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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare

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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

sabato 12 luglio 2025

10 LUGLIO, DIOSSINA, BOSCO DELLE QUERCE: QUANDO LA MEMORIA NON DEVE ANNACQUARSI E DEVE PARLARE ANCHE DELLE MINACCE DEL PRESENTE


Il 10 luglio 2025, data in cui si ricorda il disastro della diossina dell'ICMESA di Meda, fabbrica chimica del gruppo Givaudan-la Roche, è stato un appuntamento vivo, dove come negli altri anni, i gruppi ambientalisti locali e le liste civiche che da tempo lavorano e agiscono insieme, hanno proposto momenti di ricordo, di Memoria e anche di informazione sul presente.

L'INIZIATIVA DI SEVESO FUTURA "(attra) VERSO IL 10 LUGLIO" 

S'è cominciato il 6-7-025 con (attra)VERSO IL 10 LUGLIO, una iniziativa di Seveso Futura, soggetto che da tempo opera ed agisce con i gruppi di Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda e con Legambiente Circolo Laura Conti di Seveso.

Un programma che, seppur guastato dal maltempo che ha impedito la visita narrante pomeridiana al Bosco delle Querce, nella serata ha ripreso le parti e i contenuti della stessa, arricchita dall'esposizione di Alberto Colombo attivista di Sinistra e Ambiente di Meda, di Emanuela Macelloni, sociologa, che ha illustrato il lavoro coordinato da FARE sulla Memoria, la percezione del BdQ e le pratiche socio-ecologiche che coinvolgono e uniscono l'attività di custodia del Bosco.
É stato proiettato "Seveso 45" documentario realizzato dai giovani della Scuola di Formazione Politica Alisei.
Ai cittadini e alla stampa presente è stata illustrata anche la situazione del Bosco delle Querce che, a breve, correrà il concreto pericolo dello sbancamento di 2 ettari con il taglio di più di 3200 alberi per far posto all'autostrada Pedemontana Lombarda con anche l'occupazione di una consistente porzione dell'area libera di potenziale ampliamento di via della Roggia a Seveso da parte di una vasca di laminazione e della viabilità complementare dell'infrastruttura. 
Aspetti che non possono e non devono essere taciuti e ricordati anche in occasione dell'anniversario del disastro Diossina del 1976 perchè la Memoria comporta anche lo sguardo sul presente.
Sotto le schede della Storia del Bosco delle Querce e delle attuali minacce. 

 L'INCONTRO PUBBLICO "SEVESO INCONTRA STAVA" 

del 10 luglio 2025

Nella serata del 10 luglio 2025, promossa da FARE e Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, in collaborazione con i gruppi del Progetto "Insieme per il Bosco", è proseguito il dialogo aperto tra comunità segnate da colpevoli disastri ambientali e dove sono in corso emblematici percorsi di riparazione.

Dopo gli incontri del 16-1-024 con la Memoria del Vajont, e del 29-5-025 con quella di Bhopal, la serata ha trattato  del disastro di Stava, avvenuto il 19 luglio 1985 con Christine Stufferin e Marzio Marzorati della Fondazione Alexander Langer e con Graziano Lucchi della Fondazione Stava 1985.

Anche in questa serata s'è evidenziato che non v'è stata alcuna casualità in quanto accaduto a Stava ma che il disastro è stato il frutto di una progettazione, costruzione e gestione priva di margini di sicurezza, di mancati controlli, di autorizzazioni concesse con leggerezza, di interventi al risparmio sui bacini di decantazione della miniera di Prestavel.
Bacini che erano vere e proprie discariche con un terrapieno di contenimento. 
Bacini con una instabilità strutturale riempiti al massimo della loro capienza con gli scarti del minerale ridotti a fanghiglia per essicare e consolidarsi.
Tutte questi fattori furono causa del cedimento del terrapieno, con 180.000 mc di fanghiglia che si riversò improvvisamente sull'abitato di Stava, causando 268 morti e molti feriti oltrechè la distruzione di molti edifici.
Stava non fu dunque una fatalità, come dal giorno dopo rappresentanti del Governo tentarono malamente di far credere, ma - come il Vajont, Bhopal, Seveso e altri disastri -, una tragedia causata dalla volontà di profitto a ogni costo. 
 
Di nuovo, l'arroganza di chi non ha cura della Natura né rispetto delle comunità umane e animali ha fatto pagare un prezzo altissimo ai cittadini. 
Più che mai condivisibile il pensiero di Alex Langer che al proposito chiedeva l'inversione di rotta da una società del DI PIU' a una società del PUÒ BASTARE.
Bisogna invertire dunque la corsa autodistruttiva, PRATICANDO i LIMITI e passando da una cultura del superamento dei limiti a una cultura del rispetto dei limiti. 
Ancora oggi, pur avendo istituito dal 2011 il 9 ottobre come Giornata della Memoria dei Disastri industriali, lo Stato continua a non celebrarla. 
La Fondazione Stava ha portato la testimonianza di una presenza continua sul territorio ferito con un'azione di promozione, di cura e di rinnovo della Memoria.
La Fondazione ha tra i suoi soci fondatori i familiari delle vittime del disastro ambientale e la sua sede istituzionale è concessa in comodato gratuito dal Comune di Tesero.

LA MEMORIA ISTITUZIONALE 

DELL'AMMINISTRAZIONE SEVESINA

Purtroppo l'attività intensa dei gruppi Ambientalisti e delle Liste Civiche per non dimenticare il disastro Diossina del 1976, le sue conseguenze, le responsabilità e il minaccioso presente fatto da un'Autostrada Pedemontana Lombarda che andrà ad intaccare pesantemente il Bosco delle Querce non è molto gradito dall'amministrazione sevesina che con la sindaca Alessia Borroni ha rilasciato in un'intervista a MBNews dichiarazioni imbarazzanti e poco rispettose verso chi ha a cuore la tutela dell'ambiente.

 "Mi dispiace che ci siano sempre attacchi o polemiche – sottolinea Borroni– – trovo sbagliato andare a ricordare questa data solo e sempre in senso negativo, facendo ‘terrorismo’. Il 10 luglio 1976 rappresenta un dramma, una caduta, è vero, ma deve essere ricordata anche come la data di inizio di un percorso di rinascita. In un certo senso dovremmo dire anche grazie a Pedemontana e a Regione Lombardia, senza le quali non avremmo mai potuto andare a bonificare quei terreni. Che piaccia o non piaccia la Pedemontana ci sarà e questi interventi vanno a favore di tutta la popolazione. Posso garantire – aggiunge – che i lavori di bonifica sono effettuati nella massima sicurezza, sia per gli operai che lavorano, sia per l’ambiente che per i sevesini”.

In questa surreale visione si dovrebbe smettere "di ricordare il 10 luglio in senso negativo facendo terrorismo" (terrorismo ?????) e si dovrebbe ringraziare Pedemontana e Regione Lombardia per la Bonifica in corso. 

Un ribaltamento della realtà con una dimensione omissiva della Memoria e dell'attualità dove lo sbancamento e il disboscamento di 2 ettari del Bosco delle Querce per la Pedemontana scompare, i tagli di alberi a Cesano, Seveso e Meda per fare la Bonifica non esistono, dove l'occupazione di suolo libero per la vasca di laminazione e per le rotonde accessorie a Pedemontana che si mangerà buona parte dell'area libera di via della Roggia da includere nel BdQ  è rimossa e dove i motivi di una bonifica fatta non per restituire territorio alla natura (come accadde per il Bosco delle Querce), ma per spalmare cemento e asfalto, si possono candidamente ignorare. 

Per la Bonifica da diossina "garantisce" poi la sindaca di Seveso, con buona pace del lavoro indipendente, critico, serio e preparato svolto dai gruppi Ambientalisti e dalle Liste Civiche presenti al Tavolo Permanente.

Ci rimane solo da ringraziare in coro Pedemontana e Regione Lombardia. Insomma non ci resta che piangere, per citare un grande regista e attore.

Ecco un primo "antipasto" rispetto a quello che ci attende per il prossimo anno, 50° anniversario del disastro Diossina dell'ICMESA di Meda. 

lunedì 7 luglio 2025

SINISTRA E AMBIENTE-IMPULSI SULL'ADOZIONE DELLA VARIANTE AL PGT DI MEDA

Nella seduta di giovedì 3 luglio 2025, il Consiglio Comunale di Meda ha approvato con i voti favorevoli della maggioranza, l’adozione della variante generale al PGT.
Contrario il Polo Civico mentre i consiglieri del Pd si sono astenuti. 
Sinistra e Ambiente-Impulsi, componente della Coalizione che ha sostenuto nel 2022 la candidatura a sindaco di Marcello Proserpio, il 3-6-025 ha inoltrato con PD e MedaAperta suggerimenti e proposte per fornire alla discussione contenuti ed elementi migliorativi e di modifica affinché lo strumento di pianificazione comunale, con il quale si definisce lo sviluppo futuro della nostra città in tutti i suoi ambiti fondamentali, risponda effettivamente alle esigenze della comunità.
Sinistra e Ambiente-Impulsi è tuttavia critica e non soddisfatta del risultato dell’adozione perché di alcuni ar-gomenti importanti, nella Variante al PGT non vi è ancora traccia così come altri capitoli si possono prestare ad interventi che, se attuati, modificherebbero l'aspetto e il tessuto urbanistico cittadino, non sempre migliorandolo.

DIRITTO ALLA CASA
Del diritto all’accesso a un’abitazione adeguata, che è parte integrante dei diritti umani fondamentali, nella Variante al PGT 2025 non troverete traccia. 
In un’Italia, e Meda non fa eccezione, permeata di disuguaglianze, dove i poveri aumentano e sempre più famiglie si rivolgerebbero alle asfittiche graduatorie comunali se le loro istanze venissero soddisfatte, . 
La pressante domanda, testimonianza di un palese e forte disagio abitativo, di questa tipologia di alloggi troverebbe nell’emergenza abitativa e nell’edilizia sociale le adeguate soluzioni se non fosse per la perenne carenza di disponibilità nell’offerta. 
Da tempo non si producono politiche abitative adeguate al fabbisogno reale, e purtroppo questa Variante non è da meno.
Come non ci pare pienamente compresa la novità nella nostra Costituzione del principio di sussidiarietà che può cambiare il nostro modo di stare in questa società come cittadini autonomi, solidali e responsabili, alleati dell’amministrazione nel prendersi cura dei beni comuni.

CENTRO STORICO, ZONE RESIDENZIALI, PIANI DI RIGENERAZIONE
Se dipendesse dalla Variante, con le modifiche introdotte nel Piano delle Regole e nelle Norme Attuative, per ogni edificio della nostra città, esclusi quelli con valenza storica, culturale e artistica (un numero estremamente ridotto), è consentita anche la demolizione con ricostruzione fuori sagoma e sedime.

Perché incoraggiare, soprattutto nel nucleo storico, il disegno di una città stravolta, completamente diversa da quella che si è formata e che i medesi conoscono? 
Certo, una cospicua parte del centro storico ha edifici abbandonati da anni che necessitano interventi e riqualificazioni.
Riteniamo però che sarebbe preferibile dare nuovo valore e nuova vita a ciò che già esiste.

Diversamente si rischia di alterare pesantemente la morfologia esistente e il tessuto sociale perché interventi urbanisticamente ed architettonicamente difformi dall'attuale consolidato altereranno la cortina storica e saranno probabilmente accessibili alla sola fascia demografica più benestante.
Ricorrere alla soluzione dell'abbattimento nel centro storico e nel nucleo di antica formazione dovrebbe essere consentito solo quando l’edificio presenta danni strutturali gravi, problemi alle fondazioni o non sono praticabili alternative che garantiscano l’effettivo adeguamento e miglioramento delle prestazioni ambientali, ecologiche, energetiche e funzionali specialmente nei casi di patrimonio edilizio dismesso e ammalorato. 
Sappiamo che in genere la demolizione può divenire strumento motivato dal solo profitto economico. Secondo le logiche tradizionali di sviluppo urbano è più redditizio demolire e edificare nuove costruzioni più dense piuttosto che ristrutturare o mantenere l’edificio esistente.

La Variante al PGT punta molto sulla Rigenerazione, applicabile nel centro storico, utilizzata per cercare di avviare quelli che erano gli Ambiti di Trasformazione (AT) previsti nel PGT ma finora rimasti fermi e per gli edifici non utilizzati individuati nella carta degli immobili dismessi e in quelli proponibili se inutilizzati da almeno tre anni.

Agli ambiti di Rigenerazione urbana sono applicate delle facilitazioni riassumibili in:

  • maggiorazione del 20% sulle volumetrie,
  • contributo di costruzione ridotto del 50%,
  • riduzione del 30% della dotazione da destinare a servizi e spazi pubblici.

Sinistra e Ambiente-Impulsi ritiene che aumenti di volumetria andrebbero esclusi se non per la realizzazione di servizi convenzionati ed esercizi di vicinato. 
Richiamiamo il fatto che tutte le altre variazioni in altezza acconsentite non sempre rappresentano la soluzione ottimale per il contesto in cui sono previste e vada quindi valutato il progetto secondo le situazioni.
Seppur l’opinione corrente tenda a nasconderlo o a sottovalutarlo, si consideri quanto significativo sia l’impatto del settore edile sulle nostre vite e su quelle future. 
Rappresenta uno dei mercati più vitali dell’UE (circa il 19% del pil europeo), ma è anche, secondo la Commissione europea, uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2 (circa il 36%) e del consumo energetico totale (40%) generando oltre il 35% dei rifiuti totali. 
Questo sistema funzionava in passato, quando le risorse sembravano infinite e le nuove costruzioni erano più economiche, veloci e facili da realizzare rispetto agli edifici esistenti.
Ma l'attuale carenza di materiali e l’aumento dei costi energetici per produrli ci dimostra che questo metodo non funziona più.

La ristrutturazione diversamente salva le case, garantisce un’edilizia più equa mantenendo stabili i prezzi, stimola i mercati locali, sostiene gli studi di architettura e le imprese edili che sono nella stragrande maggioranza piccoli e medi, risparmia energia preservando ciò che esiste, valorizza i ricordi e la storia della comunità.
La maggioranza di Santambrogio che amministra il nostro comune non ha tenuto in considerazione tutto questo, adottando scelte particolaristiche e con facilitazioni eccessive al solo scopo di stimolare l'avvio di interventi edilizi fermi da anni o mai partiti.
Premiare la distorsione di una rigenerazione urbana svuotata dalla responsabilità di restituzione della parte che interessa la comunità e che non include gli aspetti sociali, economici, culturali e anche di verde urbano è pericoloso.
Ridursi al solo recupero di aree non sarebbe certo diverso dalla semplice riqualificazione per operazioni di valorizzazione immobiliare.
Con l’importante differenza che interventi di demolizione e ricostruzione con nuovo sedime, sagoma e destinazione funzionale sono classificati come rigenerazione
L’esito è la riduzione dei necessari "contributi di edificazione" necessari per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e servizi pubblici che, in caso di nuova costruzione, sarebbero stati richiesti integralmente. 
Giusto chiedere se sia stata fatta un’analisi per adeguare la base di calcolo dei "contributi di edificazione" e di modifica dei criteri di assegnazione in base alle aree per evitare un decremento eccessivo del gettito complessivo, ma anche di incidere negativamente sui processi di investimento e rispondere anche ai costi crescenti di manutenzione, soprattutto delle urbanizzazioni dell’area del centro storico.

AMBITI DI RIGENERAZIONE TERRITORIALE (ART)
Non condividiamo il metodo con il quale si è deciso di individuare un unico ambito di rigenerazione territoriale (ART1-Fornace Ceppi e nuovo stadio di calcio-) accorpando due comparti non contigui aventi finalità tra loro non coerenti, vicende e persino destini diversi.

Inserire all’interno dell’area degradata di via S.Maria un nuovo stadio di calcio che sostituisca quello storico situato in via Busnelli, priverebbe l’area di una superficie considerevole (quasi la metà considerando i servizi che un’infrastruttura del genere richiede) snaturandone la vocazione e deprimendo la necessaria riqualificazione.
Mentre il campo di calcio con tribune di proprietà comunale in via Busnelli con un uso da sempre, che continua ai giorni nostri, quale storico stadio di calcio non è certamente degradato e non dovrebbe rientrare nell’attività di rigenerazione urbana, ma semmai oggetto di riqualificazione. 
Diverso sarebbe il caso se questa non fosse più la sua destinazione. 
Se l’intento fosse quello di favorire l’insediamento di attività produttive (facile pensare alla confinante ditta Cassina) riteniamo si debbano adottare altri strumenti urbanistici più appropriati previsti nel PGT (indifferenza funzionale) usufruendo di tutti gli incentivi a disposizione. 
Ma perché si possa sostenere una simile eventualità dovrebbero essere resi noti i termini degli accordi che prevedono la cessione di un bene pubblico a favore di un privato.

MOBILITÀ SOSTENIBILE E AMBIENTE
Riteniamo insoddisfacenti la mancanza di un rimando, anche documentale, che riprenda lo sviluppo di una rete ciclopedonale cittadina che colleghi fra loro i Punti di Interesse (PDI) della vita quotidiana (Scuole, Stazione, Uffici Pubblici, Luoghi di cura e di culto, siti storici, quartieri etc) secondo le strategie del progetto sovraccomunale di Green Lane.
In questa variante, sul capitolo Ambiente, manca anche una chiara definizione di priorità di quelli che sono gli interventi definiti nel  "Masterplan strategico paesaggistico-ambientale e le linee guida per il sistema del verde della città".

Si tratta di un documento importante richiamato solo nel Rapporto Ambientale e nella Sintesi non Tecnica della documentazione di VAS.
Il Masterplan propone uno schema progettuale su “4 fiumi verdi e una soglia blu” ove attuare interventi di qualificazione e rinverdimento lungo 4 tracciati che scendono dalla collina intersecandosi con la “soglia blu” del torrente Tarò/Certesa. 
Per ciascuno dei “4 fiumi” sono identificate strategie generali di intervento e ipotesi da concretizzare con progettualità pubbliche e private orientate alla riqualificazione del territorio comunale.
Alcuni di questi interventi necessitano di ulteriore specificazione e fattibilità poichè legati alla possibilità di essere coperti dai finanziamenti della prescrizione 51 del CIPESS per Pedemontana.
Continueremo ad analizzare i documenti della variante al fine di formulare osservazioni puntuali da presentare successivamente al formale deposito  degli elaborati. 

venerdì 27 giugno 2025

NONOSTANTE PEDEMONTANA ....... NOTIZIE SULLA BONIFICA DA DIOSSINA PER LA TRATTA B2.

Pur essendo parte del Tavolo Permanente sulla bonifica da Diossina, per avere a disposizione i dati e la documentazione necessaria ai fini del ruolo di monitoraggio della bonifica, Sinistra e Ambiente Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, altra Bovisio, Comitato Ambiente Bovisio, Cittadini per Lentate, hanno dovuto seguire altre strade, con una richiesta di accesso agli atti ad amministrazioni ed enti interessati.

Dopo il nostro sollecito del 24/5/2025, il riscontro giunto da Pedemontana il 16/6/2025, a distanza di più di due mesi dalla nostra nota del 22/4/2025, non soddisfa le nostre richieste documentali poichè alcuni importanti elaborati ci sono stati negati.

Non consentire un accesso a dati e documenti, diretto e non mediato, ostacola la nostra partecipazione al tavolo che ha anche l'obiettivo di informare e comunicare in tempo reale.

Avevamo chiesto i risultati delle analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco sui terreni da bonificare per classificare il tipo di rifiuto appena pronte e non a posteriori e ci è stato risposto che:
 "Si segnala che sono in corso di pubblicazione sul sito www.pedemontana.com, nell’apposita sezione della Bonifica aree ex ICMESA, i certificati analitici relativi alle analisi di caratterizzazione in banco ad oggi disponibili in relazione ai diversi lotti di bonifica già sottoposti ad indagine. Tale pubblicazione avverrà presumibilmente entro la fine di giugno 2025."

I risultati verranno quindi resi pubbliche DOPO che l'attività di rimozione e asportazione del terreno classificato come rifiuto si è già conclusa su buona parte dei lotti oggetto delle analisi stesse.  

Il Piano degli Smaltimenti ci è stato invece negato da Pedemontana "in considerazione dei dati sensibili in essi contenuti, sia sull’organizzazione del lavoro di cantiere, sia sugli operatori coinvolti, vengono condivisi solo con gli Enti territorialmente competenti. Quanto sopra per ragioni di privacy, sicurezza e per garantire il corretto ed efficiente svolgimento dell’intervento di bonifica.". 

Come se metterci a conoscenza dei contenuti del Piano degli Smaltimenti potesse costituire un pericolo.
Insomma, trasparenza ......... solo a parole.

Con l'accesso agli atti avanzato ad alcune amministrazioni e alla Provincia di MB, siamo comunque riusciti ad avere copia, seppur con ritardo, dei dati della Caratterizzazione in Banco e del Piano degli Smaltimenti, documenti che contengono le informazioni che qui esplicitiamo dopo una loro attenta disamina.

LA SITUAZIONE A SEVESO

LOTTO 2A- Aree 14 e 28
Sul lotto 2A, localizzato a Seveso in via dei Vignee, i lavori di bonifica sono affidati alla soc. ELIOS AMBIENTE che opera su una superficie di intervento di 11.000 mq, con 5559,5 mc di terreno da asportare pari a 10.007 tonnellate.
La superficie è suddivisa in 2 aree sorgenti. La 14 con top soil (primi 20 cm) contaminati e la 28 con contaminazione fino all'intermedio di 50 cm. 
Le risultanze delle analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco hanno dato valori di diossine tra 9,93 ng/kg e 27,63 ng/kg  classificando il terreno come Rifiuto non Pericoloso, codice CER 17.05.04 e unitamente ai test di cessione, è stato considerato adatto per il conferimento in discarica per inerti, fatto salvo per il terreno della cella D1 intermedio con diossine oltre la soglia dei 100ng/kg e pertanto destinato a discarica per rifiuti non pericolosi.
Utilizzato l'impianto di stoccaggio di Tecnoinerti di Ghedi (BS) con in alternativa quello della Eredi Compagnia Nazionale srl, di Cazzago S.M. (BS),autorizzata sino al 10-7-025 e della Brixiambiente Srl di Maclodio (BS).

LOTTO 2 -Aree 6-7-8-26B
Sul Lotto 2, in zona via della Roggia a Seveso la bonifica è seguita dalla soc. ELIOS AMBIENTE.
La superficie di intervento è di circa 5.854 mq, suddivisa in 4 aree sorgenti con asportazione del Top Soil (primi 20 cm) sulle aree 6-7-8 e fino a 1.20 mt per l'area 26B per un totale di 1375 mc e 2160 tonnellate di rifiuti.
Le analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco hanno dato valori di diossine da 11,9 ng/kg a 92,76 ng/kg con classificazione del terreno quale "Rifiuto non pericoloso" codice CER 17.05.04 e unitamente ai Test di Cessione, è stato considerato conferibile in discariche per inerti presso l’impianto di Tecnoinerti di Ghedi (BS) avendo come alternativa la discarica inerti Eredi Compagnia Nazionale srl, di Cazzago S.M. (BS).

LOTTO 2  – Aree 9B e 13
Sempre nel LOTTO 2 in via della Roggia a Seveso sono localizzate le due aree di intervento 9B e 13 per una superficie complessiva di 10000 mq con 1932 mc di terra contaminata nel Top Soil da asportare, pari a 3462 tonnellate. L'area di intervento 9B si trova in corrispondenza della prevista vasca di laminazione che sarà al servizio dell'autostrada.

Le analisi chimiche della Caratterizzazione in Banco hanno dato valori di diossine tra 12,37 ng/kg e 99,72 ng/kg con classificazione del terreno quale "Rifiuto non pericoloso" codice CER 17.05.04 e unitamente ai Test di Cessione, è stato giudicato conferibile in discarica per inerti presso l’impianto di Tecnoinerti, di Ghedi (BS) avendo come alternativa la discarica inerti Eredi Compagnia Nazionale srl, di Cazzago S.M. (BS),

Dall'accesso agli atti, non risulta ancora depositata documentazione sulle altre aree di intervento del Lotto 2 e 2A

LA SITUAZIONE A CESANO MADERNO

LOTTO 5
Il Lotto 5 ubicato lungo via Alessandro Manzoni a Cesano Maderno è costituito da un unico areale sorgente identificato con il n° 44, avente estensione pari a 512,5 mq con contaminazione nel Top Soil (primi 20 cm) e con un volume di terreno da escavare e gestire come rifiuto pari a 102,5 mc.

É affidato all'RTI tra le società HTR BONIFICHE e MARAZZATO.
L'area di intervento è stata divisa in due celle con griglia di campionamento 30x30. 
I risultati delle analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco hanno dato risultati sulle diossine  inferiori al limite dei 10 ng/kg e classificato il terreno come "rifiuto non pericoloso" codice CER 17.05.04 e unitamente con i test di cessione conforme e conferibile in discarica per inerti con destinazione verso l’impianto di Servizi S.r.l. sito tra i Comuni di Marano Vicentino e Thiene.

LOTTO 3
Il Lotto 3 variante, affidato alle società HTR AMBIENTE e MARAZZATO è caratterizzato dalla presenza di 25 aree sorgenti di contaminazione.
Le aree sorgenti dell'intero Lotto 3 sono state suddivise in 38 celle (37 per il Top Soil e 1 per l'intermedio).
Al momento sono disponibili solo i valori della caratterizzazione in banco sulle aree sorgenti SC64 e 64.2, con una superficie rispettivamente di 2631,23 e 2278,95 mq pari ad un totale di 4910 mq.con contaminazione nel Top Soil e nell'intermedio per un volume di terreno da escavare e gestire come rifiuto di 982 mc.
I valori di diossine riscontrati con la Caratterizzazione in Banco vanno da 33 ng/kg a 92 ng/kg con il terreno classificato come "rifiuto non pericoloso"  codice CER 17.05.04 con destinazione verso l’impianto di Servizi S.r.l. sito tra i Comuni di Marano Vicentino e Thiene.
 
LOTTO 3A
Per quanto concerne il Lotto 3A di Via del Serraglio /Beato Angelico a Cesano Maderno per complessivi 9318 mq, con 4320 mc di terreno da asportare pari a 7.700 tonnellate di rifiuti,  i lavori sono stati eseguiti dalla soc. ELIOS AMBIENTE.
Nella zona di intervento, suddivisa i due aree "sorgente" (19A e 33) con 18 celle (o maglie 25 x25 mt)  i riscontri chimici - rivisti con consegna il 13-3-025 dopo nostra segnalazione di una mancata certificazione ACCREDIA -hanno evidenziato valori della sommatoria delle diossine (PCDD+PCDF) compresi tra 29,1 ng/kg e 135,9 ng/kg. Valori che hanno consentito di classificare il terreno rimosso nei primi 50 cm, quale "Rifiuto non pericoloso" codice CER 17.05.04.

Unitamente ai test di cessione, il rifiuto è risultato per buona parte conforme per stoccaggio alla discarica per Inerti con una porzione conforme per discarica per Rifiuti non Pericolosi
É stata utlizzato l'impianto di Tecnoinerti di Ghedi (BS) con in alternativa l'impianto della Eredi Compagnia Nazionale srl, di Cazzago S.M. (BS),autorizzata sino al 10-7-025 e quello di Brixiambiente Srl di Maclodio (BS).

In alcune comunicazioni alla Provincia di MB che puntualmente faceva notare alcune incongruenze per dei superamenti delle soglie per il Benzo(a)pirene, il Benzo(g,h,i)perilene, l'Indenopirene, Pedelombarda Nuova ha precisato di aver rimosso e smaltito anche quel terreno proveninte da una cella quale rifiuto non pericoloso e che il materiale è stato destinato per siti di smaltimento e non di recupero. 

Risulta altresì che sul lotto 3A, ARPA è stata coinvolta per il prelievo e analisi di campioni di parete e fondo scavo in contradditorio, ai fini del collaudo di avvenuta bonifica.

Un appuntamento è stato proposto da Pedelombarda Nuova e presumiamo sia avvenuto il 22/5/025 per prelevare:
2 campioni per il fondo scavo per l’area sorgente 19A;
42 campioni per il fondo scavo per l’area sorgente 33;
23 campioni per le pareti dell’area sorgente 33.

LOTTO 6
Sul Lotto 6 via Filippo Turati a Cesano Maderno, con una superficie di intervento pari a 1.956 mq con
391 m3 di terreno da asportare, i lavori sono stati eseguiti da un RTI formato dalle soc. HTR BONIFICHE e MARAZZATO.
Sull'area di intervento, suddivisa in 4 celle, le analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco hanno riscontrato valori massimi di diossine di 25 ng/kg e il terreno è stato classificato come  "Rifiuto speciale non pericoloso"e codice CER 17.05.04 e con il Test di Cessione, giudicato conforme per impianto PER INERTI e inviato alla Servizi S.r.l. ubicata tra i Comuni di Marano Vicentino e Thiene.

Non sono note date per l'attività di prelievo e analisi campioni in contradditorio con ARPA per il collaudo. 

NOTE: 
Per definire la conformità del rifiuto per l'accettazione in discarica sono state applicati per le diossine (PCDD/PCDF) i seguenti limiti legislativi di riferimento: 

  • Tabella 3 Articolo 7-quater Allegato 4 limiti di concentrazione per l'accettabilità in discariche per rifiuti inerti del Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121: PCB 1 mg/kgPCDD/PCDF 100 ng/kg
  • Tabella 5bis Articolo 7-quinquies Allegato 4 limiti di concentrazione per l'accettabilità di rifiuti pericolosi stabili non reattivi in discariche per rifiuti non pericolosi del Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121: PCB 10 mg/kg, PCDD/PCDF 2000 ng/kg
  • Tabella 6bis Articolo 7-septies Allegato 4 limiti di concentrazione  per l'accettabilità in discariche per rifiuti pericolosi del Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121: PCB 50 mg/kgPCDD/PCDF 10000 ng/kg

Questa disamina è stata effettuata sulla base dei documenti specificatamente chiesti ed ottenuti con accesso agli atti verso Amministrazioni ed Enti coinvolti nella Bonifica da Diossina, da loro ricevuti da Pedelombarda Nuova con protocolli dal 24-1-2025 sino al 9/06/2025.

Al momento in cui scriviamo, sui Lotti 1 e 4 le attività di predisposizione dei cantieri e delle aree sono  ancora incomplete o nelle prime fasi, così come mancano informazioni di dettaglio sulle rimanenti aree d'intervento dei lotti 2 e 2A.

Nonostante le difficoltà nel reperire ed elaborare le informazioni e i documenti ufficiali, continueremo a monitorare con attenzione la Bonifica da Diossina lungo la tratta B2 della Pedemontana.

 


sabato 14 giugno 2025

PARCO REGIONALE FLUVIALE E TERRITORIALE DEL SEVESO: SE NE DISCUTE A MEDA E QUESTO INFASTIDISCE L'AMMINISTRAZIONE SEVESINA.

Un pubblico attento ha seguito la serata sul progetto di Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso tenutasi a Meda l'11-6-025, organizzata da Legambiente circolo Laura Conti di Seveso in collaborazione con i gruppi ambientalisti locali e con il patrocinio dell'amministrazione comunale medese.
L'iniziativa aveva come corollario i pannelli della mostra illustrante le peculiarità del desiderato Parco.

I CONTENUTI DELL'INIZIATIVA
Molti i contributi e gli interventi durante la serata.

Arturo Calaminici ha raccontato l'esperienza degli Amici del Parco Nord e l'attività in corso da parte del Laboratorio Parco del Seveso, entità promozionale della proposta di grande Parco che raccoglie gruppi, associazioni e individui accumunati dal medesimo obiettivo.

Gemma Beretta di Legambiente Seveso ha condotto l'incontro offrendo spunti ed elementi su cui i relatori hanno potuto argomentare ed entrare nel merito.

 

Alberto Colombo ambientalista medese di Sinistra e Ambiente-Impulsi, ha spiegato le motivazioni per cui il Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso è una necessità poichè offre la possibilità, congiuntamente con gli interventi del Contratto di Fiume, di migliorare la qualità delle acque fluviali, di conservare e tutelare le residue aree spondali e di attivare progetti e realizzazioni di ingegneria ambientale per creare naturalità.
Per concretizzare il Parco, un ruolo importante lo riveste il Bosco delle Querce di Seveso e Meda ove, da tempo, le associazioni e i gruppi ambientalisti svolgono attività per rinnovarne il Significato e la Memoria e su cui si stanno spendendo Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda, Legambiente Seveso e Seveso Futura affinchè lo stesso sia ampliato a est.  
L'accorpamento tra Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce e il Parco Locale Sovraccomunale (PLIS) GruBria è quello tra due aree geomorfologicamente simili e con necessità di interventi di costruzione di naturalità e consentirebbe di far nascere il primo nucleo del Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso cui si possono includere i tracciati fluviali del Seveso e del suo affluente Certesa/Tarò unendo i territori in un ambito unico. 
 
 

Federica Gorini ha portato il suo contributo quale appartenente al CdA del GruBria, illustrando la configurazione del Grugnotorto-Villoresi-Brianza Centrale, la recente volontà e gli atti con cui il GruBria ha chiesto la trasformazione in Parco Regionale, auspicando un'unione con il Bosco delle Querce, già coperto della tutela regionale.
Ha evidenziato i passaggi istituzionali avviati e quelli programmati, ribadendo la volontà di proseguire nel cammino verso il Parco Regionale Fluviale e Territoriale.

Salvatore Scebba, per gli Amici del Parco Nord e il Laboratorio Parco Valle del Seveso, ha presentato la Petizione a supporto della richiesta di Parco e ha illustrato gli obiettivi e il ruolo fondamentale del coinvolgimento dei cittadini affinchè questa idea si realizzi.

NOTE STONATE DALL'AMMINISTRAZIONE DI SEVESO
Sicuramente stimolati dall'attività dei gruppi e delle associazioni che in numero cospicuo e convinto propongono e appoggiano l'istanza del Parco Fluviale e Territoriale del Seveso, l'amministrazione sevesina di Alessia Borroni, con la maggioranza che la sostiene (F.I, F.d.I, Lega, Viviamo Seveso) ha pensato bene di rilasciare, nello stesso giorno dell'iniziativa a Meda, una nota dove scrivono e vagheggiano di "Svendita del territorio".
Una comunicazione miope dove la maggioranza sevesina esprime "il proprio non interesse alla proposta di costituzione del "Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso", con un richiamo, che sa di fini propagandistici, a ciò che si prospetta per le "celebrazioni" del 50° anniversario del disastro diossina (nel 2026) e all'"arrivo di ingenti risorse" pari a 9 Mln di euro che sono poi una fantasiosa sommatoria in cui la maggioranza politica sevesina  ha inserito di tutto, compresi stanziamenti su altri capitoli che con l'ampliamento o l'attività del BdQ non hanno nulla a che fare e che comunque non si perderebbero.
Una nota che denota un travisamento della realtà.

I gruppi ambientalisti del territorio (Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura) sono i primi a volere che la Specificità, il Significato e la Memoria che il Bosco delle Querce riveste, indissolubilmente legato al disastro Diossina dell'ICMESA (gruppo Givaudan-La Roche), non si perda e venga continuamente rinnovata. 
Siamo stati, siamo e saremo impegnati affinchè le attività che nel Bosco vengono svolte, siano compatibili con il polmone verde. Un Bosco dove le associazioni e i gruppi ambientalisti hanno organizzato e promosso per primi, aderendo al progetto "INSIEME PER IL BOSCO", un lavoro collegiale di Significato e Memoria che deve continuare.
Il Bosco delle Querce non perderebbe la sua specificità se si aggrega al GruBria, considerando oltretutto che la sua gestione e i fondi dedicati, rimarrebbero comunque in capo, così come ora, alla struttura locale per interventi e progettualità.
Questa possibilità Borroni e la sua maggioranza  la conoscono bene essendo state coinvolte in diversi incontri anche istituzionali. 
Sarebbe quindi apprezzabile un diverso atteggiamento, differente dalla chiusura e dalla gratuita contrapposizione denigratoria nei confronti di chi da anni sta dando anima e cuore alla cura del territorio. 
Tanto più che il Bosco delle Querce è di Seveso e Meda, e la posizione più aperta e di disponibilità espressa dall'Amministrazione di Meda dovrà essere presa in esame e soppesata.
Quello della coalizione politica che esprime l'amministrazione sevesina è una posizione errata con considerazioni per nulla attinenti alla realtà.
 
RASSEGNA STAMPA:

 

Aggiornamenti:

Il Laboratorio del Seveso ha scritto una lettera aperta alla sindaca di Seveso Alessia Borroni che si è espressa, con la sua maggioranza, contro la costituzione del Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso.

 


sabato 7 giugno 2025

A MEDA SINISTRA E AMBIENTE-IMPULSI, PD E MEDAPERTA PRESENTANO SUGGERIMENTI E PROPOSTE PER LA VARIANTE AL PGT

A Meda, la maggioranza di Santambrogio ha avviato il percorso di Variante al PGT. 
Dopo la Conferenza di VAS tenutasi il 26-5-025, è stato possibile presentare suggerimenti e proposte.
La Variante al PGT interviene su aspetti importanti per la pianificazione urbanistica della città. 
La Variante punta molto sulla Rigenerazione Urbana, identificando 4 livelli di possibili interventi dove verranno applicate una serie di facilitazioni per chi se ne farà carico.
  • Livello 1 riguardante gli Ambiti di Rigenerazione nel nucleo di antica formazione individuato dal Piano delle Regole e rappresentato nella Carta delle previsioni di Piano, per il quale è demandata al Piano delle Regole la definizione della disciplina di intervento;
  • Livello 2 per gli Ambiti di Rigenerazione Territoriale e Urbana (ART e ARU) individuati nel Documento di Piano con disposizioni generali e specifiche precisate nelle “Schede di orientamento e promozione degli Ambiti di Rigenerazione urbana e territoriale” allegate ai Criteri tecnici di Attuazione. Nel Livello 2 sono considerati l'ART1 composto dalle fornaci di via S. Maria accorpate con lo stadio comunale di via Busnelli e l'ART2 di via Conciliazione, prospicente agli Orti Condivisi, con passate attività di lavorazione di inerti.
  • Livello 3 per i Comparti di Rigenerazione Urbana (CRU) da individuare e disciplinare nel Piano delle Regole, in ragione della collocazione e della dimensione dei comparti stessi. Comprende quelli che erano gli ambiti di trasformazione del precedente PGT non realizzati.
  • Livello 4 per i casi non individuati dagli elaborati del Piano con la possibilità di accedere alle incentivazioni per la rigenerazione di aree ed immobili sulla base di istanze dei privati proprietari seguendo le disposizioni dettate dal Piano delle Regole.
Gli Ambiti di Rigenerazione
Quello degli ambiti di Rigenerazione con le connesse facilitazioni applicate e definite nelle Norme Tecniche di Attuazione e nel Piano delle Regole è e sarà un capitolo delicato e da seguire con attenzione, proponendo osservazioni mirate rispetto al consentito per evitare che vi siano stravolgimenti del tessuto urbano con abbattimanti impropri (permessi anche nel centro storico) e aumenti di volumetrie eccessivi o incompatibili con l'omogeneità del comparto oggetto del piano di rigenerazione.
Nei documenti della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) propedeutica alla Variante al PGT è richiamato anche il Masterplan strategico paesaggistico-ambientale e le linee guida per il sistema del verde della città, come strumento propedeutico alla partecipazione a bandi di finanziamento e alle attività di pianificazione urbanistica comunale.
Il Masterplan propone uno schema progettuale fondato su “4 fiumi verdi e una soglia blu” ove verranno concentrate le iniziative di qualificazione e rinverdimento lungo 4 tracciati che scendono a valle dalla collina intersecandosi con il quinto elemento (la “soglia blu”) costituito dal torrente Tarò/Certesa. 
Per ciascuno dei “4 fiumi” sono identificate strategie generali di intervento e ipotesi con progettualità pubbliche e private orientate alla riqualificazione del territorio comunale.
Per alcuni di questi interventi, l'amministrazione prevede di utilizzare i fondi della Prescrizione 51 del CIPESS di Pedemontana.  
Nel merito, si è ancora in attesa di una formalizzazione su quanto recepito.
 
I suggerimenti protocollati il 3-6-2025 da Sinistra e Ambiente-Impulsi, Partito Democratico e Medaperta sono evidentemente di carattere generale e riguardano alcuni aspetti della Variante richiamati durante la conferenza di VAS.
Nella fase di adozione, entreremo più nel dettaglio con osservazioni più puntuali.
 
 


lunedì 2 giugno 2025

LA MEMORIA CONDIVISA SUI CRIMINI AMBIENTALI: LA DIOSSINA DELL'ICMESA-GIVAUDAN-LA ROCHE E L'ISOCIANATO DI METILE DELL'UNION CARBIDE DI BHOPAL

Una serata coinvolgente quella dell'incontro del 29-5-025 "Seveso (ma anche Meda ndr) incontra Bophal" organizzata da "INSIEME PER IL BOSCO" sigla sotto la quale lavorano associazioni e gruppi di Seveso e Meda, coordinate da FARE.
I testimoni, i gruppi, le associazioni, le persone che hanno vissuto o che operano laddove sono avvenuti due disastri ambientali, quello della Diossina dell'ICMESA di Meda sparsa sul territorio di più Comuni e quello dell'Isocianato di Metile di Bhopal, hanno dialogato intensamente affinchè la Memoria si rinnovi e non si dimentichino quelli che sono stati due crimini attuati nel nome del profitto.
Due Paesi lontani 6500 km ma con sofferenze comuni come ricordato anche da Elena Colombo, presente al tavolo dei relatori.
Due tragedie accumunate dalla ingiustificabile volontà di profitto a discapito dell'attenzione alla salute e alla sicurezza trascurate e in assenza di adeguate norme di prevenzione e di dispositivi.

LA VIOLENZA DEL MODELLO DI SVILUPPO E LE SUE CONSEGUENZE
C'è una Violenza di un modello di sviluppo e di produzione chimica poco o per nulla attento alla sicurezza e alla salute di uomini, donne ed esseri viventi le cui conseguenze sono state pesantissime.
Una Violenza che è stata diretta ed immediata a Bhopal dove nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, nella fabbrica della multinazionale americana Union Carbide, la fuoriuscita nella forma gassosa dell'Isocianato di Metile (MIC), composto chimico molto instabile e pericoloso utilizzato per produrre il pesticida Sevin, ha provocato nell'immediato e nelle prime ore già migliaia di decessi e di avvelenamenti.
Una violenza più lenta, più subdola e diluita nel tempo a Meda, Seveso, Cesano Maderno e nei paesi vicini investiti il 10 luglio del 1976 dalla nube tossica dell'ICMESA di Meda, azienda chimica del gruppo Givaudan-La Roche produceva il triclorofenolo da cui si generò la tetraclorodibenzoparadiossina (TCDD), un composto chimico altamente tossico e nocivo.
Una violenza lenta, dove non vi sono stati morti nell'immediato ma dove nel corso degli anni tra la popolazione delle aree contaminate si sono registrati picchi per alcuni tipi di tumore e per malattie cardiovascolari e leucemie con conseguenze anche nefaste.

LA GIUSTIZIA MANCATA. 
Per la fuoriuscita della Diossina, i processi civili alla Givaudan-La Roche furono risolti per via bonaria con risarcimenti economici individuali (200 miliardi di lire), ai Comuni e alla Regione Lombardia Regione Lombardia (103 miliardi di lire) e ciò permise di escludere dai procedimenti giudiziari il gruppo dirigente della multinazionale. Per i procedimenti penali, dopo i tre gradi di giudizio, solo Herwig von Zwehl (direttore tecnico dell'ICMESA) e Jörg Sambeth (direttore tecnico del gruppo Givaudan) furono condannati rispettivamente a due anni di reclusione e a un anno e sei mesi. Le successive riflessioni di Sambeth lo condussero nel 2004 a pubblicare un libro di memorie, nel quale ammise che le condizioni di sicurezza dell’azienda di Meda erano precarie, che la dirigenza della Givaudan e della Roche non volle deliberatamente informare le autorità italiane sulla natura del tossico fuoruscito, pur avendone avuta immediata consapevolezza.

A Bhopal, l'amministratore delegato dell'Union Carbide, Warren Anderson, non si è mai presentato dinanzi alla corte che lo aveva accusato di omicidio né mai fu dato seguito alla richiesta di estradizione dagli Stati Uniti. Anderson è deceduto da latitante.
Per i risarcimenti fu raggiunto un accordo il 4 febbraio 1989. La Union Carbide pagò 470 milioni di dollari per i danni causati, a fronte di una richiesta iniziale di 3 miliardi di dollari.
Cifre ridicole a fronte della vera e propria ecatombe causata dalla multinazionele. La Dow Chemical che nel 2001 acquisto la Union Carbide ha sempre ritenuto che i risarcimenti erano pienamente sufficienti a compensare le responsabilità del disastro.

IL DOVERE DELLA MEMORIA
Il 29-5-025, con un pubblico interessato, due testimoni del crimine perpetrato dalla Union Carbide, Rachna Dhingra da anni impegnata nel Bhopal Group for Information and Action e International Campaign for Justice e Satinat Sarangi fondatore della clinica Sambhavna che offre cure gratuite alle vittime del disastro, ci hanno ricordato sia gli eventi temporali sia le letali conseguenze, illustrando il loro attuale impegno per supportare chi chiede la bonifica delle aree, migliori condizioni di vita nei quartieri colpiti sia per alleviare e curare malattie conseguenti a quel disastro.
Solo grazie agli attivisti, i quartieri attorno alla fabbrica hanno potuto accedere all'acqua potabile dopo 15 anni dal disastro, evitando l'utilizzo dei pozzi la cui acqua di falda è pesantemente contaminata.
Anche gli interventi per bonificare l'impianto ed il suo circondario da centinaia di tonnellate di rifiuti tossici si sono fermati per decenni, con il pericolo enorme di un lento avvelenamento per la popolazione già con danni al sistema nervoso, al fegato ed ai reni. 
A Bhopal casi di cancro ed altre malattie sono aumentati dopo il disastro e le generazioni successive continuano a soffrire per gli effetti sul sistema respiratorio,sul patrimonio genetico e endocrino riproduttivo.
La rimozione delle scorie tossiche residue è stato completato solo nel 2025 ma il suolo e la falda risultano pesantemente contaminate.

La Storia di quanto avvenuto nel 1976 e nel 1984, le azioni e le strategie industriali della Givaudan-La Roche e della Union Carbide precedenti e successive ai due eventi meritano quindi, come sottolineato dagli interventi dei presenti, di essere giudicati non come "incidenti" casuali e non prevedibili bensì come crimini compiuti nel nome del profitto.

Come ha ribadito il dott Sergio Astori,  di queste tragedie e delle responsabilità "SI DEVE PARLARE FINCHÉ ESISTONO TESTIMONI CHE SENTONO IL DIRITTO - DOVERE DI FARE MEMORIA" .  

Sotto, l' intervento di chiusura della serata curato dal dott. Sergio Astori.


mercoledì 28 maggio 2025

LA TRASPARENZA OPACA DI PEDEMONTANA

Il Tavolo Permanente sulla Bonifica da Diossina sulla tratta B2 di Pedemontana è stato chiesto ed ottenuto da Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio, Comitato Ambiente Bovisio, Cittadini per Lentate.
Ha cominciato a riunirsi e ad operare il 9 luglio 2024 e al suo interno i gruppi ambientalisti e le liste civiche hanno sempre agito in totale autonomia e indipendenza, sempre rimarcando un giudizio di inutilità e di insostenibilità dell'infrastruttura autostradale Pedemontana Lombarda.
I sopracitati gruppi si sono assunti anche il compito di una corretta ed efficace informazione alla cittadinanza con dettagliate pubblicazioni su questo blog, con momenti pubblici dedicati quali quelli tenutosi a Seveso il 18-10-024 e a Meda il 16-4-025 dove sono state divulgate le informazioni ricevute e trattate durante le sedute del Tavolo di Bonifica e si è illustrato il proprio agire e le proprie valutazioni di merito.

Purtroppo, al Tavolo Permanente di Bonifica, ultimamente c'è da registrare un atteggiamento da parte della soc Autostrada Pedemontana Lombarda poco propenso a condividere con i gruppi ambientalisti e le liste civiche le documentazioni da questi richieste.

Già nel febbraio 2025, gli incaricati alla bonifica avevano datodopo un mese e dopo un sollecitoun riscontro tardivo e poco soddisfacente rispetto alle puntuali osservazioni dei gruppi che evidenziavano alcune incongruenze e preoccupazioni. 

Riunione del Tavolo Permanente

All'oggi, la situazione si ripete e ambientalisti e liste civiche hanno inoltrato un nuovo sollecito per ottenere rispondenza all'ultima nota, letta durante l'incontro del Tavolo Permanente del 16-4-025 e successivamente inviata il 18-4-2025 a mezzo PEC.
Una nota dove si chiede copia delle analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco, della classificazione del terreno contaminato quale rifiuto, del Piano degli Smaltimenti con i luoghi d’invio nonché di documenti riguardanti il Piano Operativo di Sicurezza dei cantieri di bonifica attivi.
Nonostante sia trascorso più di un mese, nessun documento tra quelli richiesti ci è pervenuto né tantomeno hanno ricevuto considerazione i chiarimenti di dettaglio anch’essi presenti nella nota.

La necessità di inoltrare nuovamente un sollecito ci fa prendere atto che la soc Autostrada Pedemontana Lombarda si comporta in dissonanza dalla più volte declamata volontà di trasparenza sulla bonifica da diossina.
Non rispondere alle puntuali richieste documentali, non è certamente in linea con gli intendimenti iniziali del Tavolo Permanente. 
Peraltro i documenti sono necessari per verificare la conformità dell'avanzare dell'attività sui lotti di bonifica, dove su alcuni di essi il terreno è già stato classificato come rifiuto, asportato e trasferito in luogo di stoccaggio.

Per essere credibili, alle dichiarazioni devono seguire pratiche coerenti, anche nei confronti dei gruppi ambientalisti e delle liste civiche che con un approccio e un giudizio legittimamente critico, da anni si occupano dell’impatto dell’infrastruttura autostradale sul territorio e proprio in nome di questo agire hanno chiesto l’istituzione del Tavolo Permanente sui Lavori di Bonifica.
Tavolo da noi voluto non come organismo di pura immagine, ma come assise dove ci siamo assunti responsabilmente un ruolo per monitorare gli interventi di bonifica e conseguentemente relazionare, con massima esaustività e tempestività alla collettività e alla cittadinanza attuando di fatto un servizio con un  trasferimento di informazioni in tempo reale.

Sotto il comunicato inviato ai media.

COMUNICATO STAMPA

Monza e Brianza 26 maggio2025

PEDEMONTANA: SERVE PIU’ TRASPARENZA SULLA BONIFICA DA DIOSSINA

Le Associazioni, i gruppi ambientalisti, le liste civiche delle tratte B2 e C chiedono più informazioni.

Mentre gli interventi per la Bonifica da Diossina sulla tratta B2 di Pedemontana vanno avanti, i gruppi ambientalisti e le liste civiche presenti al Tavolo Permanente tornano a sollecitare le soc. Autostrada Pedemontana Lombarda e Pedelombarda Nuova affinchè le stesse diano riscontro alle richieste documentali inoltrate.
Ambientalisti e liste civiche avevano in precedenza formalizzato delle istanze nel febbraio 2025, con puntuali osservazioni che rimarcavano incongruenze e preoccupazioni. In tale occasione sono state tardive e poco soddisfacenti le risposte di Pedemontana.

Recentemente, durante l’incontro del Tavolo Permanente della Bonifica tenutosi il 16-4-025 gli stessi gruppi, con una nota letta e successivamente inoltrata via PEC il 18-4-2025, hanno esplicitato una serie di considerazioni e fatta formale richiesta delle analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco, della classificazione del terreno contaminato quale rifiuto, del Piano degli Smaltimenti con i luoghi d’invio nonché il Piano Operativo di Sicurezza dei cantieri di bonifica operativi.

A distanza di più di un mese, questi documenti non ci sono ancora pervenuti né tantomeno sono stati considerati i chiarimenti di dettaglio anch’essi presenti nella nota.

Il Tavolo Permanente è stato istituito come buona prassi per una facilitazione della connessione con il territorio sulla bonifica da diossina. Bonifica che avviene in un contesto particolarmente sensibile per il danno ambientale che cinquant’anni fa travolse le nostre comunità.

Richiamiamo la necessità di trasparenza e informazione costante sull’iter della bonifica da diossina e riteniamo pertanto non in linea con gli intendimenti del Tavolo Permanente il non metterci a conoscenza, in tempo reale, di dati e documenti importanti, anche in considerazione del fatto che nel frattempo l’attività sui lotti di bonifica avanza e che su alcuni di essi il terreno è già stato classificato come rifiuto, asportato e trasferito in luogo di stoccaggio.

Il Tavolo Permanente sui Lavori di Bonifica, in tutte le sue componenti, deve responsabilmente assumersi il ruolo di informare esaustivamente e con tempestività la collettività e la cittadinanza.

Le Associazioni,
i gruppi ambientalisti,
le liste civiche delle tratte B2

Sinistra e Ambiente- Impulsi Meda, 
Seveso Futura,
Legambiente Seveso circolo Laura Conti, 
Passione Civica per Cesano Maderno, 
Lista Civica Altra Bovisio Masciago,
Comitato Ambiente Bovisio Masciago, 
Cittadini per Lentate.
Rassegna Stampa: