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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

giovedì 6 novembre 2025

L'ESONDAZIONE DEL TARÒ A MEDA, LA FRAGILITÀ DEL RETICOLO IDRICO E GLI INTERVENTI DA VALUTARE CON ATTENZIONE

Il reticolo idrico minore che confluisce nel Tarò a Meda
Prima di intervenire sull'argomento esondazione del Tarò del 22 settembre 2025, abbiamo atteso che passasse il periodo più critico dell'immediata emergenza per poter valutare e scrivere sull'accadimento con la possibilità di approfondimenti documentali e senza la frenesia di annunci o prese di posizione dettate da mero protagonismo o da pura polemica.
La violenza del fenomeno metereologico che ha causato l’esondazione che ha colpito duramente la nostra e altre città del bacino del Tarò/Certesa e del Seveso è stata presa a pretesto da istituzioni e enti coinvolti nella gestione, prevenzione e cura del territorio per autoassolversi. 
Si è detto e ripetuto che troppa è stata l’acqua precipitata (200 mm di pioggia tra le ore 3 e le ore 11) perché si potesse fare qualcosa per contrastarla, che il piano di emergenza comunale è risultato inadeguato rispetto alla portata di un evento simile altamente non prevedibile, che il processo di urbanizzazione risale a molti anni fa e così via. 
Ma si trascura che al mattino, dopo che per buona parte della notte si sono riversate copiose piogge, è mancato l’allarme che avrebbe quantomeno impedito l’accesso veicolare alle aree investite dalla piena e permesso di limitare i danni in quelle adiacenti.
Si ammette poi a denti stretti che in questi ultimi anni cresce la frequenza di questi violenti eventi atmosferici e si restringe lo spazio temporale tra di essi e che i cambiamenti climatici sono un'innegabile evidenza. 
Quanto accaduto ha interessato un’ampia zona considerata ora a rischio idrogeologico, dove negli anni si è autorizzato a cementificare ovunque saturando gli spazi liberi e dove persino l'alveo del Tarò nel Comune di Cabiate è stato ricoperto con un selciatone in pietre e cemento, rendendolo un canale a scorrimento veloce e compromettendo il delicato equilibrio tra urbano e naturale.
Si è messo così a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente e danneggiato le attività economiche e sociali.

IL CONSUMO DI SUOLO HA SATURATO DI CEMENTO LE AREE DI NATURALE ESONDAZIONE E HA IMPERMEABILIZZATO LE SUPERFICI
L'antropizzazione non accenna ad arrestarsi pur a fronte del calo demografico e delle diverse leggi regionali che formalmente limitano il consumo di suolo ma che poi derogano, non conteggiandole, quelle trasformazioni con espansioni infrastrutturali (vedi per esempio il caso dell’autostrada Pedemontana) o permettono nuovi insediamenti o ampliamenti produttivi e il completamento edilizio offrendo comunque l'opportunità di prorogare piani attuativi mai partiti o rimasti fermi per anni. 
Il rapporto annuale sul 2024 del consumo di suolo in Italia, reso noto da Ispra il 24 ottobre 2025, continua a confermare la provincia di Monza e Brianza al primo posto nella classifica con quasi il 41% di suolo consumato e con ulteriori 47 ettari di superficie trasformata irreversibilmente negli ultimi dodici mesi. 
E’ dal 2006, data presa a riferimento per le proprie analisi e valutazioni dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, che tutti i Comuni, compreso quelli piccoli e piccolissimi in aree a bassa densità abitativa, hanno consumato suolo. 
Se così fan tutti non sorprende quindi che nel nostro caso non ci sia stata alcuna assunzione di responsabilità anche quando negli anni passati si è consentito l'edificazione di nuove costruzioni con piani interrati lungo l’asta del Tarò o nelle immediate vicinanze. 
Lo stesso poi s'è fatto nel 2016 realizzando il parcheggio sotterraneo di piazza della Repubblica e ancor prima con le costruzioni residenziali in sponda al Torrente Ry, in via Agrati. 
Solo da qualche anno questo non è più possibile, da quando sono stati individuati dal Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni 2022 gli ambiti con pericolosità idraulica R4 del torrente Tarò/Certesa.

LA VARIANTE AL PGT 
La variante al PGT offre ora un’occasione da non sprecare.
Se approvate, le osservazioni presentate da Sinistra e Ambiente-Impulsi con il PD e la lista MedaAperta (si legga a tal proposito l’articolo pubblicato il 13 ottobre) costituirebbero un significativo segnale di inversione di tendenza per la salvaguardia del nostro territorio.
Ovviamente non sarebbero esaustive ma riteniamo si debba tenerne conto nel dibattito che si è subito aperto all’indomani dell’esondazione per capire dove intervenire e come agire per riparare i danni e provare a mettere in sicurezza il territorio.

Alla discussione non intendiamo sottrarci con alcune argomentazioni e precisazioni che riepiloghiamo sapendo che mancano all’appello le risorse economiche dalla Regione mentre il governo nazionale ha approvato in questi giorni lo Stato di Emergenza per i Comuni delle Provincie di Monza e Brianza e Como danneggiati e ha stanziato la somma di 10 Mln di euro riservata però alla copertura delle sole spese sostenute dai Comuni per gestire l'emergenza. Una cifra probabilmente insufficiente mentre ben maggiori sono i danni materiali causati dall'esondazione del Tarò nel solo Comune di Meda che attendono ancora una qualche forma di risarcimento. 

ALCUNI PRIMI INTERVENTI NECESSARI
Indubbiamente sono necessari una serie di primi interventi che, anche se non risolutivi, possono mitigare la potenza devastante dei fenomeni di piena.
Serve intervenire il prima possibile per ripulire gli alvei del Tarò di competenza AIPO e del reticolo minore o secondario, di competenza comunale, per ripristinare gli argini danneggiati ed erosi. 
Occorre rivedere la struttura dei ponti di Via Val Seriana, Via Luigi Rho e Via Cadorna e laddove necessario incrementarne la luce e consentire, in caso di piena, maggiore fluidità alla corrente del Tarò sotto di essi evitando, come succede ora il fenomeno del rigurgito laterale.
Predisporre e installare una rete di misurazione, monitoraggio e allerta che comunichi i livelli raggiunti dal torrente. 
Programmare azioni periodiche comunali di manutenzione e pulizia sulle vallette che scendono dalla collina della Brughiera.

GLI INTERVENTI PREVISTI NEL PROGRAMMA D'AZIONE DEL CONTRATTO DI FIUME SEVESO
La ricetta comunemente caldeggiata e sostenuta da Regione Lombardia è quella delle Vasche di Laminazione.
Alcune di esse sono inserite nel Programma d'Azione del Contratto di Fiume Seveso (e suo bacino).
Due sono quelle previste e già finanziate per 12,644 milioni di euro complessivi che si aggiungerebbero a quella di 80.000 mc già esistente a Carugo in zona Cascina S. Ambrogio sulla Valle del Brenna.

La vasca di laminazione di Carugo durante la piena del 22-9-025
Una prima vasca di 200,000 mc è localizzata in Comune di Alzate Brianza, sulla Roggia Vecchia, affluente di sinistra del Tarò. 
Il progetto la colloca in prossimità della stazione di Brenna Alzate, in un'area golenale di campi a coltivo già soggetta ad allagamenti.
Siamo appena oltre il perimetro del Parco Regionale Groane Brughiera laddove c'è la bella campagna circondata dai pregiati boschi di Brenna-Alzate.

La seconda vasca è prevista a Mariano Comense in località Cascina Bice-vallone del Certesa/Tarò (dietro Cascina Mordina) ed è costituita da 2 invasi in linea della capacità rispettivamente di 50.000 e 25.000 mc in un’area finora non soggetta ad allagamenti.
Questa superficie è all'interno del Parco Regionale Groane-Brughiera.
Due luoghi dove gli spazi aperti fanno parte di un ecosistema che rischierebbe d'essere completamente snaturato qualora si ricorresse ad una soluzione prettamente ingegneristica costituita da bacini di raccolta in cemento con impermeabilizzazione del suolo.
I volumi di queste vasche sarebbero comunque insufficienti e non risolutivi rispetto a piene della portata di quella verificatasi il 22 settembre 2025.

Meglio pensare a soluzioni diversificate, non così impattanti, con costi inferiori e comunque ugualmente in grado di ridurre il rischio di disastri e al contempo adattarsi ai cambiamenti climatici, con il mantenimento e la protezione della biodiversità e degli ecosistemi.
L'intervento di Brianza Acque a Meda in via Giovanni XXIII
Attualmente a Meda si sta intervenendo con un progetto finanziato da Brianza Acque per ridurre in modo sostenibile le portate immesse in rete in tempo di pioggia con la realizzazione di una nuova fognatura bianca che si allaccia ai tratti di rete bianca attualmente esistenti nell’area della Piazza del mercato e che, percorrendo via Giovanni XXIII, raggiunge l’area verde situata al di là di via degli Angeli Custodi in cui le acque verranno trattate e infiltrate nel bacino drenante.
Nel Programma d’Azione del Contratto di fiume Seveso e del suo bacino, l’amministrazione di Meda ha incluso uno studio preliminare con l’obiettivo di individuare possibili aree di laminazione o di esondazione naturale del reticolo idrografico minore con l’ipotesi di creare opere di volume 5/10.000 mc con un costo stimato di 300.000 euro. L'intervento non è ancora finanziato.

L'area di laminazione prevista a Cabiate in località "La Busa"
Sempre per il bacino del Certesa/Tarò, in comune di Cabiate è previsto un intervento con briglie, rimodellamento morfologico per la realizzazione di un'area di laminazione di 5/10.000 mc in località "la Busa" con finanziamento già disponibile di 100.000 euro. 
E’ poco se rapportate all’estensione delle aree coinvolte e ai volumi di piena.

Tra le soluzioni va certamente considerata anche la de-impermeabilizzazione di piazze e parcheggi.
In merito però i pochi interventi pianificati a Arosio, Carugo e a Mariano Comense, sono privi di copertura economica.

PENSARE E VALUTARE CON ATTENZIONE GLI INTERVENTI POSSIBILI
Come mostrato, le vasche di laminazione attualmente previste andrebbero ad alterare lo status dei luoghi, sottraendo spazi liberi in aree pregiate che sono state conservate e tutelate grazie all'impegno di chi ha a cuore l'ambiente.
Meglio allora cercare, verificare e individuare altri siti da destinare a tale impiego.
Nel territorio di Meda e dei Comuni limitrofi numerose aree e comparti risultano dismessi da anni e/o con piani attuativi mai decollati.
Potrebbero essere presi in considerazione, previo studi valutativi di fattibilità, per localizzarvi gli impianti di contenimento e laminazione delle acque di piena.
Certamente serve una progettazione coordinata tra tutti i Comuni dell'asta del Certesa/Tarò che coinvolga figure con competenze allargate (ambientali, geologiche, idriche, ingegneristiche, fluviali etc) e serve prendere in considerazione sia interventi sostenuti di de-impermeabilizzazione sia l'utilizzo di aree dismesse che non possono più essere oggetto di soli piani privati di riqualificazione ad uso residenziale/commerciale ma devono contemplare anche il loro utilizzo quali luoghi per allocarvi bacini di laminazione. 

lunedì 3 novembre 2025

PEDEMONTANA E BONIFICA DA DIOSSINA: LA MANCATA TRASPARENZA E IL PREZIOSO MONITORAGGIO DEGLI AMBIENTALISTI E DELLE LISTE CIVICHE

Con una dettagliata nota informativa il 21-10-025, i gruppi Ambientalisti e le Liste Civiche -Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Cittadini per Lentate -  hanno relazionato puntualmente la cittadinanza sui rapporti con cui ARPA ha certificato ad ottobre 2025 l'esito negativo a Cesano Maderno e a Seveso del collaudo di bonifica da diossina per due aree sorgente su tre esaminate.
Una situazione di cui i gruppi sono venuti a conoscenza, non perchè informati dai soggetti incaricati della bonifica e del suo controllo ma per il loro faticoso e continuo lavoro di monitoraggio in qualità di soggetti che da anni seguono con attenzione le criticità dell'autostrada Pedemontana.
Le documentazioni inerenti gli interventi di ARPA sono state ottenute tramite accesso agli atti presso enti coinvolti nella bonifica stessa e non dagli esecutori e controllori.
La nota degli ambientalisti e delle liste civiche che hanno per primi informato sul mancato raggiungimento degli obiettivi di bonifica è stata ripresa dalla stampa e ha costretto ad una replica Pedemontana, evidentemente preoccupata per la sua immagine e per il rischio che venisse adombrata la bontà delle azioni attuate per disinquinare. 
Una replica che ha classificato come "interventi allarmati" le riprese della stampa, confermando tuttavia tutti i contenuti della nota informativa di ambientalisti e civiche che fanno parte del Tavolo Permanente e la necessità di proseguire con l'asportazione del terreno, risultato ancora contaminato sul fondo scavo.

Eravamo e siamo informati, preparati e consci delle lacune del Piano Operativo di Bonifica laddove non sono state pienamente considerate le condizioni delle superfici contaminate dalle sostanze tossiche tra cui la pericolosa Tetraclorodibenzo-paradiossina (TCDD) del disastro ICMESA del 1976.
In occasione dell'approvazione dell'allora Progetto Operativo di Bonifica (POB), avevamo pertanto chiesto con una lettera ai Sindaci il 13-9-2019, di non limitarsi allo scavo dei 20 cm del Topo Soil, ma di definire nel protocollo d'intervento una maggiore profondità di scavo e di rimozione per avere una garanzia di decontaminazione più certa. 
Una richiesta che i Sindaci avevano fatto loro ma che non era stata accolta nella stesura finale del POB.

Ora due parole sulla sempre richiamata "trasparenza" ancora lontana dall'essere raggiunta e di cui abbiamo già avuto modo di denunciarne la carenza.
I gruppi ambientalisti e le liste Civiche non hanno chiesto ed ottenuto la costituzione del Tavolo Permanente sui lavori di Bonifica per finire ingabbiati quali sterili e subalterne presenze in una assise di mera immagine dove le informazioni rimangono confinate.
Il nostro ruolo è quello di essere parte attiva, di monitorare gli interventi, di segnalare incongruenze, di chiedere la documentazione ufficiale, analizzarla e restituirla con adeguata e corretta sintesi alla cittadinanza.
Sinora la tanto declamata "trasparenza" richiamata dalla soc. Autostrada Pedemontana Lombarda, dagli incaricati alla bonifica e dagli organismi di controllo continua ad essere solo virtuale, non è praticata nei fatti e ostacola un monitoraggio snello e al passo con gli interventi.
Importanti elaborati richiesti, i Piani di Smaltimento del terreno contaminato classificato quale rifiuto, ci sono stati negati così come non v'è stata informazione in tempo reale rispetto ai referti della analisi chimiche della caratterizzazione in banco.
Ora siamo costretti a rincorrere verbali, note tecniche e referti riguardanti la fase di collaudo di verifica di cui è incaricata ARPA e siamo convinti di aver dato dimostrazione della nostra serietà e capacità nella lettura di questi come degli altri elaborati riguardanti la bonifica da Diossina.
Del resto, anche questo accadimento come altri sarebbe rimasto confinato alle dinamiche dei soli enti interessati alla bonifica se i gruppi non lo avessero adeguatamente e con completezza reso pubblico.

Considerando che l'ultimo incontro del Tavolo Permanente s'è tenuto il 16-4-2025, gruppi ambientalisti e liste civiche della tratta B2 di Pedemontana hanno chiesto il 22-10-025 una nuova convocazione che la soc. Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) ha fissato per il 17-11-2025.

lunedì 27 ottobre 2025

IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCO GROANE-BRUGHIERA CONTEMPLA ......... ANCHE LA CANTURINA BIS E VASCHE DI LAMINAZIONE IN ZONA MORDINA

Come era prevedibile e smentendo ottimistici e passati annunci di chi si accontentava comunque dell'accoglimento da parte dell'Ente Parco Groane Brughiera delle osservazioni degli Ambientalisti per evitare che nel Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) del Parco fosse contemplata la strada Canturina bis (comprensiva anche della Tangenziale ovest di Mariano Comense), Regione Lombardia ha esercitato le sue prerogative e con DGR XII-5163 del 13-10-025 ha approvato la Variante del PTC del Parco Groane-Brughiera, modificandola in alcune sue parti rispetto alla versione approvata dall'Ente Parco.

LA CANTURINA BIS 
I contenuti documentali della Variante al PTC lasciano insoddisfatti i gruppi Ambientalisti (tra cui Sinistra e Ambiente di Meda) riuniti nel Coordinamento per una Mobilità Sostenibile NO Canturina bis che da tempo si batte contro la realizzazione della strada.
La Variante approvata tiene aperta la possibilità di costruire l'arteria stradale su superfici libere e boscate facenti parte del Parco Regionale Groane-Brughiera.
Il tracciato della Canturina bis con la sua fascia di rispetto, da Cantù a Mariano Comense è stato inserito nella planimetria di Piano tav 1A e tav 1B quale  "Opere infrastrutturali prioritarie di interesse regionale in progetto (artt. 20 c.4 e 102bis l.r. 12/2005". 

Dei 334 Milioni di euro necessari per realizzare l'intero tracciato, solo 95 mln sono stati confermati da Regione Lombardia nel mese di agosto 2024 identificando la possibilità di procedere per lotti funzionali (DGR XII/2965 del 5 agosto 2024) a partire dal lotto n.2 da Cantù a Figino Serenza (da via Genova a via Marche) il cui costo è stimato in 60,7 milioni di euro.
Nel luglio 2025, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche Claudia Maria Terzi, ha approvato lo schema di convenzione con la Provincia di Como, ente attuatore dell’opera coprendo il lotto centrale dell'infrastruttura per una cifra pari a 68,5 milioni di euro, comprensivo del contributo provinciale di 2,6 milioni di euro.

La Planimetria di Piano del Parco Regionale Groane-Brughiera comprensiva del tracciato della Canturina bis e con la localizzazione delle aree di laminazione a Mariano Comense

Un tracciato impattante che interesserebbe Zone di riqualificazione ambientale ad indirizzo agricolo, Zone di riqualificazione ambientale ad indirizzo naturalistico e Zone di tutela naturalistica (Bosco di Mirabello).

LE VASCHE DI LAMINAZIONE

Nella documentazione della Variante al PTC in qualità di "servizi sovraccomunali" sono stati anche localizzati gli invasi di laminazione dei fiumi Seveso, Pudiga e dei torrenti Guisa e Certesa/Terrò/Tarò, sia quelli già esistenti o in fase di lavorazione sia quelli in previsione.
Tra quelli in previsione sono stati considerati quelli di Mariano Comense sul Terrò/Certesa/Tarò, inserite nel Programma d'Azione del Contratto di Fiume Seveso.
Si tratta di due vasche rispettivamente da 25.000 mc e da 50.000 mc in località Cascina Bice-vallone del Certesa (dietro Cascina Mordina) a Mariano Comense. 

A quello di Mariano Comense si aggiunge l'intervento di Alzate con una vasca di laminazione con capacità pari a 200.000 mc sulla Roggia Vecchia, fuori Parco Groane-Brughiera e pertanto non considerata nel PTC ma in zona rurale libera ai margini di un'area naturalistica forestale pregiata, confinante con il Parco.


Sia l'intervento di Alzate sia quello di Mariano risultano finanziati con 12,644 milioni di euro complessivi.
Il loro posizionamento è previsto in aree golenali o rurali che però verrebbero completamente snaturate qualora si procedesse alla mera costruzione di bacini di raccolta e laminazione in cemento che modificherebbero pesantemente la naturalità dei luoghi.

I CAMPI FOTOVOLTAICI
Il PTC approvato dalla Giunta regionale consente oltretutto nel perimetro del Parco, la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra e allo scopo sono state eliminate le classificazioni dei campi fotovoltaici fra le “attività incompatibili” in quanto non considerate più tali in normativa. 
Un cambiamento rischioso che può aprire la strada ad una occupazione del suolo poco compatibile con le finalità di un Parco che sono quelle di preservare la naturalità dei luoghi.


martedì 21 ottobre 2025

BONIFICA DA DIOSSINA: I DATI DI ARPA NON CONVALIDANO 2 DEI PRIMI 3 COLLAUDI

Con un accesso agli atti, Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Cittadini per Lentate hanno ottenuto una prima serie di documenti quali verbali, note tecniche e referti analitici delle iniziali attività di ARPA, svolte a partire dal 21-5-025, per il contradditorio relativo alla fase di collaudo di avvenuta bonifica di alcune celle o aree sorgenti presenti all'interno dei lotti interessati dalla bonifica da Diossina sulla tratta B2 di Pedemontana.
I documenti relazionano circa i primi interventi dove sia il soggetto di parte incaricato della bonifica sia ARPA acquisiscono campioni di terreno dalle superfici laddove è già avvenuta l'asportazione della porzione contaminata.
Campioni su cui eseguire proprie analisi chimiche e raccolti in tre aliquote:

  • aliquota A per le analisi chimiche assegnate al laboratorio di fiducia dell'impresa incaricata della bonifica,
  • aliquota B a disposizione di ARPA,
  • eventuale aliquota C per analisi in contradditorio.

I risultati analitici determinano se sul fondo scavo e sulle pareti la concentrazione di Diossine e Furani rientra o meno nel valore di soglia stabilito dalla normativa. 
Se il valore è sotto soglia, ARPA può certificare l'avvenuta bonifica della cella mentre se il valore risulta ancora sopra soglia, la bonifica con asportazione del terreno deve proseguire fino al raggiungimento dell'obiettivo.

LA SITUAZIONE: 
OBIETTIVI DI BONIFICA NON RAGGIUNTI IN 2 DEI PRIMI 3 INTERVENTI
Tra le aree sorgenti del Lotto2-2A anche la 13, appena sotto la 2B della vasca di laminazione
La comunicazione di ARPA è stata inviata alla Direzione Ambiente e Clima di Regione Lombardia, a Pedelombarda Nuova S.C.p.A., all'ATS della Brianza, alla soc. Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), alla provincia di MB e per le relative competenze territoriali ai Comuni di Seveso e Cesano Maderno
Sull'area sorgente 13 del lotto 2 a Seveso, le analisi chimiche di Diossine e Furani di tutti i 7 campionamenti, compresivi di quelli di Parte, hanno mostrato il superamento del valore di soglia di 10 ng/kg per i siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale (Colonna A delle CSC). 
Per i tre campionamenti di cui si fatta carico ARPA i valori analitici sono stati pari a 20,26 ng/kg, 33,21 ng/kg e 22,15 ng/kg.
Conseguentemente alle risultanze analitiche, ARPA ha dichiarato il NON RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI della bonifica restando in attesa di documentazione per il proseguio dell'intervento.
Durante l'intervento in loco, sono stati raccolti anche 38 campioni per l'area sorgente 9B. 

L'area sorgente 44
Sull'area sorgente 44 del lotto 5 a Cesano Maderno tutte le analisi chimiche effettuate sui 4 campionamenti (2 di Parte e 2 di ARPA) hanno mostrato il rispetto del valore di soglia di 10 ng/kg per i siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale (Colonna A delle CSC).
Per i due campionamenti di ARPA i valori analitici sono stati di 4,38 ng/kg e 1,33 ng/kg. 
ARPA ha quindi formalizzato IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI di bonifica. 

Sull'area sorgente SC59.1 del Lotto 3 a Cesano Maderno le analisi chimiche di Diossine e Furani dei 2 campionamenti effettuati, hanno mostrato il superamento del valore di soglia di 10 ng/kg per i siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale (Colonna A delle CSC). 
Per il campionamento di cui si è fatta carico ARPA è risultato un valore pari a 71,85 ng/kg. Conseguentemente ARPA ha formalizzato il NON RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI della bonifica restando in attesa di documentazione per il proseguio dell'intervento.

Le note tecniche "per aree sorgenti" verranno poi richiamate nella Relazione Finale per Lotti

NON CONFORMITÀ DEI LUOGHI
I Verbali di sopralluogo e campionamento dei terreni illustrano anche alcune situazioni anomale quali quella nell'area sorgente 30 del lotto 3 a Cesano Maderno dove la presenza di un cumulo di rifiuti in 
corrispondenza di alcune celle ha reso temporaneamente impossibile per ARPA procedere al prelievo di campioni di collaudo.
Gli addetti alla bonifica dovranno inviare ad ARPA documentazione preliminare alla rimozione del cumulo di rifiuti.

Nell'area sorgente SC59.2 il verbale evidenzia come "lo stato dei luoghi non risulta conforme al progetto approvato" e che ARPA "resta in attesa di comunicazione in merito al proseguo".

IL NOSTRO COMMENTO
Nonostante le difficoltà che incontriamo nell'ottenere in tempo reale la documentazione a causa delle indisponibilità di soggetti e organismi presenti al Tavolo, con fatica, impegno ed attenzione continuiamo a monitorare la bonifica che, come si evince dalla documentazione ufficiale, su alcune aree dovrà proseguire poichè per esse l'obiettivo di restituire un suolo con valori di Diossine e Furani entro i limiti di soglia legislativi non è ancora stato raggiunto.

Per avere un quadro completo della situazione occorrerà attendere che ARPA esegua i campionamenti e le analisi chimiche per il collaudo di bonifica anche sugli altri lotti dove si è conclusa la fase di asportazione del terreno contaminato. Per accedere a questa documentazione saremo obbligati a defatiganti richieste di accesso agli atti.

Siamo peraltro in attesa di informazioni e documentazione sulle analisi della caratterizzazione in banco e i connessi Piani di Smaltimento per le celle che sono ancora in questo stadio di lavorazione.
Al momento la soc. Autostrada Pedemontana Lombarda continua a non dare segnali concreti di effettiva trasparenza comunicativa e documentale.

RASSEGNA STAMPA

MBNews del 23-10-025. Cliccare sopra per leggere l'articolo
 

 

 


Un commento a questo articolo del Giornale di Seregno del 30-10-025 per la parte che riguarda la nota di risposta di ARPA.
Arpa asserisce di aver risposto ai richiedenti. In realtà nessuna risposta di ARPA è pervenuta ai gruppi ambientalisti che avevano inoltrato all'Agenzia una formale richiesta di accesso agli atti per avere i risultati analitici, i verbali e le note tecniche relativi alla fase di contradditorio per il collaudo di bonifica.
La documentazione in oggetto è arrivata per un accesso agli atti ad altro ente.

lunedì 13 ottobre 2025

OSSERVAZIONI ALLA VARIANTE AL PGT MEDESE CHE É POCO CALIBRATA RISPETTO AD UN TERRITORIO FRAGILE E PESANTEMENTE ANTROPIZZATO.

Il 3 luglio scorso il Consiglio Comunale adottava la Variante Generale al PGT vigente.
Ne avevamo scritto su:  SINISTRA E AMBIENTE-IMPULSI SULL'ADOZIONE DELLA VARIANTE AL PGT DI MEDA.
Precedentemente all'adozione, Sinistra e Ambiente insieme con il Partito Democratico e alla lista MedaAperta, quali componenti della coalizione che ha sostenuto nel 2022 Marcello Proserpio alla candidatura di sindaco, avevano presentato una serie di suggerimenti durante la fase di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Suggerimenti che non sono stati tenuti in debita considerazione da parte degli estensori del PGT e dalla maggioranza di Santambrogio che ha confermato i contenuti delle documentazioni e le ha portate in Consiglio Comunale per l'adozione.
Sono rimaste quindi immutate le nostre preoccupazioni e le nostre contrarietà rispetto ad una serie di contenuti della Variante al PGT che punta quasi esclusivamente sulla "Rigenerazione Urbana"e per questo, dopo l'adozione ed entro i termini previsti abbiamo presentato, con PD e MedaAperta, una corposa serie di puntuali osservazioni.
Questa Variante non affronta il tema di politiche abitative adeguate alle necessità dei residenti.
Mancano infatti interventi di edilizia residenziale pubblica e sociale e non si prevedono, nei vari ambiti e comparti di rigenerazione urbana, quote maggioritarie di alloggi con prezzi di vendita e canoni di locazione concordati e/o calmierati. 
Occorre poi soffermarsi sul rischio di stravolgimento del centro storico dove saranno ammessi interventi di demolizione e ricostruzione con aumenti di volume, modificando pure sagome e sedime degli edifici, consentendo un'alterazione dell’esistente e del tessuto sociale.

Gli interventi consentiti nel nucleo di antica formazione

Gli interventi potrebbero essere architettonicamente difformi dall'attuale consolidato con modifica della cortina storica e saranno con ogni probabilità, in quanto nuovi e moderni, accessibili alla sola fascia demografica più benestante. 
Abbiamo posto la questione che la sola ristrutturazione, laddove possibile, diversamente salva le case, garantisce un’edilizia più equa mantenendo stabili i prezzi, stimola i mercati locali, sostiene gli studi di architettura e le imprese edili che sono nella stragrande maggioranza piccoli e medi, risparmia CO2, energia e rifiuti preservando ciò che esiste, valorizza i ricordi e la storia della comunità. 
Nelle osservazioni abbiamo evidenziato che alcuni contenuti di questa variante sono rischiosi perché premiano la distorsione di una rigenerazione urbana spinta con le massime premialità consentite dalla legge regionale n. 18 del 26 novembre 2019 , alleggerendo i proponenti dalla responsabilità di restituzione della parte che interessa la comunità.

 

Una rigenerazione che non include gli aspetti sociali, culturali e la necessità di accompagnarla con cessioni per robuste porzioni di verde urbano.
Il semplice e solo recupero di edifici non sarebbe certo diverso dalla ben conosciuta riqualificazione per operazioni di valorizzazione immobiliare, con la differenza che interventi di demolizione e ricostruzione con nuovi sedime, sagoma e destinazione funzionale sono classificati come "rigenerazione" con significative premialità e non come ristrutturazioni edilizie.
Premialità che oltre agli aumenti volumetrici contemplano e consentono anche la riduzione dei "contributi di edificazione" necessari per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e servizi pubblici che, in caso di nuova costruzione, sarebbero invece stati richiesti integralmente.

L’alluvione di lunedì 22 settembre che con l'esondazione del Tarò, gonfiato anche dalle dalle piene dei corsi d'acqua del reticolo idrico minore, ha messo in ginocchio Meda, ci obbliga ad ulteriori interrogazioni e riflessioni. 
Questo evento disastroso, unitamente a quelli degli anni precedenti, dà evidenza che i fenomeni metereologici violenti crescono in frequenza e con tempi sempre più ravvicinati e avvengono laddove nè il residuale suolo libero nè tantomeno la rete fognaria, non diversificata tra acque nere e bianche,  riescono ad intercettare le acque meteorologiche in accumulo, provenienti anche dalle aree collinari da cui scendono copiose. 
La piastra di cemento e asfalto che occupa la pianura dove l'antropizzazione è pressochè totale non lascia via di scampo poichè qualsivoglia area di possibile e naturale esondazione è urbanizzata.
Gli stessi aggiornamenti della componente geologica, idrogeologica e sismica, che integrano la Variante, sono stati premonitrici. 
Avvertono della fragilità di molte zone classificate a rischio molto elevato (R4) del territorio della nostra città che, per le frequenti e più abbondanti piogge, dovute ai cambiamenti climatici, le rende particolarmente vulnerabili a fenomeni come le alluvioni. 
Confidiamo che la discussione sia più ampia possibile e non unicamente centrata su quali interventi tecnici attuare che contemplino solo le vasche di laminazione che ormai ogni comune presente sull'asta del Tarò e del Seveso invoca.
Vasche quali costosi catini di cemento che consumano aree libere preziose. 
La loro localizzazione andrebbe valutata prendendo in considerazione le aree dismesse e qualora prevista in aree golenali, andrebbe rivista la loro configurazione orientandola ad un inserimento naturalistico.
Importante individuare le aree dove intervenire anche con azioni di  deimpermeabilizzazione del suolo.

Non compete al PGT occuparsi di questi interventi che risultano invece contemplati nel Piano d'Azione 2024 del Contratto di Fiume. 
Tuttavia al PGT e alla sua variante spetterebbe il compito di innescare e indirizzare un'inversione di tendenza rivedendo le previsioni di un modello di sviluppo divenuto, da tempo, insostenibile
Non è più possibile continuare pianificare supponendo e spingendo per una crescita urbanistica continua quando demografia e edifici vuoti indicano una realtà in costante decrescita.
I numeri presenti nei documenti della variante certificano infatti che sia il trend demografico sia quello delle attività produttive risulta sostanzialmente stabile.
Si consideri che a Meda esistono 2.069 abitazioni non occupate (Censimento Istat al 31/12/2021) su 11.994 complessive (17% - percentuale molto superiore rispetto alla media provinciale).
Serve dunque costruire meno, dimezzando le quote residenziali previste per l’ATR 2, e i CRU1 - CRU2 - CRU3 – CRU4, e che i circa 6500 mq liberi del lotto in via San Giorgio venga destinato a verde pubblico.
Occorre tutelare in tutti i modi gli spazi liberi, le aree verdi e agricole che sono anche preziosi per le capacità drenanti e va arrestato il consumo di suolo invertendo la prassi. 
Per questo nelle osservazioni abbiamo chiesto l'inserimento dell'ampliamento del Parco Regionale Groane-Brughiera con l'aggregazione della superficie prossima a via Angeli Custodi, già oggetto della Compensazione Ambientale PL 24 "Valle dei Mulini" e di inserire le aree agricole di Meda Sud nel perimetro del PLIS GruBria con l’ingresso di Meda nell’Ente Parco. 
Si acquisiscano definitivamente al patrimonio pubblico i prati stabili rimasti in via Indipendenza e in via Trieste su cui realizzare un Bosco in Città e si riqualifichino le annesse vie di scorrimento con viali alberati e con ciclabili.
Ovviamente queste azioni non sono esaustive ma costituirebbero un segnale di cambiamento per una città fortemente urbanizzata. 
Sinistra e Ambiente-Impulsi sostiene la proposta per la creazione di un Parco Fluviale e Territoriale del Seveso (incluso il sottobacino del Tarò) poichè la tutela dei residui spazi spondali e dei territori prospicenti è misura di prevenzione e riduzione del rischio idraulico

Le Osservazioni di Sinistra e Ambiente-Impulsi, PD e MedaAperta alla Variante al PGT di Meda.

mercoledì 8 ottobre 2025

AMPLIAMENTO DEL BOSCO DELLE QUERCE DI SEVESO E MEDA: QUALCOSA SI MUOVE

Il Bosco delle Querce con le aree considerate per il suo ampliamento

Il 6-10-025, alla Commissione Territorio di Seveso è stata presentato lo studio del PIM per l'ampliamento del Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda.
Un ampliamento che da anni i gruppi di Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda, Legambiente Seveso e Seveso Futura chiedono e che è stato oggetto di mozioni sia dell'opposizione sia della  maggioranza, approvate in entrambi i casi dal Consiglio Comunale sevesino.
Un ampliamento necessario anche per il disastro che il passaggio dell'autostrada Pedemontana Lombarda sta già causando spazzando via molti spazi verdi e distruggendo ecosistemi sulle tratte B2 e C.
La proposta dei gruppi ambientalisti per un ampliamento considera sia le superfici ad ovest prossime alle vie Masciadri e Redipuglia dove è altresì localizzata una Compensazione Ambientale di Pedemontana (Progetto Locale 18) sia quelle ad est sulle aree libere prospicenti via della Roggia e via dei Vignee.

LE AREE DI AMPLIAMENTO
Il Documento d' Indirizzo e il Master Plan con la varia cartografia e documentazione tecnica presentata dal  PIM e da  da noi attentamente analizzata, recepisce le istanze, purtroppo escludendo dall'aggregazione al Bosco delle Querce (BdQ) le superfici che verranno occupate dall'autostrada Pedemontana Lombarda con la viabilità accessoria e con la vasca di laminazione.
Vasca di laminazione che si configura costruita con criteri prettamente ingegneristici come un bacino in cemento chiuso ed inaccessibile. 
L'ampliamento contemplato nello studio del PIM ha una superficie totale pari a 169.4400 mq.
Sottraendo i 2 ettari che andranno persi per il passaggio dell'autostrada Pedemontana Lombarda in quanto sbancati e disboscati con il taglio di più di 3200 alberi, con l'ampliamento il Bosco passerebbe dagli attuali 43 ettari a circa 58 ettari.

L'ampliamento includerà:

  • aree 1 e 2 individuate dal PGT vigente (art 34) e destinate alle Compensazioni Ambientali di Pedemontana (Progetto Locale 18)
  • aree 3 e 4 individuate dal PGT vigente (art 53) come Parchi e Giardini
  • area 5 individuata dal PGT vigente (art 33) come Spazio Aperto di Compensazione ecologica-ambientale 
  • aree 6 e 7 destinate all'attività agricola di interesse strategico dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP art. 6).

LE RISORSE UTILIZZATE
La cifra definita per le Compensazioni Ambientali pari a 1,78 mln sarà utilizzata per l'acquisizione dei terreni. 
In questa cifra confluisce anche la quota della Compensazione Ambientale del Progetto Locale 19 poichè quest'area risulta interessata dal (per ora ipotetico) potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria della linea Saronno-Carnate.
In merito all'acquisizione dei terreni a mezzo di esproprio anche bonario, è stata definita prioritaria una serie di aree ad est il cui valore verrà determinato previa loro analisi valutativa. Buona parte delle aree a ovest sono invece già di proprietà comunale.
Altre superfici che non verranno al momento acquisite saranno comunque comprese nel perimetro a tutela regionale e sottoposte alla sua disciplina.
L'indennizzo per il cambio di destinazione d'uso e il disboscamento dei due ettari del BdQ, pari a 910.000 euro verrà utilizzato per creare nuovi ambienti con interventi sulle aree vegetative e quelle prative secondo un piano particolareggiato che andrà definito nei dettagli.

GLI INTERVENTI AMBIENTALI
Il Master Plan identifica azioni di messa a dimora di alberi e di arbusti per la creazione di nuovi ambiti boscati e/o il miglioramento di quelli esistenti, l'attenzione e il consolidamento dei prati, la creazione di piccole zone umide.

LA FRUIZIONE
Un capitolo a parte è quello dedicato alla fruizione.
Il Masterplan indica quali elementi per la fruizione le infrastrutture leggere e i percorsi tematici con sentieri naturalistici e pannelli didattici, i luoghi di osservazione faunistica, gli spazi di sosta e contemplazione, i percorsi sensoriali ed olfattivi, le strutture didattiche all'aperto, i percorsi fitneess e le aree giochi.
Per parte nostra, sulla fruizione andrà posta attenzione affinchè gli interventi non siano incompatibili con le finalità naturalistiche, invasivi e portatori di nuova antropizzazione. 
 
IL PONTE VERDE DI COLLEGAMENTO
La localizzazione del "Ponte Verde
Il "Ponte Verde" previsto nello studio PIM è localizzato in corrispondenza dell'attuale cavalcavia chiuso di via dei Vignee a Seveso. Ha una larghezza risibile pari a 10 mt e non può certo costituire un significativo corridoio faunistico di connessione.
La sua progettazione sarà in carico all soc. Autostrada Pedemontana lombarda e per la sua costruzione si utilizzeranno le risorse assegnate al Comune di Seveso con la prescrizione 51 della delibera 97/2009 del CIPESS (60 milioni da suddividere tra i Comuni della B2).

L'ITER
Dopo il passaggio illustrativo in Commissione Territorio, lo studio, composto dal Documento di Indirizzo e dal Masterplan, dovrà passare alla valutazione ed approvazione della giunta e del Consiglio Comunale di Seveso cui seguirà il passaggio nel Consiglio Comunale di Meda per avviare successivamente l'iter procedurale in Regione Lombardia ove sarà necessaria una legge che recepisca l'ampliamento anche modificando lo stato da Parco Naturale a Parco Regionale.
Il Parco, con la sua nuova configurazione, dovrà poi dotarsi di un Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) di cui è attualmente sprovvisto, che dovrà essere approvato con delibera di giunta regionale.
Tutto ciò senza perdere di vista la Memoria che il BdQ riveste e l'attività importante di quei gruppi e associazioni che la rinnovano accompagnandola con attività di educazione ambientale. 

LE NOSTRE PRIME OSSERVAZIONI E VALUTAZIONI

SULLE AREE DI AMPLIAMENTO
Positivo che si sia contemplata la possibilità d'estensione sia a est lungo via della Roggia che a ovest sulla fascia fluviale del Tarò/Certesa. 
Durante l'incontro di Commissione, il gruppo Seveso Futura ha tuttavia evidenziato il mancato inserimento di una superficie all'inizio di via dei Vignee laddove è presente lo scheletro di un edificio incompleto. Poco comprensibili e molto vaghe le risposte.
Si chiederà di considerare anche questo lotto che completerebbe la porzione di aree prossime a via dei Vignee da inserire nell'ampliamento.

SUL PONTE VERDE
Il suo calibro e la sua larghezza non appare sufficiente a dare una robusta continuità tra le aree dell'attuale Bosco delle Querce e quelle d'espansione in via della Roggia, consentendo un mero e risicato accesso ciclopedonale o per piccoli mezzi atti ad interventi manutentivi.
Al proposito l'intervento della sindaca Borroni, presente all'incontro, ha mostrato quanto poco decisa sia stata l'interlocuzione dell'amministrazione con Pedemontana nel chiedere l'avanzamento del tratto coperto della galleria artificiale "Seveso" della Pedemontana (che nel progetto definitivo aggiornato termina all'altezza di via Redipuglia), avanzamento che avrebbe dato la possibilità di creare continuità superando la frattura esistente per la presenza della superstrada nonchè futura autostrada.

SULLA VASCA DI LAMINAZIONE DI PEDEMONTANA
La presenza della vasca di laminazione e della viabilità complementare di Pedemontana riduce significativamente le aree libere di possibile inclusione al Bosco delle Querce.
Le sollecitazioni degli ambientalisti all'amministrazione affinche quest'ultima si facesse promotrice della ricerca di una soluzione differente da un brutale manufatto in grigio cemento e per un opera idraulica compatibile ed inserita nell'ambiente non è stata accolta con la dovuta e necessaria convinzione.
Il risultato sarà un ampio catino con fondo e sponde cementate, spesso vuoto, dove saltuariamente verranno raccolte le acque provenienti dall'autostrada. 
Una struttura i cui materiali costituenti impediranno qualsivoglia forma di vita e che non sarà parte dell'habitat su cui si vorrebbe intervenire per creare naturalità. 
Ben poco potranno fare semplici filari schermanti.

SULL'IMPORTANZA DI ESSERCI
La nostra attività che da anni si occupa di ambiente e il territorio con uno sguardo sovraccomunale si è presto dovuta occupare anche delle Compensazioni Ambientali della Pedemontana. 
Interventi che non leniranno nè equilibreranno il danno fatto e che si farà ma che vanno seguiti con la dovuta attenzione per evitare che vengano snaturati.
La difficile situazione in cui si viene a trovare il Bosco delle Querce che perderà 2 ettari e 3200 alberi per ampliare il sedime dell'attuale superstrada e trasformarla in autostrada Pedemontana ci ha portato a chiedere con forza sia la conferma della Compensazione Ambientale PL18 che l'apliamento del Bosco.
I primi passi della procedura per concretizzare l'ampliamento ci vede già come attenti protagonisti che individuano e promuovono un futuro accorpamento con il PLIS GruBria e la successiva nascita del Parco Fluviale e Territoriale del Seveso.

Per cercare di conservare le poche aree libere che restano in Brianza serve avere una strategia e una visione ampia.

mercoledì 1 ottobre 2025

IL 4-10-025 ANCHE NOI SAREMO A MONZA PERCHE' PEDEMONTANA FA MALE !

Il 4 ottobre 2025 a Monza, con concentramento alle 15.00 ai giardini della stazione in via Arosio si terrà una manifestazione per mostrare la contrarietà della Brianza alla realizzazione dell'autostrada Pedemontana Lombarda.
A questa manifestazione parteciperanno Legambiente Lombardia, Circolo Gaia Legambiente Usmate Velate, Circolo Laura Conti Legambiente Seveso, GAS Vitale, Prospettiva Civica Arcore, Associazione Colli Briantei, Sinistra e Ambiente – Impulsi Meda,  Seveso Futura, Cittadini per Lentate, Comitato No Pedemontana Arcore Camparada Lesmo Usmate Velate, ImmaginArcore, Altra Bovisio Masciago, Passione Civica per Cesano Maderno, Comitato Ambiente Bovisio Masciago,  tutti firmatari di un comune Manifesto che fissa le motivazioni della loro presenza.

L'Autostrada Pedemontana Lombarda, infrastruttura, calata dall'alto, prima con la legge Obiettivo e successivamente confluita nell'elenco delle "opere strategiche", è già in esercizio per le Tratte A e B1 e sono stati avviate le attività per le Tratte B2 e C mentre è ancora sospesa e priva di coperture economiche la Tratta D, sostituita peraltro con il progetto "D breve" da Vimercate ad Agrate ancora in attesa del pronunciamento della Commissione VIA.
Come è noto, la soc. APL ha ricevuto la prima tranche del prestito concordato con la Banca Europea degli Investimenti (BEI) e la Cassa Depositi e Prestiti, sia per rimborsare il precedente prestito ponte bis sia per far partire le attività per le tratte B2 e C.
La cifra ottenuta non copre integralmente l’intero ammontare di 1 miliardo e 741 milioni di euro - al netto degli extracosti stimati in almeno il 30% - , necessario per il completamento dell'autostrada fino a Vimercate.
Con questo prestito, unitamente a quanto già nelle disponibilità di APL per un totale di 866 milioni di euro, sono stati avviati  i lavori della Bonifica da Diossina a Meda, Seveso e Cesano Maderno, della tangenzialina Meda-Seregno e cantieri operativi a Lesmo, Arcore (Bernate), Lissone, Macherio, Desio.

L'autostrada, da tempo è osteggiata da numerosi soggetti e fra di loro i gruppi ambientalisti e le liste civiche delle tratte B2 e C (comprendenti anche Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda) che hanno scelto di contrastare l'avanzare della Pedemontana anche entrando nel merito degli aspetti tecnici che la caratterizzano.

Quella del 4-10-025 a Monza sarà una manifestazione che raccoglierà chi ancora ritiene di poter arrestare i lavori per l'infrastruttura e chi invece lo pensa poco probabile, anche se ancora lo spera, e ha affiancato alla contrarietà un'azione specifica affinchè ai danni irreparabili già compiuti e che si compiranno non ci si rassegni e si tenti di agire per tentare di arginarli ed evitare chi siano ancora più pesanti.
Proprio in quanto oppositori di antica data e con argomenti validi, saremo quindi presenti perchè serve comunque ribadire la contrarietà a questa inutile ed impattante infrastruttura che non risolverà le criticità viabilistiche e che con costi esorbitanti si sta già divorando boschi, ecosistemi ed habitat naturali preziosissimi in una Brianza pesantemente antropizzata che guida la classifica di Consumo di Suolo tra le Province italiane.
La nostra è un'opposizione che contempla un'attenzione costante e contemporanea all'iter per identificare le possibili nostre azioni affinchè al disastro non si sommi un ulteriore disastro, frutto anche di mancati presidi ambientalisti su aspetti che meritano d'essere considerati e seguiti con impegno.

Per parte nostra ci stiamo spendendo avendo chiesto e ottenuto e ora partecipando al Tavolo sui Lavori di Bonifica da Diossina, laddove nonostante la difficoltà dovuta alla scarsa trasparenza di Pedemontana, monitoriamo gli interventi restituendo alla cittadinanza un'informazione puntuale fatta di incontri pubblici e di pubblicazione documentale accompagnata da adeguate nostre valutazioni.
Ci interessiamo delle Compensazioni Ambientali della B2 e della C che necessitano di fondi aggiuntivi, già chiestiin parte ottenuti in Regione Lombardia e che rischiano d'essere snaturate e non coerenti con i fini definiti nel Masterplan del 2009 laddove, correttamente, non erano  contemplati interventi per posteggi, rifacimenti piazze, attrezzature sportive e invece consentiti quelli per acquisizione aree libere, 
ingegneria ambientale, riforestazione, ricucitura e creazione di abitat naturali ed ecosistemi.
Ad Arcore, Lesmo, Camparada, Usmate Velate, su proposta ambientalista, le amministrazioni, con il Parco Regionale Valle Lambro stanno disegnando una Barriera Verde e stiamo supportando il progetto di una Dorsale Verde di Parchi che inizia dalla richiesta di costituire il Parco Fluviale e Territoriale del Seveso e quello della Brianza Est.

Sotto, il comunicato sui cui contenuti i gruppi ambientalisti e le liste civiche prenderanno parte alla Manifestazione di Monza del 4-10-025 perchè ....... PEDEMONTANA FA MALE !

 


sabato 27 settembre 2025

AD ARCORE GLI AMBIENTALISTI ILLUSTRANO IL LORO AGIRE E SI CONFRONTANO CON GLI AMMINISTRATORI PER RIDISEGNARE UN TERRITORIO CHE PEDEMONTANA STA GIÀ DEVASTANDO

Serata utile quella tenutasi as Arcore in Villa Borromeo il 25-9-025 con a tema PEDEMONTANA: RIDISEGNIAMO IL TERRITORIO COMPROMESSO. 
Il sindaco di Arcore, Maurizio Bono, ha raccolto la proposta di Circolo Gaia Legambiente Usmate Velate, Circolo Laura Conti Legambiente Seveso, Seveso Futura, Associazione Colli Briantei, GAS Vitale, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Altra Bovisio Masciago, Comitato No Pedemontana Arcore-Camparada-Lesmo-Usmate Velate, Cittadini per Lentate, Alternativa Verde Desio, Sinistra e Ambiente – Impulsi Meda, Passione Civica Cesano Maderno, ImmaginArcore e Prospettiva Civica Arcore promuovendo congiuntamente l'incontro pubblico.

Introduzione curata da Gemma Beretta del circolo Laura Conti di Legambiente Seveso che ha ricordato come i gruppi ambientalisti e le liste civiche presenti abbiano intrapreso da tempo un lavoro comune finalizzato a ridisegnare il territorio compromesso dalla Pedemontana, muovendosi lungo diverse direttrici, seppur consapevoli che nulla tornerà come prima e che la realizzazione dell'autostrada distrugge, ha già distrutto e distruggerà ambienti ed ecosistemi residui della Brianza.
Ha sottolineato che questo rapporto con le amministrazioni comunali disponibili è una prima ri-partenza, un tentativo di invertire la rotta rispetto alla direzione che prima la Legge Obiettivo - di ormai lontana memoria e successivamente il famigerato elenco delle "Opere Strategiche"  - ha imposto a tutta l'Italia con una progettazione calata dall'alto e con una forzata realizzazione a tappe (non importa finirle, importa iniziarle) delle cosiddette "grandi opere" lì pianificate. Infrastrutture che si impongono sui territori, incuranti della madre terra e di chi la conosce da vicino - le amministrazioni locali, la cittadinanza -, e così come scritto dal collettivo Wu Ming 1 in Un viaggio che non promettiamo breve. Venticinque anni di lotte No TAV ,"... il progetto di una "grande opera", prima ancora della sua messa in pratica, asserviva la politica locale e blindava l'informazione, restringeva l'orizzonte dei discorsi, aumentava il controllo sociale; e quando il progetto era messo in pratica, anche quando l'opera restava incompiuta, riconfigurava gli spazi, cambiava traiettorie e spostamenti, peggiorava la qualità della vita, sfilacciava il tessuto della convivenza".

É quello che vogliamo con determinazione cominciare a controvertire.

TRATTA C: LA BARRIERA VERDE
Il sindaco Bono ha messo al centro del suo intervento la soddisfazione di un lavoro con gli ambientalisti e l'avvio con i comuni di Arcore, Usmate Velate, Camparada, Lesmo e con il Parco Regionale Valle Lambro dell'iter per concretizzare gli interventi della proposta Barriera Verde.
Barriera Verde di cui Marco Monguzzi dell'Ass. Colli Briantei ha illustrato i contenuti, quale compensazione ambientale aggiuntiva, di cui presto si siglerà tra i soggetti interessati una Convenzione per la progettazione, volontà confermata anche nell'intervento dal Pres. del Parco Reg. Valle Lambro, Marco Ciceri che ha definito lungimiranti i 4 comuni che han fatto squadra su di una progettazione condivisa invece di presentare richieste isolate.
 

TRATTA B2: LA BONIFICA DA DIOSSINA
Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente - Impulsi di Meda ha illustrato il lavoro impegnativo degli ambientalisti e delle liste civiche della tratta B2 con la loro presenza al Tavolo sui lavori di Bonifica da Diossina. Un ruolo difficile ma importante, svolto con impegno e conoscenza e con l'obiettivo di monitorare gli interventi di decontaminazione e di informare costantemente la cittadinanza, superando anche gli ostacoli posti dalla soc. Autostrada Pedemontana Lombarda che pratica una trasparenza solo di facciata, negando nella pratica documentazione utile agli ambientalisti del Tavolo.

  

TRATTE B2 E C: LE COMPENSAZIONI AMBIENTALI
Sulle Compensazioni Ambientali, per conto di tutti i gruppi, Colombo ha chiesto ai sindaci di considerare la visione "di sistema" esplicitata nel Masterplan 2009 e che la loro realizzazione sia coerente con le finalità di utilizzo dei fondi per acquisizione aree libere, per interventi di ingegneria ambientale, riforestazione, di ricucitura ecologica e per creare habitat naturali ed ecosistemi e non per interventi frammentati o peggio ancora per posteggi, rifacimenti piazze, attrezzature sportive.

Sono stati illustrate Compensazioni Ambientali significative che sono state confermate e altre che invece sono a rischio per le scelte miopi di amministratori che hanno optato per soluzioni differenti, frazionate e sparse nei confini comunali e poco utili per creare sistemi ambientali. 
La richiesta ambientalista di creare un fondo integrativo per le Compensazioni Ambientali per aumentare i 30,5 Mln di euro attualmente nelle disponibilità di Pedemontana, è stata ripresa dai Consiglieri Regionali Onorio Rosati di AVS e Gigi Ponti del PD, presenti alla serata che hanno confermato lo stanziamento di 9 Mln di euro nel bilancio previsionale regionale del  2026 e l'impegno a cercare ulteriori risorse per incrementare questa cifra.
Anche per gli indennizzi per i disboscamenti si sta andando nella direzione auspicata di mantenerli per interventi in loco, laddove i disboscamenti sono stati effettuati. 
 

TRATTE B2 E C: LA DORSALE VERDE
Alberto Colombo (Sinistra e Ambiente Meda) e Isabella Sangalli (Circolo Gaia di Legambiente Usmate-Velate) hanno raccontato della proposta di una Dorsale Verde di Parchi che preservi ciò che rimane delle superfici libere in una Brianza dove il consumo di suolo è al 41% e dove l'urbanizzato e l'antropizzazione sono le caratteristiche prevalenti.

Due le proposte su cui si stanno spendendo gli ambientalisti affinchè la realizzazione della Pedemontana non sia il volano per ulteriori insediamenti in sua prossimità: IL PARCO FLUVIALE E TERRITORIALE DEL SEVESO e il PARCO REGIONALE DELLA BRIANZA EST. 

Il PARCO FLUVIALE E TERRITORIALE DEL SEVESO comprenderebbe a ovest le superfici del Bosco delle Querce di Seveso e Meda già con tutela regionale, del PLIS GruBria, del Parco Nord, unitamente alle aree spondali del fiume Seveso e del suo affluente Tarò (Certesa).

Il PARCO REGIONALE DELLA BRIANZA EST raggrupperebbe il PLIS del PA.NE. (Parco Agricolo Nord-Est), il PLIS dei Colli Briantei.

 

Massimo Stucchi del Comitato No Pedemontana Lesmo-Camparada-Arcore ha posto l'attenzione su di un'autostrada che in attesa del proseguimento con la tratta D (o D breve che sarà), terminerà a Vimercate,  riversando sul comprensorio un volume di traffico difficilmente sostenibile.

giovedì 18 settembre 2025

IL 25-9-025 AD ARCORE PER RIDISEGNARE IL TERRITORIO DISTRUTTO DA PEDEMONTANA


Il 25/9/2025 dalle ore 21.00, presso la Villa Borromeo di Arcore
, l'amministrazione di Arcore con il suo sindaco Maurizio Bono, in collaborazione con le associazioni, ai gruppi ambientalisti (tra cui Sinistra e Ambiente di Meda), ai comitati e alle liste civiche delle tratte B2 e C organizzano e promuovono un incontro pubblico per confrontarsi sulla Pedemontana Lombarda.

Con le attività e i lavori per la costruzione dell'impattante ed inutile autostrada ormai avviati, in particolare sulla Tratta C a Lissone, Macherio, Bernate (fraz di Arcore), Lesmo e con gli interventi di Bonifica da Diossina sulla tratta B2 in fase avanzata a Seveso e Cesano Maderno e prossimi all'avvio a Meda, il fronte ambientalista ritiene importante illustrare il suo ruolo di monitoraggio della Bonifica da Diossina, le proprie azioni sulle Compensazioni Ambientali, la necessità dell'impiego in loco della monetizzazione dei disboscamenti già effettuati, le proposte di Barriera e di Dorsale Verde nonchè verificare le prospettive di un'autostrada che, con la Tratta C, terminerà a Vimercate.

Lo farà in un momento pubblico in cui è importante il confronto con gli Amministratori e gli Enti locali per comprendere quali siano le azioni da essi messe in campo e per creare convergenze affinchè questo territorio, che subisce il pesante e distruttivo impatto dell'infrastruttura, cerchi almeno di garantirsi un corretto utilizzo dei fondi per interventi di ricostruzione ambientale.

Il comunicato dei gruppi ambientalisti, dei comitati e delle liste civiche delle tratte B2 e C di Pedemontana.

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