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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare

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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

venerdì 5 dicembre 2025

IL PUNTO SULLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI DOPO L'INCONTRO DEL 4-12-025 CON PEDEMONTANA

Il 4-12-2025, s'è tenuto l'incontro richiesto dai gruppi ambientalisti e dalle liste civiche delle Tratte B2 e C (Legambiente circolo “Laura Conti” Seveso, Legambiente Seregno, Legambiente circolo Gaia Usmate Velate, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Sinistra e Ambiente – Impulsi Meda, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano Maderno, Altra Bovisio Masciago, Immagina Arcore, No Pedemontana di Lesmo) con la soc. Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) con a tema la situazione delle Compensazioni Ambientali sulle due tratte. 
Presenti anche i sindaci di Macherio, Redaelli e di Cesano Maderno, Bocca in qualità di coordinatori dei sindaci delle due tratte.
Era ed è necessario fare il punto per meglio monitorare ed informare sia rispetto ai progetti del Masterplan 2009 che sono stati confermati sia rispetto alle modifiche avanzate da alcuni Comuni.
A Pedemontana avevamo chiesto preliminarmente una illustrazione esaustiva con la suddivisione delle coperture economiche stabilite comune per comune, un dettaglio dei progetti accettati o modificati dalle amministrazioni e gli atti formali intercorsi.

I CRITERI ATTUATIVI PER LE COMPENSAZIONI AMBIENTALI
Il Masterplan 2009 definiva le tipologie d’intervento per configurare le Compensazioni Ambientali che comprendevano cinque fondamentali elementi verdi seppure nella loro più varia combinazione:
 
• prati • siepi • filari • boschi • percorsi ciclo-pedonali.
 
Questi "elementi verdi" dovevano essere utilizzati per le seguenti tipologie d'intervento:
Parco Urbano - Bosco Urbano - Agroambientale Urbano - Connessione - Forestale - Consolidamento Naturalità - Riqualificazione Paesaggio Agrario.

L' ISPRA nel 2015 - in un suo Manuale e Linee Guida 126/2015 - Ambiente Paesaggio e Infrastrutture - Volume IV" ha ampliato la casistica annoverando tra gli interventi quali Misure Compensative:

  • Riqualificazione ambientale e formazione di neo-ecosistemi
  • Riassetto urbanistico con la realizzazione di aree a verde, zone a parco, rinaturalizzazione degli argini di corsi d'acqua
  • Sistemi di drenaggio sostenibile (SuDS)
  • Formazione di zone umide
  • Ripristino di habitat naturali
  • Impianti di fitodepurazione per il miglioramento della qualità delle acque
  • Ripristini di aree degradate in genere
  • Interventi per la mobilità sostenibile
  • Strutture e attività per la didattica ambientale.

Il Masterplan del 2009 impostava un tentativo di ricucitura del territorio con interventi ambientali "di Sistema".

PERSA LA FINALITÀ DI SISTEMA DELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI
Come prevedibile, mentre alcune amministrazioni hanno confermato le Compensazioni Ambientali così come configurate nel Masterplan 2009, altre le hanno radicalmente cambiate.
All'oggi la finalità "di Sistema" è inficiata da scelte strettamente localiste di amministrazioni che hanno preferito puntare su progetti sparsi, poco attinenti alle finalità delle Compensazioni Ambientali.

Su un totale di 15 comuni delle Tratte B2 e C,

La tabella illustra la situazione.


IMPIEGO DEI FONDI DELLA MONETIZZAZIONE PER I DISBOSCAMENTI 
É di circa 10 Mln la cifra a disposizione di Regione Lombardia con cui CAL, APL, Provincia di MB e Comuni stanno interloquendo per evitare che venga assegnata a mezzo bandi e che finisca su interventi dispersi sul territorio.
E' previsto un incontro del Tavolo a gennaio 2026 per cercare di trovare una modalità d'impiego comune e attivare un organismo di coordinamento che si occupi anche della progettualità.
La Provincia di MB si è resa disponibile.
Queste risorse NON possono essere usate per acquisire le aree.

LE NOSTRE VALUTAZIONI
A nostro giudizio alcuni dei nuovi progetti di Compensazioni Ambientali in capo ai Comuni, sostitutivi di quelli del Masterplan 2009, non rispondono alle prime e genuine indicazioni per garantire le corrette finalità delle Compensazioni Ambientali.
Grave la rinuncia ad una Compensazione Ambientale sovraccomunale e di sistema come era il PL24 che coinvolgeva Lissone, Macherio e Sovico con Lissone che ha scelto di sfilarsi per ripiegare su interventi frazionati e dispersivi di dubbia utilità (riqualificazione del Parco Martini e del parco di via Pestalozzi) e con Macherio che, visto il venir meno di Lissone ha preferito, come annunciato dal sindaco Redaelli durante l'incontro, dare un incarico di studio progettuale confermando un solo intervento nel PL24 in prossimità dell'oratorio di S. Margherita, uno presso il Bosco dei Proverbi e altri 2 non meglio precisati su parchi pubblici.
Macherio vorrebbe non concentrate le sue risorse sull'acquisizione delle aree del PL24 di sua spettanza puntando anch'esso sulla dispersione degli interventi.
Nuovi progetti, a Bovisio Masciago e in altri Comuni (vedi tabella), prevedono riqualificazioni di piazze con verde (limitato peraltro) e non concorrono ad una ricucitura ambientale ma semplicemente a una rivisitazione progettuale dell'urbanizzato così come le depavimentazioni e le de-impermeabilizzazioni, anche se indubbiamente utili, avrebbero potuto trovare differente ambito realizzativo con copertura economica da altri capitoli quali i piani di "Città Spugna" di Brianzacque.
 
Continueremo a monitorare e a seguire l'iter delle Compensazioni Ambientali, interloquendo, laddove possibile, con le amministrazioni, anche con chi sta ancora conducendo valutazioni e con un'attenzione ai progetti che hanno mantenuto la configurazione originaria, affinchè siano effettivamente concretizzati.
Presto ci occuperemo anche del Fondo Integrativo definito negli assestamenti di Bilancio di Regione Lombardia. 
 

mercoledì 3 dicembre 2025

MEDA: LO STUDIO DI COMPATIBILITÀ IDROLOGICA E IDRAULICA DEL TARÓ GIUDICA INEFFICACI ALCUNE IPOTESI D'INTERVENTO

Il 28 novembre 2025 a Meda, nella sala consiliare, alla presenza di numerosi cittadini e cittadine, è stato illustrato lo Studio di Compatibilità Idrologica e Idraulica del torrente Tarò.
Studio commissionato dall'amministrazione Santambrogio alla soc WISE, presente alla serata con l'’ing. Giacomo Galimberti.
All'incontro, l'Unità Organizzativa Difesa del Suolo di Regione Lombardia con il geologo Roberto Cerretti s'è occupata di dare una visione sovracomunale rispetto agli accadimenti metereologici del 22-9-025 che con l'esondazione del fiume Seveso e del torrente Tarò/Certesa hanno provocato gravi danni in parecchi comuni della Brianza monzese e comasca.
Importante anche la presenza e la relazione di BrianzAcque, gestore del servizio idrico integrato che con l'ing Massimiliano Ferrazzini, direttore del settore Pianificazione e Progettazione, ha illustrato alcuni interventi in provincia di MB.

LA SITUAZIONE DEL BACINO DEL SEVESO
Il Seveso, che nasce a S. Fermo (CO), ha un percorso di 39 km su un territorio per il 47% impermeabilizzato con percentuale che sale al 54% (208,23 kmq su un totale di 381,5 kmq), considerando anche il tratto milanese tombinato e il cavo Redefossi.
Il tratto milanese tombinato ha una portata di 40 mc/sec significativamente inferiore rispetto all'apporto potenziale da monte di 150 mc/sec.
La presenza di 48 tra ponti e manufatti è causa di potenziali rigurgiti.
Le precipitazioni meteoriche del 22-9-025 sono state pari ad un massimo di 221 mm di pioggia su 48 ore in provincia di MB, 180 mm nel comasco e 132 mm in provincia di Milano.
Gli interventi più cospicui di Regione Lombardia sono indirizzati alla realizzazione di Vasche di Laminazione anche se, per ammissione dello stesso relatore, non saranno comunque risolutivi.
Per quanto concerne il bacino del Seveso, a Senago vi sono due vasche di laminazione di cui una già operativa (810.000 mc per 46 Mln di euro di costo) così come è conclusa e funzionante la vasca di laminazione nel Parco Nord per 250.000 mc, costata 31 Mln di euro.
Anche a Lentate è in costruzione una vasca di 828.000 mc (costo 26 Mln), per ora non completata causa un fermo lavori di 2 mesi poichè l'esondazione del Seveso ha invasato lo scavo arrivato a 350.000 mc.
Sono inoltre previsti interventi di laminazione nelle aree golenali di Carimate, Vertemate con Minoprio, Cucciago e Cantù per un totale di 508.900 mc e un costo di 14 milioni di euro interamente finanziati.

SOTTOBACINO DEL TORRENTE TARÓ/CERTESA
Ha una superficie di 72,4 kmq e comprende 19 Comuni tra le province di Como e Monza, un'asta di circa 20 km, un livello di urbanizzazione pari al 40% e ben 100 tra ponti e tratti tombinati 
Per il sottobacino del torrente Tarò/Certesa oltre alla vasca di Carugo, operativa da anni, sono previste due ulteriori opere idrauliche, una sulla Roggia Vecchia ad Alzate Brianza in zona stazione di Brenna (200.000 mc) e una a Mariano Comense in zona cascina Bice, nel Parco Groane Brughiera (2 vasche in caduta per un totale di 75.000 mc).
Il costo complessivo è di 12,6 Mln interamente finanziati.

I tempi di realizzazione dall'avvio lavori, al termine della progettazione in carico ad AIPO, sono quantificati 18 mesi con cantieri nel 2027 e 2028.

Altre azioni da attuare sono l'applicazione dell'Invarianza Idraulica, la Deimpermeabilizzazione del Territorio, la Gestione degli Sfioratori dei Depuratori.

IPOTESI DI INTERVENTI A MEDA CON VALUTAZIONE DI FATTIBILITÀ
Il Comune di Meda ha elaborato il Piano di Gestione del Rischio di alluvioni (PGRA) quale documento facente parte della Variante 2025 al PGT.
Il documento contiene la mappatura delle aree allagabili classificate in base agli scenari di livello di pericolosità e di rischio nonchè agli scenari di frequenza di allagabilità.
  

Lo studio di Compatibilità Idrologica e Idraulica del Torrente Tarò quale attività integrativa ha:
  • Mappato con laser scanner lo stato dell'alveo lungo i 3 km medesi per avere contezza dello stato delle sponde, delle opere in alveo quali ponti e tombinatue.
  • Definito il contributo delle portate di piena dei valletti minori confluenti nel Tarò  (Rio Valletto, Valle delle Brughiere, Valle di Cabiate).
  • Valutata l'aderenza delle simulazioni cartografiche con le esondazioni storiche e recenti di cui si ha documentazione.
  • Analizzato l'alluvione con esondazione del 22-9-025 assimilabile come evento T100 cioè con tempo di ritorno di 100 anni, evidenziando i punti critici di esondazione tra Cabiate e Meda dove è chiaro come sia le tombinature sia i ponti sul Tarò e sul reticolo idrico minore causino rigurgiti laterali per la loro insufficiente luce.
  • Preso in considerazione ipotesi di intervento strutturali a scala comunale definendo preliminarmente le incidenze sulla portata di piena del Tarò e la loro effettiva utilità.

Nel dettaglio sono stati presi in esame le ipotesi di una Vasca  o Area di Laminazione e di interventi locali sulla Valle di Cabiate o Val de Mez, di una Vasca o Area di Laminazione in via Trento/via Meda, dell'adeguamento ponti e tombature sul corso d'acqua.

 
Non è di alcuna utilità realizzare una vasca o area di laminazione dell' affluente denominato Valle di Cabiate (anche Val de Mez) poichè per la conformazione del terreno il bacino potrebbe contenere al massimo 1400 mc, ben lontani dai 5000 mc necessari per avere qualche risultato sul picco di piena. 
Il manufatto non andrebbe a modificare i volumi d'acqua che affluiscono nel Tarò.
Attuabile invece un'azione di riprofilatura dell'alveo mediante rimozione dei detriti attualmente presenti e l'utilizzo di barriere mobili impermeabili di contenimento presso la tombinatura e il ponte della Valle di Cabiate.
 
 
Non percorribile la localizzazione di un'area di laminazione in via Trento/via Meda, con volume stimato di 28.500 mc, i costi risultano alti sia per la sua distanza dall'alveo del Tarò sia per la necessità di posizionare un collegamento idraulico che passi sotto la ferrovia. 
La quantità d'acqua trattenuta avrebbe insignificante influenza sulla portata di piena del corso d'acqua.

 
Anche l'ipotesi di alzare alcuni ponti pare difficilmente attuabile poichè le normative impongono una distanza tra l'intradosso (parte sotto il ponte) e la quota idrica di almeno 1,50 mt. 
La campata, con questa altezza, non consente la loro costruzione per l'impossibilità di avere in loco  adeguate rampe di accesso.
Inoltre l'innalzamento dei ponti porterebbe un beneficio solo in prossimità del ponte ma peggiorerebbe la situazione di rischio a valle dello stesso.

UTILIZZO DELLE RISORSE STANZIATE DA REGIONE LOMBARDIA
Nel pacchetto di risorse economiche stanziate di Regione Lombardia per il dissesto idrogeologico, a Meda spettano 120mila euro per consolidare le sponde e le briglie stabilizzatrici del reticolo idrico minore e uno da 320mila euro per il ripristino delle spalle dei ponti sul torrente Tarò in viale Francia e in Via Luigi Rho e sul rio Valle di Cabiate (o Val de Mez) a seguito evento alluvionale del 22 settembre.
 
LE ATTIVITÀ DI BRIANZACQUE
Interessante l'intervento di Brianzacque che ha mostrato come sia necessario cambiare la gestione della rete fognaria, altro servizio che ha contribuito ad aumentare le criticità generate dall'alluvione.
L'impermeabilizzazione dei terreni ha modificato la loro capacità drenante e così mentre nelle campagne la pioggia viene assorbita per il 50% dai terreni, in città si scende al 10-15%.
Buona parte di questa acqua PULITA finisce poi nelle fognature che non sono in grado di incanalare verso i depuratori i volumi eccessivi, scaricandoli dai "troppo pieni", insieme alle acque nere, negli alvei fluviali o con i rigurgiti dai tombini.
 
BrianzAcque ha attivato alcuni interventi nell'ambito del progetto "Città Spugna".
  • Realizzazione di Vasche Volano per la gestione e il trattenimento temporaneo delle abbondanti acque meteoriche e il rilascio differenziato nelle condotte fognarie. C'è un' ipotesi di localizzarle in zona Piazza Cavour e via Como.
  • Volanizzazione in linea con sostituzione delle attuali condotte fognarie con ampi cassoni di scorrimento acque e con necessità di rifacimento manto stradale e sottoservizi.
  • Gestione in sito delle acque meteoriche con aiuole e spazi drenanti. Soluzioni applicabili nel progetto di riqualificazione di via Indipendenza, intervento non di breve realizzazione.
  • Parco dell'Acqua con captazione in area mercato (P.za Dozio) e infiltrazione nel bacino drenante di via Angeli Custodi.

LE VALUTAZIONI DI SINISTRA E AMBIENTE-IMPULSI
Indubbiamente apprezzabile l'esposizione attenta ed argomentata della soc WISE, che ha redatto lo Studio di Compatibilità Idrologica e Idraulica e ha applicato il principio di cautela nell'analisi valutativa onde evitare che si rincorrano realizzazioni inutili che non porterebbero alcun beneficio o miglioramento.
Corretto evitare un apporto semplicistico ed affrettato e scongiurare l'occupazione di aree libere e pregiate con interventi inefficaci e costosi, consumando altresì prezioso suolo sulle poche superfici rimaste libere dall'edificazione.
In ambito urbano, a Meda non possiamo permetterci di perdere l'area di Via Trento/via Meda, che è l'unico fazzoletto di verde rimasto tra i Comuni di Meda e Cabiate. 
Lo Studio di Compatibilità ha scartato l'ipotesi di una Vasca di Laminazione lì allocata perchè costosa e priva di benefici sull'onda di piena, ma anche una possibile Vasca Volano deve, a nostro avviso, trovare una collocazione differente.
Il prato con esiguo filare di via Trento/via Meda va mantenuto come tale, acquisendolo al patrimonio pubblico, così come previsto anche nella variante 2025 al PGT medese, per creare lì un Bosco Urbano conservando le attuali capacità drenanti.
Durante la serata, con un nostro intervento, abbiamo chiesto  all'amministrazione di valutare il posizionamento di vasche di laminazione e vasche volano considerando le aree dismesse cittadine, una cui porzione potrebbe essere adibita a tali opere idrauliche, indubbiamente di pubblica utilità.
Tra le soluzioni da ricercare, non va dimenticata la necessità di riparare alla errata scelta di avere, nel passato, convogliato nel collettore fognario di Largo Terragni le acque tombinate del torrente Ca’ Bianca e di quelle del Torrente di Cascina Burraschi, origine di una parte dei danni e disagi causati in quella parte di città.

Anche sulla fattibilità di abbattimento e ricostruzione di alcuni ponti è più che mai opportuno verificare e approfondire se l'intervento è attuabile e utile.

Rispetto agli interventi su scala sovracomunale e precisamente sulle Vasche di Laminazione a Alzate sulla Roggia Vecchia in aree libere e di pregio che sono formalmente fuori dal Parco Regionale Groane-Brughiera ma che sono geomorfologicamente parte integrante dello stesso e a Mariano Comense in località Cascina Bice nella piana del Tarò, questa entro i confini del Parco, abbiamo portato il punto di vista ambientalista.
Non possiamo permetterci di perdere superfici pregiate ed ecosistemi importantissimi per i quali abbiamo lottato affinchè fossero tutelati e preservati.
La preoccupazione è alta anche in considerazione del rischio di una progettazione che non tenga conto dell'inserimento naturalistico.
La nostra proposta affinchè siano realizzate applicando soluzioni naturali con costi inferiori, con il mantenimento e la protezione della biodiversità e degli ecosistemici, ha trovato il solo auspicio ma non l’impegno del rappresentante di Regione Lombardia né il sindaco Santambrogio ha voluto esprimersi a riguardo.

Non si può e non si deve puntare solo sulle Vasche di Laminazione per risolvere un problema derivante da una malagestione del territorio dove s'è permesso e ancora oggi si consente di edificare.
 
La conclusione della serata è purtroppo risultata insoddisfacente senza che si sia giunta a una sintesi. 
E’ mancato il tracciato di un quadro generale e di una strategia di coordinamento tra tutti i soggetti: Comuni, AIPO, Regione Lombardia e Provincie di Monza Brianza e Como sapendo che ogni singolo intervento deve essere inserito in un contesto sovracomunale e attentamente valutato per evitare che inneschi effetti negativi  a valle. 
Non sappiamo se altrove si è proceduto ad uno studio accurato del corso del Tarò come fatto per Meda. 
Il sindaco Santambrogio non si è assunto alcun impegno rispetto agli appelli dei cittadini né ha rimandato ad una seconda fase nemmeno delineata né per la quale ha indicato un ulteriore appuntamento pubblico di approfondimento e verifica.

lunedì 1 dicembre 2025

Il BOSCO DELLE QUERCE INCONTRA I TESTIMONI DEL DISASTRO AMIANTO DELL'ETERNIT DI CASALE MONFERRATO

É stata una serata intensa e carica di emozioni quella tenutasi il 27-11-025 presso il Centro Visite del Bosco delle Querce di Seveso e Meda, parte del programma "Storie di riparazioni di territori e comunità" organizzata da FARE e Legambiente Seveso, con il contributo dei gruppi di Insieme per il Bosco e la moderazione del dott. Sergio Astori.
 
LA MEMORIA
Dopo le tragedie del Vajont, di Bophal, di Stava, il disastro Diossina dell'ICMESA ha incontrato i Testimoni della vicenda Eternit di Casale Monferrato.
Lì si è consumato e si consuma ancora oggi un vero e proprio crimine contro la salute dei lavoratori, allora occupati nella fabbrica dal 1973 proprietà (con altri impianti in Italia) della multinazionale svizzera Schweizerische Eternitwerke AG e contro gli abitanti della città piemontese.
A Casale Monferrato, ancora oggi SI CONTINUA A MORIRE per le conseguenze dell'inalazione di fibre di Amianto, minerale utilizzato in una lega con il cemento (marchio registrato Eternit) per la produzione di lastre, tubi, coperture isolanti, ondulati, serbatoi di contenimento etc.
Una fabbrica a cui si ambiva per entrare, per avere uno stipendio e un lavoro fisso, per le buone condizioni economiche e il welfare aziendale ma che era in realtà una trappola di morte.
L'attività industriale dell'Eternit inizia nel 1906, con un numero di dipendenti a Casale variabile nel tempo da 1000 a 2000 persone, termina nel 1986 con il fallimento chiesto dalla stessa proprietà e un successivo tentativo di riprendere l'attività sempre con manufatti in amianto. 
Ripresa cui si opposero cittadini e corpi sociali, con il sindaco Coppo che nel 1987 emanò un' ordinanza di divieto all'utilizzo di amianto nel territorio di Casale Monferrato sbarrando la strada a qualsiasi ipotesi di riapertura.

L' amianto lavorato a Casale era di due tipologie, il Crisotilo detto "bianco" estratto dalla miniera di Balangero e la Crocidolite  detta  "blu" importato dall'allora Unione Sovietica che cominciò ad essere utilizzata alla fine degli anni '50.
Ha causato la morte dei lavoratori che operavano totalmente privi di dispositivi di protezione, dei loro famigliari perchè semplicemente lavavano gli indumenti di lavoro intrisi di fibre di amianto, dei cittadini esposti per l’inquinamento ambientale provocato dalla frantumazione del materiale a cielo aperto, dal trasporto con mezzi scoperti e addirittura per la distribuzione alla popolazione del prodotto di scarto della lavorazione, il cosiddetto “polverino”, usato per stabilizzare terreni spianati o per coibentare sottotetti.
Una serie infinita di decessi per asbestosi e sopratutto per il mesotelioma pleurico, che colpiva e colpisce gli esposti dopo un lungo periodo di incubazione e latenza anche di trenta anni e che ancora oggi causa sul territorio casalese 50 morti all'anno.
A Casale Monferrato, a oggi, si contano più di 2500 vittime per malattie correlate all’esposizione da amianto.
Un dolore e una sofferenza continua per una comunità che non può mettere un punto, un termine a quella che è una vera e propria strage.
La produzione di eternit per varie applicazioni avveniva negli insediamenti produttivi a Priolo Gargallo in Sicilia, chiuso nel 1993, a Rubiera (Reggio Emilia), Cavagnolo (Torino), a Bagnoli (Napoli) e per la proprietà Fibronit a Broni (Pavia), Massa Avenza e Bari.
Tutte le fabbriche hanno lasciato dietro di sè una scia di morte che continua e la necessità di bonificare i luoghi.
In Italia, la Legge 257 del 27 marzo 1992, ha vietato l'estrazione, la produzione, l'importazione, l'esportazione e la commercializzazione di amianto e di prodotti che lo contengono a partire dal 1994.
L'amianto continua ad essere estratto e lavorato in altri Stati. 
La Russia è il primo produttore seguito da Cina, Kazakhstan, Brasile, Canada, Zimbabwe e Colombia. Ogni varietà di amianto è oggi bandita in 52 paesi.

LE TESTIMONIANZE
Basilari durante la serata i racconti di Nicola Pondrano che, giovane neoassunto venne accolto da un anziano operaio con un "Che ci sei venuto a fare quà dentro ? Anche tu sei venuto a morire ?" ed ebbe subito consapevolezza delle morti dei lavoratori di cui non si osava parlare.
Così, con coraggio, in qualità di delegato sindacale nel Consiglio di Fabbrica, sostenuto da padre Bernardino Zanella, un prete operaio, portò quelle morti da silenziose a dominio pubblico, divenendo poi dirigente dell'INCA CGIL e occupandosi delle vertenze contro l'INAIL per il riconoscimento delle malattie professionali.
Capillare fu l'attività sindacale interna alla fabbrica con assemblee per gruppi omogenei per raccogliere le testimonianze di chi stava male.
Bruno Pesce, già sindacalista CGIL e segretario della Camera del Lavoro di Casale ebbe, in tandem con Pondrano, la volontà di applicare l'autonomia territoriale della Camera del Lavoro per far emergere la nocività della fabbrica Eternit e delle sue lavorazioni.
Ottenne nel 1985 una approfondita indagine epidemiologica su tutti i lavoratori occupati in 35 anni, sui loro famigliari e sui cittadini.
Indagine che certificò i numerosi decessi per malattie, tumori polmonari e mesatelioma pleurico da asbesto.
Tre furono i principi su cui si mosse la CGIL di Casale: Giustizia, Bonifica e Ricerca.
Fu l'uscita del Sindacato dalle mura della Fabbrica per parlare con il Territorio per vertenze comuni sulla salute e l'ambiente compromesso.

Giuliana Busto, Presidente dell'Associazione dei Familiari e delle Vittime dell'amianto (AFeVa) ha raccontato di come cittadini e cittadine di Casale abbiano perso amici, parenti e abbiano la necessità che la Memoria non si spenga e venga continuamente rinnovata.
Per questo, laddove sorgeva la fabbrica Eternit, demolita e oggetto di una lunga e complicata bonificata è stato realizzato il Parco Eternot il cui nome sta a significare l'impegno della città di Casale Monferrato nella Lotta contro l'Amianto. 
Giuliana ha tenuto a precisare che Casale non può essere declinata come "la Città dell'Amianto" ma come "la Città della Lotta all'Amianto".

Mirella Bertana e Marco Scagliotti hanno parlato del dolore di chi ha perso una persona vicina a causa dell'Eternit, del rischio continuo cui è sottoposto il territorio e della volontà di risanamento e di Giustizia e hanno illustrato la collaborazione di AFeVA con le scuole e l'attività dell' aula interattiva e multimediale “Amianto Asbesto: il coraggio di conoscere, il bisogno di andare oltre” presso il Liceo Balbo di Casale Monferrato.
Dedicata a Paolo Mascarino, sindaco della città dal 1999 al 2009, che si occupò dell’attività di bonifica dello stabilimento Eternit, l’aula è utilizzata da studenti e gruppi, con il sito e i social ed è un archivio vivo, un luogo permanente di informazione, riflessione sull'amianto, la salute, la cura e ricerca, la giustizia, le bonifiche.

Bruno Ziglioli, professore associato di Storia contemporanea nell'Università di Pavia che si occupa di storia dell'ambiente, di storia urbana e di storia dell’antifascismo italiano e ha pubblicato "La mina vagante. Il disastro di Seveso e la solidarietà nazionale" e "Sembrava nevicasse. La Eternit di Casale Monferrato e la Fibronit di Broni: due comunità di fronte all'amianto" , ha relazionato sulla vertenza per la salute e l'ambiente di Casale, frutto dell'onda lunga delle lotte operaie che con l'ottenimento dello Statuto dei Lavoratori consentirono l'emergere della Consapevolezza Operaia e del rifiuto della monetizzazione del rischio sul lavoro.

 
PER CASALE E I SUOI MORTI DI AMIANTO, DA TEMPO SI ATTENDE GIUSTIZIA
Il primo processo contro la proprietà dell'Eternit è nel 2009, grazie alle indagini di Guariniello del tribunale di Torino.
Sotto accusa Stephan Schmidheiny, ex presidente del consiglio di amministrazione, e Louis De Cartier de Marchienne, direttore dell'azienda negli anni sessanta (De Cartier è morto nel 2013 a 92 anni) ritenuti responsabili delle morti per mesotelioma, per contatto con l'asbesto avvenute tra i dipendenti delle fabbriche Eternit.
Il 13 febbraio 2012 il tribunale di Torino condanna in primo grado De Cartier e Schmidheiny a 16 anni di reclusione per "disastro ambientale doloso permanente" e per "omissione volontaria di cautele antinfortunistiche", obbligandoli a risarcire circa tremila parti civili. 
Il 3 giugno 2013 la pena viene "parzialmente riformata" in appello e aumentata a diciotto anni con l'obbligo di risarcire la Regione Piemonte con 20 milioni di euro e il Comune di Casale Monferrato con 30,9 milioni di euro.
Purtroppo, il 19 novembre 2014 la Corte suprema di cassazione dichiara prescritto il reato di disastro ambientale, annullando le condanne e i risarcimenti in favore delle parti civili.
I cittadini e i lavoratori di Casale non si sono dati per vinti e hanno ottenuto una condanna in appello per  Schmidheiny di 9 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo rispettivamente per lesioni colpose aggravate a danno di una parte delle 392 vittime al centro del filone principale del processo Eternit bis.
Ora si andrà in Cassazione per il ricorso dei legali di Schmidheiny.
 
CONCLUSIONI DELLA SERATA 
Le conclusioni, affidate a Sergio Astori, moderatore dell'incontro, psichiatra e psicoterapeuta, rimandano ad una Memoria da rinnovare, alla Presa in Carico, alla Generosità di chi decide di esserci, alla necessità di Denunciare e Lottare.