lunedì 2 giugno 2025

LA MEMORIA CONDIVISA SUI CRIMINI AMBIENTALI: LA DIOSSINA DELL'ICMESA-GIVAUDAN-LA ROCHE E L'ISOCIANATO DI METILE DELL'UNION CARBIDE DI BHOPAL

Una serata coinvolgente quella dell'incontro del 29-5-025 "Seveso (ma anche Meda ndr) incontra Bophal" organizzata da "INSIEME PER IL BOSCO" sigla sotto la quale lavorano associazioni e gruppi di Seveso e Meda, coordinate da FARE.
I testimoni, i gruppi, le associazioni, le persone che hanno vissuto o che operano laddove sono avvenuti due disastri ambientali, quello della Diossina dell'ICMESA di Meda sparsa sul territorio di più Comuni e quello dell'Isocianato di Metile di Bhopal, hanno dialogato intensamente affinchè la Memoria si rinnovi e non si dimentichino quelli che sono stati due crimini attuati nel nome del profitto.
Due Paesi lontani 6500 km ma con sofferenze comuni come ricordato anche da Elena Colombo, presente al tavolo dei relatori.
Due tragedie accumunate dalla ingiustificabile volontà di profitto a discapito dell'attenzione alla salute e alla sicurezza trascurate e in assenza di adeguate norme di prevenzione e di dispositivi.

LA VIOLENZA DEL MODELLO DI SVILUPPO E LE SUE CONSEGUENZE
C'è una Violenza di un modello di sviluppo e di produzione chimica poco o per nulla attento alla sicurezza e alla salute di uomini, donne ed esseri viventi le cui conseguenze sono state pesantissime.
Una Violenza che è stata diretta ed immediata a Bhopal dove nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, nella fabbrica della multinazionale americana Union Carbide, la fuoriuscita nella forma gassosa dell'Isocianato di Metile (MIC), composto chimico molto instabile e pericoloso utilizzato per produrre il pesticida Sevin, ha provocato nell'immediato e nelle prime ore già migliaia di decessi e di avvelenamenti.
Una violenza più lenta, più subdola e diluita nel tempo a Meda, Seveso, Cesano Maderno e nei paesi vicini investiti il 10 luglio del 1976 dalla nube tossica dell'ICMESA di Meda, azienda chimica del gruppo Givaudan-La Roche produceva il triclorofenolo da cui si generò la tetraclorodibenzoparadiossina (TCDD), un composto chimico altamente tossico e nocivo.
Una violenza lenta, dove non vi sono stati morti nell'immediato ma dove nel corso degli anni tra la popolazione delle aree contaminate si sono registrati picchi per alcuni tipi di tumore e per malattie cardiovascolari e leucemie con conseguenze anche nefaste.

LA GIUSTIZIA MANCATA. 
Per la fuoriuscita della Diossina, i processi civili alla Givaudan-La Roche furono risolti per via bonaria con risarcimenti economici individuali (200 miliardi di lire), ai Comuni e alla Regione Lombardia Regione Lombardia (103 miliardi di lire) e ciò permise di escludere dai procedimenti giudiziari il gruppo dirigente della multinazionale. Per i procedimenti penali, dopo i tre gradi di giudizio, solo Herwig von Zwehl (direttore tecnico dell'ICMESA) e Jörg Sambeth (direttore tecnico del gruppo Givaudan) furono condannati rispettivamente a due anni di reclusione e a un anno e sei mesi. Le successive riflessioni di Sambeth lo condussero nel 2004 a pubblicare un libro di memorie, nel quale ammise che le condizioni di sicurezza dell’azienda di Meda erano precarie, che la dirigenza della Givaudan e della Roche non volle deliberatamente informare le autorità italiane sulla natura del tossico fuoruscito, pur avendone avuta immediata consapevolezza.

A Bhopal, l'amministratore delegato dell'Union Carbide, Warren Anderson, non si è mai presentato dinanzi alla corte che lo aveva accusato di omicidio né mai fu dato seguito alla richiesta di estradizione dagli Stati Uniti. Anderson è deceduto da latitante.
Per i risarcimenti fu raggiunto un accordo il 4 febbraio 1989. La Union Carbide pagò 470 milioni di dollari per i danni causati, a fronte di una richiesta iniziale di 3 miliardi di dollari.
Cifre ridicole a fronte della vera e propria ecatombe causata dalla multinazionele. La Dow Chemical che nel 2001 acquisto la Union Carbide ha sempre ritenuto che i risarcimenti erano pienamente sufficienti a compensare le responsabilità del disastro.

IL DOVERE DELLA MEMORIA
Il 29-5-025, con un pubblico interessato, due testimoni del crimine perpetrato dalla Union Carbide, Rachna Dhingra da anni impegnata nel Bhopal Group for Information and Action e International Campaign for Justice e Satinat Sarangi fondatore della clinica Sambhavna che offre cure gratuite alle vittime del disastro, ci hanno ricordato sia gli eventi temporali sia le letali conseguenze, illustrando il loro attuale impegno per supportare chi chiede la bonifica delle aree, migliori condizioni di vita nei quartieri colpiti sia per alleviare e curare malattie conseguenti a quel disastro.
Solo grazie agli attivisti, i quartieri attorno alla fabbrica hanno potuto accedere all'acqua potabile dopo 15 anni dal disastro, evitando l'utilizzo dei pozzi la cui acqua di falda è pesantemente contaminata.
Anche gli interventi per bonificare l'impianto ed il suo circondario da centinaia di tonnellate di rifiuti tossici si sono fermati per decenni, con il pericolo enorme di un lento avvelenamento per la popolazione già con danni al sistema nervoso, al fegato ed ai reni. 
A Bhopal casi di cancro ed altre malattie sono aumentati dopo il disastro e le generazioni successive continuano a soffrire per gli effetti sul sistema respiratorio,sul patrimonio genetico e endocrino riproduttivo.
La rimozione delle scorie tossiche residue è stato completato solo nel 2025 ma il suolo e la falda risultano pesantemente contaminate.

La Storia di quanto avvenuto nel 1976 e nel 1984, le azioni e le strategie industriali della Givaudan-La Roche e della Union Carbide precedenti e successive ai due eventi meritano quindi, come sottolineato dagli interventi dei presenti, di essere giudicati non come "incidenti" casuali e non prevedibili bensì come crimini compiuti nel nome del profitto.

Come ha ribadito il dott Sergio Astori,  di queste tragedie e delle responsabilità "SI DEVE PARLARE FINCHÉ ESISTONO TESTIMONI CHE SENTONO IL DIRITTO - DOVERE DI FARE MEMORIA" .  

Sotto, l' intervento di chiusura della serata curato dal dott. Sergio Astori.


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