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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare

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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

lunedì 13 ottobre 2025

OSSERVAZIONI ALLA VARIANTE AL PGT MEDESE CHE É POCO CALIBRATA RISPETTO AD UN TERRITORIO FRAGILE E PESANTEMENTE ANTROPIZZATO.

Il 3 luglio scorso il Consiglio Comunale adottava la Variante Generale al PGT vigente.
Ne avevamo scritto su:  SINISTRA E AMBIENTE-IMPULSI SULL'ADOZIONE DELLA VARIANTE AL PGT DI MEDA.
Precedentemente all'adozione, Sinistra e Ambiente insieme con il Partito Democratico e alla lista MedaAperta, quali componenti della coalizione che ha sostenuto nel 2022 Marcello Proserpio alla candidatura di sindaco, avevano presentato una serie di suggerimenti durante la fase di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Suggerimenti che non sono stati tenuti in debita considerazione da parte degli estensori del PGT e dalla maggioranza di Santambrogio che ha confermato i contenuti delle documentazioni e le ha portate in Consiglio Comunale per l'adozione.
Sono rimaste quindi immutate le nostre preoccupazioni e le nostre contrarietà rispetto ad una serie di contenuti della Variante al PGT che punta quasi esclusivamente sulla "Rigenerazione Urbana"e per questo, dopo l'adozione ed entro i termini previsti abbiamo presentato, con PD e MedaAperta, una corposa serie di puntuali osservazioni.
Questa Variante non affronta il tema di politiche abitative adeguate alle necessità dei residenti.
Mancano infatti interventi di edilizia residenziale pubblica e sociale e non si prevedono, nei vari ambiti e comparti di rigenerazione urbana, quote maggioritarie di alloggi con prezzi di vendita e canoni di locazione concordati e/o calmierati. 
Occorre poi soffermarsi sul rischio di stravolgimento del centro storico dove saranno ammessi interventi di demolizione e ricostruzione con aumenti di volume, modificando pure sagome e sedime degli edifici, consentendo un'alterazione dell’esistente e del tessuto sociale.

Gli interventi consentiti nel nucleo di antica formazione

Gli interventi potrebbero essere architettonicamente difformi dall'attuale consolidato con modifica della cortina storica e saranno con ogni probabilità, in quanto nuovi e moderni, accessibili alla sola fascia demografica più benestante. 
Abbiamo posto la questione che la sola ristrutturazione, laddove possibile, diversamente salva le case, garantisce un’edilizia più equa mantenendo stabili i prezzi, stimola i mercati locali, sostiene gli studi di architettura e le imprese edili che sono nella stragrande maggioranza piccoli e medi, risparmia CO2, energia e rifiuti preservando ciò che esiste, valorizza i ricordi e la storia della comunità. 
Nelle osservazioni abbiamo evidenziato che alcuni contenuti di questa variante sono rischiosi perché premiano la distorsione di una rigenerazione urbana spinta con le massime premialità consentite dalla legge regionale n. 18 del 26 novembre 2019 , alleggerendo i proponenti dalla responsabilità di restituzione della parte che interessa la comunità.

 

Una rigenerazione che non include gli aspetti sociali, culturali e la necessità di accompagnarla con cessioni per robuste porzioni di verde urbano.
Il semplice e solo recupero di edifici non sarebbe certo diverso dalla ben conosciuta riqualificazione per operazioni di valorizzazione immobiliare, con la differenza che interventi di demolizione e ricostruzione con nuovi sedime, sagoma e destinazione funzionale sono classificati come "rigenerazione" con significative premialità e non come ristrutturazioni edilizie.
Premialità che oltre agli aumenti volumetrici contemplano e consentono anche la riduzione dei "contributi di edificazione" necessari per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e servizi pubblici che, in caso di nuova costruzione, sarebbero invece stati richiesti integralmente.

L’alluvione di lunedì 22 settembre che con l'esondazione del Tarò, gonfiato anche dalle dalle piene dei corsi d'acqua del reticolo idrico minore, ha messo in ginocchio Meda, ci obbliga ad ulteriori interrogazioni e riflessioni. 
Questo evento disastroso, unitamente a quelli degli anni precedenti, dà evidenza che i fenomeni metereologici violenti crescono in frequenza e con tempi sempre più ravvicinati e avvengono laddove nè il residuale suolo libero nè tantomeno la rete fognaria, non diversificata tra acque nere e bianche,  riescono ad intercettare le acque meteorologiche in accumulo, provenienti anche dalle aree collinari da cui scendono copiose. 
La piastra di cemento e asfalto che occupa la pianura dove l'antropizzazione è pressochè totale non lascia via di scampo poichè qualsivoglia area di possibile e naturale esondazione è urbanizzata.
Gli stessi aggiornamenti della componente geologica, idrogeologica e sismica, che integrano la Variante, sono stati premonitrici. 
Avvertono della fragilità di molte zone classificate a rischio molto elevato (R4) del territorio della nostra città che, per le frequenti e più abbondanti piogge, dovute ai cambiamenti climatici, le rende particolarmente vulnerabili a fenomeni come le alluvioni. 
Confidiamo che la discussione sia più ampia possibile e non unicamente centrata su quali interventi tecnici attuare che contemplino solo le vasche di laminazione che ormai ogni comune presente sull'asta del Tarò e del Seveso invoca.
Vasche quali costosi catini di cemento che consumano aree libere preziose. 
La loro localizzazione andrebbe valutata prendendo in considerazione le aree dismesse e qualora prevista in aree golenali, andrebbe rivista la loro configurazione orientandola ad un inserimento naturalistico.
Importante individuare le aree dove intervenire anche con azioni di  deimpermeabilizzazione del suolo.

Non compete al PGT occuparsi di questi interventi che risultano invece contemplati nel Piano d'Azione 2024 del Contratto di Fiume. 
Tuttavia al PGT e alla sua variante spetterebbe il compito di innescare e indirizzare un'inversione di tendenza rivedendo le previsioni di un modello di sviluppo divenuto, da tempo, insostenibile
Non è più possibile continuare pianificare supponendo e spingendo per una crescita urbanistica continua quando demografia e edifici vuoti indicano una realtà in costante decrescita.
I numeri presenti nei documenti della variante certificano infatti che sia il trend demografico sia quello delle attività produttive risulta sostanzialmente stabile.
Si consideri che a Meda esistono 2.069 abitazioni non occupate (Censimento Istat al 31/12/2021) su 11.994 complessive (17% - percentuale molto superiore rispetto alla media provinciale).
Serve dunque costruire meno, dimezzando le quote residenziali previste per l’ATR 2, e i CRU1 - CRU2 - CRU3 – CRU4, e che i circa 6500 mq liberi del lotto in via San Giorgio venga destinato a verde pubblico.
Occorre tutelare in tutti i modi gli spazi liberi, le aree verdi e agricole che sono anche preziosi per le capacità drenanti e va arrestato il consumo di suolo invertendo la prassi. 
Per questo nelle osservazioni abbiamo chiesto l'inserimento dell'ampliamento del Parco Regionale Groane-Brughiera con l'aggregazione della superficie prossima a via Angeli Custodi, già oggetto della Compensazione Ambientale PL 24 "Valle dei Mulini" e di inserire le aree agricole di Meda Sud nel perimetro del PLIS GruBria con l’ingresso di Meda nell’Ente Parco. 
Si acquisiscano definitivamente al patrimonio pubblico i prati stabili rimasti in via Indipendenza e in via Trieste su cui realizzare un Bosco in Città e si riqualifichino le annesse vie di scorrimento con viali alberati e con ciclabili.
Ovviamente queste azioni non sono esaustive ma costituirebbero un segnale di cambiamento per una città fortemente urbanizzata. 
Sinistra e Ambiente-Impulsi sostiene la proposta per la creazione di un Parco Fluviale e Territoriale del Seveso (incluso il sottobacino del Tarò) poichè la tutela dei residui spazi spondali e dei territori prospicenti è misura di prevenzione e riduzione del rischio idraulico

Le Osservazioni di Sinistra e Ambiente-Impulsi, PD e MedaAperta alla Variante al PGT di Meda.

mercoledì 8 ottobre 2025

AMPLIAMENTO DEL BOSCO DELLE QUERCE DI SEVESO E MEDA: QUALCOSA SI MUOVE

Il Bosco delle Querce con le aree considerate per il suo ampliamento

Il 6-10-025, alla Commissione Territorio di Seveso è stata presentato lo studio del PIM per l'ampliamento del Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda.
Un ampliamento che da anni i gruppi di Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda, Legambiente Seveso e Seveso Futura chiedono e che è stato oggetto di mozioni sia dell'opposizione sia della  maggioranza, approvate in entrambi i casi dal Consiglio Comunale sevesino.
Un ampliamento necessario anche per il disastro che il passaggio dell'autostrada Pedemontana Lombarda sta già causando spazzando via molti spazi verdi e distruggendo ecosistemi sulle tratte B2 e C.
La proposta dei gruppi ambientalisti per un ampliamento considera sia le superfici ad ovest prossime alle vie Masciadri e Redipuglia dove è altresì localizzata una Compensazione Ambientale di Pedemontana (Progetto Locale 18) sia quelle ad est sulle aree libere prospicenti via della Roggia e via dei Vignee.

LE AREE DI AMPLIAMENTO
Il Documento d' Indirizzo e il Master Plan con la varia cartografia e documentazione tecnica presentata dal  PIM e da  da noi attentamente analizzata, recepisce le istanze, purtroppo escludendo dall'aggregazione al Bosco delle Querce (BdQ) le superfici che verranno occupate dall'autostrada Pedemontana Lombarda con la viabilità accessoria e con la vasca di laminazione.
Vasca di laminazione che si configura costruita con criteri prettamente ingegneristici come un bacino in cemento chiuso ed inaccessibile. 
L'ampliamento contemplato nello studio del PIM ha una superficie totale pari a 169.4400 mq.
Sottraendo i 2 ettari che andranno persi per il passaggio dell'autostrada Pedemontana Lombarda in quanto sbancati e disboscati con il taglio di più di 3200 alberi, con l'ampliamento il Bosco passerebbe dagli attuali 43 ettari a circa 58 ettari.

L'ampliamento includerà:

  • aree 1 e 2 individuate dal PGT vigente (art 34) e destinate alle Compensazioni Ambientali di Pedemontana (Progetto Locale 18)
  • aree 3 e 4 individuate dal PGT vigente (art 53) come Parchi e Giardini
  • area 5 individuata dal PGT vigente (art 33) come Spazio Aperto di Compensazione ecologica-ambientale 
  • aree 6 e 7 destinate all'attività agricola di interesse strategico dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP art. 6).

LE RISORSE UTILIZZATE
La cifra definita per le Compensazioni Ambientali pari a 1,78 mln sarà utilizzata per l'acquisizione dei terreni. 
In questa cifra confluisce anche la quota della Compensazione Ambientale del Progetto Locale 19 poichè quest'area risulta interessata dal (per ora ipotetico) potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria della linea Saronno-Carnate.
In merito all'acquisizione dei terreni a mezzo di esproprio anche bonario, è stata definita prioritaria una serie di aree ad est il cui valore verrà determinato previa loro analisi valutativa. Buona parte delle aree a ovest sono invece già di proprietà comunale.
Altre superfici che non verranno al momento acquisite saranno comunque comprese nel perimetro a tutela regionale e sottoposte alla sua disciplina.
L'indennizzo per il cambio di destinazione d'uso e il disboscamento dei due ettari del BdQ, pari a 910.000 euro verrà utilizzato per creare nuovi ambienti con interventi sulle aree vegetative e quelle prative secondo un piano particolareggiato che andrà definito nei dettagli.

GLI INTERVENTI AMBIENTALI
Il Master Plan identifica azioni di messa a dimora di alberi e di arbusti per la creazione di nuovi ambiti boscati e/o il miglioramento di quelli esistenti, l'attenzione e il consolidamento dei prati, la creazione di piccole zone umide.

LA FRUIZIONE
Un capitolo a parte è quello dedicato alla fruizione.
Il Masterplan indica quali elementi per la fruizione le infrastrutture leggere e i percorsi tematici con sentieri naturalistici e pannelli didattici, i luoghi di osservazione faunistica, gli spazi di sosta e contemplazione, i percorsi sensoriali ed olfattivi, le strutture didattiche all'aperto, i percorsi fitneess e le aree giochi.
Per parte nostra, sulla fruizione andrà posta attenzione affinchè gli interventi non siano incompatibili con le finalità naturalistiche, invasivi e portatori di nuova antropizzazione. 
 
IL PONTE VERDE DI COLLEGAMENTO
La localizzazione del "Ponte Verde
Il "Ponte Verde" previsto nello studio PIM è localizzato in corrispondenza dell'attuale cavalcavia chiuso di via dei Vignee a Seveso. Ha una larghezza risibile pari a 10 mt e non può certo costituire un significativo corridoio faunistico di connessione.
La sua progettazione sarà in carico all soc. Autostrada Pedemontana lombarda e per la sua costruzione si utilizzeranno le risorse assegnate al Comune di Seveso con la prescrizione 51 della delibera 97/2009 del CIPESS (60 milioni da suddividere tra i Comuni della B2).

L'ITER
Dopo il passaggio illustrativo in Commissione Territorio, lo studio, composto dal Documento di Indirizzo e dal Masterplan, dovrà passare alla valutazione ed approvazione della giunta e del Consiglio Comunale di Seveso cui seguirà il passaggio nel Consiglio Comunale di Meda per avviare successivamente l'iter procedurale in Regione Lombardia ove sarà necessaria una legge che recepisca l'ampliamento anche modificando lo stato da Parco Naturale a Parco Regionale.
Il Parco, con la sua nuova configurazione, dovrà poi dotarsi di un Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) di cui è attualmente sprovvisto, che dovrà essere approvato con delibera di giunta regionale.
Tutto ciò senza perdere di vista la Memoria che il BdQ riveste e l'attività importante di quei gruppi e associazioni che la rinnovano accompagnandola con attività di educazione ambientale. 

LE NOSTRE PRIME OSSERVAZIONI E VALUTAZIONI

SULLE AREE DI AMPLIAMENTO
Positivo che si sia contemplata la possibilità d'estensione sia a est lungo via della Roggia che a ovest sulla fascia fluviale del Tarò/Certesa. 
Durante l'incontro di Commissione, il gruppo Seveso Futura ha tuttavia evidenziato il mancato inserimento di una superficie all'inizio di via dei Vignee laddove è presente lo scheletro di un edificio incompleto. Poco comprensibili e molto vaghe le risposte.
Si chiederà di considerare anche questo lotto che completerebbe la porzione di aree prossime a via dei Vignee da inserire nell'ampliamento.

SUL PONTE VERDE
Il suo calibro e la sua larghezza non appare sufficiente a dare una robusta continuità tra le aree dell'attuale Bosco delle Querce e quelle d'espansione in via della Roggia, consentendo un mero e risicato accesso ciclopedonale o per piccoli mezzi atti ad interventi manutentivi.
Al proposito l'intervento della sindaca Borroni, presente all'incontro, ha mostrato quanto poco decisa sia stata l'interlocuzione dell'amministrazione con Pedemontana nel chiedere l'avanzamento del tratto coperto della galleria artificiale "Seveso" della Pedemontana (che nel progetto definitivo aggiornato termina all'altezza di via Redipuglia), avanzamento che avrebbe dato la possibilità di creare continuità superando la frattura esistente per la presenza della superstrada nonchè futura autostrada.

SULLA VASCA DI LAMINAZIONE DI PEDEMONTANA
La presenza della vasca di laminazione e della viabilità complementare di Pedemontana riduce significativamente le aree libere di possibile inclusione al Bosco delle Querce.
Le sollecitazioni degli ambientalisti all'amministrazione affinche quest'ultima si facesse promotrice della ricerca di una soluzione differente da un brutale manufatto in grigio cemento e per un opera idraulica compatibile ed inserita nell'ambiente non è stata accolta con la dovuta e necessaria convinzione.
Il risultato sarà un ampio catino con fondo e sponde cementate, spesso vuoto, dove saltuariamente verranno raccolte le acque provenienti dall'autostrada. 
Una struttura i cui materiali costituenti impediranno qualsivoglia forma di vita e che non sarà parte dell'habitat su cui si vorrebbe intervenire per creare naturalità. 
Ben poco potranno fare semplici filari schermanti.

SULL'IMPORTANZA DI ESSERCI
La nostra attività che da anni si occupa di ambiente e il territorio con uno sguardo sovraccomunale si è presto dovuta occupare anche delle Compensazioni Ambientali della Pedemontana. 
Interventi che non leniranno nè equilibreranno il danno fatto e che si farà ma che vanno seguiti con la dovuta attenzione per evitare che vengano snaturati.
La difficile situazione in cui si viene a trovare il Bosco delle Querce che perderà 2 ettari e 3200 alberi per ampliare il sedime dell'attuale superstrada e trasformarla in autostrada Pedemontana ci ha portato a chiedere con forza sia la conferma della Compensazione Ambientale PL18 che l'apliamento del Bosco.
I primi passi della procedura per concretizzare l'ampliamento ci vede già come attenti protagonisti che individuano e promuovono un futuro accorpamento con il PLIS GruBria e la successiva nascita del Parco Fluviale e Territoriale del Seveso.

Per cercare di conservare le poche aree libere che restano in Brianza serve avere una strategia e una visione ampia.

mercoledì 1 ottobre 2025

IL 4-10-025 ANCHE NOI SAREMO A MONZA PERCHE' PEDEMONTANA FA MALE !

Il 4 ottobre 2025 a Monza, con concentramento alle 15.00 ai giardini della stazione in via Arosio si terrà una manifestazione per mostrare la contrarietà della Brianza alla realizzazione dell'autostrada Pedemontana Lombarda.
A questa manifestazione parteciperanno Legambiente Lombardia, Circolo Gaia Legambiente Usmate Velate, Circolo Laura Conti Legambiente Seveso, GAS Vitale, Prospettiva Civica Arcore, Associazione Colli Briantei, Sinistra e Ambiente – Impulsi Meda,  Seveso Futura, Cittadini per Lentate, Comitato No Pedemontana Arcore Camparada Lesmo Usmate Velate, ImmaginArcore, Altra Bovisio Masciago, Passione Civica per Cesano Maderno, Comitato Ambiente Bovisio Masciago,  tutti firmatari di un comune Manifesto che fissa le motivazioni della loro presenza.

L'Autostrada Pedemontana Lombarda, infrastruttura, calata dall'alto, prima con la legge Obiettivo e successivamente confluita nell'elenco delle "opere strategiche", è già in esercizio per le Tratte A e B1 e sono stati avviate le attività per le Tratte B2 e C mentre è ancora sospesa e priva di coperture economiche la Tratta D, sostituita peraltro con il progetto "D breve" da Vimercate ad Agrate ancora in attesa del pronunciamento della Commissione VIA.
Come è noto, la soc. APL ha ricevuto la prima tranche del prestito concordato con la Banca Europea degli Investimenti (BEI) e la Cassa Depositi e Prestiti, sia per rimborsare il precedente prestito ponte bis sia per far partire le attività per le tratte B2 e C.
La cifra ottenuta non copre integralmente l’intero ammontare di 1 miliardo e 741 milioni di euro - al netto degli extracosti stimati in almeno il 30% - , necessario per il completamento dell'autostrada fino a Vimercate.
Con questo prestito, unitamente a quanto già nelle disponibilità di APL per un totale di 866 milioni di euro, sono stati avviati  i lavori della Bonifica da Diossina a Meda, Seveso e Cesano Maderno, della tangenzialina Meda-Seregno e cantieri operativi a Lesmo, Arcore (Bernate), Lissone, Macherio, Desio.

L'autostrada, da tempo è osteggiata da numerosi soggetti e fra di loro i gruppi ambientalisti e le liste civiche delle tratte B2 e C (comprendenti anche Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda) che hanno scelto di contrastare l'avanzare della Pedemontana anche entrando nel merito degli aspetti tecnici che la caratterizzano.

Quella del 4-10-025 a Monza sarà una manifestazione che raccoglierà chi ancora ritiene di poter arrestare i lavori per l'infrastruttura e chi invece lo pensa poco probabile, anche se ancora lo spera, e ha affiancato alla contrarietà un'azione specifica affinchè ai danni irreparabili già compiuti e che si compiranno non ci si rassegni e si tenti di agire per tentare di arginarli ed evitare chi siano ancora più pesanti.
Proprio in quanto oppositori di antica data e con argomenti validi, saremo quindi presenti perchè serve comunque ribadire la contrarietà a questa inutile ed impattante infrastruttura che non risolverà le criticità viabilistiche e che con costi esorbitanti si sta già divorando boschi, ecosistemi ed habitat naturali preziosissimi in una Brianza pesantemente antropizzata che guida la classifica di Consumo di Suolo tra le Province italiane.
La nostra è un'opposizione che contempla un'attenzione costante e contemporanea all'iter per identificare le possibili nostre azioni affinchè al disastro non si sommi un ulteriore disastro, frutto anche di mancati presidi ambientalisti su aspetti che meritano d'essere considerati e seguiti con impegno.

Per parte nostra ci stiamo spendendo avendo chiesto e ottenuto e ora partecipando al Tavolo sui Lavori di Bonifica da Diossina, laddove nonostante la difficoltà dovuta alla scarsa trasparenza di Pedemontana, monitoriamo gli interventi restituendo alla cittadinanza un'informazione puntuale fatta di incontri pubblici e di pubblicazione documentale accompagnata da adeguate nostre valutazioni.
Ci interessiamo delle Compensazioni Ambientali della B2 e della C che necessitano di fondi aggiuntivi, già chiestiin parte ottenuti in Regione Lombardia e che rischiano d'essere snaturate e non coerenti con i fini definiti nel Masterplan del 2009 laddove, correttamente, non erano  contemplati interventi per posteggi, rifacimenti piazze, attrezzature sportive e invece consentiti quelli per acquisizione aree libere, 
ingegneria ambientale, riforestazione, ricucitura e creazione di abitat naturali ed ecosistemi.
Ad Arcore, Lesmo, Camparada, Usmate Velate, su proposta ambientalista, le amministrazioni, con il Parco Regionale Valle Lambro stanno disegnando una Barriera Verde e stiamo supportando il progetto di una Dorsale Verde di Parchi che inizia dalla richiesta di costituire il Parco Fluviale e Territoriale del Seveso e quello della Brianza Est.

Sotto, il comunicato sui cui contenuti i gruppi ambientalisti e le liste civiche prenderanno parte alla Manifestazione di Monza del 4-10-025 perchè ....... PEDEMONTANA FA MALE !

 


sabato 27 settembre 2025

AD ARCORE GLI AMBIENTALISTI ILLUSTRANO IL LORO AGIRE E SI CONFRONTANO CON GLI AMMINISTRATORI PER RIDISEGNARE UN TERRITORIO CHE PEDEMONTANA STA GIÀ DEVASTANDO

Serata utile quella tenutasi as Arcore in Villa Borromeo il 25-9-025 con a tema PEDEMONTANA: RIDISEGNIAMO IL TERRITORIO COMPROMESSO. 
Il sindaco di Arcore, Maurizio Bono, ha raccolto la proposta di Circolo Gaia Legambiente Usmate Velate, Circolo Laura Conti Legambiente Seveso, Seveso Futura, Associazione Colli Briantei, GAS Vitale, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Altra Bovisio Masciago, Comitato No Pedemontana Arcore-Camparada-Lesmo-Usmate Velate, Cittadini per Lentate, Alternativa Verde Desio, Sinistra e Ambiente – Impulsi Meda, Passione Civica Cesano Maderno, ImmaginArcore e Prospettiva Civica Arcore promuovendo congiuntamente l'incontro pubblico.

Introduzione curata da Gemma Beretta del circolo Laura Conti di Legambiente Seveso che ha ricordato come i gruppi ambientalisti e le liste civiche presenti abbiano intrapreso da tempo un lavoro comune finalizzato a ridisegnare il territorio compromesso dalla Pedemontana, muovendosi lungo diverse direttrici, seppur consapevoli che nulla tornerà come prima e che la realizzazione dell'autostrada distrugge, ha già distrutto e distruggerà ambienti ed ecosistemi residui della Brianza.
Ha sottolineato che questo rapporto con le amministrazioni comunali disponibili è una prima ri-partenza, un tentativo di invertire la rotta rispetto alla direzione che prima la Legge Obiettivo - di ormai lontana memoria e successivamente il famigerato elenco delle "Opere Strategiche"  - ha imposto a tutta l'Italia con una progettazione calata dall'alto e con una forzata realizzazione a tappe (non importa finirle, importa iniziarle) delle cosiddette "grandi opere" lì pianificate. Infrastrutture che si impongono sui territori, incuranti della madre terra e di chi la conosce da vicino - le amministrazioni locali, la cittadinanza -, e così come scritto dal collettivo Wu Ming 1 in Un viaggio che non promettiamo breve. Venticinque anni di lotte No TAV ,"... il progetto di una "grande opera", prima ancora della sua messa in pratica, asserviva la politica locale e blindava l'informazione, restringeva l'orizzonte dei discorsi, aumentava il controllo sociale; e quando il progetto era messo in pratica, anche quando l'opera restava incompiuta, riconfigurava gli spazi, cambiava traiettorie e spostamenti, peggiorava la qualità della vita, sfilacciava il tessuto della convivenza".

É quello che vogliamo con determinazione cominciare a controvertire.

TRATTA C: LA BARRIERA VERDE
Il sindaco Bono ha messo al centro del suo intervento la soddisfazione di un lavoro con gli ambientalisti e l'avvio con i comuni di Arcore, Usmate Velate, Camparada, Lesmo e con il Parco Regionale Valle Lambro dell'iter per concretizzare gli interventi della proposta Barriera Verde.
Barriera Verde di cui Marco Monguzzi dell'Ass. Colli Briantei ha illustrato i contenuti, quale compensazione ambientale aggiuntiva, di cui presto si siglerà tra i soggetti interessati una Convenzione per la progettazione, volontà confermata anche nell'intervento dal Pres. del Parco Reg. Valle Lambro, Marco Ciceri che ha definito lungimiranti i 4 comuni che han fatto squadra su di una progettazione condivisa invece di presentare richieste isolate.
 

TRATTA B2: LA BONIFICA DA DIOSSINA
Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente - Impulsi di Meda ha illustrato il lavoro impegnativo degli ambientalisti e delle liste civiche della tratta B2 con la loro presenza al Tavolo sui lavori di Bonifica da Diossina. Un ruolo difficile ma importante, svolto con impegno e conoscenza e con l'obiettivo di monitorare gli interventi di decontaminazione e di informare costantemente la cittadinanza, superando anche gli ostacoli posti dalla soc. Autostrada Pedemontana Lombarda che pratica una trasparenza solo di facciata, negando nella pratica documentazione utile agli ambientalisti del Tavolo.

  

TRATTE B2 E C: LE COMPENSAZIONI AMBIENTALI
Sulle Compensazioni Ambientali, per conto di tutti i gruppi, Colombo ha chiesto ai sindaci di considerare la visione "di sistema" esplicitata nel Masterplan 2009 e che la loro realizzazione sia coerente con le finalità di utilizzo dei fondi per acquisizione aree libere, per interventi di ingegneria ambientale, riforestazione, di ricucitura ecologica e per creare habitat naturali ed ecosistemi e non per interventi frammentati o peggio ancora per posteggi, rifacimenti piazze, attrezzature sportive.

Sono stati illustrate Compensazioni Ambientali significative che sono state confermate e altre che invece sono a rischio per le scelte miopi di amministratori che hanno optato per soluzioni differenti, frazionate e sparse nei confini comunali e poco utili per creare sistemi ambientali. 
La richiesta ambientalista di creare un fondo integrativo per le Compensazioni Ambientali per aumentare i 30,5 Mln di euro attualmente nelle disponibilità di Pedemontana, è stata ripresa dai Consiglieri Regionali Onorio Rosati di AVS e Gigi Ponti del PD, presenti alla serata che hanno confermato lo stanziamento di 9 Mln di euro nel bilancio previsionale regionale del  2026 e l'impegno a cercare ulteriori risorse per incrementare questa cifra.
Anche per gli indennizzi per i disboscamenti si sta andando nella direzione auspicata di mantenerli per interventi in loco, laddove i disboscamenti sono stati effettuati. 
 

TRATTE B2 E C: LA DORSALE VERDE
Alberto Colombo (Sinistra e Ambiente Meda) e Isabella Sangalli (Circolo Gaia di Legambiente Usmate-Velate) hanno raccontato della proposta di una Dorsale Verde di Parchi che preservi ciò che rimane delle superfici libere in una Brianza dove il consumo di suolo è al 41% e dove l'urbanizzato e l'antropizzazione sono le caratteristiche prevalenti.

Due le proposte su cui si stanno spendendo gli ambientalisti affinchè la realizzazione della Pedemontana non sia il volano per ulteriori insediamenti in sua prossimità: IL PARCO FLUVIALE E TERRITORIALE DEL SEVESO e il PARCO REGIONALE DELLA BRIANZA EST. 

Il PARCO FLUVIALE E TERRITORIALE DEL SEVESO comprenderebbe a ovest le superfici del Bosco delle Querce di Seveso e Meda già con tutela regionale, del PLIS GruBria, del Parco Nord, unitamente alle aree spondali del fiume Seveso e del suo affluente Tarò (Certesa).

Il PARCO REGIONALE DELLA BRIANZA EST raggrupperebbe il PLIS del PA.NE. (Parco Agricolo Nord-Est), il PLIS dei Colli Briantei.

 

Massimo Stucchi del Comitato No Pedemontana Lesmo-Camparada-Arcore ha posto l'attenzione su di un'autostrada che in attesa del proseguimento con la tratta D (o D breve che sarà), terminerà a Vimercate,  riversando sul comprensorio un volume di traffico difficilmente sostenibile.

giovedì 18 settembre 2025

IL 25-9-025 AD ARCORE PER RIDISEGNARE IL TERRITORIO DISTRUTTO DA PEDEMONTANA


Il 25/9/2025 dalle ore 21.00, presso la Villa Borromeo di Arcore
, l'amministrazione di Arcore con il suo sindaco Maurizio Bono, in collaborazione con le associazioni, ai gruppi ambientalisti (tra cui Sinistra e Ambiente di Meda), ai comitati e alle liste civiche delle tratte B2 e C organizzano e promuovono un incontro pubblico per confrontarsi sulla Pedemontana Lombarda.

Con le attività e i lavori per la costruzione dell'impattante ed inutile autostrada ormai avviati, in particolare sulla Tratta C a Lissone, Macherio, Bernate (fraz di Arcore), Lesmo e con gli interventi di Bonifica da Diossina sulla tratta B2 in fase avanzata a Seveso e Cesano Maderno e prossimi all'avvio a Meda, il fronte ambientalista ritiene importante illustrare il suo ruolo di monitoraggio della Bonifica da Diossina, le proprie azioni sulle Compensazioni Ambientali, la necessità dell'impiego in loco della monetizzazione dei disboscamenti già effettuati, le proposte di Barriera e di Dorsale Verde nonchè verificare le prospettive di un'autostrada che, con la Tratta C, terminerà a Vimercate.

Lo farà in un momento pubblico in cui è importante il confronto con gli Amministratori e gli Enti locali per comprendere quali siano le azioni da essi messe in campo e per creare convergenze affinchè questo territorio, che subisce il pesante e distruttivo impatto dell'infrastruttura, cerchi almeno di garantirsi un corretto utilizzo dei fondi per interventi di ricostruzione ambientale.

Il comunicato dei gruppi ambientalisti, dei comitati e delle liste civiche delle tratte B2 e C di Pedemontana.

Sulla stampa:

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sabato 9 agosto 2025

A PROPOSITO DEL RUOLO DEL DELEGATO WWF LOMBARDIA AL TAVOLO PERMANENTE SUI LAVORI DI BONIFICA DA DIOSSINA

I gruppi ambientalisti e le liste civiche che hanno ottenuto e partecipano al Tavolo Permanente sulla Bonifica da Diossina sulla tratta B2 di Pedemontana hanno inviato il 25-7-025 una formale nota per chiedere agli altri soggetti del Tavolo ragguagli circa l'attività e il ruolo del delegato WWF Lombardia, autocandidatosi quale "supervisore" della bonifica senza alcun mandato da parte dei gruppi ambientalisti
Una nota resasi necessaria dopo una serie di post sui social del delegato WWF con contenuti imprecisi, fuorvianti e non aderenti alla realtà.(Vedi qui, qui, qui, e infine qui)
Una nota cui hanno dato successivamente riscontro il Direttore Tecnico di Pedemontana e la Direttrice di ARPA Lombardia dipartimento di Monza e Brianza su cui informano e commentano i gruppi allegando anche la nota precedentemente inoltrata.

 La nota scritta dai gruppi il 25-7-025


sabato 19 luglio 2025

IL COMUNICATO DI LEGAMBIENTE SEVESO SULLA VICENDA DEL FOSSO DEL RONCHETTO

Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda da tempo lavora congiuntamente con gli amici del Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso sulle tematiche ambientali che riguardano il nostro territorio.
Dal 1994, Legambiente Seveso gestiva e manunteneva con il WWF Insubria l'Oasi del Fosso del Ronchetto, un'area verde e boscata strappata alle miserie dell'uomo che l'aveva ridotta ad una discarica e che è stata restituita, con anni di lavoro volontario, alla sua originale naturalità ed è ora inserita nel Parco Regionale Groane-Brughiera.

Ora qualcosa è cambiato e per la gestione del Fosso del Ronchetto, assistiamo di fatto ad una rottura.

Nel comunicato, Legambiente Seveso prende le distanze dalle scelte attuate dal WWF Insubria e dal WWF regionale "che da tempo privilegia il rapporto con l’istituzione comunale piuttosto che la collaborazione orizzontale con le altre associazioni a partire dal partner storico Legambiente".

Sotto, il comunicato di Legambiente Seveso. 

 

Sulla stampa:



sabato 12 luglio 2025

10 LUGLIO, DIOSSINA, BOSCO DELLE QUERCE: QUANDO LA MEMORIA NON DEVE ANNACQUARSI E DEVE PARLARE ANCHE DELLE MINACCE DEL PRESENTE


Il 10 luglio 2025, data in cui si ricorda il disastro della diossina dell'ICMESA di Meda, fabbrica chimica del gruppo Givaudan-la Roche, è stato un appuntamento vivo, dove come negli altri anni, i gruppi ambientalisti locali e le liste civiche che da tempo lavorano e agiscono insieme, hanno proposto momenti di ricordo, di Memoria e anche di informazione sul presente.

L'INIZIATIVA DI SEVESO FUTURA "(attra) VERSO IL 10 LUGLIO" 

S'è cominciato il 6-7-025 con (attra)VERSO IL 10 LUGLIO, una iniziativa di Seveso Futura, soggetto che da tempo opera ed agisce con i gruppi di Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda e con Legambiente Circolo Laura Conti di Seveso.

Un programma che, seppur guastato dal maltempo che ha impedito la visita narrante pomeridiana al Bosco delle Querce, nella serata ha ripreso le parti e i contenuti della stessa, arricchita dall'esposizione di Alberto Colombo attivista di Sinistra e Ambiente di Meda, di Emanuela Macelloni, sociologa, che ha illustrato il lavoro coordinato da FARE sulla Memoria, la percezione del BdQ e le pratiche socio-ecologiche che coinvolgono e uniscono l'attività di custodia del Bosco.
É stato proiettato "Seveso 45" documentario realizzato dai giovani della Scuola di Formazione Politica Alisei.
Ai cittadini e alla stampa presente è stata illustrata anche la situazione del Bosco delle Querce che, a breve, correrà il concreto pericolo dello sbancamento di 2 ettari con il taglio di più di 3200 alberi per far posto all'autostrada Pedemontana Lombarda con anche l'occupazione di una consistente porzione dell'area libera di potenziale ampliamento di via della Roggia a Seveso da parte di una vasca di laminazione e della viabilità complementare dell'infrastruttura. 
Aspetti che non possono e non devono essere taciuti e ricordati anche in occasione dell'anniversario del disastro Diossina del 1976 perchè la Memoria comporta anche lo sguardo sul presente.
Sotto le schede della Storia del Bosco delle Querce e delle attuali minacce. 

 L'INCONTRO PUBBLICO "SEVESO INCONTRA STAVA" 

del 10 luglio 2025

Nella serata del 10 luglio 2025, promossa da FARE e Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, in collaborazione con i gruppi del Progetto "Insieme per il Bosco", è proseguito il dialogo aperto tra comunità segnate da colpevoli disastri ambientali e dove sono in corso emblematici percorsi di riparazione.

Dopo gli incontri del 16-1-024 con la Memoria del Vajont, e del 29-5-025 con quella di Bhopal, la serata ha trattato  del disastro di Stava, avvenuto il 19 luglio 1985 con Christine Stufferin e Marzio Marzorati della Fondazione Alexander Langer e con Graziano Lucchi della Fondazione Stava 1985.

Anche in questa serata s'è evidenziato che non v'è stata alcuna casualità in quanto accaduto a Stava ma che il disastro è stato il frutto di una progettazione, costruzione e gestione priva di margini di sicurezza, di mancati controlli, di autorizzazioni concesse con leggerezza, di interventi al risparmio sui bacini di decantazione della miniera di Prestavel.
Bacini che erano vere e proprie discariche con un terrapieno di contenimento. 
Bacini con una instabilità strutturale riempiti al massimo della loro capienza con gli scarti del minerale ridotti a fanghiglia per essicare e consolidarsi.
Tutte questi fattori furono causa del cedimento del terrapieno, con 180.000 mc di fanghiglia che si riversò improvvisamente sull'abitato di Stava, causando 268 morti e molti feriti oltrechè la distruzione di molti edifici.
Stava non fu dunque una fatalità, come dal giorno dopo rappresentanti del Governo tentarono malamente di far credere, ma - come il Vajont, Bhopal, Seveso e altri disastri -, una tragedia causata dalla volontà di profitto a ogni costo. 
 
Di nuovo, l'arroganza di chi non ha cura della Natura né rispetto delle comunità umane e animali ha fatto pagare un prezzo altissimo ai cittadini. 
Più che mai condivisibile il pensiero di Alex Langer che al proposito chiedeva l'inversione di rotta da una società del DI PIU' a una società del PUÒ BASTARE.
Bisogna invertire dunque la corsa autodistruttiva, PRATICANDO i LIMITI e passando da una cultura del superamento dei limiti a una cultura del rispetto dei limiti. 
Ancora oggi, pur avendo istituito dal 2011 il 9 ottobre come Giornata della Memoria dei Disastri industriali, lo Stato continua a non celebrarla. 
La Fondazione Stava ha portato la testimonianza di una presenza continua sul territorio ferito con un'azione di promozione, di cura e di rinnovo della Memoria.
La Fondazione ha tra i suoi soci fondatori i familiari delle vittime del disastro ambientale e la sua sede istituzionale è concessa in comodato gratuito dal Comune di Tesero.

LA MEMORIA ISTITUZIONALE 

DELL'AMMINISTRAZIONE SEVESINA

Purtroppo l'attività intensa dei gruppi Ambientalisti e delle Liste Civiche per non dimenticare il disastro Diossina del 1976, le sue conseguenze, le responsabilità e il minaccioso presente fatto da un'Autostrada Pedemontana Lombarda che andrà ad intaccare pesantemente il Bosco delle Querce non è molto gradito dall'amministrazione sevesina che con la sindaca Alessia Borroni ha rilasciato in un'intervista a MBNews dichiarazioni imbarazzanti e poco rispettose verso chi ha a cuore la tutela dell'ambiente.

 "Mi dispiace che ci siano sempre attacchi o polemiche – sottolinea Borroni– – trovo sbagliato andare a ricordare questa data solo e sempre in senso negativo, facendo ‘terrorismo’. Il 10 luglio 1976 rappresenta un dramma, una caduta, è vero, ma deve essere ricordata anche come la data di inizio di un percorso di rinascita. In un certo senso dovremmo dire anche grazie a Pedemontana e a Regione Lombardia, senza le quali non avremmo mai potuto andare a bonificare quei terreni. Che piaccia o non piaccia la Pedemontana ci sarà e questi interventi vanno a favore di tutta la popolazione. Posso garantire – aggiunge – che i lavori di bonifica sono effettuati nella massima sicurezza, sia per gli operai che lavorano, sia per l’ambiente che per i sevesini”.

In questa surreale visione si dovrebbe smettere "di ricordare il 10 luglio in senso negativo facendo terrorismo" (terrorismo ?????) e si dovrebbe ringraziare Pedemontana e Regione Lombardia per la Bonifica in corso. 

Un ribaltamento della realtà con una dimensione omissiva della Memoria e dell'attualità dove lo sbancamento e il disboscamento di 2 ettari del Bosco delle Querce per la Pedemontana scompare, i tagli di alberi a Cesano, Seveso e Meda per fare la Bonifica non esistono, dove l'occupazione di suolo libero per la vasca di laminazione e per le rotonde accessorie a Pedemontana che si mangerà buona parte dell'area libera di via della Roggia da includere nel BdQ  è rimossa e dove i motivi di una bonifica fatta non per restituire territorio alla natura (come accadde per il Bosco delle Querce), ma per spalmare cemento e asfalto, si possono candidamente ignorare. 

Per la Bonifica da diossina "garantisce" poi la sindaca di Seveso, con buona pace del lavoro indipendente, critico, serio e preparato svolto dai gruppi Ambientalisti e dalle Liste Civiche presenti al Tavolo Permanente.

Ci rimane solo da ringraziare in coro Pedemontana e Regione Lombardia. Insomma non ci resta che piangere, per citare un grande regista e attore.

Ecco un primo "antipasto" rispetto a quello che ci attende per il prossimo anno, 50° anniversario del disastro Diossina dell'ICMESA di Meda. 

lunedì 7 luglio 2025

SINISTRA E AMBIENTE-IMPULSI SULL'ADOZIONE DELLA VARIANTE AL PGT DI MEDA

Nella seduta di giovedì 3 luglio 2025, il Consiglio Comunale di Meda ha approvato con i voti favorevoli della maggioranza, l’adozione della variante generale al PGT.
Contrario il Polo Civico mentre i consiglieri del Pd si sono astenuti. 
Sinistra e Ambiente-Impulsi, componente della Coalizione che ha sostenuto nel 2022 la candidatura a sindaco di Marcello Proserpio, il 3-6-025 ha inoltrato con PD e MedaAperta suggerimenti e proposte per fornire alla discussione contenuti ed elementi migliorativi e di modifica affinché lo strumento di pianificazione comunale, con il quale si definisce lo sviluppo futuro della nostra città in tutti i suoi ambiti fondamentali, risponda effettivamente alle esigenze della comunità.
Sinistra e Ambiente-Impulsi è tuttavia critica e non soddisfatta del risultato dell’adozione perché di alcuni ar-gomenti importanti, nella Variante al PGT non vi è ancora traccia così come altri capitoli si possono prestare ad interventi che, se attuati, modificherebbero l'aspetto e il tessuto urbanistico cittadino, non sempre migliorandolo.

DIRITTO ALLA CASA
Del diritto all’accesso a un’abitazione adeguata, che è parte integrante dei diritti umani fondamentali, nella Variante al PGT 2025 non troverete traccia. 
In un’Italia, e Meda non fa eccezione, permeata di disuguaglianze, dove i poveri aumentano e sempre più famiglie si rivolgerebbero alle asfittiche graduatorie comunali se le loro istanze venissero soddisfatte, . 
La pressante domanda, testimonianza di un palese e forte disagio abitativo, di questa tipologia di alloggi troverebbe nell’emergenza abitativa e nell’edilizia sociale le adeguate soluzioni se non fosse per la perenne carenza di disponibilità nell’offerta. 
Da tempo non si producono politiche abitative adeguate al fabbisogno reale, e purtroppo questa Variante non è da meno.
Come non ci pare pienamente compresa la novità nella nostra Costituzione del principio di sussidiarietà che può cambiare il nostro modo di stare in questa società come cittadini autonomi, solidali e responsabili, alleati dell’amministrazione nel prendersi cura dei beni comuni.

CENTRO STORICO, ZONE RESIDENZIALI, PIANI DI RIGENERAZIONE
Se dipendesse dalla Variante, con le modifiche introdotte nel Piano delle Regole e nelle Norme Attuative, per ogni edificio della nostra città, esclusi quelli con valenza storica, culturale e artistica (un numero estremamente ridotto), è consentita anche la demolizione con ricostruzione fuori sagoma e sedime.

Perché incoraggiare, soprattutto nel nucleo storico, il disegno di una città stravolta, completamente diversa da quella che si è formata e che i medesi conoscono? 
Certo, una cospicua parte del centro storico ha edifici abbandonati da anni che necessitano interventi e riqualificazioni.
Riteniamo però che sarebbe preferibile dare nuovo valore e nuova vita a ciò che già esiste.

Diversamente si rischia di alterare pesantemente la morfologia esistente e il tessuto sociale perché interventi urbanisticamente ed architettonicamente difformi dall'attuale consolidato altereranno la cortina storica e saranno probabilmente accessibili alla sola fascia demografica più benestante.
Ricorrere alla soluzione dell'abbattimento nel centro storico e nel nucleo di antica formazione dovrebbe essere consentito solo quando l’edificio presenta danni strutturali gravi, problemi alle fondazioni o non sono praticabili alternative che garantiscano l’effettivo adeguamento e miglioramento delle prestazioni ambientali, ecologiche, energetiche e funzionali specialmente nei casi di patrimonio edilizio dismesso e ammalorato. 
Sappiamo che in genere la demolizione può divenire strumento motivato dal solo profitto economico. Secondo le logiche tradizionali di sviluppo urbano è più redditizio demolire e edificare nuove costruzioni più dense piuttosto che ristrutturare o mantenere l’edificio esistente.

La Variante al PGT punta molto sulla Rigenerazione, applicabile nel centro storico, utilizzata per cercare di avviare quelli che erano gli Ambiti di Trasformazione (AT) previsti nel PGT ma finora rimasti fermi e per gli edifici non utilizzati individuati nella carta degli immobili dismessi e in quelli proponibili se inutilizzati da almeno tre anni.

Agli ambiti di Rigenerazione urbana sono applicate delle facilitazioni riassumibili in:

  • maggiorazione del 20% sulle volumetrie,
  • contributo di costruzione ridotto del 50%,
  • riduzione del 30% della dotazione da destinare a servizi e spazi pubblici.

Sinistra e Ambiente-Impulsi ritiene che aumenti di volumetria andrebbero esclusi se non per la realizzazione di servizi convenzionati ed esercizi di vicinato. 
Richiamiamo il fatto che tutte le altre variazioni in altezza acconsentite non sempre rappresentano la soluzione ottimale per il contesto in cui sono previste e vada quindi valutato il progetto secondo le situazioni.
Seppur l’opinione corrente tenda a nasconderlo o a sottovalutarlo, si consideri quanto significativo sia l’impatto del settore edile sulle nostre vite e su quelle future. 
Rappresenta uno dei mercati più vitali dell’UE (circa il 19% del pil europeo), ma è anche, secondo la Commissione europea, uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2 (circa il 36%) e del consumo energetico totale (40%) generando oltre il 35% dei rifiuti totali. 
Questo sistema funzionava in passato, quando le risorse sembravano infinite e le nuove costruzioni erano più economiche, veloci e facili da realizzare rispetto agli edifici esistenti.
Ma l'attuale carenza di materiali e l’aumento dei costi energetici per produrli ci dimostra che questo metodo non funziona più.

La ristrutturazione diversamente salva le case, garantisce un’edilizia più equa mantenendo stabili i prezzi, stimola i mercati locali, sostiene gli studi di architettura e le imprese edili che sono nella stragrande maggioranza piccoli e medi, risparmia energia preservando ciò che esiste, valorizza i ricordi e la storia della comunità.
La maggioranza di Santambrogio che amministra il nostro comune non ha tenuto in considerazione tutto questo, adottando scelte particolaristiche e con facilitazioni eccessive al solo scopo di stimolare l'avvio di interventi edilizi fermi da anni o mai partiti.
Premiare la distorsione di una rigenerazione urbana svuotata dalla responsabilità di restituzione della parte che interessa la comunità e che non include gli aspetti sociali, economici, culturali e anche di verde urbano è pericoloso.
Ridursi al solo recupero di aree non sarebbe certo diverso dalla semplice riqualificazione per operazioni di valorizzazione immobiliare.
Con l’importante differenza che interventi di demolizione e ricostruzione con nuovo sedime, sagoma e destinazione funzionale sono classificati come rigenerazione
L’esito è la riduzione dei necessari "contributi di edificazione" necessari per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e servizi pubblici che, in caso di nuova costruzione, sarebbero stati richiesti integralmente. 
Giusto chiedere se sia stata fatta un’analisi per adeguare la base di calcolo dei "contributi di edificazione" e di modifica dei criteri di assegnazione in base alle aree per evitare un decremento eccessivo del gettito complessivo, ma anche di incidere negativamente sui processi di investimento e rispondere anche ai costi crescenti di manutenzione, soprattutto delle urbanizzazioni dell’area del centro storico.

AMBITI DI RIGENERAZIONE TERRITORIALE (ART)
Non condividiamo il metodo con il quale si è deciso di individuare un unico ambito di rigenerazione territoriale (ART1-Fornace Ceppi e nuovo stadio di calcio-) accorpando due comparti non contigui aventi finalità tra loro non coerenti, vicende e persino destini diversi.

Inserire all’interno dell’area degradata di via S.Maria un nuovo stadio di calcio che sostituisca quello storico situato in via Busnelli, priverebbe l’area di una superficie considerevole (quasi la metà considerando i servizi che un’infrastruttura del genere richiede) snaturandone la vocazione e deprimendo la necessaria riqualificazione.
Mentre il campo di calcio con tribune di proprietà comunale in via Busnelli con un uso da sempre, che continua ai giorni nostri, quale storico stadio di calcio non è certamente degradato e non dovrebbe rientrare nell’attività di rigenerazione urbana, ma semmai oggetto di riqualificazione. 
Diverso sarebbe il caso se questa non fosse più la sua destinazione. 
Se l’intento fosse quello di favorire l’insediamento di attività produttive (facile pensare alla confinante ditta Cassina) riteniamo si debbano adottare altri strumenti urbanistici più appropriati previsti nel PGT (indifferenza funzionale) usufruendo di tutti gli incentivi a disposizione. 
Ma perché si possa sostenere una simile eventualità dovrebbero essere resi noti i termini degli accordi che prevedono la cessione di un bene pubblico a favore di un privato.

MOBILITÀ SOSTENIBILE E AMBIENTE
Riteniamo insoddisfacenti la mancanza di un rimando, anche documentale, che riprenda lo sviluppo di una rete ciclopedonale cittadina che colleghi fra loro i Punti di Interesse (PDI) della vita quotidiana (Scuole, Stazione, Uffici Pubblici, Luoghi di cura e di culto, siti storici, quartieri etc) secondo le strategie del progetto sovraccomunale di Green Lane.
In questa variante, sul capitolo Ambiente, manca anche una chiara definizione di priorità di quelli che sono gli interventi definiti nel  "Masterplan strategico paesaggistico-ambientale e le linee guida per il sistema del verde della città".

Si tratta di un documento importante richiamato solo nel Rapporto Ambientale e nella Sintesi non Tecnica della documentazione di VAS.
Il Masterplan propone uno schema progettuale su “4 fiumi verdi e una soglia blu” ove attuare interventi di qualificazione e rinverdimento lungo 4 tracciati che scendono dalla collina intersecandosi con la “soglia blu” del torrente Tarò/Certesa. 
Per ciascuno dei “4 fiumi” sono identificate strategie generali di intervento e ipotesi da concretizzare con progettualità pubbliche e private orientate alla riqualificazione del territorio comunale.
Alcuni di questi interventi necessitano di ulteriore specificazione e fattibilità poichè legati alla possibilità di essere coperti dai finanziamenti della prescrizione 51 del CIPESS per Pedemontana.
Continueremo ad analizzare i documenti della variante al fine di formulare osservazioni puntuali da presentare successivamente al formale deposito  degli elaborati. 

venerdì 27 giugno 2025

NONOSTANTE PEDEMONTANA ....... NOTIZIE SULLA BONIFICA DA DIOSSINA PER LA TRATTA B2.

Pur essendo parte del Tavolo Permanente sulla bonifica da Diossina, per avere a disposizione i dati e la documentazione necessaria ai fini del ruolo di monitoraggio della bonifica, Sinistra e Ambiente Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, altra Bovisio, Comitato Ambiente Bovisio, Cittadini per Lentate, hanno dovuto seguire altre strade, con una richiesta di accesso agli atti ad amministrazioni ed enti interessati.

Dopo il nostro sollecito del 24/5/2025, il riscontro giunto da Pedemontana il 16/6/2025, a distanza di più di due mesi dalla nostra nota del 22/4/2025, non soddisfa le nostre richieste documentali poichè alcuni importanti elaborati ci sono stati negati.

Non consentire un accesso a dati e documenti, diretto e non mediato, ostacola la nostra partecipazione al tavolo che ha anche l'obiettivo di informare e comunicare in tempo reale.

Avevamo chiesto i risultati delle analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco sui terreni da bonificare per classificare il tipo di rifiuto appena pronte e non a posteriori e ci è stato risposto che:
 "Si segnala che sono in corso di pubblicazione sul sito www.pedemontana.com, nell’apposita sezione della Bonifica aree ex ICMESA, i certificati analitici relativi alle analisi di caratterizzazione in banco ad oggi disponibili in relazione ai diversi lotti di bonifica già sottoposti ad indagine. Tale pubblicazione avverrà presumibilmente entro la fine di giugno 2025."

I risultati verranno quindi resi pubbliche DOPO che l'attività di rimozione e asportazione del terreno classificato come rifiuto si è già conclusa su buona parte dei lotti oggetto delle analisi stesse.  

Il Piano degli Smaltimenti ci è stato invece negato da Pedemontana "in considerazione dei dati sensibili in essi contenuti, sia sull’organizzazione del lavoro di cantiere, sia sugli operatori coinvolti, vengono condivisi solo con gli Enti territorialmente competenti. Quanto sopra per ragioni di privacy, sicurezza e per garantire il corretto ed efficiente svolgimento dell’intervento di bonifica.". 

Come se metterci a conoscenza dei contenuti del Piano degli Smaltimenti potesse costituire un pericolo.
Insomma, trasparenza ......... solo a parole.

Con l'accesso agli atti avanzato ad alcune amministrazioni e alla Provincia di MB, siamo comunque riusciti ad avere copia, seppur con ritardo, dei dati della Caratterizzazione in Banco e del Piano degli Smaltimenti, documenti che contengono le informazioni che qui esplicitiamo dopo una loro attenta disamina.

LA SITUAZIONE A SEVESO

LOTTO 2A- Aree 14 e 28
Sul lotto 2A, localizzato a Seveso in via dei Vignee, i lavori di bonifica sono affidati alla soc. ELIOS AMBIENTE che opera su una superficie di intervento di 11.000 mq, con 5559,5 mc di terreno da asportare pari a 10.007 tonnellate.
La superficie è suddivisa in 2 aree sorgenti. La 14 con top soil (primi 20 cm) contaminati e la 28 con contaminazione fino all'intermedio di 50 cm. 
Le risultanze delle analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco hanno dato valori di diossine tra 9,93 ng/kg e 27,63 ng/kg  classificando il terreno come Rifiuto non Pericoloso, codice CER 17.05.04 e unitamente ai test di cessione, è stato considerato adatto per il conferimento in discarica per inerti, fatto salvo per il terreno della cella D1 intermedio con diossine oltre la soglia dei 100ng/kg e pertanto destinato a discarica per rifiuti non pericolosi.
Utilizzato l'impianto di stoccaggio di Tecnoinerti di Ghedi (BS) con in alternativa quello della Eredi Compagnia Nazionale srl, di Cazzago S.M. (BS),autorizzata sino al 10-7-025 e della Brixiambiente Srl di Maclodio (BS).

LOTTO 2 -Aree 6-7-8-26B
Sul Lotto 2, in zona via della Roggia a Seveso la bonifica è seguita dalla soc. ELIOS AMBIENTE.
La superficie di intervento è di circa 5.854 mq, suddivisa in 4 aree sorgenti con asportazione del Top Soil (primi 20 cm) sulle aree 6-7-8 e fino a 1.20 mt per l'area 26B per un totale di 1375 mc e 2160 tonnellate di rifiuti.
Le analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco hanno dato valori di diossine da 11,9 ng/kg a 92,76 ng/kg con classificazione del terreno quale "Rifiuto non pericoloso" codice CER 17.05.04 e unitamente ai Test di Cessione, è stato considerato conferibile in discariche per inerti presso l’impianto di Tecnoinerti di Ghedi (BS) avendo come alternativa la discarica inerti Eredi Compagnia Nazionale srl, di Cazzago S.M. (BS).

LOTTO 2  – Aree 9B e 13
Sempre nel LOTTO 2 in via della Roggia a Seveso sono localizzate le due aree di intervento 9B e 13 per una superficie complessiva di 10000 mq con 1932 mc di terra contaminata nel Top Soil da asportare, pari a 3462 tonnellate. L'area di intervento 9B si trova in corrispondenza della prevista vasca di laminazione che sarà al servizio dell'autostrada.

Le analisi chimiche della Caratterizzazione in Banco hanno dato valori di diossine tra 12,37 ng/kg e 99,72 ng/kg con classificazione del terreno quale "Rifiuto non pericoloso" codice CER 17.05.04 e unitamente ai Test di Cessione, è stato giudicato conferibile in discarica per inerti presso l’impianto di Tecnoinerti, di Ghedi (BS) avendo come alternativa la discarica inerti Eredi Compagnia Nazionale srl, di Cazzago S.M. (BS),

Dall'accesso agli atti, non risulta ancora depositata documentazione sulle altre aree di intervento del Lotto 2 e 2A

LA SITUAZIONE A CESANO MADERNO

LOTTO 5
Il Lotto 5 ubicato lungo via Alessandro Manzoni a Cesano Maderno è costituito da un unico areale sorgente identificato con il n° 44, avente estensione pari a 512,5 mq con contaminazione nel Top Soil (primi 20 cm) e con un volume di terreno da escavare e gestire come rifiuto pari a 102,5 mc.

É affidato all'RTI tra le società HTR BONIFICHE e MARAZZATO.
L'area di intervento è stata divisa in due celle con griglia di campionamento 30x30. 
I risultati delle analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco hanno dato risultati sulle diossine  inferiori al limite dei 10 ng/kg e classificato il terreno come "rifiuto non pericoloso" codice CER 17.05.04 e unitamente con i test di cessione conforme e conferibile in discarica per inerti con destinazione verso l’impianto di Servizi S.r.l. sito tra i Comuni di Marano Vicentino e Thiene.

LOTTO 3
Il Lotto 3 variante, affidato alle società HTR AMBIENTE e MARAZZATO è caratterizzato dalla presenza di 25 aree sorgenti di contaminazione.
Le aree sorgenti dell'intero Lotto 3 sono state suddivise in 38 celle (37 per il Top Soil e 1 per l'intermedio).
Al momento sono disponibili solo i valori della caratterizzazione in banco sulle aree sorgenti SC64 e 64.2, con una superficie rispettivamente di 2631,23 e 2278,95 mq pari ad un totale di 4910 mq.con contaminazione nel Top Soil e nell'intermedio per un volume di terreno da escavare e gestire come rifiuto di 982 mc.
I valori di diossine riscontrati con la Caratterizzazione in Banco vanno da 33 ng/kg a 92 ng/kg con il terreno classificato come "rifiuto non pericoloso"  codice CER 17.05.04 con destinazione verso l’impianto di Servizi S.r.l. sito tra i Comuni di Marano Vicentino e Thiene.
 
LOTTO 3A
Per quanto concerne il Lotto 3A di Via del Serraglio /Beato Angelico a Cesano Maderno per complessivi 9318 mq, con 4320 mc di terreno da asportare pari a 7.700 tonnellate di rifiuti,  i lavori sono stati eseguiti dalla soc. ELIOS AMBIENTE.
Nella zona di intervento, suddivisa i due aree "sorgente" (19A e 33) con 18 celle (o maglie 25 x25 mt)  i riscontri chimici - rivisti con consegna il 13-3-025 dopo nostra segnalazione di una mancata certificazione ACCREDIA -hanno evidenziato valori della sommatoria delle diossine (PCDD+PCDF) compresi tra 29,1 ng/kg e 135,9 ng/kg. Valori che hanno consentito di classificare il terreno rimosso nei primi 50 cm, quale "Rifiuto non pericoloso" codice CER 17.05.04.

Unitamente ai test di cessione, il rifiuto è risultato per buona parte conforme per stoccaggio alla discarica per Inerti con una porzione conforme per discarica per Rifiuti non Pericolosi
É stata utlizzato l'impianto di Tecnoinerti di Ghedi (BS) con in alternativa l'impianto della Eredi Compagnia Nazionale srl, di Cazzago S.M. (BS),autorizzata sino al 10-7-025 e quello di Brixiambiente Srl di Maclodio (BS).

In alcune comunicazioni alla Provincia di MB che puntualmente faceva notare alcune incongruenze per dei superamenti delle soglie per il Benzo(a)pirene, il Benzo(g,h,i)perilene, l'Indenopirene, Pedelombarda Nuova ha precisato di aver rimosso e smaltito anche quel terreno proveninte da una cella quale rifiuto non pericoloso e che il materiale è stato destinato per siti di smaltimento e non di recupero. 

Risulta altresì che sul lotto 3A, ARPA è stata coinvolta per il prelievo e analisi di campioni di parete e fondo scavo in contradditorio, ai fini del collaudo di avvenuta bonifica.

Un appuntamento è stato proposto da Pedelombarda Nuova e presumiamo sia avvenuto il 22/5/025 per prelevare:
2 campioni per il fondo scavo per l’area sorgente 19A;
42 campioni per il fondo scavo per l’area sorgente 33;
23 campioni per le pareti dell’area sorgente 33.

LOTTO 6
Sul Lotto 6 via Filippo Turati a Cesano Maderno, con una superficie di intervento pari a 1.956 mq con
391 m3 di terreno da asportare, i lavori sono stati eseguiti da un RTI formato dalle soc. HTR BONIFICHE e MARAZZATO.
Sull'area di intervento, suddivisa in 4 celle, le analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco hanno riscontrato valori massimi di diossine di 25 ng/kg e il terreno è stato classificato come  "Rifiuto speciale non pericoloso"e codice CER 17.05.04 e con il Test di Cessione, giudicato conforme per impianto PER INERTI e inviato alla Servizi S.r.l. ubicata tra i Comuni di Marano Vicentino e Thiene.

Non sono note date per l'attività di prelievo e analisi campioni in contradditorio con ARPA per il collaudo. 

NOTE: 
Per definire la conformità del rifiuto per l'accettazione in discarica sono state applicati per le diossine (PCDD/PCDF) i seguenti limiti legislativi di riferimento: 

  • Tabella 3 Articolo 7-quater Allegato 4 limiti di concentrazione per l'accettabilità in discariche per rifiuti inerti del Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121: PCB 1 mg/kgPCDD/PCDF 100 ng/kg
  • Tabella 5bis Articolo 7-quinquies Allegato 4 limiti di concentrazione per l'accettabilità di rifiuti pericolosi stabili non reattivi in discariche per rifiuti non pericolosi del Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121: PCB 10 mg/kg, PCDD/PCDF 2000 ng/kg
  • Tabella 6bis Articolo 7-septies Allegato 4 limiti di concentrazione  per l'accettabilità in discariche per rifiuti pericolosi del Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121: PCB 50 mg/kgPCDD/PCDF 10000 ng/kg

Questa disamina è stata effettuata sulla base dei documenti specificatamente chiesti ed ottenuti con accesso agli atti verso Amministrazioni ed Enti coinvolti nella Bonifica da Diossina, da loro ricevuti da Pedelombarda Nuova con protocolli dal 24-1-2025 sino al 9/06/2025.

Al momento in cui scriviamo, sui Lotti 1 e 4 le attività di predisposizione dei cantieri e delle aree sono  ancora incomplete o nelle prime fasi, così come mancano informazioni di dettaglio sulle rimanenti aree d'intervento dei lotti 2 e 2A.

Nonostante le difficoltà nel reperire ed elaborare le informazioni e i documenti ufficiali, continueremo a monitorare con attenzione la Bonifica da Diossina lungo la tratta B2 della Pedemontana.