincitore del concorso internazionale (c.d. progetto “Carbonara” ).
Desta molta preoccupazione sia la previsione di avere all'interno della Villa Reale spazi destinati ad attività commerciali - chiamati sul bando "box", lasciando quindi intendere una sorta di piccoli locali ritagliati all'interno dei grandi saloni - che di destinare un intero piano, il Belvedere, alla “alta" ristorazione - destinazione che chiaramente richiede infrastrutture invasive.
A parte la sproporzione fra superficie destinata ad attività commerciali rispetto a quelle genericamente dette istituzionali, mi chiedo se questo progetto garantisca la tutela della conservazione e valorizzazione culturale del monumento e se questo uso sia compatibile con il suo carattere storico e culturale.
Sottolineo, inoltre, che la necessaria garanzia di utilizzo pubblico sarebbe garantita dal fatto che ristorante e negozi sono fruibili dal pubblico. Ciò, più che un’apertura al pubblico, sarebbe meglio definibile come una mera necessità per il successo dell'attività economica del futuro concessionario, il quale avrà peraltro in gestione una superficie di circa 9.000 mq per 30.000 euro all'anno di affitto, per 30 anni, a fronte di un intervento di 5 milioni di euro, mentre l’ investimento pubblico sarà di 19 milioni.
Come si può vincolare un tale bene storico e culturale in questo modo e per 30 anni?
Ho la convinzione che voi, quali garanti istituzionali della tutela del patrimonio storico e culturale, sappiate spiegarmi cosa non mi riesce di comprendere o forse ho erroneamente inteso.
Ringraziando in anticipo per la vostra attenzione, saluto cordialmente
Per inviare la mail clicca qui
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